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giovedì 6 agosto 2020

Apologia ingegneristica

Ero sicuro di aver già scritto questo pezzo o qualcosa di simile anni fa: però pur perdendo una notevole quantità di tempo (CTRL+F “ingegnere” in un archivio XML di oltre 20Mb) non sono riuscito a ritrovarlo.

Riparto dall’inizio: in molti pezzi, soprattutto in quelli semiseri e nelle facezie, prendo in giro gli ingegneri. Come mai questa mia apparente idiosincrasia verso di loro?
Oltretutto una buona frazione della minuscola pattuglia di lettori che mi seguono sono ingegneri: perché quindi mi accanisco sulla loro categoria?

Il motivo è molto semplice e stupido: in verità le mie burle si riferisono solo a un mio specifico amico dei tempi del liceo e successivi: all’epoca io studiavo informatica e lui ingegneria e ci prendevamo vicendevolmente in giro.

Ci eravamo persi di vista e poi ritrovati tramite un comune amico (l’Avvocato per la precisione) su FB. La mia memoria è quel che è e così, immediatamente, ho ripreso a prenderlo in giro sia di persona che attraverso qualche pezzo di questo ghiribizzo: è lui infatti il protagonista o comunque l’ispiratore di pezzi come Il buono ma brutto ingegnere (1/3) e successivi, de Il peso della vita e molti altri!

Ricontrollando i miei vecchi pezzi mi sono accorto che ho anche scritto spesso di un altro ingegnere: l’ingegnere-chitarrista. Lui però non c’entra niente: al massimo lo prendo in giro per la sua precisione! Ma del resto, come diceva sempre il “mio” ingegnere: “gli ingegneri elettronici non sono dei veri ingegneri: solo gli ingegneri meccanici lo sono!”. Forse dovrei distinguerlo dagli altri ingegneri (ad esempio un altro ingegnere che cito abbastanza spesso è informatico: è quello a cui chiedo quando Google non mi sa dare una buona risposta!) assegnandoli un epiteto… magari il Meccanico? Perché lui è un ingegnere meccanico… mi sembra un po’ banale: ci penserò…

E perché ho sentito il dovere di (ri)scrivere questo pezzo? Perché qualche settimana fa ho preso una pizza insieme a lui (e all’Avvocato) e, con un groppo alla gola, mi ha accusato di scherzare sempre sugli ingegneri nel mio ghiribizzo! Io gli ho spiegato: “no guarda, non è così: prendo in giro solo te” ma lui non ha capito! Non si ricordava più dei nostri lazzi al tempo dell’università e che era a quelli che io, come se niente fosse, mi ero ricollegato a trent’anni di distanza. Sicuramente un vuoto di memoria colpa del troppo lavoro che piaga la vita degli ingegneri...

Corto andato un po’ troppo lungo…

Conclusione: ah! Al Meccanico avevo detto di aver scritto un pezzo dovevo spiegavo l’origine della mia ironia sugli ingegneri e, quindi, avrei voluto mandarglielo. Poi però, come detto, non sono riuscito a trovarlo e quindi ho scritto questo...

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