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domenica 23 settembre 2012

Matrimonio in famiglia

Ormai sto diventando un habitué dei matrimoni. Più o meno. Più meno che più.
Ieri sono infatti stato al matrimonio di mio cugino: in pratica negli ultimi tempi ho partecipato a quasi un matrimonio all'anno. Veramente tanti per i miei gusti da anacoreta...

Sfortunatamente il mio dolore agli orecchi (*1) era peggiorato: per la precisione mi era migrato dal destro al sinistro. La cerimonia in chiesa è stata una sofferenza e solo a cena mi sono ripreso grazie a un antiinfiammatorio prontamente somministratomi da una premurosa cugina.

Anche se si è trattato del matrimonio di un parente erano veramente poche le persone che conoscevo: le posso addirittura contare, vediamo... uhm... solo sette più gli sposi. Beh, poi c'erano una manciata di persone che, in teoria, avevo già incontrato una ventina d'anni prima alla prima comunione dello stesso neo-sposo: ci siamo guardati con reciproco sospetto finendo poi per far finta di ricordarci, seppur "vagamente", gli uni degli altri...

Come al solito sono partito con largo anticipo ma alla fine sono arrivato solo una ventina di minuti prima dell'inizio della cerimonia. Colpa mia che, per evitare un lungo tratto di autostrada, ho preferito prendere delle stradine secondarie (anche terziarie) tutte curve e salite: non per niente ho poi scoperto che il giro d'Italia è passato più volte da quelle parti...
Comunque peggio di me ha fatto il fioraio che è arrivato circa solo 20-30 secondi prima dell'inizio della cerimonia con lo sposo che l'ha subito sospinto a pedate (metaforiche: ma la voglia di darle vere c'era!) ad addobbare la chiesa.

La chiesa era una piccola abbazia di montagna: pietra serena e sobrio stile romanico. In particolare ho apprezzato (*2) gli addobbi floreali: era evidente che molto molto tempo era stato dedicato alla loro sistemazione!
Il prete era molto simpatico. O almeno cercava di esserlo: in quel momento ero ridotto molto male e non l'ho seguito attentamente. Ricordo che ha parlato di Gesù, ha gesticolato parecchio e ha sorriso molto agli sposi. È anche riuscito a confondermi completamente sul significato della parabola, all'apparenza molto semplice, della moltiplicazione dei pani e dei pesci: non provo nemmeno a spiegare quello che ho capito perché non ha senso (*3)... Ma, ripeto, ero debilitato dal dolore all'orecchio sinistro.
Ah, come al solito sono capitato seduto accanto all'esperto di messe (stavolta un omone minaccioso) che sapeva tutta la liturgia a memoria e che mi guardava male quando borbottavo erroneamente una preghiera (o anche se stavo zitto).

Ah! c'era anche un coro con chitarrista che hanno suonato/cantato durante la funzione. Oramai, visto che è quasi un anno che studio chitarra, mi sento in grado di pontificare con sicumera su ogni aspetto della performance...
Prima di tutto il coro era incastrato in un transetto mentre io ero sul fondo della navata. Il suono prima di arrivare alle mie orecchie doloranti dovevano rimbalzare su tre o quattro pareti di pietra: insomma non ero nella posizione ideale per valutare accuratamente. Però il coro mi è piaciuto, belle voci e ben assortite. Sul chitarrista non posso esprimermi: suonava degli accordi di accompagnamento semplici semplici dai quali non è certo possibile valutarne l'abilità reale.
Quello che non mi sono piaciuti sono stati i testi delle canzoni: erano i tipici testi religiosi con frasi del tipo “Gesù è buono/ la Madonna ci vuole bene/ Lo Spirito Santo veglia su di noi/ Gesù ci prende per mano etc...”. Cioè, se non fosse stato per il tema religioso, sarebbero sembrati testi delle canzoni di Cristina D'Avena: troppo dolci e stucchevoli per ispirare delle emozioni profonde indipendentemente dall'abilità dei cantanti. Ovviamente questa è una mia personalissima opinione: visto che mi piace l'heavy metal non ho proprio gusti tradizionali... Però, ad esempio, stessi testi in latino (per camuffarli di solennità) accompagnati per maggior contrasto da una chitarra elettrica mi sarebbero piaciuti molto di più!

