«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

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lunedì 24 dicembre 2018

PSS 9

«Immaginati colori mai visti, tonalità mai sognate fatte con la luce di mille mattini sciolti in caldi mezzodì e avvolti da morbidi tramonti; colori brillanti e nitidi con contrasti inimmaginabili…
E il suono: un silenzio profondo e assoluto si insegue e si confonde col fragore di una montagna che crolla: ogni pietra, ogni albero, ogni foglia, ogni chicco di panico canta la propria canzone: melodie, inni e melopee tutte fra loro distinte ma ugualmente sovrapposti in corali contrappunti. Pensa al tutto e al nulla che esistono contemporaneamente.
E il tuo udito, la tua vista, se così possiamo considerare questi nuovi sensi, saranno in grado di apprezzare tutto contemporaneamente e con la perfezione di una consapevolezza interiore piuttosto che di una mera e imperfetta sensazione esteriore. Immaginati di fissare un punto davanti a te e di vedere ugualmente bene tutto ciò che vi è nei suoi dintorni e non solo! Anche quello che è più in là fino al margine estremo del tuo campo visivo… e di andare oltre! Immaginati di vedere con ugual precisione ciò che è dietro la tua cervice: e non solo a pochi metri di distanza ma per chilometri e chilometri fino all’estremo opposto del mondo e molto oltre.
E questo in un adesso perenne ed eterno che si estende tanto nel passato che nel futuro: un adesso denso e spesso che non ha nulla a che vedere con l’effimero ora che nell’attimo in cui lo si pensa è già perso. Immaginati un fermo immagine espanso nel tempo e nello spazio nel quale ti puoi muovere liberamente e che, anzi, riempi completamente con la tua essenza: perché anche tu sei spazio e sei tempo. Cerca di immaginarti ciò che ti dico e forse capirai.
Pensa a questa tua nuova prospettiva, pensa a come i tuoi nuovi occhi leggeranno “verità” in ogni oggetto e in ogni essere vivente. E così le colpe degli uomini te li mostreranno tutti ugualmente abietti: ma ciò non ti sarà motivo di disgusto; al contrario questa visione causerà la comprensione dei loro limiti e della loro inadeguatezza: tutti ugualmente deboli e imperfetti; ma con la comprensione verrà la pietà non l’orrore, poi arriverà la misericordia (il genuino desiderio di soccorrerli) e infine l’amore per il tutto.
Tu credi di abbandonare i tuoi cari ma in realtà saranno sempre con te: nel passato e nel futuro. Non potrai dolerti per loro perché fuori dal tempo non vi è il tempo. Parlerete con parole simili a pensieri infiniti, composti dalla tua stessa anima: e non vi sarà ambiguità né dubbio né incertezza ma solo comprensione totale e perfetta. Tutto ciò sarà inevitabile, eterno e istantaneo.
Prima o poi, ovvero immediatamente e dopo infiniti eoni: alzerai lo sguardo e vedrai l’obiettivo del percorso: la cima della montagna. Che non è una vera montagna ma una condizione del tuo essere, una dimensione interiore infinitamente pura, una distillazione dell’anima che alla fine coinciderà col tutto perfetto: il divino, l’inizio e la fine.
E in quell’eterno istante di comprensione saprai di dover riprendere il tuo percorso: saprai che la sofferenza è necessaria e non ne avrai paura; sarai consapevole di quanto essa sia effimera e momentanea: un nulla paragonato al tutto. E allora ti ritufferai nel tempo, ti reincarnerai nella vita con la certezza di alleggerire così la tua anima, pesante come l’intero oceano, di un granello di sabbia: più leggera essa sarà capace di innalzarsi un sospiro più in alto, ancora più vicino alla vetta cioè.» - concluse il maestro Yury tutto di un fiato.
Occorse qualche secondo a Discutibile, rimasto ad ascoltare a bocca aperta, per rendersi conto che il maestro aveva finito di parlare e che lo guardava benevolo. Allora Discutibile iniziò a balbettare «Cioè… così allora… voglio dire che...quindi...»
E maestro Yury concluse per lui: «Non devi temere la morte: essa è solo un nuovo inizio. La fine di una tappa e la partenza della successiva. Il dolore e la sofferenza sono apparenti quanto necessari: è solo questa prospettiva mortale che ce li fa apparire come temibili avversari.»
«Ma… e se uno si reincarna prima si essersi ripreso dal dolore della vita?» - chiese preoccupato Discutibile.
«Tu non mi ascolti!» - ridacchiò Yury - «La tua anima avrà un istante e l’eternità per muovere oltre...»
«Ma...»
«Basta così Discutibile: non è bene parlare troppo di ciò che non può essere insegnato ma solo immaginato» - terminò il maestro Yury chiudendo gli occhi e riprendendo la sua meditazione.

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