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martedì 29 ottobre 2019

Implosione

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 1.3.2 "Westernheim").

Stamani invece di dedicarmi all’Epitome come faccio di solito (per la cronaca sono a buon punto del sottocapitolo 17.2: ora dovrebbe iniziare a essere “discesa”) ho deciso di scrivere di politica e del M5S come promesso nel pezzo d’ieri.

Il mio amico molto addentro al M5S ancora tace: immagino che sia impegnato in qualche sterile confronto interno (sterile perché tanto la base non conta niente nel movimento) e, sostanzialmente, sarà in attesa della decisione presa dall’alto di quale debba essere la linea da seguire…

Onestamente la situazione del M5S è tragicomica: dopo il forse inaspettato successo nelle politiche del 2018 c’era stato il calo, in parte fisiologico, alle europee. In verità credo che i vertici del M5S se lo aspettassero: ormai si è visto che nelle elezioni locali (ma anche in quelle europee) il movimento paga un forte scotto nel presentare candidati sconosciuti (*1). Io credo che inaspettato fu però il fortissimo aumento della Lega: questo fece saltare gli equilibri nell’alleanza: è di quel periodo l’incredibile video (*2) di Conte che spiega alla Merkel (che annuisce parecchio ma che deve capirlo il giusto!) di avere “il problema” Salvini e di volerlo ridimensionare. E da allora infatti c’è stata la guerra interna del M5S (soprattutto negli esponenti che ho definito del M5S/Grillo-Casaleggio) alla Lega. Vedi per esempio: Governo, l’addio amaro della Trenta: “Ho combattuto Salvini, non meritavo questo” da IlFattoQuotidiano.it

Caduto il governo c’è stata quindi la dubbia decisione del M5S, dopo anni di “mai col PD”, di allearsi proprio col PD. L’alleanza non nasceva ponendosi come scopo quello di fare il bene dell’Italia ma semplicemente quello di evitare il ritorno alle urne in cui si temeva un successo di Salvini e, probabilmente, per poter eleggere i propri uomini nelle prossime nomine dei manager di stato e, forse, per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica.
Il paradosso democratico dovrebbe essere ovvio: io l’ho subito messo in evidenza al mio amico fortemente impegnato col M5S. Se non puoi governare bene è inutile fare un’alleanza per rimandare il voto perché, governando male, farai rafforzare proprio quel Salvini che temi così tanto…
E infatti, come avevo previsto, la Lega di Salvini sta di nuovo crescendo dopo il minimo di consenso avuto alla caduta del governo…

Recentemente, bazzicando nella fogna dell’informazione che sono le reti sociali, ho trovato anche delle interessanti ipotesi complottiste: ad esempio alcuni mettono in relazione le vicende processuali legate a uno stupro di cui è accusato il figlio di Grillo con la sua improvvisa decisione di ordinare al “capo politico” del M5S, Di Maio, di allearsi col PD. Bo… non saprei: sembra improbabile ma ormai non si può escludere più niente…

Ma cosa può fare oggi il M5S?
L’anno scorso ha perso i suoi elettori più a sinistra alleandosi con la Lega; questa estate ha perso i suoi elettori più a destra alleandosi col PD. Attualmente sembra ridimensionato al suo “solito” zoccolo duro di elettori.
Io stesso, che appena la scorsa primavera avevo preso in forte considerazione l’idea di dargli il mio voto per le europee, adesso non ci penso proprio più: primo mi ha deluso, proprio in Europa, votando per la von der Leyen, simbolo del peggio che può dare l’UE, ma anche, nella politica nazionale, ha mostrato la sua vera faccia di populismo apparente, ovvero sistemico.
Come scrivo nell’Epitome un populismo apparente dovrebbe essere rinunciatario perché se vince alla fine è costretto a gettare la maschera e, di conseguenza, a perdere consenso.
Anzi, copio e incollo da [E] 12.4: «Ma perché un populismo dovrebbe essere rinunciatario? C'è un unico motivo possibile: il populismo apparente, se all'opposizione, può salvaguardare il protomito democratico mantenendo, almeno presso il suo elettorato di riferimento, la propria credibilità; se fosse al governo invece le sue scelte renderebbero manifesta la sua reale volontà di non opporsi ai parapoteri: la conseguenza sarebbe una rapida perdita di consenso che ne vanificherebbe lo scopo precipuo di mantenere la pace sociale.»
Quindi adesso cosa può fare il M5S?
In questa (Di Maio a Sky TG24: "L'alleanza con il Pd non funziona" da Video.Sky.it) intervista d’ieri Di Maio conferma che l’alleanza col PD non funziona ma nicchia quando la giornalista gli chiede delle sorti del governo.
Oggi, non ricordo più dove, ho visto un cinguettio di Grillo in cui dice che non permetterà al “capo politico” del M5S di far saltare l’alleanza, immagino di governo, col PD. E come sappiamo nel M5S c’è qualcuno che ordina e il “capo politico” obbedisce.
L’ipotesi scissione ovviamente è sempre possibile: Salvini per molto tempo gli aveva lasciato la porta aperta prima della formazione del governo Giuseppi 2, ma adesso tale possibilità non esiste più. Fare una scissione adesso sarebbe un suicidio politico: oddio, non è che Di Maio abbia fatto fino ad adesso scelte politiche molto azzeccate… però, insomma, ne sarei comunque fortemente sorpreso…

