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mercoledì 14 luglio 2010

Mentalità sportiva olandese

Oggi, fra le news del TG, c'era anche il rientro in patria della nazionale di calcio olandese.
Il giornalista commentava estasiato lo spirito sportivo olandese. Nonostante la disgraziata sconfitta nella finale della coppa del mondo, la nazionale olandese, era stata accolta con un tripudio di allegria e sorrisi.
Bella, diceva il giornalista, questa mentalità che non langue sulle sconfitte: una finale persa al 92esimo non diventa una tragedia.

Questo servizio mi ha ricordato un aneddoto (beh, non proprio un aneddoto ma una catena di episodi...) capitato, qualche anno fa, al mio amico portoghese F, quando si "scontrò" con la mentalità sportiva olandese.

Premetto che F ha un carattere più competitivo della media ed egli non ama assolutamente perdere. Inoltre, la mentalità portoghese è simile all'italiana: "sì, sarà anche importante partecipare ma, il bello, è vincere!".
In Portogallo la pallamano è uno sport molto diffuso ed è quindi giocata a buon livello. F era stato un ottimo giocatore (un portiere) e aveva praticato questo sport molto seriamente.

All'epoca F stava mettendo su un po' di pancetta e, decise quindi, di dedicarsi al suo vecchio sport. F contattò la locale squadra di pallamano che lo accolse a braccia aperte.
Mi spiegò che la pallamano, in Olanda, è molto meno praticata che in Portogallo e che quindi, i suoi compagni di squadra, lo consideravano una specie di fuoriclasse.
Ricordo che, durante la prima settimana, quando conobbe gli altri giocatori agli allenamenti, era tutto contento e voglioso di far bene.
Alla prima partita la sua squadra fu sconfitta e, per un po', non tornammo più sull'argomento pallamano.

Eppure, nelle settimane successive, mi accorsi che F era visibilmente nervoso e di cattivo umore: alla fine mi spiegò che la sua squadra, notevolmente più debole delle altre (con l'esclusione del portiere!), aveva continuato a perdere.
Quello che però non gli andava giù, non erano tanto le sconfitte, che aveva messo in preventivo, quanto che, ai suoi compagni di squadra, sembrava non importare di perdere!

Avendo finalmente scoperto l'origine del suo malumore, da buon amico, non potei evitare di ridergli in faccia...
Nei giorni successivi, F si diede un gran da fare: cercò di motivare i suoi compagni e scaricò da internet tattiche di gioco per l'allenatore. Io, a questo punto, gli chiedevo aggiornamenti quotidiani e, continuavo a divertirmi un mondo, vedendolo così frustrato per qualcosa di così poco importante...
"Dini, Dini, ma non capisci!? Sono contenti quando perdono! Ridono! Vogliono andare fuori a festeggiare dopo ogni sconfitta!" mi ripeteva sempre, un super-stressato F, al quale, per la rabbia, come nei cartoni animati, sembrava uscire il vapore dagli orecchi. Non lo diceva apertamente ma, era chiaro che considerasse, i suoi compagni di squadra, completamente pazzi!

Finalmente, una mattina, vidi F tranquillo e sereno. Egli mi spiegò che, con la squadra olandese di pallamano aveva chiuso, e che si sarebbe accontentato di giocare a calcetto con i suoi amici portoghesi...

Spero che, questo aneddotto, abbia illustrato maggiormente, la mentalità sportiva olandese, piuttosto che il carattere vincente di F!

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