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lunedì 28 ottobre 2019

Umbre a caldo

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 1.3.2 "Westernheim").

Premessa: chissà, suppongo che questa sarà la prima e ultima volta che mi capiterà di commentare le elezioni regionali dell’Umbria!

In effetti erano molti giorni che non scrivevo di politica: inizialmente volevo aspettare i primi provvedimenti concreti del governo Giuseppi 2, che però, al di là della dichiarazioni più o meno roboanti, non ci sono stati.
Poi è arrivata la manovra economica ma prima di commentarla, data la complessità e tecnicità della materia, volevo documentarmi per bene: ma ovviamente mi ha fatto fatica (*1) farlo.

Vediamo quindi di riallacciare i fili del discorso: da questo governo composto dal PD, partito sistemico, e dal M5S, populismo apparente, non mi aspettavo niente di buono. La mia incertezza era solo sulla sua durata e sul comportamento di Di Maio.
È infatti dall’estate 2018 (ma forse già da maggio, non ricordo) che divido il M5S in M5S/Grillo-Casaleggio e M5S/Di Maio. Il primo sicuramente populismo apparente e rinunciatario ([E] 12.4 per le definizioni di populismo che non ho intenzione di ripetere qui); del M5S/Di Maio ero sicuro che fosse ambizioso ([E] 12.4) ma avevo anche la speranza potesse essere reale ([E] 12.4).
Di sicuro ero certo che al M5S/Di Maio convenisse politicamente (anche in prospettiva futura, dato il limite dei due mandati) fondare un suo partito e allearsi poi con Salvini. Sono ancora convinto che per Di Maio questa sarebbe stata la sua possibilità migliore ma, evidentemente, lui non la pensava come me!
La debolezza politica di Di Maio sta nel limite dei due mandati che dovrebbe chiudere definitivamente la sua carriera politica alla fine di questa legislatura: la scelta a mio avviso più logica e vincente sarebbe stata quella di uscire dal M5S e allearsi, o comunque collaborare, con la Lega, ma è possibile che abbia avuto offerte diverse o più allettanti o con maggiori garanzie. Tiro a indovinare e butto lì qualche ipotesi a casaccio: il PD si è offerto di candidarlo nelle sue fila alle prossime elezioni, per le prossime nomine dirigenziali in scadenza gli sono stati promessi incarichi a candidati a lui vicini; bo qualcosa di questo genere. Di sicuro prima o poi lo scopriremo: davvero non riesco a credere che un personaggio con la visibilità di Di Maio si accontenti di tornare nell’anonimato…
Ormai comunque sembra certo che abbia deciso di sposare questa alleanza col PD: vedremo se la pesante sconfitta in Umbria scuoterà la sue certezze ma, ormai, le sue opzioni politiche sono molto più limitate di prima: ovviamente potrà sempre fare tutto e il contrario di tutto ma adesso ne pagherebbe un prezzo maggiore in credibilità.

Salvini attualmente ha rispolverato Berlusconi ma credo che lo abbia fatto solo nell’ottica di avere l’appoggio dei suoi parlamentari in caso di un voto decisivo per il ritorno alle urne: non so bene a quanto equivalga il 5% ottenuto da Forza Italia alle elezioni in Umbria in ottica nazionale ma ho la netta sensazione che il partito di Berlusconi gli farebbe prendere meno voti di quanti gliene farebbe guadagnare. Ovviamente i parlamentari di Forza Italia non sono fessi e vorranno delle garanzie: vedremo, di nuovo qui sarà fondamentale l’abilità persuasiva di Salvini dietro le quinte.

Adesso il pericolo maggiore per l’Italia sarebbe un governo tecnico (o governicchio del presidente o come lo vorranno chiamare): è ovvio che, soprattutto i parlamentari del M5S, hanno il terrore delle elezioni e faranno quindi di tutto per evitarle, ma è altrettanto evidente che il governo giallo rosso faccia male a entrambe le forze politiche che lo compongono.
La soluzione più facile sarebbe fare lo scarica barile su un governo tecnico, sostenuto dall’esterno da PD e M5S (e all’occorrenza da altre forze impaurite dalla prospettiva del voto). Il governo tecnico seguirebbe supinamente le direttive economiche sballate di Bruxelles mentre i partiti che lo sostengono farebbero a turno il giochino di rimpallarsi le responsabilità sulle decisioni, ovviamente impopolari e probabilmente vincolanti anche per il futuro, che questo prenderebbe.
Una replica insomma del disastroso governo del “non eletto” Monti…

In più adesso abbiamo l’incognita Renzi: furbescamente, a differenza di Di Maio, ha colto il momento migliore per prendere le distanze dal PD, prepararsi e aspettare il momento opportuno per staccare la spina a questo governo.
Il problema è capire quando sarebbe questo “momento opportuno”: dai sondaggi appare chiaro che il partito di Renzi, nonostante il suo ego gli avesse probabilmente suggerito il contrario, non sarà in grado di sostituire il PD ma ne sarà solo una costolina che rischia, senza alleanze, di divenire insignificante. Ma con chi potrebbe allearsi Renzi? Col PD? Forse… ma sarebbe una scelta di ripiego per entrambe le forze: che senso avrebbe infatti fare una scissione con un partito per poi allearsi insieme a esso?
Con il M5S? Improbabile…
Sicuramente non con la Lega o Fratelli d’Italia…
Resterebbero i partitini della sinistra, ai quali però converrebbe allearsi col PD, oppure Forza Italia.
Ma Forza Italia, e soprattutto i suoi scaltri parlamentari, vorrebbero salire sul carro vincente di Salvini non certo con la, se le va bene, quarta forza del paese. Si alleerebbero quindi con Renzi solo se Salvini non li prendesse con sé ma, come detto, Salvini per tornare alle urne prima della scadenza della legislatura ha bisogno dei voti dei parlamentari di Forza Italia.
Insomma la bassa percentuale a cui è data Italia Viva toglie a Renzi molte opzioni e rende in definitiva più improbabile il ritorno anticipato alle urne.

Conclusione: mi aspetto presto, probabilmente già in primavera, un terribile governo tecnico. In tal caso spero che gli italiani si rendano conto della trappola antidemocratica con cui si cercherà di spennarli e che quindi reagiscano opportunamente: personalmente sono pronto a scendere in piazza con chiunque protesti contro tale eventualità. La mia lezione dal governo Monti l’ho imparata e non darò a nessun governo tecnico neppure il beneficio del dubbio.
Nei prossimi giorni probabilmente farò un’analisi della situazione dal punto di vista del M5S: per adesso il mio amico/conoscente (alle ore 16:00) ancora tace su FB...

Nota (*1): anche se ovviamente, nonostante le rimodulazioni, si traduce solo in un aumento di tasse e, quindi, è sostanzialmente negativa. Visto poi che l’UE “amica”, con il M5S ago della bilancia che tiene per le “pa###” la von der Leyen, non ha fatto sconti sulla percentuale di deficit concessa all’Italia...

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