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domenica 30 dicembre 2018

Sensi e fantasia

Qualche mese fa andai a farmi fare degli occhiali da usare con la chitarra in maniera da poter distinguere senza fatica le corde.
L’ottico fece un’osservazione che mi colpì. Disse qualcosa del tipo: “Con questi occhiali non ti verrà il mal di testa a sforzare gli occhi per leggere...”
La frase mi rimase impressa per due motivi: il primo è che, banalmente, non ho mai mal di testa; il secondo invece è più interessante: non capivo il collegamento fra lettura, mal di testa e lo sforzare gli occhi.

Mi spiego meglio: quando leggo (senza occhiali) vedo sfocato ma non vado a sforzare gli occhi: semplicemente leggo lo sfocato così com’è. Altre volte invece inizio a chiudere prima un occhio e poi l’altro, ad avvicinare e ad allontanare il testo in un tentativo casalingo di far fare ginnastica agli occhi: ma anche in questo caso non è uno sforzo ma un divertimento.

Quando piove e guido tendo a tenere spenti il più possibile i tergicristalli: la pioggia infatti, se proprio non è fortissima, non mi dà fastidio mentre il muoversi dei tergicristalli sì. Quando il parabrezza non è nitido a causa della pioggia non sforzo gli occhi per mettere a fuoco la strada ma semplicemente accetto i contorni sfocati delle cose per quel che sono.

Ecco, mi chiedo se questa mancanza di pressione sul basarsi sui sensi, e in particolare sulla vista, non abbia un’improbabile relazione con la fantasia.
Io credo di sì ma la mia è un’intuizione molto vaga: mi pare che il non interessarsi ai minimi dettagli ma solo alla sostanza delle cose possa essere uno stimolo a vedere oltre la prima impressione superficiale: a intuire cioè quello che vi è dietro, la vera essenza.

Curiosamente l’articolo citato nel pezzo Estroversi timidi e altro sembra confermare questa mia intuizione. Nella classificazione dei diversi tipi psicologici la seconda dicotomia riguarda la percezione e le persone vengono divise fra quelle che si basano sui “sensi” (S) oppure sull’“intuizione” (N).
Immagino che chi usi principalmente i sensi per percepire la propria realtà sia molto infastidito se non ha una visione perfetta: l’incertezza di un contorno si traduce direttamente in un’incertezza nella comprensione di ciò che circonda l’individuo.
Al contrario io sono un tipo “N” e, come ho più volte scritto, considero essere l’intuizione l’aspetto precipuo della mia intelligenza: forse proprio per questo sento meno il bisogno di una perfezione dei miei sensi…

Ah! e ora che ci penso qualcosa di analogo mi accade anche con l’udito: sono infatti vittima di acufeni molto forti e intensi. Decisamente fastidiosi in effetti visto che, ormai, li posso sentire continuamente anche quando c’è un discreto rumore “reale” di fondo. Eppure li ignoro senza troppi problemi, anche se certamente ne farei decisamente a meno. Ma ci convivo senza dolermene troppo.
Di nuovo credo che per un tipo psicologico “S” questi acufeni sarebbero un cruccio costante e ben maggiore.

E la fantasia? Beh, credo che essa sia spesso legata (almeno nel mio caso) all’intuizione. Vedo infatti la fantasia come la capacità di immaginare soluzioni o situazioni alternative all’evidenza quotidiana, ovvero come una forma di intuizione.

Conclusione: lo so è un’intuizione basata fra il nulla e il poco però erano diverse settimane che ci pensavo e finalmente mi sono ricordato di scriverne...

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