Csm, chi è il vicepresidente David Ermini: l’amico di Tiziano Renzi arrivato in Parlamento con il Pd di Matteo da IlFattoQuotidiano.it
C'è bisogno di aggiungere altro?
Quasi... - 30/9/2018
Un breve aggiornamento sullo sviluppo della versione 1.1.0 dell'Epitome: ho aggiunto un altro paio di sottocapitoli; non si tratta di materiale nuovo quanto piuttosto di preesistente che volevo evidenziare e dargli una collocazione più logica. E infatti il numero di pagine è rimasto a +6.
Delle due pagine di appunti di cose da fare che mi ero appuntato mi sono rimaste solo cinque note e appena due di esse sono un po' impegnative.
Questo significa che, a meno che non decida di fare una rilettura generale, la prossima settimana pubblicherò la nuova versione!
Piaciute - 30/9/2018
Qualche giorno fa ho fatto leggere a mio padre le favole pubblicate in Nuove “Antiche favole di Esopo”.
Con mio stupore gli sono piaciute! Pensavo che per apprezzarle pienamente si dovesse avere un'idea della struttura di quelle originali (e in effetti gliene ho letta qualcuna) ma evidentemente non è così. E poi, avendole scritte praticamente di getto, dovrei ancora rileggerle e correggere alcuni errori: insomma non mi sembrano il meglio della mia “produzione”, eppure mio padre è, a dir poco, molto parco di incoraggiamenti e apprezzamenti...
Vabbè, meglio così anche se rimango perplesso in attesa di ulteriori pareri...
Un altro Fassino - 30/9/2018
Io di Fassini conoscevo solo quello lugubre che preconizzava iatture da Torino ma oggi mi sono imbattuto in quest'altro: Fassina (LeU): "Questo Def doveva farlo il Pd. Governo coraggioso" di Alberto Maggi da AffariItaliani.it
Mi pare un'intervista, ovviamente prudente, ma sincera e obiettiva.
Peccato che questo Fassina sia di LeU, un partito che non prendo neppure in considerazione a causa di alcuni suoi esponenti: prefiche, menagrame e sussiegose che vivono in un mondo, anzi in un salotto, parallelo senza capire come mai, se il popolo (ovviamente fascista, ignorante e razzista) non ha pane non mangi allora le brioche... E penso che si capisca chi ho in mente: ah! Ha anche una voce stridula e nasale e una mimica da Madonna addolorata...
Cammelli per gomene - 6/10/2018
Riguardavo i miei appunti sul Donini e ho trovato un'interessante curiosità: il Vangelo dovrebbe dire: «È più facile a una grossa fune passare per la cruna di un ago che non a un ricco entrare nel regno di Dio»
Il “cammello” sembra infatti che sia dovuto a un errore di trascrizione cristallizzatosi nel tempo: cioè kámilos (grossa fune/gomena) e non kámelos (cammello)...
venerdì 28 settembre 2018
giovedì 27 settembre 2018
Nuove “Antiche favole di Esopo”
Mi sono finalmente deciso a scrivere le mie nuove "Antiche favole di Esopo"! Ho cercato di imitare lo stile dell'autore e anche quello delle “morali” associate (leggermente diverso: vedi il pezzo Favole di Esopo). Alcune favole sono varianti di quelle lette ma la maggior parte le ho inventata di sana pianta. Alcune poi, ben quattro, sono scherzi per amici e parenti (da cui il marcatore “Esoterico”) e solo ciascuno di essi potrà apprezzare pienamente la propria: però sono stato attento a dare anche a queste favole un senso palese che tutti possano comunque apprezzare.
Poi ho cercato di imitare non solo lo stile delle favole che sembravano più originali ma anche quelle “posteriori”: per questo ho inserito anche “piccole” inesattezze tipiche di queste ultime.
Anche la morale che conclude (quasi) ogni favola cerca di imitare quelle del libro e, per questo, come spiegato in Favole di Esopo, talvolta suona (e spesso lo è!) errata.
Avevo pensato di dividere le favole per categoria ma poi ho deciso che è più divertente mischiarle insieme fra loro: sarà il lettore a doversi immaginare (se gli va di farlo!) la tipologia di ogni storia/morale...
Ah! Quelle su cui ero più incerto, perché ho il dubbio che possano essere favole di Esopo (ma magari appartengono ad altri autori) ancora non lette, non sono stato a scriverle: magari lo farò una volta terminata la lettura della raccolta se ho la conferma dell'originalità della mia idea.
La farfalla e Afrodite
Un giorno un gruppo di farfalle che vivevano nei pressi di un melograno decisero di fare un agone per incoronare quella che portava i colori più belli.
Una cavolaia dalle ali bianche, piccola e macilenta, pensò bene di pregare Afrodite affinché la facesse più bella: la buona dea rispose alla sua preghiera e le donò delle ali decorate con colori così variopinti e rutilanti che la farfalla vinse facilmente la competizione.
Mentre se ne stava tutta contenta a prendere il sole su un ramo del melograno passò di lì il figlio del fattore che, vedendola così splendida, la catturò e le staccò le ali per tenerle per sé. “O me tapina! In un attimo passo dalla somma gioia al massimo dolore!” esclamò la farfalla morente.
Questa favola è adatta alle donne vanitose e frivole che pensano solo a cercare di apparire più belle di quanto non siano.
La volpe e il topo
Una volpe si lamentava ad alta voce e un topolino che passava nei paraggi, sentendone le grida disperate, si incuriosì e andò a chiedergliene la ragione. La volpe, con le lacrime agli occhi, spiegò al topolino che un frammento di osso di pollo le era rimasto conficcato in gola. Il topo si offrì di aiutare la volpe ma in cambio le chiese di lasciare poi per sempre in pace lui e la sua intera famiglia.
La volpe accettò la proposta con solenni giuramenti poi aprì le fauci per permettere al topo di entrarvi: ma appena questi vi fece capolino essa serrò le zanne dilacerando il topo. “Perché mi uccidi? Adesso nessun altro ti aiuterà e tu soffrirai fino a morire per una scheggia d'osso che io avrei potuto toglierti!” e la volpe gli rispose “è possibile che io muoia e di certo soffrirò: ma almeno avrò la pancia piena e un buon sapore in bocca!”.
Il debole che si crede forte per la contingenza di una situazione e cerca di accordarsi a proprio vantaggio con un potente non solo non vi riesce ma, sovente, ci rimette.
La biscia e la vipera
Una biscia e una vipera stavano discutendo fra loro su chi fosse il serpente più utile all'uomo: la vipera argomentava che essa mangiava ratti, ragni, rane e altre bestie dannose ma la biscia replicava che anche lei mangiava gli stessi animali e accusò così la vipera “Tu però col tuo morso uccidi anche uomini e bestiame: come può l'uomo apprezzarti più di me? Sicuramente mi preferisce!”
Alla fine la biscia e la vipera decisero di andare a chiedere l'opinione di un contadino che viveva nei paraggi. Quando arrivarono a pochi passi dall'uomo la vipera disse “Chiedi tu che io ho paura!” e si nascose in un cespuglio. La biscia allora strisciò da sola fino al contadino intento a zappare il proprio orto. Non fece però in tempo a porgli alcuna domanda perché l'uomo, appena la vide, la colpì con la zappa mozzandogli la testa.
Al potente i deboli sembrano tutti uguali ed egli non distingue fra utili e dannosi.
Le rane illuse
Il re della foresta era morto e gli animali dovevano decidere chi sarebbe stato il suo successore. Le rane dello stagno, dopo aver a lungo discusso tutte insieme, arrivarono alla conclusione che il miglior re della foresta non avrebbe che potuto essere una rana. Siccome erano in tante e tutte concordi, andarono quindi a comunicare agli altri animali, riuniti in una radura intorno a una quercia sacra a Zeus, la loro conclusione sicure di riuscire a convincerli delle proprie ragioni grazie al loro numero.
Arrivate iniziarono a parlare tutte insieme cercando di spiegare agli animali ivi riuniti perché il loro re avrebbe dovuto essere una rana. In quel mentre però arrivò il leone che con un tonitruante ruggito sovrastò il gracidio delle rane e fu immediatamente acclamato re.
È un folle e un illuso chi pensa che il potere stia nel numero: qualsiasi buon argomento è zittito dalla voce del più forte.
Le pecore litigiose
Le pecore di un gregge non facevano che litigare per tutto il giorno accusandosi fra di loro di rubarsi le erbe più buone e profumate. Mentre a sera tornavano alla stalla tutte comprese nelle loro liti ecco che un leone approfittò della loro distrazione, afferrò una pecora per il collo e veloce se la portò via per sbranarla.
Le liti fra deboli per piccoli dissidi sono futili e avvantaggiano solo i forti e prepotenti.
La colomba e il corvo
Una colomba si era innamorata di un corvo che però non ne voleva sapere di ricambiare il suo affetto per via del colore delle piume di lei.
Allora la colomba andò a rotolarsi sulla cenere di un fuoco spento ma il corvo le disse che adesso era solo grigia; così provò a infilarsi nel carbone del deposito di un carbonaio per ricoprirsi di fuliggine: per un po' il corvo parve apprezzarla ma poi il candore delle sue piume riemerse. Il corvo le disse “se vuoi piacermi devi divenire nera come l'inchiostro che usano gli uomini in città”. La colomba non se lo fece ripetere e volò subito a Costantinopoli, la città più grande del mondo. Qui volando di casa in casa vide infine un barile che pensava pieno di inchiostro e senza indugio vi si tuffò dentro: ma era colmo di raro petrolio del deserto e la colomba non riuscì a uscirne e vi affogò.
Le follie che si compiono per amore, oltre a essere inutili, possono condurre anche alla morte. È matto colui che vuole cambiare la propria natura!
Il contadino e il falco
Un contadino trovò nel suo campo un falco ferito. Lo raccolse con attenzione e lo portò a casa: il falco non disse niente. Lo curò con erbe mediche e il falco non disse niente. Lo nutrì col cibo del suo desco e il falco non disse niente. Poi lo portò nel fienile in maniera che potesse riprendersi con calma e sicurezza dalla sua ferita ma anche allora esso non disse niente. Finalmente, dopo giorni di cure, il falco sembrò del tutto guarito: allora il contadino aprì la porta della stalla e il falco volò via. Mentre si allontanava nel cielo il falco si voltò verso il suo salvatore e disse “Grazie!”.
