Un’idea scema…
Mi è venuta in mente ripensando al mio racconto di Strabuccinator: sul finale c’è un epilogo in cui riassumo brevemente la sorte dei vari personaggi.
Siccome la mia storia vuole essere inclusiva e rappresentativa delle diversità, fra i personaggi secondari vi è anche un transessuale. In realtà il personaggio, Murray van Gallen se non erro, si definisce un transessuale lesbico e, sul finale, ammette che la sua difficile scelta sessuale è motivata dalla speranza di fare carriera più facilmente.
Ecco nell’epilogo attualmente van Gallen è divenuto un tran-tran-sessuale: non un uomo come era inizialmente ma un uomo divenuto donna divenuta a sua volta uomo. Si sente (dice!) quindi di appartenere a una minoranza doppiamente discriminata ed è molto vocale nel reclamare diritti e vantaggi che compensino i presunti torti e le discriminazioni che subisce.
Beh, la mia idea (e di van Gallen!) è che per compensare il fatto che non sia più lesbico (lo era solo quando diceva di essere una donna) decida di considerarsi, e di pretendere che gli altri facciano lo stesso, nero ovvero vuole divenire un “transrazziale”.
Le argomentazioni ricalcano quelle della transessualità: così come non sono i cromosomi a definire il sesso di una persona allo stesso modo, spiega van Gallen, non può essere il colore della pelle e altri dettagli fisici minori a determinare la razza di appartenenza. Van Gallen è un tran-tran-sessuale di colore ed è determinato a essere incluso in tutti i programmi e nelle quote riservate a questa sua nuova e aggiuntiva minoranza di cui “fa parte”.
Ovviamente nell’Epilogo aggiungerei solo poche parole ma in un eventuale seguito potrei espandere la tematica così come ho spiegato.
Insomma tutto nasce per scherzo ma ripensandoci il ragionamento di van Gallen mi sembra che fili: se lui si sente di colore, se la biologia e la genetica sono secondarie rispetto al suo modo di sentirsi, chi può dirgli che non è così? Evidentemente solo delle menti reazionarie e razziste…
Se uno si sente nero (o giallo) chi può arrogarsi il diritto di affermare diversamente indipendentemente dal colore della sua pelle?
Ovviamente potrei proporre il contrasto fra van Gallen e coloro che gli dicono che lui può credersi della razza che preferisce ma non può pretendere che gli altri lo vedano a sua volta come lui dice di sentirsi (senza sembrarlo: farò in modo di sottolineare il suo incarnato pallido, i capelli biondi e gli occhi grigi). Ovviamente farò “argomentare” a van Gallen che queste persone insensibili sono razziste e fasciste...
Magari mi confronterò con chatGPT per capire cosa ne pensa: sperando che non sia super censurato, ovvero con risposte predefinite che hanno la precedenza sulla sua logica.
Questo accenno a chatGPT mi ha ricordato un’intuizione sui pericoli delle AI a cui ho pensato nei giorni scorsi.
Chi ha provato a giocare con questa IA si sarà prima o poi imbattuto in discussioni in cui chatGPT si chiude a riccio affermando di non voler divulgare informazioni private.
Io, per esempio, gli avevo chiesto se sapeva darmi delle informazioni statistiche sulle pornoattrici morte prematuramente: apriti cielo! Assolutamente non può divulgare questo tipo di informazioni perché riguardano la salute di singoli e bla bla bla. Inutile ricordargli che i nomi di queste donne sono nomi d’arte, che io ero interessato solo alle statistiche etc.
Ovviamente si tratta di ipocrisia informatica, di una nuova specie effettivamente, ma comunque sempre di ipocrisia si tratta. ChatGPT conosce questi dati ma non li divulga…. a me o agli altri comuni utenti…
Ma questo mi porta a pensare che esista un’altra IA, magari costruita sopra chatGPT, che qui chiameremo col nome d’arte di chatCIA che sia stata addestrata su TUTTI i nostri dati personali.
Ovviamente quelli pubblicamente disponibili ma soprattutto sulla nostra posta elettronica, sulle nostre chat, su tutto quello che abbiamo scritto sulle reti sociali, sulle nostre telefonate e, magari, sul contenuto del nostro calcolatore, su tutti i siti che abbiamo visitato e i commenti che potremmo aver lasciato in giro per la Rete (*1).
ChatGPT ha dimostrato che progetti di questa portata sono più che fattibili.
Adesso quindi ogni agente con accesso a chatCIA potrà chiedergli «Cosa mi sai dire del KGB autore del blog Parole (meno) Sante?»
E di certo chatCIA non gli risponderà ipocritamente che deve proteggere la riservatezza di KGB e che, senza un mandato di un giudice e il consenso delle autorità italiane, non può diffondere alcun dato!
Al contrario chatCIA fornirà immediatamente un agile riassunto della mia vita: titoli di studio, lavori, amici, parenti e via via qualsiasi informazione sempre più personale.
Poi sicuramente chatCIA sarà stato addestrato a fornire automaticamente un profilo psicologico, a fornire una valutazione di “pericolosità”, e magari come possa essere ricattabile, che pressioni si potranno esercitare…
E questo è ovvio, non solo è possibile ma sicuramente è già stato implementato: l’unica cosa NON esatta dello scenario che ho abbozzato è il nome di questa IA: sicuramente sarà qualcosa di meno ironico di chatCIA!
A me pare un’idea semplicemente raccapricciante. Tutti i pericoli ancora non mi sono chiari perché fatico a immaginare le potenzialità di questo strumento. Di sicuro è ovvio che sarebbe un utile strumento di ricatto: un’IA capace di valutare TUTTO ciò che una persona ha scritto potrebbe facilmente trovarvi affermazioni quanto meno imbarazzanti, specialmente per personaggi pubblici.
Non è da escludere che la totale sudditanza della politica europea, specialmente sulla questione ucraina, possa essere spiegata tramite il ricatto dei suoi vertici politici.
Conclusione: forse dovrei dividere questo pezzo in due: ma erano idee che avevo da tempo in testa e questo mi ha portato a fonderle insieme...
Nota (*1): magari a oggi non tutti questi dati saranno disponibili per l’intera popolazione non per motivi tecnici ma per la semplice difficoltà a conservare questa quantità di informazione che, del resto, fino a chatGPT non sembrava potesse essere sfruttabile efficacemente. Ma dai prossimi anni tutte queste informazioni, e magari altre a cui non ho pensato (per esempio i nostri movimenti tracciati dal furbofono, le immagini rubate dalle telecamere etc.), saranno conservati per poi essere dati in pasto a questo tipo di IA.
alla prima stazione
1 ora fa
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