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venerdì 4 ottobre 2019

Trump pa pa

Proprio pochi giorni fa (v. introduzione di Wow del 3° trimestre del 2018) mi sono lamentato di come sia più facile ottenere approvazione per una frase buffa che per un’idea intelligente.

Curiosamente (serendipità?) da ieri ne sto ottenendo conferma su Twitter!
Premessa: uso Twitter in maniera piuttosto particolare. Personalmente non cinguetto niente perché parto dal presupposto che, avendo solo un pugno di “seguaci”, nessuno sia interessato a quello che penso. E allora, visto che comunque scrivo già su questo ghiribizzo, inutile sprecare tempo a sintetizzare le mie idee in pochissime parole…
Invece lo adopero per seguire tutta una serie di personaggi, spesso sconosciuti, che però nel tempo ho imparato ad apprezzare e che spesso mi danno spunti o riflessioni interessanti.
Ecco, quando qualcuno di questi scrive qualcosa su cui mi sento di aver un’idea significativa, non esito a esprimergli la mia opinione: altri in questi casi possono leggere il mio commento, “piacerlo” e rispondermi a loro volta (*1).

In genere raccatto al massimo un paio di “mi piace”: a mio avviso pochi considerando il numero di lettori, spesso dell’ordine delle migliaia, e che, non sempre ma frequentemente, le mie riflessioni non sono banali.
Il mio primato di “mi piace” ricevuti, ben quattro, l’ho ottenuto invece per una battuta insulsa a un commento del “comune di Bugliano”: un profilo umoristico di un piccolo comune toscano immaginario (v. Comune di Bugliano). Ha circa 11.000 seguaci quindi suppongo che il mio commento sia stato letto da un centinaio di persone: relativamente poche quindi.

Al contrario qualche giorno fa ho posto una domanda, a mio avviso piuttosto intelligente, a un signore con circa 10.000 seguaci, molto ferrato in economia e in orbita Bagnai, che spesso pubblica fatti e dati interessanti (*2).
Aveva pubblicato un articolo del Financial Times (Italian delicacies consumed by Trump’s tariffs war di James Politi e Miles Johnson) facendo notare che questa rappresaglia, autorizzata dal WTO come ritorsione agli aiuti europei al consorzio Airbus (in cui l’Italia non ha parte), colpiva invece i prodotti italiani.
Allora io avevo posto la seguente domanda “Non capisco: ma Trump sarà sicuramente cosciente che una ritorsione di questo tipo colpisce soprattutto un paese che con Airbus ha poco a che fare: perché non impone quindi dazi su altro?

Mi pare una domanda corretta e legittima. Il suo problema è che avrebbe dovuta essere posta a Trump e che, sicuramente, non ha una risposta semplice e univoca.
Prudentemente l’autore del cinguettio l’ha evitata: non credo che l’abbia fatto perché la riteneva stupida ma, ipotizzo, da persona intelligente qual deve essere ha preferito ignorarla piuttosto che darmi una risposta dubbia.
Non così hanno fatto i suoi seguaci: ma le risposte ricevute mi sono parse sbrigative, semplicistiche e hanno mancato il nocciolo della questione da me posta.

Un signore con un centinaio di seguaci mi ha risposto (mia riformulazione) che “Trump ha fatto la cosa giusta”: l’Italia vuole stare nella UE? Allora deve pagare. Se invece volesse uscirne allora l’aiuterebbe.
Insomma la ritorsione sui prodotti italiani sarebbe un messaggio parenetico all’Italia ma che, mi pare, probabilmente indica più la speranza del suo autore.
Innanzi tutto credo che Trump sia ben consapevole (o almeno lo sono i suoi collaboratori) che l’attuale governo non ha alcuna intenzione di uscire dall’unione indipendentemente dalle sensazioni che il nostro paese possa subire e, inoltre, ha un peso politico all’interno della UE pari a zero: buono solo a obbedire agli ordini che riceve.
Che poi Trump ci aiuterebbe se cercassimo di uscirne magari è vero, ma non lo si può certo ricavare da queste sanzioni!

Un altro (con circa 600 seguaci) mi ha scritto (mia riformulazione): Trump non ce l’ha con l’Italia ma siamo nella UE e, anche se non ci ricaviamo niente di buono, ci becchiamo comunque i danni e “dobbiamo anche ringraziare”.
Descrive cioè una situazione di fatto che personalmente condivido (l’Italia ottiene il peggio dalla UE) ma non risponde alla questione da me posta. Non è stata infatti la UE a decidere le sanzioni di Trump!
La coda finale “dobbiamo anche ringraziare” credo che esprima solo la frustrazione di questo signore e quindi l’ignorerò.