Certo che le spose riescono sempre a essere spettacolari alle nozze: probabilmente molta di questa magia è dovuta alla loro felicità che trabocca da ogni loro gesto e illumina tutti i presenti...
La sposa in questione non ha fatto eccezione: per consenso unanime (mio + cugina) quello che ci è più piaciuto è stata l'acconciatura dei capelli ma ovviamente anche l'abito bianco faceva la sua parte...
Gli sposi (maschi) sono meno spettacolari. Primo perché sono uomini e secondo perché sono tesissimi per l'attesa della sposa e, soprattutto, per i grattacapi dell'ultimo minuto (tipo il fioraio in ritardo, la camicia con la macchietta microscopica o la nonna persa nei boschi).
Mio cugino era ubiquitario (*4) in chiesa e fuori di essa. Con due o più telefonini in mano cercava di teleguidare il fioraio, tener traccia della sposa e dava preziose indicazioni agli amici che avevano “svoltato a destra invece che a sinistra” e che adesso erano “in una strada che scende invece di salire”. Per non farsi mancare neanche un pizzico di paranoia aveva anche un vecchio parroco alle calcagna che lo ammoniva costantemente invece che, per esempio, col classico “Memento homo quia pulvis es et pulverem reverteris” con un più pleonastico “Guardi che ancora il fioraio non si è visto...”: stranamente, in quei momenti, il pensiero del fioraio disperso era molto più preoccupante della consapevolezza dell'inevitabilità della morte. Dimenticavo: lo sposo in fieri doveva ovviamente anche salutare i vari ospiti che arrivavano alla spicciolata, fare 50 flessioni su una mano sola e arrampicarsi sul campanile della chiesa per suonare le campane...

Nella seconda tappa, ovvero nel viaggio dalla chiesa al ristorante (beh, villona in questo caso), ho guadagnato molte posizioni arrivando fra i primi. E questo nonostante il Tom Tom mi abbia fatto impelagare in un paesetto che aveva tutti i sensi stradali all'inverso rispetto alla sua mappa...
Non è interessante, lo so: ma lo scrivo per soddisfazione personale.

Alla villa (magnifica!) ci hanno rimpinzato di antipasti vari: in particolare io ho apprezzato moltissimo (x4) delle verdure fritte sul momento e distribuite in cartocci di carta gialla. Il resto degli stuzzichini era abbastanza tradizionale (salumi, formaggi, etc) con qualche, anzi parecchie, eccezioni (che però ho snobbato a causa del fritto...)
Mi irritavano i camerieri che distribuivano le bevande col contagocce: considerato che anche il cibo ero poco salato credo che una regia occulta mirasse a fare andare gli ospiti in bagno il meno possibile. Ma forse sono solo io troppo sospettoso (*5)...
Insomma gli antipasti (soprattutto il fritto) mi hanno pienamente soddisfatto: ho mangiato benissimo. Anche le zanzare hanno mangiato bene: ce n'erano degli stormi che viaggiavano insieme come nuvole ronzanti. Io ho evitato il problema sedendo accanto a mia cugina che, causa abito corto, era molto più appetibile di me. Per la cronaca ho ammazzato tre zanzare. A questo punto, a stomaco pieno, fra un fritto e l'altro, mi è stato somministrato l'analgesico che ha fatto rapidamente effetto.

A tavola, per la cena, sono finito con la solita cugina, il suo fidanzato, e ben sei sconosciuti. Le probabilità in effetti, visto l'esiguo numero di persone che conoscevo, erano sfavorevoli e non potevo pretendere di più. Mia cugina mi ha sussurrato: «Ma lo sai chi sono?». Al che, visto che il nostro tavolo era diviso in tre gruppetti che parlavano esclusivamente fra i rispettivi componenti, ho preso l'iniziativa di rompere il ghiaccio ben sapendo che poi lei avrebbe fatto il resto: è venuto fuori che due ragazzi erano altri cugini con relative compagne mentre, la coppia rimanente, era composta da grandi amici degli sposi. A quel punto mia cugina ha iniziato a parlare e io ho un po' rimpianto il dolore all'orecchio con relativa parziale sordità. Sì, lo so: non sono mai contento...