La favola mostra come la vita senza libertà non valga niente.
La tartaruga e lo scoiattolo
Una tartaruga si innamorò di uno scoiattolo: “Scendi dall'albero che ti amo!” gli disse. Lo scoiattolo le rispose “Se veramente mi ami devi dimostrarmelo arrampicandoti tu su questo ramo!”.
Il ramo si trovava a oltre venti cubiti da terra ma la tartaruga non si perse d'animo: con lentezza esasperante, conficcando le unghie nel tronco dell'albero, si arrampicò faticosamente fino al ramo dove lo scoiattolo l'aspettava.
Lo scoiattolo allora le disse “Brava! Adesso puoi venire fin qui da me!”
La tartaruga con prudenza si spostò lungo il ramo avanzando di pochi millimetri ad ogni passo: finalmente raggiunse lo scoiattolo e lo guardò speranzosa. Allora lo scoiattolo le disse “Ora puoi abbracciarmi e baciarmi!”. La tartaruga al culmine della felicità senza più peritarsi, appena sollevò le zampe anteriori dal ramo per abbracciare lo scoiattolo, perse l'equilibrio e cadde al suolo schiantandosi su una roccia acuminata.
La morale è semplice: anche le più grandi imprese che si compiono per amore sono spesso inutili e recano solo dolore.
L'uomo e il cane mordace
Un uomo fu ferito gravemente da un cane che lo morse a una gamba. Mentre se ne tornava zoppicando a casa incontrò un sacerdote e un medico che gli dettero il loro consiglio. “Per guarire devi inzuppare un pezzo di pane nel tuo sangue e darlo da mangiare al cane che ti ha morso!” gli disse il sacerdote. “No! Devi lavare il morso con vino bollente e poi prendere delle erbe che purghino via gli umori infetti dal tuo corpo!” spiegò il medico. Nel di mentre passò un vagabondo che, ascoltati i pareri del sacerdote e del medico, volle dire la sua “Se vuoi guarire devi uccidere il cane e mangiarne il cuore!”. Al che l'uomo ferito gli rispose “Grazie! Seguirò il tuo consiglio!”. Il sacerdote e il medico si offesero per queste parole e gliene chiesero la cagione: “Semplice!” rispose l'uomo “nell'incertezza della guarigione preferisco la certezza della vendetta!”
Spesso la volontà di vendetta è più forte del buon senso e della saggezza.
Lo scoiattolo e i maiali
Uno scoiattolo di indole generosa viveva con la sua famiglia su una quercia presso una fattoria. Egli viveva tranquillo perché la quercia con le sue ghiande gli forniva cibo a sufficienza.
Un giorno il fattore costruì un porcile proprio sotto la quercia e lo riempì di maiali. Lo scoiattolo era amichevole e voleva essere un buon vicino così, quando i porci iniziarono a chiedergli di far cascare dall'albero qualche ghianda di cui erano ghiotti, si dette da fare per accontentarli. Ma i maiali erano sempre affamati e senza rendersene conto lo scoiattolo spogliò l'intera quercia senza mettere da parte alcuna ghianda per l'inverno. I maiali invece erano sempre arrabbiati con lui perché dicevano che era una petecchia egoista. Così lo scoiattolo e la sua famiglia passarono l'inverno fra mille stenti, sempre derisi e disprezzati dai maiali.
La morale è che non si devono gettare le ghiande ai porci perché queste non verranno apprezzate.
Il contadino impazzito
Un povero contadino, a causa di uno squilibrio atrabiliare, era impazzito: aveva lasciato famiglia e conoscenti per ritirarsi in una grotta a cui si accedeva attraverso uno stretto cunicolo nel terreno.
Tutti per la vergogna lo avevano rinnegato tranne un buon amico che, oltre a portargli del cibo, con accorti discorsi tentava di farlo tornare in sé. Ma il contadino era testardo e non ne voleva sapere di uscire dal suo rifugio.
Un giorno l'amico, stanco delle sue follie, gli disse “Io non verrò più a nutrirti e a parlarti: se i miei discorsi non bastano a farti rinsavire e uscire da quel buco allora ci penserà la tua pancia!”
Ma il contadino non uscì dalla sua grotta e, abbandonato da tutti, morì di fame.
Questa è una favola che va bene per chi persevera con pertinacia nell'errore che, come tutti sanno, è causa di morte e dannazione.
L'anatra sleale
Un tempo le anatre non migravano alla fine dell'estate ma rimanevano nei loro nidi anche d'inverno.
Un giorno, all'inizio di un autunno particolarmente freddo, un'anatra disse a una sua amica “Questo inverno ci sarà certamente poco cibo! Facciamo così: tu prova a volare verso meridione e, se trovi cibo e calore, tornerai indietro ad avvisarmi”. L'amica annuì e volò via.
Passarono i giorni ma l'amica non tornò, poi arrivò l'inverno e l'anatra che era rimasta al suo nido soffrì la fame e patì il freddo sopravvivendo per miracolo.
In primavera però la sua amica, ben nutrita e in forze, tornò da lei dicendogli che aveva trovato una terra dove si stava benissimo anche d'inverno. Allora l'anatra denutrita si arrabbiò e le disse “Se si stava così bene perché non sei tornata ad avvisarmi: sarei venuta anch'io invece di rimanere qui a soffrire la fame!”. E l'altra le rispose “Perché io sola ho rischiato nel viaggio: una volta giunta al sicuro avrei forse dovuto periclitarmi altre due volte per te che avevi preferito rimanere a casa piuttosto che accompagnarmi?”
Per questo motivo le anatre, non fidandosi fra loro, volano verso meridione seguendosi l'un l'altra in un unico stormo: in questa maniera sono certe di condividere tutte il medesimo destino.
Il buon pescatore
Un buon pescatore era deriso dai suoi compagni perché ributtava in mare ogni polpo che pescava: così infatti gli aveva ordinato Poseidone in sogno.
Il giorno dopo una violenta tempesta il pescatore si allontanò più al largo del solito quando improvvisamente una piovra gigante emerse dagli abissi: con un tentacolo fracassò la barca e con un altro catturò l'uomo portandoselo alle fauci.
“Mercede!” urlò il pescatore terrorizzato “ho fatto come Poseidone mi ha ordinato in sogno e ho liberato tutti i tuoi piccoli parenti che nel corso degli anni sono rimasti presi dalle mie reti!”
Al che la piovra gli rispose “Dei tuoi sogni non so niente ma ti posso assicurare che qualsiasi beneficio tu abbia fatto ai miei discendenti non ti rende meno saporito al mio palato!”. E così detto subito se lo mangiò.
Questa favola ci insegna a non credere a tutto ciò che sogniamo e, soprattutto, che il malvagio non ricambia mai la generosità, specialmente se fatta ad altri.
La donna gelosa e la vespa
Una donna era gelosissima del proprio marito e una sera lo seguì per vedere dove andava. Scoprì così che si incontrava con una florida meretrice dalle trecce bionde: infuriata corse a casa ed esclamò “Per Zeus avrò la mia vendetta!”. Ma Zeus la sentì e si adirò con la moglie che ordiva danno al marito.
Così, mentre la moglie gelosa era intenta a nascondere un nido di vespe nel giaciglio del marito, Zeus stesso si trasformò in uno di questi insetti e iniziò ad attaccare e pungere la donna. Essa urlando dal dolore scappò via ma Zeus, sempre in forma di vespa, l'inseguì per la casa pungendola su collo, braccia, gambe e perfino sul naso fino a quando ella non cascò rovinosamente per le scale riempiendosi di ammaccature e bernoccoli.
La morale è che le mogli devono sempre rispettare e onorare i propri mariti: qualsiasi nequizia le reprobe tramino contro il proprio sposo sarà punita da Iddio in questa vita o nella prossima.
Conclusione: qualche statistica. Totale favole 14; 2 ancora da scrivere; 4 esoteriche (vedi introduzione); 2 varianti di favole della raccolta; 1 che forse esiste già (ho in mente la favola del topino che toglie la spina dalla zampa di un leone ma non ricordo come vada a finire. Per questo ho scritto la mia: presumo sia diversa...); e 1 costruita appositamente per mettervi una morale faceta!
In base ai commenti vedrò se scriverne altre...
Poi ho cercato di imitare non solo lo stile delle favole che sembravano più originali ma anche quelle “posteriori”: per questo ho inserito anche “piccole” inesattezze tipiche di queste ultime.
Anche la morale che conclude (quasi) ogni favola cerca di imitare quelle del libro e, per questo, come spiegato in Favole di Esopo, talvolta suona (e spesso lo è!) errata.
Avevo pensato di dividere le favole per categoria ma poi ho deciso che è più divertente mischiarle insieme fra loro: sarà il lettore a doversi immaginare (se gli va di farlo!) la tipologia di ogni storia/morale...
Ah! Quelle su cui ero più incerto, perché ho il dubbio che possano essere favole di Esopo (ma magari appartengono ad altri autori) ancora non lette, non sono stato a scriverle: magari lo farò una volta terminata la lettura della raccolta se ho la conferma dell'originalità della mia idea.
La farfalla e Afrodite
Un giorno un gruppo di farfalle che vivevano nei pressi di un melograno decisero di fare un agone per incoronare quella che portava i colori più belli.
Una cavolaia dalle ali bianche, piccola e macilenta, pensò bene di pregare Afrodite affinché la facesse più bella: la buona dea rispose alla sua preghiera e le donò delle ali decorate con colori così variopinti e rutilanti che la farfalla vinse facilmente la competizione.
Mentre se ne stava tutta contenta a prendere il sole su un ramo del melograno passò di lì il figlio del fattore che, vedendola così splendida, la catturò e le staccò le ali per tenerle per sé. “O me tapina! In un attimo passo dalla somma gioia al massimo dolore!” esclamò la farfalla morente.
Questa favola è adatta alle donne vanitose e frivole che pensano solo a cercare di apparire più belle di quanto non siano.
La volpe e il topo
Una volpe si lamentava ad alta voce e un topolino che passava nei paraggi, sentendone le grida disperate, si incuriosì e andò a chiedergliene la ragione. La volpe, con le lacrime agli occhi, spiegò al topolino che un frammento di osso di pollo le era rimasto conficcato in gola. Il topo si offrì di aiutare la volpe ma in cambio le chiese di lasciare poi per sempre in pace lui e la sua intera famiglia.
