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martedì 18 dicembre 2018

Estroversi timidi e altro...

Recentemente ho avuto una discussione con un’amica sulla timidezza: lei diceva che si può essere estroversi e timidi, io che solo l’introverso può essere timido.
Beh, il discorso era un po’ più articolato, in particolare io opinavo sulla definizione di timidezza e che di questa potessero essercene più tipi. Io con timidezza vera e propria intendevo solo la difficoltà a relazionarsi con gli altri mentre, ipotizzavo, altre forme comunemente dette di timidezza, come l'imbarazzo a parlare in pubblico, fossero in realtà qualcosa di simile ma non uguale.

Alla fine mi sono deciso a fare una ricerca con Google (non ricordo le parole chiave usate) e ho ottenuto il seguente breve articolo: Tipi di personalità: perché possiamo essere timidi, ma anche estroversi... di ELISATELESCA da ThePasswordUnito.com
Beh, che dire? L’articolo, già dal titolo, dà completamente ragione alla mia amica!

Poi, volendo, alla fine è questione di definizioni: secondo Jung l’introverso è colui che “ricarica le proprie batterie” stando da solo; l’estroverso invece si “ricarica” stando in compagnia. Partendo da queste definizioni introverso/estroverso non hanno quindi niente a che vedere con la timidezza di per sé.

Vabbè, e questo è tutto riguardo la timidezza (*1)…
Però il pezzo odierno non ha solo lo scopo di dare un po’ di soddisfazione alla mia amica riconoscendo che questa volta aveva visto giusto lei (in genere ho sempre ragione io!) ma mi dà anche l’opportunità di rivedere un vecchio pezzo che scrissi tempo fa: Mamma ENFP. Il nocciolo di tale pezzo era che, pur senza conoscere il significato delle varie lettere dei tipi di personalità (a parte la prima I/E che stanno per Introverso ed Estroverso) ipotizzavo che mia madre doveva essere l’esatto opposto di mio padre che, nell’esame di Myers-Briggs risulta ISTJ, ovvero una ENFP: curiosamente poi la mia personalità INTP sarebbe stata un’esatta sintesi delle due!

Ebbene l’articolo sullodato dà anche delle definizioni chiare e semplici del significato della seconda e terza lettera (e un po’ meno della quarta).
La seconda lettera, che indica la funzione cognitiva di percezione, può essere S oppure N e definisce come l’individuo percepisce il mondo: se tramite la sensitività (S) ovvero basandosi principalmente su ciò che vede e sente, cioè sui fatti; oppure tramite l’intuizione (N) cioè ipotizzando, sussumendo, intuendo e costruendosi le proprie teorie.
La terza lettera indica invece la funzione cognitiva di giudizio, ovvero come ragioniamo, e può essere F o T: T sta per pensiero (thought) cioè giudichiamo riflettendo e ragionando sui fatti, mi pare che corrisponda grossomodo alla razionalità; F sta invece per sentimento (feeling) ovvero giudichiamo lasciandoci trascinare dalle emozioni.
La quarta lettera, che corrisponde a una quarta dicotomia delle tipologie psicologiche che non è di Jung ma è stata introdotta dalle Myers-Briggs, mi è rimasta un po’ meno chiara: dovrebbe basarsi su come agiamo. Può essere P oppure J, lettere che indicano le due precedenti funzioni cognitive ovvero quella di percezione (P) e quella di giudizio (J). Se agiamo basandoci sulla facoltà di percezione siamo più aperti a nuove idee ma, di conseguenza, anche più indecisi e quindi passivi; se invece ci basiamo su quella di giudizio significa che siamo sicuri delle nostre convinzioni e quindi siamo più attivi e decisi perché non abbiamo motivo di indugiare. Ma su questa quarta lettera non sono sicurissimo di aver compreso bene!

Comunque, alla luce di queste definizioni, ho ripensato alla tipologia psicologica di mia madre.
Io sono abbastanza sicuro che fosse estroversa anche se, nell’ultima parte della sua vita, si era un po’ chiusa e isolata dal mondo. Direi quindi E.
La funzione cognitiva di percezione di mia madre doveva essere tutta sbilanciata sull’intuizione: in modo estremamente irritante per mio padre ella non si atteneva assolutamente ai fatti ma si basava sulle sue supposizioni costruite sopra altre supposizioni! Quindi decisamente N.
La funzione cognitiva di giudizio è la più difficile da ipotizzare perché non traspare direttamente all’esterno. Però sono portato a pensare che, di nuovo, si basasse di più sulle sue emozioni e che non fosse assolutamente logica nelle sue conclusioni: ovviamente l’esatto opposto di mio padre!
Quindi un F deciso.
Per la quarta dicotomia, ammesso che l’abbia compresa bene, è invece facile stabilire che fosse una P: agiva spessissimo d’impulso, basandosi solo sui propri istinti…
In definitiva quindi è probabile che mia madre fosse realmente una ENFP!

E ora posso anche riconsiderare la mia tipologia INTP alla luce delle nuove conoscenze!
Dunque che io fossi I non vi era dubbio: l’esame che feci mi dava infatti completamente sbilanciato come I (tipo 90% I e 10% E). E io infatti, per quanto stia bene in compagnia di amici, ho poi bisogno di un paio di giorni da solo per riprendermi!
Mi è poi adesso ovvio che io sia totalmente N: amo costruire teorie su tutto (basti pensare all’Epitome) e, come ho più volte detto/scritto, considero l’intuizione l’aspetto precipuo della mia intelligenza.
Ma non mi baso a casaccio sulle mie intuizioni! Vi rifletto, le ordino e le combino insieme. Di nuovo sono decisamente un T.
L’esame che feci mi dava invece leggermente P (al 52% contro il 48% di J, probabilmente mi sarebbe bastato rispondere diversamente a una domanda per essere classificato come J) e in effetti aveva di nuovo ragione. Io cerco di agire logicamente ma devo fare uno sforzo per riuscirci e ogni tanto mi concedo di agire d’impulso o in modo apparentemente illogico. Ma in generale mi sento in perenne conflitto: so come dovrei agire ma non “mi va” di farlo. E poi lascio sempre spazio a un margine di incertezza e di dubbio: non mi sentirete mai dire/scrivere “sono convinto al 100% di XXX” e anche quando lo faccio in verità intendo comunque un 99%! Questo atteggiamento, se ho capito bene, è molto P…

Conclusione: un articolo cortissimo ma veramente molto utile!

Nota (*1): aggiungo solo che io, ormai da moltissimo tempo, mi ero reso conto di non essere timido seppure fortemente introverso: vedi KGB le Origini: l’asociale.

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