Fra i vari articoli di IlPensieroStorico.com (v. il corto Il pensiero storico) il seguente è quello che mi ha più incuriosito: Il romanzo di formazione: l’importanza dei riti di passaggio di Federico Magi.
La letteratura in genere non è che mi interessi molto ma in questi giorni ripensavo a un mio vecchio pezzo, Scelte e decisioni (gennaio 2016), dove esponevo delle riflessioni scaturite dalla lettura di un romanzo di Stephen King, “Il talismano”, con protagonista un ragazzino di 12-13 anni.
Partivo da una critica: il protagonista non evolve né fisicamente, né sessualmente né, e questo mi pareva il difetto più grave, nelle sue scelte. Davo per scontato infatti che le avventure del protagonista avrebbero dovuto farlo maturare e che la maturità di una persona è rivelata dalle scelte che compie e da come le determina.
Mi chiedevo quindi se l’articolo sullodato di Federico Magi confermasse o no questa mia intuizione.
Non ho voglia di riassumerne il contenuto (come al solito consiglio la lettura diretta del testo) ma mi limiterò agli elementi che mi hanno più colpito.
Goethe è stato l’inventore del romanzo di formazione con I dolori del giovane Werther: l’essenza è che dal contrasto fra le tendenze e le aspirazioni adolescenziali con la realtà della vita si hanno delle crisi intime che compongono un percorso individuale che porta alla trasformazione del giovane in adulto.
Recentemente mi sono imbattuto in un concetto della filosofia del divenire di Eraclito ovvero che ciò che è vivo è tale solo in presenza di un contrasto: quello che non ha al suo interno alcuna contraddizione è infatti certamente morto. La verità di questa affermazione non è banale e, anzi, la vedo applicabile a numerose problematiche.
Anche la crescita spirituale ed emotiva di un adolescente ha quindi bisogno di un contrasto, di una lotta, per emergere e affermarsi. Mi piace pensare alla farfalla che per poter sviluppare completamente le proprie ali deve lottare e faticare uscendo dal bozzolo altrimenti esse rimangono imperfettamente vascolarizzate rendendo l'insetto incapace di volare.
L’autore ne approfitta per evidenziare una controindicazione nascosta della quarantena provocata dalla pandemia: gli adolescenti, non potendo interagire fra loro, e mancando così gli inevitabili conflitti, rischiano di rimanere emotivamente bloccati e quindi di non evolvere, di non maturare.
Curiosamente Magi, oltre a numerosi classici, cita anche “It” di Stephen King, generalmente considerato di genere orrorifico ma che però ha anche tutti gli elementi del romanzo di formazione: in esso la lotta dei ragazzi con le proprie paure è palesata con lo scontro fisico col mostro che infesta la loro cittadina.
Quindi erano state corrette le mie intuizioni descritte in Scelte e decisioni? Secondo me sì: è evidente che mutamenti fisici o sessuali siano delle trasformazioni e mi pare consequenziale che giungere a decisioni diverse sia il risultato di una trasformazione interiore. Diciamo che l’evoluzione del meccanismo decisionale è ciò che rende manifesta la trasformazione del giovane in adulto.
Conclusione: mi è venuto in mente che qualche anno prima di iniziare a tenere questo ghiribizzo anch’io scrissi quello che, in effetti, era un romanzo di formazione! Per certi versi aveva delle similitudini con “It”: se lo ritrovo magari lo risistemo e lo pubblico a puntate!
alla prima stazione
1 ora fa
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