La volpe accettò la proposta con solenni giuramenti poi aprì le fauci per permettere al topo di entrarvi: ma appena questi vi fece capolino essa serrò le zanne dilacerando il topo. “Perché mi uccidi? Adesso nessun altro ti aiuterà e tu soffrirai fino a morire per una scheggia d'osso che io avrei potuto toglierti!” e la volpe gli rispose “è possibile che io muoia e di certo soffrirò: ma almeno avrò la pancia piena e un buon sapore in bocca!”.
Il debole che si crede forte per la contingenza di una situazione e cerca di accordarsi a proprio vantaggio con un potente non solo non vi riesce ma, sovente, ci rimette.
La biscia e la vipera
Una biscia e una vipera stavano discutendo fra loro su chi fosse il serpente più utile all'uomo: la vipera argomentava che essa mangiava ratti, ragni, rane e altre bestie dannose ma la biscia replicava che anche lei mangiava gli stessi animali e accusò così la vipera “Tu però col tuo morso uccidi anche uomini e bestiame: come può l'uomo apprezzarti più di me? Sicuramente mi preferisce!”
Alla fine la biscia e la vipera decisero di andare a chiedere l'opinione di un contadino che viveva nei paraggi. Quando arrivarono a pochi passi dall'uomo la vipera disse “Chiedi tu che io ho paura!” e si nascose in un cespuglio. La biscia allora strisciò da sola fino al contadino intento a zappare il proprio orto. Non fece però in tempo a porgli alcuna domanda perché l'uomo, appena la vide, la colpì con la zappa mozzandogli la testa.
Al potente i deboli sembrano tutti uguali ed egli non distingue fra utili e dannosi.
Le rane illuse
Il re della foresta era morto e gli animali dovevano decidere chi sarebbe stato il suo successore. Le rane dello stagno, dopo aver a lungo discusso tutte insieme, arrivarono alla conclusione che il miglior re della foresta non avrebbe che potuto essere una rana. Siccome erano in tante e tutte concordi, andarono quindi a comunicare agli altri animali, riuniti in una radura intorno a una quercia sacra a Zeus, la loro conclusione sicure di riuscire a convincerli delle proprie ragioni grazie al loro numero.
Arrivate iniziarono a parlare tutte insieme cercando di spiegare agli animali ivi riuniti perché il loro re avrebbe dovuto essere una rana. In quel mentre però arrivò il leone che con un tonitruante ruggito sovrastò il gracidio delle rane e fu immediatamente acclamato re.
È un folle e un illuso chi pensa che il potere stia nel numero: qualsiasi buon argomento è zittito dalla voce del più forte.
Le pecore litigiose
Le pecore di un gregge non facevano che litigare per tutto il giorno accusandosi fra di loro di rubarsi le erbe più buone e profumate. Mentre a sera tornavano alla stalla tutte comprese nelle loro liti ecco che un leone approfittò della loro distrazione, afferrò una pecora per il collo e veloce se la portò via per sbranarla.
Le liti fra deboli per piccoli dissidi sono futili e avvantaggiano solo i forti e prepotenti.
La colomba e il corvo
Una colomba si era innamorata di un corvo che però non ne voleva sapere di ricambiare il suo affetto per via del colore delle piume di lei.
Allora la colomba andò a rotolarsi sulla cenere di un fuoco spento ma il corvo le disse che adesso era solo grigia; così provò a infilarsi nel carbone del deposito di un carbonaio per ricoprirsi di fuliggine: per un po' il corvo parve apprezzarla ma poi il candore delle sue piume riemerse. Il corvo le disse “se vuoi piacermi devi divenire nera come l'inchiostro che usano gli uomini in città”. La colomba non se lo fece ripetere e volò subito a Costantinopoli, la città più grande del mondo. Qui volando di casa in casa vide infine un barile che pensava pieno di inchiostro e senza indugio vi si tuffò dentro: ma era colmo di raro petrolio del deserto e la colomba non riuscì a uscirne e vi affogò.
Le follie che si compiono per amore, oltre a essere inutili, possono condurre anche alla morte. È matto colui che vuole cambiare la propria natura!
Il contadino e il falco
Un contadino trovò nel suo campo un falco ferito. Lo raccolse con attenzione e lo portò a casa: il falco non disse niente. Lo curò con erbe mediche e il falco non disse niente. Lo nutrì col cibo del suo desco e il falco non disse niente. Poi lo portò nel fienile in maniera che potesse riprendersi con calma e sicurezza dalla sua ferita ma anche allora esso non disse niente. Finalmente, dopo giorni di cure, il falco sembrò del tutto guarito: allora il contadino aprì la porta della stalla e il falco volò via. Mentre si allontanava nel cielo il falco si voltò verso il suo salvatore e disse “Grazie!”.
La favola mostra come la vita senza libertà non valga niente.
La tartaruga e lo scoiattolo
Una tartaruga si innamorò di uno scoiattolo: “Scendi dall'albero che ti amo!” gli disse. Lo scoiattolo le rispose “Se veramente mi ami devi dimostrarmelo arrampicandoti tu su questo ramo!”.
Il ramo si trovava a oltre venti cubiti da terra ma la tartaruga non si perse d'animo: con lentezza esasperante, conficcando le unghie nel tronco dell'albero, si arrampicò faticosamente fino al ramo dove lo scoiattolo l'aspettava.
Lo scoiattolo allora le disse “Brava! Adesso puoi venire fin qui da me!”
La tartaruga con prudenza si spostò lungo il ramo avanzando di pochi millimetri ad ogni passo: finalmente raggiunse lo scoiattolo e lo guardò speranzosa. Allora lo scoiattolo le disse “Ora puoi abbracciarmi e baciarmi!”. La tartaruga al culmine della felicità senza più peritarsi, appena sollevò le zampe anteriori dal ramo per abbracciare lo scoiattolo, perse l'equilibrio e cadde al suolo schiantandosi su una roccia acuminata.
La morale è semplice: anche le più grandi imprese che si compiono per amore sono spesso inutili e recano solo dolore.
L'uomo e il cane mordace
Un uomo fu ferito gravemente da un cane che lo morse a una gamba. Mentre se ne tornava zoppicando a casa incontrò un sacerdote e un medico che gli dettero il loro consiglio. “Per guarire devi inzuppare un pezzo di pane nel tuo sangue e darlo da mangiare al cane che ti ha morso!” gli disse il sacerdote. “No! Devi lavare il morso con vino bollente e poi prendere delle erbe che purghino via gli umori infetti dal tuo corpo!” spiegò il medico. Nel di mentre passò un vagabondo che, ascoltati i pareri del sacerdote e del medico, volle dire la sua “Se vuoi guarire devi uccidere il cane e mangiarne il cuore!”. Al che l'uomo ferito gli rispose “Grazie! Seguirò il tuo consiglio!”. Il sacerdote e il medico si offesero per queste parole e gliene chiesero la cagione: “Semplice!” rispose l'uomo “nell'incertezza della guarigione preferisco la certezza della vendetta!”
Spesso la volontà di vendetta è più forte del buon senso e della saggezza.
Lo scoiattolo e i maiali
Uno scoiattolo di indole generosa viveva con la sua famiglia su una quercia presso una fattoria. Egli viveva tranquillo perché la quercia con le sue ghiande gli forniva cibo a sufficienza.
Un giorno il fattore costruì un porcile proprio sotto la quercia e lo riempì di maiali. Lo scoiattolo era amichevole e voleva essere un buon vicino così, quando i porci iniziarono a chiedergli di far cascare dall'albero qualche ghianda di cui erano ghiotti, si dette da fare per accontentarli. Ma i maiali erano sempre affamati e senza rendersene conto lo scoiattolo spogliò l'intera quercia senza mettere da parte alcuna ghianda per l'inverno. I maiali invece erano sempre arrabbiati con lui perché dicevano che era una petecchia egoista. Così lo scoiattolo e la sua famiglia passarono l'inverno fra mille stenti, sempre derisi e disprezzati dai maiali.
La morale è che non si devono gettare le ghiande ai porci perché queste non verranno apprezzate.
Il contadino impazzito
Un povero contadino, a causa di uno squilibrio atrabiliare, era impazzito: aveva lasciato famiglia e conoscenti per ritirarsi in una grotta a cui si accedeva attraverso uno stretto cunicolo nel terreno.
Tutti per la vergogna lo avevano rinnegato tranne un buon amico che, oltre a portargli del cibo, con accorti discorsi tentava di farlo tornare in sé. Ma il contadino era testardo e non ne voleva sapere di uscire dal suo rifugio.
Un giorno l'amico, stanco delle sue follie, gli disse “Io non verrò più a nutrirti e a parlarti: se i miei discorsi non bastano a farti rinsavire e uscire da quel buco allora ci penserà la tua pancia!”
Ma il contadino non uscì dalla sua grotta e, abbandonato da tutti, morì di fame.
Questa è una favola che va bene per chi persevera con pertinacia nell'errore che, come tutti sanno, è causa di morte e dannazione.
L'anatra sleale
Un tempo le anatre non migravano alla fine dell'estate ma rimanevano nei loro nidi anche d'inverno.
Un giorno, all'inizio di un autunno particolarmente freddo, un'anatra disse a una sua amica “Questo inverno ci sarà certamente poco cibo! Facciamo così: tu prova a volare verso meridione e, se trovi cibo e calore, tornerai indietro ad avvisarmi”. L'amica annuì e volò via.
Passarono i giorni ma l'amica non tornò, poi arrivò l'inverno e l'anatra che era rimasta al suo nido soffrì la fame e patì il freddo sopravvivendo per miracolo.
In primavera però la sua amica, ben nutrita e in forze, tornò da lei dicendogli che aveva trovato una terra dove si stava benissimo anche d'inverno. Allora l'anatra denutrita si arrabbiò e le disse “Se si stava così bene perché non sei tornata ad avvisarmi: sarei venuta anch'io invece di rimanere qui a soffrire la fame!”. E l'altra le rispose “Perché io sola ho rischiato nel viaggio: una volta giunta al sicuro avrei forse dovuto periclitarmi altre due volte per te che avevi preferito rimanere a casa piuttosto che accompagnarmi?”
Per questo motivo le anatre, non fidandosi fra loro, volano verso meridione seguendosi l'un l'altra in un unico stormo: in questa maniera sono certe di condividere tutte il medesimo destino.