Fra un piatto e l'altro c'erano lunghe attese ma credo che fossero volute per dare la possibilità agli sposi di girare fra i tavoli e fare qualche foto.
Il cibo nel complesso mi è piaciuto molto: solo il secondo primo (mi accorgo adesso di non aver portato via con me il menù come mi ero invece ripromesso di fare...) l'ho lasciato nel piatto. Per curiosità ho controllato cosa facevano gli altri commensali e, con mia sorpresa, l'hanno finito tutti: bo... magari solo a me non era piaciuto...
Il secondo era composto da un vasto assortimento di carne e verdure alla griglia, patate arrosto e, per i masochisti, insalata a volontà. Invece di essere i camerieri a girare fra i tavoli eravamo noi ospiti a passare da degli appositi banchi per prendere quello che volevamo. Il vantaggio era che, vedendo tutto ben disposto sotto i nostri occhi, si poteva scegliere con più raziocinio cosa mangiare e cosa evitare (invece di finire di prendere un assaggio di tutto). La controindicazione è stato un certo ingolfamento di ospiti in coda: c'era l'irrazionale paura che il cibo non fosse sufficiente. In realtà sarebbe bastato aspettare un poco per evitare ogni fila e poter scegliere comunque tutto ciò che si voleva: mia cugina ha fatto così ma io ero troppo famelico... Inutile dire che ero fra i primi in coda a sgomitare con la bava alla bocca!

Ho notato che il tavolo dove ci si diverte di più è quello degli amici: ce n'è sempre almeno uno (sia di amici che di tavoli) la cui specializzazione è fare casino ai matrimoni. I parenti invece devono essere più disciplinati: ci si conosce e ci si sente un po' più inibiti, Soprattutto si cerca di stare attenti a non esagerare per non fare la figura del “parente scemo”.
A dire la verità a questo matrimonio, di amici casinisti, ce ne dovevano essere parecchi: io però ero nella sezione dei parenti e quindi non sono stato troppo coinvolto.

Bravo il gruppo composto (CREDO) da amici dello sposo che, dopo la cena, si è messo a suonare: è riuscito perfino a coinvolgere il pubblico a ballare con un certo entusiasmo. Probabilmente ha aiutato il fatto che, essendo degli amici, conoscevano e scherzavano con gli altri ospiti. Poi, certo, la notevole percentuale di amici esagitati, e probabilmente alticci, ha fatto il resto...

Io sono riuscito a rimanere tranquillo nel mio angolo senza ballare: solo la cugina logorroica fremeva di scendere in pista. Dopotutto il volume altissimo della musica le impediva di parlare e di avere la sensazione di essere ascoltata...
Fortunatamente, visto che il suo stesso fidanzato si rifiutava di accompagnarla in pista, io ho avuto gioco facile a disimpegnarmi.

Infine ho consegnato agli sposi il mio regalo speciale: la mia mamma teneva sempre pronti dei pacchetti con regali per ogni evenienza. Ovviamente si trattava di regali preparati per amici e/o conoscenti e non certo per dei parenti stretti. Però, aldilà del modesto valore materiale del regalo, dentro di esso c'era un pizzico di lei, del suo gusto e della sua fantasia. Avere l'opportunità di consegnare a mio cugino questo ricordo di lei, proprio nel giorno del suo matrimonio, mi ha fatto molto piacere e credo che anche lui ne sia stato molto contento. Oltretutto non so nemmeno cosa ci fosse nel pacchetto perché la mamma li teneva già pronti incartati...

Verso le 1:00 sono venuto via: avendo dormito pochissimo (causa orecchie) ero molto stanco e avevo da fare molti chilometri per tornarmene a casa. Non dubito però che, vista l'allegria della compagnia, ci fossero in serbo ancora numerose sorprese. Chiederò ragguagli a mia cugina che è rimasta a festeggiare: ma non so quanto abbia resistito senza poter parlare né ballare...

I lettori curiosi di scoprire i VERI volti del cugino neo-sposo e della cugina chiacchierina possono vederli nel post Appello per gli spiedini. Il cugino è quello sbiancato dalla paura mentre viene inseguito da Bisba; la cugina è quella dallo sguardo ricco (*6)...

Nota (*1): Controllando su wikipedia ho escluso gli orecchioni (peraltro l'unica malattia che, mi pare, avevo avuto da bambino) e credo sia una qualche irritazione provocatami dai tappi per le orecchie...
Nota (*2): Non ho resistito alla tentazione di scherzarci: in realtà il fioraio doveva conoscere bene il suo mestiere perché ha comunque fatto un ottimo lavoro in pochissimo tempo.
Nota (*3): Solo dopo dieci minuti di indizi appena ventilati e domande (molto) retoriche è apparso chiaro che il Marco autore del brano non è il Masini (e infatti non c'era nessun “vaffa” nel testo...) ma tale, mi pare, Evangelisti...
Nota (*4): Questo brutto aggettivo l'ho trovato sul dizionario: “Che si espande o manifesta ovunque” esattamente come mio cugino in quel momento...
Nota (*5): Ma ho sempre ragione!
Nota (*6): Alla Paris Hilton per intenderci...

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