Un altro signore (con quasi 1000 seguaci) mi ha scritto: “Appunto...e noi, come #Totò facciamo finta di non chiamarci #Pasquale!” che, suppongo, si richiami a una scena di una pellicola di Totò che però non conosco. Magari ha perfettamente senso e risponde alla mia osservazione ma personalmente non riesco a comprenderla.
Ah! e nello stesso messaggio aggiunge anche un suo commento a un cinguettio di Renzi in cui gli scrive (mia parafrasi): ma lei non vede come i suoi amici Macron e Merkel si stanno spartendo l’Italia nell’indifferenza generale (e soprattutto sua) mentre aiutano le proprie aziende e fanno invece pagare i dazi all’Italia?
Credo quindi che “l’appunto” iniziale non fosse per dar ragione a me ma al precedente interlocutore: concorda cioè nel concetto che l’Italia si becca sempre il peggio della UE. Ma anche qui la mia obiezione è sempre la stessa: non è la UE che ha deciso questi dazi ma l’amministrazione Trump.

Una signora con 1300 seguaci (fra cui Rinaldi) mi risponde di “svegliarmi”, che non siamo più uno stato sovrano, che siamo stati svenduti e calpestati (per colpa della sinistra globalista e liberista) e che dobbiamo svegliarci e liberarci oppure patirne le conseguenze.
Di nuovo mi sembra un’affermazione sostanzialmente corretta che però non risponde minimamente alla mia questione. Ovvio che se l’Italia non fosse nella UE allora Trump non ci avrebbe imposto queste sanzioni ma io chiedevo, appunto, perché ce l’abbia imposte anche se non abbiamo niente a che fare con Airbus...

Queste risposte non hanno minimamente risposto alla mia domanda ma, comunque, ci si può ricavare indirettamente qualcosa di corretto: Trump non considera il governo di Giuseppi come un amico da tutelare ma, anzi, appioppa all’Italia delle sanzioni per cose totalmente al di fuori dal nostro controllo…

Personalmente la mia ipotesi è che con la ritorsione Trump non fosse interessato a colpire i paesi dietro all’Airbus ma solo a riequilibrare algebricamente la bilancia degli scambi con la UE.
Inoltre può avere inciso il fatto che, colpendo prodotti italiani, proprio perché l’Italia non conta niente nell’unione, è tranquillo che da essa non ci saranno ulteriori ritorsioni, che la guerra commerciale cioè non si inasprirà (cosa che, suppongo, nessuno voglia). Avesse colpito un prodotto francese o tedesco magari i burocrati UE avrebbero prontamente appioppato alla Microsoft, a Google o a FB una qualche multa o roba del genere...
Poi, sospetto, potrebbero anche esserci delle ragioni tecniche, magari anche semplici, che però mi sfuggono.

In conclusione: nel frattempo ho scoperto che anche questo mio cinguettio ha ricevuto ben 5 “mi piace” ed è quindi stato marginalmente apprezzato di più della battuta insulsa. Cade quindi, almeno in parte, la mia argomentazione che è più facile ottenere consenso con le battute che con le osservazioni intelligenti. Solo "in parte" perché le risposte e l’approvazione ottenute con il cinguettio qui riportato sono l’eccezione! Cioè, di solito, pur scrivendo sempre osservazioni interessanti esse vengono puntualmente ignorate; di battute ne scrivo in proporzione molte meno ma, a occhio, il loro successo è molto maggiore...

Nota (*1): pochi giorni fa mi sono quasi “offeso”: avevo replicato a un cinguettio della Bifarini con un semplice “Non credo...” e, non ricordo, avrò raccattato i soliti 1 o 2 “mi piace”. Qualche ora dopo, Vladimiro Giacchè, un altro economista che seguo, aveva a sua volta commentato con un “Non credo...” e aveva ottenuto circa 350 “mi piace”!
Vabbè, in questo caso entrano in gioco anche le dinamiche di Twitter: i seguaci della Bifarini (21.000) sono generalmente d’accordo con lei e quindi in pochi avevano motivo di approvare il mio commento: al contrario Vladimiro si “portava dietro” i propri seguaci (circa 25.000) che però, probabilmente, hanno letto solo il suo commento e non il mio…
Però buffo!
Nota (*2): evito volutamente di fornire il collegamento al cinguettio in questione perché, come spiegato, su Twitter preferisco rimanere senza seguaci e non vorrei che conoscenti o semplici curiosi iniziassero a seguirmi...

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