Il buon pescatore
Un buon pescatore era deriso dai suoi compagni perché ributtava in mare ogni polpo che pescava: così infatti gli aveva ordinato Poseidone in sogno.
Il giorno dopo una violenta tempesta il pescatore si allontanò più al largo del solito quando improvvisamente una piovra gigante emerse dagli abissi: con un tentacolo fracassò la barca e con un altro catturò l'uomo portandoselo alle fauci.
“Mercede!” urlò il pescatore terrorizzato “ho fatto come Poseidone mi ha ordinato in sogno e ho liberato tutti i tuoi piccoli parenti che nel corso degli anni sono rimasti presi dalle mie reti!”
Al che la piovra gli rispose “Dei tuoi sogni non so niente ma ti posso assicurare che qualsiasi beneficio tu abbia fatto ai miei discendenti non ti rende meno saporito al mio palato!”. E così detto subito se lo mangiò.
Questa favola ci insegna a non credere a tutto ciò che sogniamo e, soprattutto, che il malvagio non ricambia mai la generosità, specialmente se fatta ad altri.
La donna gelosa e la vespa
Una donna era gelosissima del proprio marito e una sera lo seguì per vedere dove andava. Scoprì così che si incontrava con una florida meretrice dalle trecce bionde: infuriata corse a casa ed esclamò “Per Zeus avrò la mia vendetta!”. Ma Zeus la sentì e si adirò con la moglie che ordiva danno al marito.
Così, mentre la moglie gelosa era intenta a nascondere un nido di vespe nel giaciglio del marito, Zeus stesso si trasformò in uno di questi insetti e iniziò ad attaccare e pungere la donna. Essa urlando dal dolore scappò via ma Zeus, sempre in forma di vespa, l'inseguì per la casa pungendola su collo, braccia, gambe e perfino sul naso fino a quando ella non cascò rovinosamente per le scale riempiendosi di ammaccature e bernoccoli.
La morale è che le mogli devono sempre rispettare e onorare i propri mariti: qualsiasi nequizia le reprobe tramino contro il proprio sposo sarà punita da Iddio in questa vita o nella prossima.
Conclusione: qualche statistica. Totale favole 14; 2 ancora da scrivere; 4 esoteriche (vedi introduzione); 2 varianti di favole della raccolta; 1 che forse esiste già (ho in mente la favola del topino che toglie la spina dalla zampa di un leone ma non ricordo come vada a finire. Per questo ho scritto la mia: presumo sia diversa...); e 1 costruita appositamente per mettervi una morale faceta!
In base ai commenti vedrò se scriverne altre...
mercoledì 26 settembre 2018
Favole di Esopo
Come libro “del bagno” sto leggendo le favole di Esopo. Belline: sono cortissime, al massimo mezza pagina, spesso pochi periodi. Estremamente essenziali.
La maggior parte delle favole si conclude poi con una spiegazione della sua morale: se ho ben capito si tratta di aggiunte posteriori (anche alcune intere favole potrebbero essere spurie, magari di epoca bizantina).
Queste “morali” sono molto interessanti: alcune infatti danno la sensazione di non aver capito per niente il senso della favola! Mi sono chiesto come ciò fosse possibile.
Sono giunto alla conclusione che queste favole non hanno delle morali univoche e quindi il lettore le interpreta alla luce dei propri protomiti (ovvero del modo di pensare del suo tempo).
Sicuramente sarebbe possibile fare una bella ricerca prendendo nota delle discrepanze più significative ma sfortunatamente non ho pensato di farlo quando ho iniziato a leggere le favole e, ora che sono a più di metà libro, non ho voglia di ricominciare da capo...
Così a memoria però ho notato che molte favole, che io interpreto come rivolte al singolo individuo, vengono spiegate in chiave sociale dove, in genere, il debole non deve ribellarsi ai potenti e allo stato delle cose. La mia supposizione è che tale lettura della favola appartiene a persone di una società molto più chiusa e stratificata della nostra: una visione del mondo in cui i deboli equivalgono a pecore e i forti a lupi. Le pecore potranno fare qualsiasi cosa ma non cambiare la loro natura e rimarranno quindi sempre più deboli e in balia dei lupi: qualsiasi tentativo di cambiare tale situazione è destinato al fallimento. Credo di aver reso l'idea...
Visto che ormai ho superato la dimensione da “corto” aggiungo un altro paio di curiosità.
Ho trovato una favola in cui viene spiegato che il castoro, quando non ha via di scampo, si castra da solo (il verbo “castrare” deriva infatti da “castoro”): avevo trovato un accenno alla medesima credenza anche in Plutarco e ora ritengo probabile che la sua “fonte” fosse proprio Esopo!
Tutti probabilmente sanno che la favola della volpe e dell'uva (che prova a raggiungere un grappolo di uva e, quando non vi riesce, se ne va via dicendosi che “tanto non era matura”) è di Esopo ma, almeno io, non sapevo che anche “la serpe in seno” è dello stesso autore: cioè il modo di dire “tenere/allevare una serpe in seno” deriva da una favola di Esopo dove, in inverno, un contadino trova una vipera mezza congelata dal freddo e se la mette sotto le vesti, a contatto con la pelle, per scaldarla: quando questa si è ripresa lo morde...
Leggendo le varie favole mi vengono in mente finali alternativi o nuove idee per altre completamente diverse: mi sto appuntando i vari spunti e poi scriverò un pezzo con le “mie” favole di Esopo: però prima voglio finire di leggere l'intero libro per non rischiare di scrivere qualcosa che esiste già.
Attualmente mi sono appuntato 14 idee! Alcune sono anche belline, un paio sono varianti di favole esistenti, un paio ho la forte sensazione che esistano già e, infine, per altrettante mi manca un finale decente: vedremo cosa verrà fuori...
Conclusione: secondo me è un libro adatto da leggere ai bambini per fargli spiegare quale sia, secondo loro, la morale delle diverse favole.
La maggior parte delle favole si conclude poi con una spiegazione della sua morale: se ho ben capito si tratta di aggiunte posteriori (anche alcune intere favole potrebbero essere spurie, magari di epoca bizantina).
Queste “morali” sono molto interessanti: alcune infatti danno la sensazione di non aver capito per niente il senso della favola! Mi sono chiesto come ciò fosse possibile.
Sono giunto alla conclusione che queste favole non hanno delle morali univoche e quindi il lettore le interpreta alla luce dei propri protomiti (ovvero del modo di pensare del suo tempo).
Sicuramente sarebbe possibile fare una bella ricerca prendendo nota delle discrepanze più significative ma sfortunatamente non ho pensato di farlo quando ho iniziato a leggere le favole e, ora che sono a più di metà libro, non ho voglia di ricominciare da capo...
Così a memoria però ho notato che molte favole, che io interpreto come rivolte al singolo individuo, vengono spiegate in chiave sociale dove, in genere, il debole non deve ribellarsi ai potenti e allo stato delle cose. La mia supposizione è che tale lettura della favola appartiene a persone di una società molto più chiusa e stratificata della nostra: una visione del mondo in cui i deboli equivalgono a pecore e i forti a lupi. Le pecore potranno fare qualsiasi cosa ma non cambiare la loro natura e rimarranno quindi sempre più deboli e in balia dei lupi: qualsiasi tentativo di cambiare tale situazione è destinato al fallimento. Credo di aver reso l'idea...
Visto che ormai ho superato la dimensione da “corto” aggiungo un altro paio di curiosità.
Ho trovato una favola in cui viene spiegato che il castoro, quando non ha via di scampo, si castra da solo (il verbo “castrare” deriva infatti da “castoro”): avevo trovato un accenno alla medesima credenza anche in Plutarco e ora ritengo probabile che la sua “fonte” fosse proprio Esopo!
Tutti probabilmente sanno che la favola della volpe e dell'uva (che prova a raggiungere un grappolo di uva e, quando non vi riesce, se ne va via dicendosi che “tanto non era matura”) è di Esopo ma, almeno io, non sapevo che anche “la serpe in seno” è dello stesso autore: cioè il modo di dire “tenere/allevare una serpe in seno” deriva da una favola di Esopo dove, in inverno, un contadino trova una vipera mezza congelata dal freddo e se la mette sotto le vesti, a contatto con la pelle, per scaldarla: quando questa si è ripresa lo morde...
Leggendo le varie favole mi vengono in mente finali alternativi o nuove idee per altre completamente diverse: mi sto appuntando i vari spunti e poi scriverò un pezzo con le “mie” favole di Esopo: però prima voglio finire di leggere l'intero libro per non rischiare di scrivere qualcosa che esiste già.
Attualmente mi sono appuntato 14 idee! Alcune sono anche belline, un paio sono varianti di favole esistenti, un paio ho la forte sensazione che esistano già e, infine, per altrettante mi manca un finale decente: vedremo cosa verrà fuori...
Conclusione: secondo me è un libro adatto da leggere ai bambini per fargli spiegare quale sia, secondo loro, la morale delle diverse favole.
lunedì 24 settembre 2018
E dopo la quinta...
Non ho voglia di scrivere un pezzo impegnativo e l'alternativa era pubblicare la nuova puntata di “Fiorame” (ho molte foto di agosto e altre ne dovrei fare per settembre ma è noioso sceglierle, tagliarle e ridimensionarle) ma ho preferito scrivere il mio aggiornamento “calcistico” con la 5° giornata. Mi diverto molto infatti a fare previsioni e credo di essere piuttosto bravo considerando che mi baso su poche partite (*1). Come al solito non ne ho guardate molte: di seguito i miei commenti su quelle viste...
Sassuolo-Empoli (primo tempo, seguito distrattamente mentre mangiavo): Mi sono piaciuti Di Francesco e Boateng. Di Boateng avevo sentito parlare bene ma non mi fidavo perché essendo un “personaggio” i giornalisti tendono a esaltarsi per qualsiasi cosa faccia: però nell'azione del gol l'ho visto muoversi bene e mi è piaciuto.
Fiorentina-Spal: Niente di nuovo: la fiorentina sembra una buona squadra senza particolari debolezze. Pjaca ha giocato dall'inizio e ancora non è chiaramente in forma però mi pare si muova meglio di Eysseric: vedremo, ma sono ottimista. Chiesa sta entrando in condizione (ha ripreso a saltare l'uomo) mentre Simeone è la seconda partita consecutiva che lo vedo correre meno del solito (e di conseguenza rendere poco visto che la sua forza si basa tutta sulla generosità). Ah! Benissimo Hanko!! Sembra veramente forte sia in difesa che in attacco: ovviamente sono sicuro che Pioli insisterà per chissà quante altre partite con Biraghi che, seppur migliorato (del resto è più facile giocare meglio quando la squadra va bene), mi pare il giocatore più scadente fra i titolari.