Grillo, incomprensibilmente, spinse e tuttora sostiene l’alleanza col PD: ma a che pro?
Davvero è disposto a svendere e distruggere il M5S per qualche nomina pubblica? E l’elezione del presidente della Repubblica è sì importante ma, insomma, fortunatamente il suo potere è limitato…
Che si sia stufato del suo giocattolo e che abbia deciso di “romperlo” per non farci giocare più nessuno?

Onestamente non riesco a individuare delle buone opzioni per il M5S: né per quello ambizioso di Di Maio né per quello apparente e rinunciatario di Grillo-Casaleggio…

Alla fine mi pare che il sostegno esterno a un governo tecnico (o del Presidente o come lo vorrete chiamare) sia l’unica (cattiva) opzione per provare a tirare a campare ancora un anno o giù di lì.
Perché adesso l’unica alternativa al governo tecnico sarebbe il voto: in autunno la vittoria di Salvini non sarebbe stata certa ma ora, mi pare evidente, sarebbe così…

Ma questo governo non potrebbe comunque andare avanti e tirare a campare?
Certamente potrebbe: però questo matrimonio d'interesse fa perdere consenso a entrambi, molti più voti al M5S e meno al PD perché il governo è fortemente sbilanciato a favore di quest’ultimo a partire dal numero e importanza dei ministeri e, quindi, della linea politica. Ma, lo ripeto, nessuna delle due forza politiche ci guadagna a restare insieme…
E poi c’è il problema che mentre le vittorie uniscono, le sconfitte separano: bisogna ricordare che PD e M5S non sono due blocchi monolitici ma all’interno di essi ci saranno state certamente delle persone, chiamiamole pure correnti, contrarie all’accordo di alleanza: è ovvio che questa sconfitta avrà rafforzato queste minoranze che, quindi, potrebbero anche essere diventate maggioranze.
Ovviamente questo è molto più vero nel PD, formato da politici di lungo corso, ma anche nel M5S, sebbene con meno scaltrezza politica, ci sono persone intelligenti che vedono l’ovvio.

Conclusione: sarebbe davvero così terribile andare a elezioni in primavera oppure è meglio aspettare, perdere una regione dopo l’altra e far salire il consenso della Lega alle stelle e andare comunque a elezioni qualche mese più tardi? Al M5S l'ardua sentenza...

Nota (*1): ad esempio io alle scorse europee fui molto tentato dall’ipotesi di votare M5S, sia perché (giustamente) temevo reazioni inconsulte da un esito negativo sia per controbilanciare il prevedibile successo della Lega. Alla fine però votai Lega proprio perché conoscevo uno dei candidati, Rinaldi, che seguivo e seguo su FB.
Nota (*2): non ho voglia di cercarlo ma cercando con le chiavi “Conte+Merkel” dovrebbe essere facile da trovare…
Anzi, adesso voglio verificare: si, infatti è il primo risultato Esclusivo: Conte e Merkel a Davos - Tutta la conversazione. da “La7 Attualità”. Poi cercando ci sarebbe anche il video con il doppiaggio in inglese dove si vede il labiale che corrisponde...

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