Premetto che scrivo questo pezzi oggi, il 27/3/2019, ma non so quando potrò pubblicarlo perché ho di nuovo il telefono isolato...
Ieri mi è capitato di ascoltare (*1) un servizio del telegiornale di SKY prima del voto del PE sulla nuova direttiva sul diritto d’autore.
Mi ha colpito il ribaltamento della realtà compiuto dal giornalista: egli spiegava che le “lobbi” Wikipedia, Google e Youtube avevano fatto forti pressioni sui parlamentari chiedendo ai propri utenti di contattarli per votare contro la direttiva mentre, evidentemente, i “produttori di contenuti” non erano a loro volta una lobbi ma solo vittime.
Che c’è di strano?
A me risulta che solo wikipedia si fosse autooscurata per protesta mentre Google e Youtube funzionavano normalmente: il giornalista ha però voluto/dovuto ricordarli insieme perché sarebbe apparso ridicolo, anche al telespettatore più distratto, definire la sola wikipedia una lobbi…
E i “produttori di contenuti” chi sono? Piccoli editori indipendenti? Forse qualcuno sì, ma la maggior parte fanno parte di grandi agglomerati e sono, come spiegato nell’Epitome ([E] 9.3 e 9.4), la voce dei parapoteri economici usata per condizionare politica e pubblico.
Ma perché mi stupisco: SKY fa parte proprio di questa “informazione” internazionale funzionale a indirizzare l’opinione del pubblico secondo l’utilità del momento.
Personalmente i giornalisti di SKY mi sembrano i peggiori del già modesto panorama italiano: più presentatori vogliosi di promuovere il proprio prodotto che giornalisti minimamente interessati alla verità.
Siccome ormai ho scritto troppo per farne un corto aggiungo una bella considerazione, letta su FB qualche settimana fa, di un vecchio giornalista americano. Vado a memoria: “In passato i giornali riportavano i fatti in maniera che i lettori potessero farsi la propria idea; adesso i giornali dicono ai lettori cosa pensare e questi sono costretti a cercare di indovinare quali fossero i fatti.”
Bo, la frase del giornalista mi sembrava più concisa ed efficace ma il senso era questo.
I media hanno ormai cambiato il proprio ruolo: essi non sono più al servizio degli utenti ma dei parapoteri economici e non. Gli utenti vorrebbero infatti solo essere informati correttamente mentre quella che viene fornita loro è una visione del mondo predigerita che cerca di persuaderli di specifiche “verità” (come, nel caso odierno, che la nuova direttiva non sia un pericolo per la libertà di informazione e, a ruota, di espressione e quindi di pensiero).
Chiudo con una riflessione triste: il parlamento europeo ha nuovamente dimostrato la propria vera natura: non ha veramente a cuore la creazione di un’Europa migliore per i propri cittadini ma è al servizio delle lobbi (ovvero dei parapoteri economici). Io ho spesso scritto di libertà e, nel mio piccolo, ho sempre denunciato tutti gli speciosi tentativi per ridurla; nell’Epitome poi ho teorizzato e spiegato anche il perché di questa tendenza, che non è casuale né episodica, ed è quindi per me particolarmente triste vivere in un mondo dove i diritti dei cittadini, che il potere politico esalta e difende a parole, vengono invece lentamente smantellati con banali scuse rese credibili solo da un’informazione che, invece di fare il proprio lavoro, manipola la realtà per il profitto di pochi.
Conclusione: quale sarà il prossimo passo? Probabilmente riprenderà la lotta alle bufale che, in realtà, avrà il vero obiettivo di censurare le fonti di informazioni indipendenti che forniscono verità sgradite.
Invece altre bufale, che anche i media tradizionali spesso diffondono, utili alla narrazione gradita ai parapoteri saranno protette e tutelate...
Nota (*1): io i telegiornali li “ascolto” mentre cucino o rigoverno (col telecomando fuori portata) perché di certo non avrei la pazienza per stare seduto in poltrona a guardarli: mi irriterebbero così alla svelta che ne potrei seguire al massimo pochi secondi.
mercoledì 27 marzo 2019
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