Bologna-Roma (dal 15° del primo tempo): la Roma è decisamente più in difficoltà di quanto pensassi. Il problema non è tanto il portiere, sicuramente inferiore ad Allison, ma normale e non pessimo come avevo temuto, piuttosto il centrocampo: le assenze di Nainggolan e Strootman pesano mentre i loro sostituti non si vedono e De Rossi non può tappare tutti i buchi da solo.
Kluivert ha potenziale ma è ancora troppo acerbo non solo per la Roma ma per la serie A. Pastore ha il solo 15 minuti (Di Francesco l'ha capito e in questa partita l'ha inserito sul finale anche se poi, comunque, non si è fatto vedere). N'Zonzi è lento: magari fra qualche mese si adatterà un po' e potrà essere utile alla squadra, vedremo. La Roma adesso ha attacco e difesa: la difesa prende gol perché manca il centrocampo. Mi pare evidente che Monchi abbia sbagliato tutto e Di Francesco l'ha fatto polemicamente capire facendo esordire un diciottenne contro il Real Madrid ma ovviamente nessuno lo dice chiaramente.
Milan-Atalanta: visto parte del primo tempo. Confermo che sulla carta la rosa del Milan viene subito dopo quella della Juventus; Gattuso sembra poi essere bravo a motivare i giocatori che si impegnano con grande volontà. Dubbi sull'Atalanta e su quanto valga quando Gomez non è in giornata: io credo che in questa partita abbia sbagliato a cercare di giocarsela alla pari col Milan: magari se l'avesse un po' aspettato non avrebbe preso il gol nei primi minuti e sarebbe poi venuta fuori una partita diversa...
Considerando le partite viste (alcune delle quali in maniera frammentaria e superficialmente) ho raffinato il mio giudizio solo sulla Roma. Aggiorno quindi opportunamente la mia “classifica”.
1° Juventus (=): Non c'è niente da aggiungere, se poi Ronaldo inizia a segnare...
2° Milan (=): ha decisamente l'organico più forte dopo la Juventus: poi bisogna vedere cosa riesce a farci Gattuso.
3° Inter (=): Qualcosa non funziona: le vittorie all'ultimo secondo non mi convincono. Io credo che ci possano essere problemi nello spogliatoio: difficile quindi fare valutazioni affidabili con questo elemento sconosciuto di incertezza.
4° Napoli (↑ 1): più che per fiducia nel Napoli ho abbassato la mia stima del valore di Inter e soprattutto Roma. Il Napoli potrebbe ambire anche a soffiare il posto all'Inter.
5° Lazio (↑ 1): sempre sulla fiducia visto che ancora non l'ho vista giocare!
6° Roma (↓ 2): La crisi è brutta perché il problema è che mancano i giocatori. Non ho idea di se e come Di Francesco possa sopperire al problema. Considerando poi che la piazza di Roma è molto esigente e ha alte aspettative i problemi potrebbero anche aggravarsi: non è da escludere che Di Francesco paghi per tutti con l'esonero a Natale.
7 ° Fiorentina (=): squadra solida e se la Roma dovesse entrare in crisi e la Lazio non rispettare la mia aspettativa basata solo sulla fiducia, potrebbe ambire anche al 5° posto.
8° Sassuolo (!): tutto sommato mi pare la formazione più “quadrata” fra quelle da metà classifica.
9° Torino (↓ 1): ho molta fiducia in Mazzari che ha avuto anche un calendario complicato però troppi episodi sfortunati spesso indicano qualche problema più concreto. Quando vedrò una partita avrò poi le idee più chiare.
10° Atalanta (↓ 1): anche l'Atalanta l'ho vista poco ma nel complesso ho la sensazione che si sia indebolita e che Gomez non sia ai livelli dello scorso anno.
In definitiva per le squadre più importanti le mie incertezze attualmente si sono ridotte a Inter, Roma e Lazio: da alcune dichiarazione rubate a Spalletti l'anno scorso io sospetto problemi di spogliatoio e, in tal caso, è difficile prevedere se evolveranno in nuove crisi o se si risolveranno da sole. Probabilmente se i risultati andranno bene la squadra migliorerà ma se dovesse incappare in una serie sfortunata allora potrebbe crollare: in altre parole il 3° posto potrebbe trasformarsi anche in un 5°...
Riguardo la Roma devo ancora capire quanto sia grave la crisi che, come spiegato, mi pare strutturale: nel caso peggiore potrebbe finire ben peggio che al 6° posto.
La Lazio la deve vedere, non c'è altro da dire.
Conclusione: vedi sopra!
Nota (*1): se fossi un giornalista sportivo, cioè se seguire il calcio fosse il mio lavoro, vedrei tutte le partite e alla terza giornata avrei già le idee chiare...
Sassuolo-Empoli (primo tempo, seguito distrattamente mentre mangiavo): Mi sono piaciuti Di Francesco e Boateng. Di Boateng avevo sentito parlare bene ma non mi fidavo perché essendo un “personaggio” i giornalisti tendono a esaltarsi per qualsiasi cosa faccia: però nell'azione del gol l'ho visto muoversi bene e mi è piaciuto.
Fiorentina-Spal: Niente di nuovo: la fiorentina sembra una buona squadra senza particolari debolezze. Pjaca ha giocato dall'inizio e ancora non è chiaramente in forma però mi pare si muova meglio di Eysseric: vedremo, ma sono ottimista. Chiesa sta entrando in condizione (ha ripreso a saltare l'uomo) mentre Simeone è la seconda partita consecutiva che lo vedo correre meno del solito (e di conseguenza rendere poco visto che la sua forza si basa tutta sulla generosità). Ah! Benissimo Hanko!! Sembra veramente forte sia in difesa che in attacco: ovviamente sono sicuro che Pioli insisterà per chissà quante altre partite con Biraghi che, seppur migliorato (del resto è più facile giocare meglio quando la squadra va bene), mi pare il giocatore più scadente fra i titolari.
Bologna-Roma (dal 15° del primo tempo): la Roma è decisamente più in difficoltà di quanto pensassi. Il problema non è tanto il portiere, sicuramente inferiore ad Allison, ma normale e non pessimo come avevo temuto, piuttosto il centrocampo: le assenze di Nainggolan e Strootman pesano mentre i loro sostituti non si vedono e De Rossi non può tappare tutti i buchi da solo.
Kluivert ha potenziale ma è ancora troppo acerbo non solo per la Roma ma per la serie A. Pastore ha il solo 15 minuti (Di Francesco l'ha capito e in questa partita l'ha inserito sul finale anche se poi, comunque, non si è fatto vedere). N'Zonzi è lento: magari fra qualche mese si adatterà un po' e potrà essere utile alla squadra, vedremo. La Roma adesso ha attacco e difesa: la difesa prende gol perché manca il centrocampo. Mi pare evidente che Monchi abbia sbagliato tutto e Di Francesco l'ha fatto polemicamente capire facendo esordire un diciottenne contro il Real Madrid ma ovviamente nessuno lo dice chiaramente.
Milan-Atalanta: visto parte del primo tempo. Confermo che sulla carta la rosa del Milan viene subito dopo quella della Juventus; Gattuso sembra poi essere bravo a motivare i giocatori che si impegnano con grande volontà. Dubbi sull'Atalanta e su quanto valga quando Gomez non è in giornata: io credo che in questa partita abbia sbagliato a cercare di giocarsela alla pari col Milan: magari se l'avesse un po' aspettato non avrebbe preso il gol nei primi minuti e sarebbe poi venuta fuori una partita diversa...
Considerando le partite viste (alcune delle quali in maniera frammentaria e superficialmente) ho raffinato il mio giudizio solo sulla Roma. Aggiorno quindi opportunamente la mia “classifica”.
1° Juventus (=): Non c'è niente da aggiungere, se poi Ronaldo inizia a segnare...
2° Milan (=): ha decisamente l'organico più forte dopo la Juventus: poi bisogna vedere cosa riesce a farci Gattuso.
3° Inter (=): Qualcosa non funziona: le vittorie all'ultimo secondo non mi convincono. Io credo che ci possano essere problemi nello spogliatoio: difficile quindi fare valutazioni affidabili con questo elemento sconosciuto di incertezza.
4° Napoli (↑ 1): più che per fiducia nel Napoli ho abbassato la mia stima del valore di Inter e soprattutto Roma. Il Napoli potrebbe ambire anche a soffiare il posto all'Inter.
5° Lazio (↑ 1): sempre sulla fiducia visto che ancora non l'ho vista giocare!
6° Roma (↓ 2): La crisi è brutta perché il problema è che mancano i giocatori. Non ho idea di se e come Di Francesco possa sopperire al problema. Considerando poi che la piazza di Roma è molto esigente e ha alte aspettative i problemi potrebbero anche aggravarsi: non è da escludere che Di Francesco paghi per tutti con l'esonero a Natale.
7 ° Fiorentina (=): squadra solida e se la Roma dovesse entrare in crisi e la Lazio non rispettare la mia aspettativa basata solo sulla fiducia, potrebbe ambire anche al 5° posto.
8° Sassuolo (!): tutto sommato mi pare la formazione più “quadrata” fra quelle da metà classifica.
9° Torino (↓ 1): ho molta fiducia in Mazzari che ha avuto anche un calendario complicato però troppi episodi sfortunati spesso indicano qualche problema più concreto. Quando vedrò una partita avrò poi le idee più chiare.
10° Atalanta (↓ 1): anche l'Atalanta l'ho vista poco ma nel complesso ho la sensazione che si sia indebolita e che Gomez non sia ai livelli dello scorso anno.
In definitiva per le squadre più importanti le mie incertezze attualmente si sono ridotte a Inter, Roma e Lazio: da alcune dichiarazione rubate a Spalletti l'anno scorso io sospetto problemi di spogliatoio e, in tal caso, è difficile prevedere se evolveranno in nuove crisi o se si risolveranno da sole. Probabilmente se i risultati andranno bene la squadra migliorerà ma se dovesse incappare in una serie sfortunata allora potrebbe crollare: in altre parole il 3° posto potrebbe trasformarsi anche in un 5°...
