Ieri ho finito di leggere Paradiso perduto di John Milton: mi ha un po’ deluso anche se ammetto di aver letto la traduzione italiana perché l’originale inglese del XVII era troppo impegnativo e faticoso.
I capitoli con Satana, in particolare il primo, e la descrizione della battaglia fra angeli e demoni sono belli ma gli altri nove (in totale dodici) sono abbastanza noiosi: certo esprimono bene la fede sincera dell’autore ma, appunto, sono un po’ stucchevoli e non particolarmente interessanti.
Invece, quando Milton descrive le gesta di Satana, cerca di darne un punto di vista credibile e vi riesce con ottime argomentazioni: famoso è il “meglio regnare all’inferno che servire in Paradiso”.
Intendiamoci, qualche spunto interessante c’è anche negli altri libri, ma si tratta di dettagli: ad esempio di solito nell’arte Adamo ed Eva sono rappresentati in lacrime, totalmente affranti, scacciati dal Paradiso. Invece nella versione di Milton, Dio ha comunque pietà di loro e allora li fa confortare da un angelo che descrive loro gli eventi futuri fino alla venuta di Gesù: Adamo ed Eva lasciano quindi il Paradiso con grave tristezza ma senza disperazione.
Non so se ho già scritto perché ho deciso di leggere questo libro: mi sembrava di sì ma a una rapida ricerca non ho trovato niente…
Parlando con un’amica mi è capitato di dirle chi sono i miei personaggi preferiti dei libri: si tratta di Feänor del Silmarillion di Tolkien e di Mark Remillard della saga del pliocene/milieu di Julian May (la mia scrittrice preferita).
Ora non voglio entrare nei dettagli ma entrambi questi personaggi hanno delle caratteristiche comuni: entrambi si ribellano all’autorità, sfidano un nemico molto più forte di loro ed entrambi vengono sconfitti. Feänor si ribella ai Valar (specie di “demiurghi” di Tolkien) mentre Mark Remillard si ribella alla galassia governata da un’alleanza di razze aliene che avevano accolto l’umanità fra di loro... Ambedue poi sono personaggi dalle capacità eccezionali che li fanno eccellere rispetto ai loro simili.
Mi ero quindi reso conto che entrambi gli autori anglosassoni dovevano aver tratto ispirazione dal modello per eccellenza di personaggio grandioso ma maledetto, ovviamente mi riferisco al Satana di Milton. Ero quindi curioso di poter apprezzare direttamente la versione “originale”.
Ma anche da questo punto di vista sono rimasto un po’ deluso: la motivazione principale che muove Satana è una banale invidia verso l’uomo e questo, a mio avviso, ne riduce fortemente la grandiosità. Al contrario Feänor è mosso dal senso di giustizia/vendetta mentre Remillard dall’amore per l’individualità umana (che in parte andava sacrificata nell’unione galattica).
Tornando al Paradiso perduto mi sono reso conto di un particolare della Bibbia che mi era sfuggito e che adesso mi appare misterioso: come mai il frutto dell’albero proibito dona la conoscenza? Così infatti sembra che la conoscenza abbia un valore negativo, cioè che gli uomini vivrebbero meglio nell’ignoranza. Perché, ad esempio, la mela non “dona” l’egoismo o la superbia?
Mi sembrerebbe infatti più logico che all’origine di tutti i mali dell’uomo ci fossero questi due vizi dell’animo piuttosto che la conoscenza o la morale.
Oltretutto, anche dal punto di vista della coerenza della “trama” biblica, che senso ha vietare qualcosa se chi dovrebbe obbedire non ha il senso di cosa sia giusto e sbagliato (ovvero della conoscenza del bene e del male): come può sapere l’uomo che infrangere il divieto di Dio è male prima di mangiare la mela che dona la conoscenza del bene e del male?
Vabbè: immagino che ci siano centinaia di libri che affrontano questo tema ma, a occhio, non mi sembra ci possa essere una spiegazione semplice e convincente…
Comunque, da tanti piccoli particolari, mi sono reso conto di quanto il Paradiso perduto influenzi la cultura anglosassone: ad esempio ho scoperto che il “Pandemonium”, un circolo privato nel gioco per calcolatore “Vampires: Bloodlines” è il palazzo di Lucifero all’Inferno; oppure che il “demogorgone”, il mostro della serie “Stranger Things”, è citato nell’opera di Milton.
Ah! un’altra curiosità: il Paradiso Terrestre era veramente un luogo sulla Terra e non il Paradiso celeste… (e, ora che ci penso, ho visto una pellicola americana basata proprio sull’idea di individuare questo luogo originario!)
Interessante poi come già Milton con quest’opera (1667) inizia ad affrontare il rapporto fra religione e scienza: ad esempio nel racconto della creazione di Raffaele ad Adamo c’è un tentativo di conciliare religione e scienza (*1), poi, quando le domande di Adamo si fanno troppo pressanti, Raffaele taglia corto: «...il massimo Architetto decise… ...di non divulgare i suoi segreti a chi vorrebbe indagarli, e dovrebbe piuttosto ammirarli» (*2). La scienza comunque acquista una sfumatura piuttosto negativa: è infatti proprio Satana che per primo sfrutta le leggi della natura a proprio vantaggio per inventare i cannoni ed è anzi proprio grazie a essi che, almeno inizialmente, mette in difficoltà bloccandone l’avanzata, l’esercito angelico (*3). Invenzione che sarà poi riscoperta dall’uomo...
Conclusione: e ora voglio leggere “Un nemico del popolo” di Ibsen...
Nota (*1): ad esempio l’autore è già possibilista riguardo la teoria eliocentrica e la forza di gravità che, fa dire a Raffaele, comunque sia tutto segue la volontà di Dio.
Nota (*2): tratto da “Paradiso perduto” di John Milton, (E.) Mondadori, 2018, trad. Roberto Sanesi.
Nota (*3): e sempre riguardo alle influenze di quest’opera sulla cultura inglese è evidente il parallelismo della battaglia fra angeli e demoni con quella dei valar contro Morgoth (nel Silmarillion di Tolkien). Anche nella battaglia contro i valar Morgoth, come Satana, sfodera un’arma segreta (i draghi) che momentaneamente sembrano riuscire a ribaltare l’esito della lotta.
domenica 24 marzo 2019
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