Pezzo leggero oggi: voglio scrivere a braccio di “De bello gallico” di Cesare.
Prima di tutto è il libro che al momento più mi piace: è a un livello tale che rischia di prendere il sopravvento sulle mie altre letture. È piacevole e contemporaneamente interessante.
Una prima osservazione è l’importanza dei luogotenenti di Cesare. Non è un caso che mio zio (che aveva una memoria molto migliore della mia) ne ricordasse i nomi. Cesare infatti non vinse da solo tutte le battaglie: spesso le legioni venivano affidate ai suoi subordinati che avevano precisi obiettivi strategici da raggiungere e che a volte si trovarono a dover combattere contro i nemici.
Colpisce poi la sensibilità psicologica ma anche oggettività di Cesare nel valutare le persone (*1).
In una situazione Cesare viene a sapere che una legione è assediata da giorni nel campo invernale: all’epoca infatti, anche per una precedente carestia, Cesare aveva distribuito le sue legioni per tutta la Gallia. Una era stata adescata e distrutta mentre un’altra è appunto assediata.
Cesare quindi si appresta ad andare in suo soccorso e manda messaggeri a richiamare due legioni alloggiate in accampamenti abbastanza vicini: una arriva ma l’altra, assegnata a Labieno (mi pare), non lascia la fortificazione invernale perché lo ritiene troppo pericoloso e, ovviamente, spiegando a Cesare le sue ragioni. Cesare ci rimane male ma ammette che il suo luogotenente aveva ragione e quindi muove in soccorso della legione assediata con solo due legioni invece che tre.
Per la cronaca si scopre poi che Labieno aveva fatto bene a essere prudente: poco dopo infatti il re di una tribù gallica lo assedia: con uno stratagemma degno di Cesare prepara una trappola e riesce a uccidere in battaglia tale re in maniera tale che la battaglia è vinta e anche altre truppe galliche che si stavano ammassando decidono di tornarsene a casa. In questa maniera Labieno contribuisce significativamente alla vittoria di Cesare.
Nella stessa campagna il re gallico ribelle prova a convincere i germani a mandargli truppe ma questi rifiutano essendo stati battuti più volte da Cesare negli anni precedenti.
Questa ciclicità nel comportamento dei germani sarà una costante nei secoli seguenti: i romani battono i germani e questi, per circa due generazioni (50 anni) smettono di attraversare in forze il Reno.
Colpisce poi l’abilità ingegneristica delle legioni di Cesare. Durante una spedizione punitiva contro i germani si deve attraversare il Reno: la soluzione più semplice sarebbe usare barche prestate da una tribù alleata del posto ma Cesare pensa che non sarebbe abbastanza “impressionante” e così fa costruire un ponte di legno sul Reno che, anche in estate, non è un torrente (*2).
In una campagna contro i britanni Cesare un primo anno vi fa “un’escursione” con una trentina di navi da guerra; l’anno successivo ci ritorna in forze e per l’occasione fa costruire navi speciali per le condizioni particolari del Canale. Quante? A sentire Cesare 800 navi da trasporto più quella da guerra!
Per non parlare poi della “normale amministrazione”: costruzione di campi fortificati per la legione o macchine da assedio…
Mi chiedo poi cosa succedesse agli ostaggi con tutte queste ribellioni galliche: per adesso Cesare non ha scritto niente al riguardo. Inoltre mi chiedo come sapesse Cesare che le persone che gli venivano mandate in ostaggio fossero effettivamente chi dicevano di essere. Forse la differenza fra un giovane contadino e un principe era riconoscibile anche a un romano, ma la differenza fra un principe e un nobile gallico? Cesare però neppure accenna alla possibilità che gli venisse mandata una persona per un’altra. Suppongo che, grazie agli alleati gallici, Cesare fosse in grado di verificare l’identità almeno degli ostaggi più importanti...
Un “errore” che facciamo è quello di interpretare ciò che conosciamo secondo la nostra cultura. Cioè la nostra cultura filtra e interpreta le entità e i concetti con cui veniamo in contatto.
È inevitabile e, in prima approssimazione, probabilmente abbastanza corretto.
Però è buffo leggere dei “senati” delle varie tribù galliche! Probabilmente Cesare vedeva i consigli degli anziani (o più probabilmente delle famiglie nobili) come se fossero degli analoghi del senato romano! Sì, in prima approssimazione sono la stessa cosa ma “senato” mi fa pensare a un’organizzazione politica molto sofisticata come, in effetti, era quella romana mentre quella gallica era, appunto, “tribale”…
Conclusione: così al volo non mi viene in mente altro ma, al di là delle mie curiosità, consiglio a tutti la lettura di questo libro: è piacevole, interessante e scorrevole!
Nota (*1): credo tipica di Te, funzione principale di Cesare (ENTJ)…
Nota (*2): secondo chatGPT (quindi da prendere con ESTREMO beneficio del dubbio) il Reno a qualche chilometro dalla foce d’estate è ampio fra i 400-500 metri in base anche all’andamento meteorologico. Quell’anno vi era stata siccità mi pare quindi si può dire che si era intorno ai 400 metri. Analogamente, secondo chatGPT la profondità può variare fra i 2 e i 5 metri.
alla prima stazione
1 ora fa
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