Riguardo la Roma devo ancora capire quanto sia grave la crisi che, come spiegato, mi pare strutturale: nel caso peggiore potrebbe finire ben peggio che al 6° posto.
La Lazio la deve vedere, non c'è altro da dire.
Conclusione: vedi sopra!
Nota (*1): se fossi un giornalista sportivo, cioè se seguire il calcio fosse il mio lavoro, vedrei tutte le partite e alla terza giornata avrei già le idee chiare...
domenica 23 settembre 2018
Veneziani e fiorentini
[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 1.0.0 "Bennata").
Ho tentato di comprimere questo pezzo il più possibile per farci un corto ma non mi è riuscito e mi seccava lasciare fuori tante considerazioni e spunti che mi sembravano interessanti: e così lo riscrivo da capo senza limiti di spazio. Buffa la relazione fra limiti di spazio e di idee: ad esempio.
Ricordo che Marcello Veneziani me lo “presentò” mio zio negli anni '90 come un interessante giovane giornalista di “destra”, che non aveva paura di cantare fuori dal coro e dallo stile brioso ed efficace. Anche a me piacque subito e così, quando andavo a trovare mio zio, cercavo e leggevo con piacere i suoi articoli...
Poi andai in Olanda e, onestamente, me ne dimenticai e non ci pensai più.
Qualche giorno fa ho però rivisto il suo nome su Twitter (mi pare che Bagnai ne avesse rilanciato un cinguettio) e, studiandone il profilo, ho scoperto che ha un proprio sito: www.MarcelloVeneziani.com
Così oggi sono andato a leggerne alcuni articoli: il suo stile non mi è più sembrato innovativo come quasi vent'anni fa, ma non è lui a essere cambiato piuttosto sono altri ad averlo imitato (*1), però ha ancora il pregio di avere sempre idee e punti di vista non solo originali ma anche profondi.
Ad esempio ormai tutti scrivono di populismo e ne danno le più variegate spiegazioni: un ventaglio di interpretazioni molto ampio che spazia da rigurgiti di fascismo/razzismo a reazione al malgoverno della sinistra. Ovviamente in tutte (o quasi) queste spiegazioni c'era sempre qualcosa di vero ma, a mio avviso, veniva mancata l'essenza più profonda dell'origine del populismo.
Nella mia Epitome dedico l'intero capitolo 12 alla comprensione dell'attuale fioritura dei populismi: le mie argomentazioni partono col sottocapitolo 12.1 intitolato “La senescenza della democrazia” da cui deriva l'impoverimento della gran parte della popolazione che quindi ([E] 12.2) va “Alla ricerca di alternative” che infine trova nei ([E] 12.3) “Populismi” che poi, nel resto del capitolo, continuo a classificare e analizzare nel dettaglio.
Eppure Veneziani nel suo articolo Media contro popolo (del 14/9/2018), che come si intuisce dal titolo parla di tutt'altro, fornisce una mirabile sintesi della nascita dei populismi che ricalca e riassume perfettamente quanto da me scritto nell'Epitome: «Il populismo non è la malattia della democrazia ma la risposta, magari inadeguata, alla democrazia malata». Definizione che, ovviamente, condivido al 100%!
Un altro esempio della non comune profondità delle idee di Veneziani si trova sempre nel sullodato articolo. Il giornalista, dopo aver spiegato che la crisi dei media è dovuta alla faziosità e alla scarsa qualità fornita dagli stessi, si chiede perché allora i pochi buoni giornali non abbiano invece successo. Ci avevo già pensato anch'io osservando che “Il fatto quotidiano” comunque arranca indipendentemente dal successo elettorale di M5S e Lega.
La risposta a mio avviso è semplice: la crisi dei media tradizionali, soprattutto di quelli cartacei, è tecnologica. Perché devo pagare per avere le notizie del giorno prima quando posso leggere gratuitamente quelle di oggi in rete? Certo se gli articoli dei quotidiani fossero degli approfondimenti equilibrati, oggettivi, interessanti e ben fatti, magari delle inchieste serie e scomode, allora ci sarebbe un incentivo al loro acquisto ma attualmente non mi pare che ne valga assolutamente la pena. E il progresso continua a giocare contro i quotidiani cartacei: fino a qualche anno fa chi lavorava fuori casa tutto il giorno poteva magari comprarsi al mattino il giornale per leggero durante la pausa pranzo ma adesso con i telefonini intelligenti si ha sempre un calcolatore a propria disposizione e, di nuovo, accedere a Internet è la soluzione più semplice...
A mio avviso poi l'aver cercato di sostenere artificialmente la stampa ha ostacolato la sua evoluzione qualitativa e li ha trasformati in organi di partito con la conseguenza di diminuirne ulteriormente la credibilità e di ridurne quindi il pubblico. Sono perciò contrario a ogni forma artificiosa di sostegno economico alla stampa: meglio avere meno testate ma migliori che tante ma tutte scadenti.
Conclusione: nel complesso un piacevole tuffo nel passato che mi insinua però qualche domanda sull'origine di alcune mie idee. Non è che magari il giovane Veneziani ha piantato nella testolina di KGB i semi che hanno portato ai frutti attuali?
Nota (*1): suppongo che, nel tentativo di accaparrarsi i pochi lettori, uno stile vivace sia più efficace.
Ho tentato di comprimere questo pezzo il più possibile per farci un corto ma non mi è riuscito e mi seccava lasciare fuori tante considerazioni e spunti che mi sembravano interessanti: e così lo riscrivo da capo senza limiti di spazio. Buffa la relazione fra limiti di spazio e di idee: ad esempio.
Ricordo che Marcello Veneziani me lo “presentò” mio zio negli anni '90 come un interessante giovane giornalista di “destra”, che non aveva paura di cantare fuori dal coro e dallo stile brioso ed efficace. Anche a me piacque subito e così, quando andavo a trovare mio zio, cercavo e leggevo con piacere i suoi articoli...
Poi andai in Olanda e, onestamente, me ne dimenticai e non ci pensai più.
Qualche giorno fa ho però rivisto il suo nome su Twitter (mi pare che Bagnai ne avesse rilanciato un cinguettio) e, studiandone il profilo, ho scoperto che ha un proprio sito: www.MarcelloVeneziani.com
Così oggi sono andato a leggerne alcuni articoli: il suo stile non mi è più sembrato innovativo come quasi vent'anni fa, ma non è lui a essere cambiato piuttosto sono altri ad averlo imitato (*1), però ha ancora il pregio di avere sempre idee e punti di vista non solo originali ma anche profondi.
Ad esempio ormai tutti scrivono di populismo e ne danno le più variegate spiegazioni: un ventaglio di interpretazioni molto ampio che spazia da rigurgiti di fascismo/razzismo a reazione al malgoverno della sinistra. Ovviamente in tutte (o quasi) queste spiegazioni c'era sempre qualcosa di vero ma, a mio avviso, veniva mancata l'essenza più profonda dell'origine del populismo.
Nella mia Epitome dedico l'intero capitolo 12 alla comprensione dell'attuale fioritura dei populismi: le mie argomentazioni partono col sottocapitolo 12.1 intitolato “La senescenza della democrazia” da cui deriva l'impoverimento della gran parte della popolazione che quindi ([E] 12.2) va “Alla ricerca di alternative” che infine trova nei ([E] 12.3) “Populismi” che poi, nel resto del capitolo, continuo a classificare e analizzare nel dettaglio.
Eppure Veneziani nel suo articolo Media contro popolo (del 14/9/2018), che come si intuisce dal titolo parla di tutt'altro, fornisce una mirabile sintesi della nascita dei populismi che ricalca e riassume perfettamente quanto da me scritto nell'Epitome: «Il populismo non è la malattia della democrazia ma la risposta, magari inadeguata, alla democrazia malata». Definizione che, ovviamente, condivido al 100%!
Un altro esempio della non comune profondità delle idee di Veneziani si trova sempre nel sullodato articolo. Il giornalista, dopo aver spiegato che la crisi dei media è dovuta alla faziosità e alla scarsa qualità fornita dagli stessi, si chiede perché allora i pochi buoni giornali non abbiano invece successo. Ci avevo già pensato anch'io osservando che “Il fatto quotidiano” comunque arranca indipendentemente dal successo elettorale di M5S e Lega.
La risposta a mio avviso è semplice: la crisi dei media tradizionali, soprattutto di quelli cartacei, è tecnologica. Perché devo pagare per avere le notizie del giorno prima quando posso leggere gratuitamente quelle di oggi in rete? Certo se gli articoli dei quotidiani fossero degli approfondimenti equilibrati, oggettivi, interessanti e ben fatti, magari delle inchieste serie e scomode, allora ci sarebbe un incentivo al loro acquisto ma attualmente non mi pare che ne valga assolutamente la pena. E il progresso continua a giocare contro i quotidiani cartacei: fino a qualche anno fa chi lavorava fuori casa tutto il giorno poteva magari comprarsi al mattino il giornale per leggero durante la pausa pranzo ma adesso con i telefonini intelligenti si ha sempre un calcolatore a propria disposizione e, di nuovo, accedere a Internet è la soluzione più semplice...
A mio avviso poi l'aver cercato di sostenere artificialmente la stampa ha ostacolato la sua evoluzione qualitativa e li ha trasformati in organi di partito con la conseguenza di diminuirne ulteriormente la credibilità e di ridurne quindi il pubblico. Sono perciò contrario a ogni forma artificiosa di sostegno economico alla stampa: meglio avere meno testate ma migliori che tante ma tutte scadenti.
Conclusione: nel complesso un piacevole tuffo nel passato che mi insinua però qualche domanda sull'origine di alcune mie idee. Non è che magari il giovane Veneziani ha piantato nella testolina di KGB i semi che hanno portato ai frutti attuali?
Nota (*1): suppongo che, nel tentativo di accaparrarsi i pochi lettori, uno stile vivace sia più efficace.
mercoledì 19 settembre 2018
Ancora incerto alla 4° giornata
Continuo a vedere poche partite e quindi è difficile farmi un'idea precisa della forza delle varie squadre: del resto i giudizi altrui e le sintesi delle partite sono spesso addirittura fuorvianti. È incredibile come i commentatori si facciano influenzare dal risultato delle partite...
