La secondogenita, Mozzarella, esce a sua volta per andare a comprare la medicina per la mamma...
Le Avventure di Cavolina: Mai con uno sconosciuto (o con un conosciuto!) (Pt. 2/3)
Ma anche Mozzarella non tornò subito. La madre e le sorelle temevano il peggio e, i loro timori, furono confermati quando, dopo un'ora, Mozzarella rientrò piangendo in casa.
"Oh! madre! madre! cosa mi è successo!" - disse Mozzarella in lacrime.
"Raccontami, povera bimba mia!" - rispose la madre accarezzandole i ricci capelli bruni.
"Stavo andando dallo speziale quando, da un vicolo buio, un bellissimo ragazzo, dai lucenti denti bianchi, mi ha chiamato..."
"Come, anche tu!? Sarai subito scappata via da qullo sconosciuto spero?!" - disse la madre
"No madre, perché quel bel ragazzo sapeva il mio nome: mi ha chiamato proprio 'Mozzarella'!"
"Oh, ingenua figliola! anche se lui sapeva il tuo nome, non significava che non fosse uno sconosciuto! Ma dimmi cosa è successo poi?!" - Esclamò la madre.
"Oh, madre mia! lo ho seguita fiduciosa in un vicolo buio ed egli mi ha chiesto che cosa amassi fare. Io gli ho risposto che amo cantare e lui mi ha detto 'Allora ti farò cantare per me!' e mi ha afferrato per un braccio. Ho capito che cercava di rubare la mia virtù di pulzella. Così ho lottato a lungo con lui e mi sono difesa con le unghie e con i denti e, alla fine, sono riuscita a scappar via! Ma quel bel ragazzo doveva essere il diavolo perché mi ha lanciato un incantesimo e, anche a me, è sbucata questa!" - spiegò, piangendo, alla madre.
Giratasi, Mozzarella tirò su la veste e mostrò che, anche a lei, appena sopra il solco delle natiche, era sbucata una coda rosea da scrofetta.
A lungo le quattro donne si abbracciarono piangendo ma, alla fine, Cavolina si riebbe e disse:
"Madre, tu non hai ancora la tua medicina, ti prego lasciami andare! Non commetterò lo stesso errore delle mie sorelle!"
La mamma non voleva lasciare uscire la figlia più giovane ma, tanto questa insistette, che, alla fine, acconsentì.
Cavolina, che era la più furba delle tre sorelle, decise di raggiungere la casa dello speziale facendo un lungo giro, attraverso i campi intorno al paese, per evitare i pericolosi vicoli interni. Così, giunse sana e salva dallo speziale, e acquistò la medicina necessaria per la mamma.
Però adesso era stanca e, non le andava, di ritornare a casa riattraversando i campi.
"Se sto attenta e corro attraverso il paese senza mai fermarmi sicuramente, il misterioso giovane, mago o diavolo che sia, non potrà acchiapparmi..." - pensò Cavolina anche se, in cuor suo, era curiosa di vedere il giovane che le sue sorelle avevano trovato così bello.
Così, lesta, attraversò le vie deserte del paese ma, giunta a metà strada, udì una voce che la chiamava.
"E tu dovresti essere la bella Cavolina, vero?" - disse una suadente voce maschile proveniente da un vicolo buio.
"Chi sei? Chi mi chiama? Come conosci il mio nome? Anzi: non dirmi niente perché la mamma dice che non devo parlare con gli sconosciuti!" - rispose Cavolina.
"Ma noi non siamo sconosciuti! Le tue sorelle mi hanno parlato a lungo e bene di te! Mi hanno anche detto che sei bravissima a danzare: ti prego, mostrami come sai usare il tuo bel corpo!" - disse il giovane che, uscito dal vicolo, era illuminato dalla luce lunare.
"Ti prego, sono curioso di vedere se sei anche tu come le tue sorelle!" - la impetrò il giovane
Cavolina, squadrò il giovane dalla testa ai piedi e, lo trovò bellissimo, per i suoi capelli folti e ricci...
"Che male c'è a danzare per lui? Io sono veloce e, se prova ad avvicinarsi, scapperò via!" -pensò Cavolina.
Così lo seguì con circospezione nel vicolo e iniziò a danzare: sapeva che lo squardo di lui seguiva ogni suo movimento e accarezzava ogni sua curva, ed ella ne era compiaciuta.
La ragazza danzava veloce e continuava a osservare, con la coda dell'occhio, il bel giovane che, sempre attento, non distoglieva mai lo sguardo dal suo corpo.
"Certo che è proprio un bel ragazzo coi i suoi folti ricci, gli occhi lucenti e gli splendenti denti bianchi!" - pensò Cavolina. Poi, senza rendersene conto, iniziò a danzare, sempre più vicino a lui, sfiorandolo, ora con una mano, ora con i lunghi capelli biondi.
Improvvisamente Cavolina si ritrovò stretta fra le sue forti braccia e lanciò un urlo di paura!
"Zitta sciocchina! Voglio solo vedere se sei come le tue sorelle!" - disse, con un sorriso ammaliatore, il bel ragazzo.
Cavolina tutta accaldata, non solo per il ballo ma anche per uno strano fuoco che le bruciava dentro, lo guardò, incerta sul significato delle sue parole.
Ma ella, che era furba e di mente lesta, un attimo dopo, pensò: "Le mie sorelle hanno lottato contro di lui e, alla fine, tutto quello che hanno ottenuto è stato di farlo arrabbiare e di venire trasformate in scrofette. Forse io dovrei arrendermi e concedergli di buon grado il mio dono più prezioso?". Per un istante Cavolina esitò ma, poi, vedendo gli occhi del bel giovane fissi nei suoi, l'idea le parve così buona e astuta che le sembrò sciocco non attuarla.
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