Una mia lettrice e amica, probabilmente mossa a compassione dalle mie amare considerazioni di fine anno espresse in Buoni propositi e auguri per il 2019, mi ha mandato una bella epistole ricca di pareri su cosa le piace del mio ghiribizzo, cose le piacerebbe vedere di più e perché mi commenta poco o, almeno, meno di quanto potrebbe.
In effetti la cosa più logica da fare sarebbe quella di chiederle il permesso di ripubblicare qui direttamente il suo messaggio ma, in verità, non ci penso neppure a farlo: la sua epistola mi ha fatto un enorme piacere e per questo ne sono un po’ geloso e non mi va di condividerla col mondo…
Mi limiterò quindi a riassumerne gli aspetti principali:
1. mi ha spiegato che viene spesso a controllare questo ghiribizzo: scopre l’argomento dell’eventuale nuovo pezzo e rapidamente decide se leggerlo o meno.
2. mi ha infatti spiegato che molti argomenti non le interessano proprio e, quindi, li evita senza pensarci due volte.
3. fra i pezzi che attualmente segue con più interesse ci sono quelli sulle reti neurali (chi l’avrebbe detto!) e si è infatti “allarmata” che io non abbia inserito lo studio di tale materia nella lista dei miei buoni propositi per il 2019 (*1).
4. ha così espresso la speranza che continui a scrivere nuovi pezzi sulle reti neurali e la loro “strana” IA.
5. mi ha poi spiegato che spesso sentirebbe l’impulso di lasciare un commento ma ne è dissuasa dalle impostazioni di sicurezza di Blogger (deve essere tutto approvato da me per apparire) e, per questo, dal fatto di non aver immediato riscontro su quanto scritto.
Che c’è di bello in questi commenti? Beh, la forma (erano scritti molto bene con dovizia di esempi e particolari: un’epistola che sicuramente le ha richiesto molto tempo che, in effetti, non sono sicuro di meritare ma che, anche per questo, apprezzo) e poi quello che sottintende, ovvero una sincera attenzione ai miei sentimenti che pochissimi mi dedicano.
Nel complesso le sue osservazioni non mi stupiscono: sono infatti consistenti con dei miei sondaggi fra amici lettori che conosco. Supponendo che io scriva su dieci argomenti diversi, il mio lettore comune sarà interessato mediamente a solo due (massimo tre) di questi.
La cosa interessante è che ciò che i diversi lettori trovano interessante è estremamente variabile: c’è chi apprezzava i miei pezzi sulla chitarra, chi quelli di storia, chi i racconti, chi le mie “pillole” e le “facezie”…
Personalmente mi ero già reso conto di questa caratteristica dei miei lettori quando feci un altro sondaggio molto più accurato su quali fossero le battute migliori di un pezzo/raccolta che avevo scritto: dalle risposte ricevute mi accorsi che che la sensibilità per il comico era estremamente variegata. Non mi stupisco quindi assolutamente se i miei prezzi vengono valutati così diversamente in base al loro argomento: tutte le persone hanno gusti diversi!
Pur consapevole di questa debolezza strutturale del mio ghiribizzo (ovvero l’essere tremendamente dispersivo e non focalizzato su un solo argomento specifico) rimango dell’idea che i commenti che ricevo siano comunque un po’ pochini.
Già i commenti…
Inizialmente tolsi la possibilità di commentare liberamente quando scoprii che per la “giustizia” italiana il titolare di un sito è ritenuto responsabile dei commenti che appaiono su di esso: in altre parole se uno sconosciuto/squilibrato scrivesse un’invettiva ricca di coloriti epiteti contro, ad esempio, la tollerante Boldrini ecco allora che le truppe cammellate della polizia postale se la rifarebbero col sottoscritto invece che con l’autore dello specifico commento…
Per questo motivo la maggior parte dei siti in cui si toccano argomenti seri o combattuti come quelli politici, e quindi attenti a pesare le proprie parole, sono costretti a fare come me.
Da almeno un anno poi il filtro antispazzatura di Blogger non funziona più: adesso ricevo quotidianamente in moderazione almeno una ventina di commenti, evidentemente automatici, che non hanno niente a che vedere con quanto scritto (*2). In altre parole se adesso rimuovessi la moderazione manuale mi ritroverei rapidamente subissato dalla spazzatura automatica.
Conclusione: che dire? Mi viene da pensare che la maggior parte dei miei lettori siano una versione estrema degli amici/conoscenti con cui ho parlato: probabilmente i 20/30 lettori “veri” che quotidianamente mi leggono sono interessati a una frazione ancor più piccola dei pezzi che scrivo (1 su 50 o su 100?) e questo li spinge a non ritornare e, sicuramente, a non perder tempo lasciando un commento…
Evidentemente dovrei trovare un’altra maniera per misurare l’interesse dei miei lettori che non sia basato sui commenti lasciati. Probabilmente dovrei riattivare le analisi di Google: ho infatti scoperto che tale strumento è coperto nella “striscia” automatica fornita da Blogger (*3)...
Nota (*1): State tranquilli! Il proseguimento dello studio delle reti neurali (e magari anche il completamento del corso di modellizzazione) è una delle varie cose che mi riprometto di compiere nel 2019. Finito questo pezzo andrò ad aggiornare la lista dei miei buoni propositi!
Nota (*2): anche se apprezzo i complimenti puramente casuali che vengono fatti ai miei pezzi!
Nota (*3): rileggendo mi sono accorto che quest’ultima frase non è assolutamente chiara! Mi riferivo alla legge (folle e totalmente inutile; grazie EU) che rende obbligatorio per ogni sito fornire agli utenti un incomprensibile avviso con i tecnicismi dei cookie usati. Io, per tagliare la testa al toro e non perdere tempo con queste assurdità, rimossi tutti i moduli aggiuntivi, compreso il povero ShinyStat oltre che l’analisi di Google (che avevo attivato da soli pochi giorni). Invece, come ho cercato maldestramente di spiegare, Google Analytics è coperto nell’ombrello fornito da Blogger col suo avviso automatico: quindi, in teoria, potrei rimetterlo senza temere problemi legali.
alla prima stazione
1 ora fa
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