Vediamo di ricordare cosa ho visto:
Milan-Roma: io credo che il Milan, dopo la Juventus, abbia la migliore formazione del campionato. I miei dubbi sono solo su Gattuso: l'anno scorso, quando ha sostituito Montella, è partito benissimo ma poi la squadra ha smesso di funzionare. Non so cosa pensare: magari non fu colpa di Gattuso ma delle vicissitudini societarie, credo sia plausibile...
Comunque la squadra ha davvero tanti giocatori buoni, anche nella panchina, e non ha punti deboli evidenti: se Higuain inizia a segnare potrebbe divenire facilmente la seconda forza del campionato.
La Roma invece si è indebolita, certamente a livello del portiere, ma anche alcuni nuovi acquisti non mi convincono: Pastore mi pare avere un quarto d'ora di gioco nelle gambe e N'Zonzi decisamente troppo lento. Le mie perplessità su Dzeko sono sempre le stesse: ha bisogno di tante occasioni per segnare, poi certo ha altri pregi, come riuscire a far reparto da solo.
Vediamo poi se Schick, superati gli infortuni, trova continuità e qualità: la sensazione è che si pesti i piedi con Dzeko...
Fiorentina-Udinese: la Fiorentina ha grosse difficoltà contro le squadre che si chiudono. Chiesa ancora non brillante; soliti dubbi su Simeone: si sacrifica tantissimo ma poi manca di lucidità quando servirebbe per buttare la palla dentro. Fernandes e Gerson hanno evidentemente bisogno di spazi aperti (come contro il Chievo) per dare il loro meglio. Bene il portierino francese: peccato che si sia fatto male...
Ma Pioli cosa vede in Eysserich? A me pare che la squadra giochi con un uomo in meno quando lui è in campo, eppure l'allenatore insiste e insiste e insiste...
Pjaca ancora ingiudicabile dagli scampoli di partita giocati. Biraghi un giocatore modesto incomprensibilmente chiamato in nazionale da Mancini (che del resto ha convocato anche Balotelli e si è dimenticato di Cutrone).
Napoli-Fiorentina: la Fiorentina ha retto bene e un pareggio non sarebbe stato ingiusto (ah! E per onestà devo ammettere che nei primi 20 minuti Eysserich ha giocato bene prima di sparire completamente).
Comunque mi sto chiarendo il Napoli: la squadra con sostanzialmente gli stessi giocatori dell'anno scorso, ad l'eccezione di Milik (non più infortunato), di Verdi e del portiere, sembra tornata a essere una buona squadra normale.
Ancelotti, comunque un buon allenatore (che vinceva con le squadre più forti), mette in evidenza le qualità di Sarri: con Sarri il Napoli funzionava come un orologio svizzero e la velocità di gioco era altissima: questo aveva permesso al Napoli di realizzare l'eccezionale stagione dello scorso anno con i giocatori che si trovavano a memoria.
Questo Napoli di Ancelotti dovrà lottare per mantenere la Champions.
Cagliari-Milan: Gattuso deve ancora trovare la quadra della sua squadra (che come detto sulla carta è fortissima). Bakayoko troppo lento, forse l'unico acquisto sbagliato. Ah! Ho notato che il Milan corre tantissimo: mi chiedo se abbia fatto una preparazione specifica che comporti poi un calo nella seconda parte della stagione.
Inter-Tottenham: A me l'Inter è piaciuta e ha giocato alla pari con gli inglesi tutta la partita: oggettivamente non era riuscita a tirare in porta se non negli ultimi 5 minuti ma anche il Tottenham non aveva fatto niente. Inizio però a temere che Handanovich sia in forte calo: non so cosa ne pensino gli esperti ma a me il gol subito mi è sembrato una mezza papera sua.
Icardi non tocca palla per tutta la partita ma poi fa gol: a me piace. Vecino secondo me ha i piedi un po' storti però ci mette grinta e trova la porta. Dubbi su Nainggolan: non vorrei che i night clubs interferissero con la sua preparazione. Ormai ha un'età in cui le doti naturali iniziano a contare meno e solo con applicazione e serietà può restare ai massimi livelli.
Non ho visto la partita col Parma ma secondo me la testa dei giocatori era già a questa partita: insomma immagino che la sconfitta sia stata un passo falso dovuto alla distrazione (*1).
Stella Rossa-Napoli: ha confermato le sensazioni avute nella partita contro la Fiorentina. Il Napoli è tornato a essere una normale squadra discreta senza campioni.
Ancora non ho visto partite della Lazio e quindi non so come valutare tale squadra. Idem per Atalanta e Torino: per i granata ho grande fiducia in Mazzarri e mi pare che anche i giornalisti concordino sul fatto che la sua squadra sia stata un po' penalizzata dall'arbitraggio. Sull'Atalanta, come scrivevo anche l'anno scorso, molto dipende dallo stato di forma di Gomez: non so se riuscirà a ripetere i successi dello scorso anno ma non credo neppure che andrà male...
Riepilogando (con le variazioni rispetto alle mie valutazioni di Incertezze alla seconda giornata).
1° Juventus (=): è di un altro livello. Nonostante la doppietta continuo ad avere dubbi su Ronaldo. Comunque di un altro pianeta rispetto alla concorrenza italiana.
2° Milan (↑ 3): ha decisamente l'organico più forte dopo la Juventus: poi bisogna vedere cosa riesce a farci Gattuso.
3° Inter (↓ 1): nonostante la partenza incerta continuo ad avere fiducia in Spalletti: ma soprattutto vedo più deboli Roma e Napoli.
4° Roma (=): magari potrebbe giocarsela con l'Inter se la squadra di Spalletti dovesse riattraversare un nuovo passaggio a vuoto come lo scorso anno.
5° Napoli (↓ 2): e ancora non sono sicuro che sia da Champions...
6° Lazio (=): sulla fiducia visto che ancora non l'ho vista giocare!
7 ° Fiorentina (=): una squadra solida (ma deve giocare il portiere giovane e non il polacco!) con l'unica pecca in attacco con Simeone: ma se Chiesa si ripeterà (come credo) e Pjaca è tornato quello che era qualche anno fa, allora potrebbe andare bene. Ma basta Eysserich per favore!
8° Torino (=): non ho visto partite e quindi la mia idea non è cambiata.
9° Atalanta (=): idem.
Ah, mi ha impressionato tantissimo Gervinho del Parma: non credevo potesse tornare a questi livelli: è decisamente di un'altra categoria e se non cala potrebbe dare un grosso contributo alla sua squadra. La Spal non l'ho vista quindi non posso neppure giudicarla: la vedrò contro la Fiorentina e, magari, a seconda della sensazione che mi darà, potrebbe entrare in questa mia classifica.
Conclusione: in queste due giornate, sebbene abbia visto poche partite, mi sono chiarito molto le idee sulla reale forza di Fiorentina, Milan e Napoli. Ancora incertezze su Roma, Inter e Lazio e le altre più piccole...
Nota (*1): la mia “teoria” è che le squadre impegnate nelle coppe ne risentano, proprio per possibili cali di concentrazione, nella partita di campionato antecedente all'impegno europeo. Solo in caso di eliminazione, come per l'Atalanta, in quella successiva. La stanchezza invece si fa sentire solo nell'ultimo quarto di stagione.
Vediamo di ricordare cosa ho visto:
Milan-Roma: io credo che il Milan, dopo la Juventus, abbia la migliore formazione del campionato. I miei dubbi sono solo su Gattuso: l'anno scorso, quando ha sostituito Montella, è partito benissimo ma poi la squadra ha smesso di funzionare. Non so cosa pensare: magari non fu colpa di Gattuso ma delle vicissitudini societarie, credo sia plausibile...
Comunque la squadra ha davvero tanti giocatori buoni, anche nella panchina, e non ha punti deboli evidenti: se Higuain inizia a segnare potrebbe divenire facilmente la seconda forza del campionato.
La Roma invece si è indebolita, certamente a livello del portiere, ma anche alcuni nuovi acquisti non mi convincono: Pastore mi pare avere un quarto d'ora di gioco nelle gambe e N'Zonzi decisamente troppo lento. Le mie perplessità su Dzeko sono sempre le stesse: ha bisogno di tante occasioni per segnare, poi certo ha altri pregi, come riuscire a far reparto da solo.
Vediamo poi se Schick, superati gli infortuni, trova continuità e qualità: la sensazione è che si pesti i piedi con Dzeko...
Fiorentina-Udinese: la Fiorentina ha grosse difficoltà contro le squadre che si chiudono. Chiesa ancora non brillante; soliti dubbi su Simeone: si sacrifica tantissimo ma poi manca di lucidità quando servirebbe per buttare la palla dentro. Fernandes e Gerson hanno evidentemente bisogno di spazi aperti (come contro il Chievo) per dare il loro meglio. Bene il portierino francese: peccato che si sia fatto male...
Ma Pioli cosa vede in Eysserich? A me pare che la squadra giochi con un uomo in meno quando lui è in campo, eppure l'allenatore insiste e insiste e insiste...
Pjaca ancora ingiudicabile dagli scampoli di partita giocati. Biraghi un giocatore modesto incomprensibilmente chiamato in nazionale da Mancini (che del resto ha convocato anche Balotelli e si è dimenticato di Cutrone).
Napoli-Fiorentina: la Fiorentina ha retto bene e un pareggio non sarebbe stato ingiusto (ah! E per onestà devo ammettere che nei primi 20 minuti Eysserich ha giocato bene prima di sparire completamente).
Comunque mi sto chiarendo il Napoli: la squadra con sostanzialmente gli stessi giocatori dell'anno scorso, ad l'eccezione di Milik (non più infortunato), di Verdi e del portiere, sembra tornata a essere una buona squadra normale.
Ancelotti, comunque un buon allenatore (che vinceva con le squadre più forti), mette in evidenza le qualità di Sarri: con Sarri il Napoli funzionava come un orologio svizzero e la velocità di gioco era altissima: questo aveva permesso al Napoli di realizzare l'eccezionale stagione dello scorso anno con i giocatori che si trovavano a memoria.
Questo Napoli di Ancelotti dovrà lottare per mantenere la Champions.
Cagliari-Milan: Gattuso deve ancora trovare la quadra della sua squadra (che come detto sulla carta è fortissima). Bakayoko troppo lento, forse l'unico acquisto sbagliato. Ah! Ho notato che il Milan corre tantissimo: mi chiedo se abbia fatto una preparazione specifica che comporti poi un calo nella seconda parte della stagione.
Inter-Tottenham: A me l'Inter è piaciuta e ha giocato alla pari con gli inglesi tutta la partita: oggettivamente non era riuscita a tirare in porta se non negli ultimi 5 minuti ma anche il Tottenham non aveva fatto niente. Inizio però a temere che Handanovich sia in forte calo: non so cosa ne pensino gli esperti ma a me il gol subito mi è sembrato una mezza papera sua.
Icardi non tocca palla per tutta la partita ma poi fa gol: a me piace. Vecino secondo me ha i piedi un po' storti però ci mette grinta e trova la porta. Dubbi su Nainggolan: non vorrei che i night clubs interferissero con la sua preparazione. Ormai ha un'età in cui le doti naturali iniziano a contare meno e solo con applicazione e serietà può restare ai massimi livelli.
Non ho visto la partita col Parma ma secondo me la testa dei giocatori era già a questa partita: insomma immagino che la sconfitta sia stata un passo falso dovuto alla distrazione (*1).
Stella Rossa-Napoli: ha confermato le sensazioni avute nella partita contro la Fiorentina. Il Napoli è tornato a essere una normale squadra discreta senza campioni.
Ancora non ho visto partite della Lazio e quindi non so come valutare tale squadra. Idem per Atalanta e Torino: per i granata ho grande fiducia in Mazzarri e mi pare che anche i giornalisti concordino sul fatto che la sua squadra sia stata un po' penalizzata dall'arbitraggio. Sull'Atalanta, come scrivevo anche l'anno scorso, molto dipende dallo stato di forma di Gomez: non so se riuscirà a ripetere i successi dello scorso anno ma non credo neppure che andrà male...
Riepilogando (con le variazioni rispetto alle mie valutazioni di Incertezze alla seconda giornata).
1° Juventus (=): è di un altro livello. Nonostante la doppietta continuo ad avere dubbi su Ronaldo. Comunque di un altro pianeta rispetto alla concorrenza italiana.
2° Milan (↑ 3): ha decisamente l'organico più forte dopo la Juventus: poi bisogna vedere cosa riesce a farci Gattuso.
3° Inter (↓ 1): nonostante la partenza incerta continuo ad avere fiducia in Spalletti: ma soprattutto vedo più deboli Roma e Napoli.
4° Roma (=): magari potrebbe giocarsela con l'Inter se la squadra di Spalletti dovesse riattraversare un nuovo passaggio a vuoto come lo scorso anno.
5° Napoli (↓ 2): e ancora non sono sicuro che sia da Champions...
6° Lazio (=): sulla fiducia visto che ancora non l'ho vista giocare!
7 ° Fiorentina (=): una squadra solida (ma deve giocare il portiere giovane e non il polacco!) con l'unica pecca in attacco con Simeone: ma se Chiesa si ripeterà (come credo) e Pjaca è tornato quello che era qualche anno fa, allora potrebbe andare bene. Ma basta Eysserich per favore!
8° Torino (=): non ho visto partite e quindi la mia idea non è cambiata.
9° Atalanta (=): idem.
Ah, mi ha impressionato tantissimo Gervinho del Parma: non credevo potesse tornare a questi livelli: è decisamente di un'altra categoria e se non cala potrebbe dare un grosso contributo alla sua squadra. La Spal non l'ho vista quindi non posso neppure giudicarla: la vedrò contro la Fiorentina e, magari, a seconda della sensazione che mi darà, potrebbe entrare in questa mia classifica.
Conclusione: in queste due giornate, sebbene abbia visto poche partite, mi sono chiarito molto le idee sulla reale forza di Fiorentina, Milan e Napoli. Ancora incertezze su Roma, Inter e Lazio e le altre più piccole...
Nota (*1): la mia “teoria” è che le squadre impegnate nelle coppe ne risentano, proprio per possibili cali di concentrazione, nella partita di campionato antecedente all'impegno europeo. Solo in caso di eliminazione, come per l'Atalanta, in quella successiva. La stanchezza invece si fa sentire solo nell'ultimo quarto di stagione.
martedì 18 settembre 2018
Buona Azione: 2011-2021
Premessa triste.
Domenica è ricominciata la caccia: io ne sono ben consapevole perché, anche se non sono un cacciatore, vivo in un bosco, in una “zona di ripopolamento e cattura” confinante con territorio di caccia. Negli ultimi dieci-venti anni il numero di cacciatori si è fortemente ridotto ma il primo giorno di caccia c'è sempre un po' più di animazione del solito: diciamo che il primo giorno ero abituato a sentire una ventina di spari (compresi quelli “lontani”), una decina il giorno dopo e poi, nei mesi successivi, da zero a tre nei giorni in cui la caccia è consentita.
Invece questa domenica mattina ho sentito il primo sparo alle 8:00 (un'ora tarda per i cacciatori) ma da quel momento in poi è stato un continuo. Addirittura nel giro di un'ora ho sentito piovere i pallini per 3/4 volte quando in genere succede, in tutta la stagione di caccia, una volta ogni 2 o 3 anni!
Ora la mia casa ha i muri particolarmente spessi e io sento solo i suoni che vengono dalla direzione in cui si affaccia la mia finestra così, solo quando sono uscito per andare in città, poco prima delle 10:00 mi sono accorto che sparavano tutt'intorno alla casa: però ero in partenza e, stupidamente, non ci ho fatto molto caso.
Arrivato in fondo al mio vialetto ho trovato parcheggiate due macchine, evidentemente dei cacciatori, mai viste prima. Di solito prendo i numeri di targa ma per l'appunto ero di corsa e non avevo per scrivere a portata di mano.
Quando la sera sono tornato a casa mi hanno detto che avevano continuato a sparare di continuo per tutto il giorno. Ieri quindi (lunedì) ho iniziato a fare due più due e ho capito che molto probabilmente si era trattato di bracconieri (ad esempio il fatto che avessero iniziato a sparare alle 8:00 indicava che venivano da lontano, forse anche da fuori regione): dopo pranzo decido quindi di fare un giro del bosco per vedere se c'era qualcosa di insolito.
Si usa spesso l'ossimoro “silenzio assordante” che, in pratica, ha acquistato il significato di grande silenzio: ma in realtà il silenzio assordante, l'ho capito ieri, ha un senso più profondo.
Vivendo ai margini del bosco sono abituato al cinguettio continuo degli uccellini e ormai non ci faccio più caso come, chi vive in città, è assuefatto al rumore del traffico: invece ieri mi sono accorto che non c'erano suoni. Il “silenzio assordante” è in realtà un silenzio angosciante, l'urlo muto della natura per la violenza subita. È impressionante: è un silenzio che non si percepisce con le orecchie ma che risuona nell'anima.
Ma come fanno certe persone a guardarsi allo specchio la mattina? Cosa hanno al posto del cuore?
Comunque, rientrando a casa, sono passato dal frutteto e ho visto qualcosa muoversi: era un grosso rapace, evidentemente, non in grado di volare che mi guardava attento. Mi sono avvicinato e questo ha cercato di scappare via saltellando, andando a sbattere contro la rete del giardino.
Allora sono andato a prendere la macchina fotografica e gli ho fatto alcune foto:
Come si intuisce dalla prospettiva gli sono girato intorno a circa 5 metri di distanza per non impaurirlo...
Poi sono tornato in casa e ho telefonato alla LIPU: la mia speranza era che mi mandassero qualcuno a recuperare l'animale ferito ma, come temevo, mi hanno detto (dopo aver visto le foto che gli avevo inviato per posta): “Benissimo, è un falco pellegrino adulto e probabilmente ferito, adesso lei lo può prendere, lo mette in una scatola e intanto noi contattiamo un volontario al quale potrà consegnarlo e che lo porterà a un nostro centro di assistenza...”
Il problema, dal mio punto di vista, è che l'uccello era parecchio vivace e, come si intuisce dalle foto, munito di un becco e di artigli di tutto rispetto: io poi non ho alcuna dimestichezza con questi animali e non mi fiderei a toccare, non dico un pappagallo, ma neppure un canarino! Non è che sono fifone ma sono MOLTO prudente e non mi fido minimamente di tutto ciò che non conosco...
Per farmi coraggio ho deciso di documentarmi in rete: sul sito della LIPU c'è una pagina su come recuperare gli uccelli feriti ma si tratta di rondini, piccioni o pulcini caduti dal nido...
Nel frattempo (li tempestavo di epistole con i miei dubbi e mi era stato detto di usare una coperta per catturarlo perché una volta ricoperto da essa si sarebbe tranquillizzato) ho cercato anche su Youtube ma non ho trovato niente che mi spiegasse come fare...
Alla fine mi sono fatto coraggio, mi sono messo una giacca invernale e i guanti da giardinaggio, poi ho preso una grossa coperta invernale e lo scatolone enorme della mia stampante: essendo da solo avevo infatti pensato che sarebbe stato più facile infilarci l'animale se questo si fosse agitato...
Comunque, potendo, mi sarei bardato con l'armatura imbottita che usano gli addestratori di cani alla difesa!
Poi sono tornato nel frutteto. Devo dire che appena sono entrato in azione mi è anche passato il timore: mi sono infatti reso conto che il falco aveva molta più paura di me!
Allora ho iniziato a parlargli per tranquillizzarlo come se fosse Bisba (“piccolino non aver paura! Topino non scappare!”) mentre l'inseguivo fra i rovi con la mia copertona (che ovviamente si impigliava).
In realtà l'azione non è stata molto spettacolare: in breve tempo ho capito che lo dovevo fare prima uscire dal rovo e appena mi è riuscito farlo, al secondo o terzo tentativo, sono riuscito a coprirlo con la coperta. Con estrema prudenza l'ho preso delicatamente con le mani (attraverso la coperta) e l'ho infilato nello scatolone.
Poi ho caricato il tutto in macchina e l'ho portato al luogo dell'appuntamento con il volontario della LIPU. Il viaggio è andato bene: appena partiti, senza pensarci, avevo acceso come al solito la radio per ascoltare un mio CD di power metal, ma il falco stranamente non gradiva e iniziava ad agitarsi: l'ho sentito grattare la scatola. Allora ho spento tutto e ho cercato di viaggiare facendo attenzione a curve e frenate: dopo pochi minuti si è calmato ed è rimasto buono per il resto del viaggio.
La volontaria della LIPU mi ha detto che mi faranno avere notizie dell'uccello: spero proprio che si rimetta poverino...
Modificato (21/9/2018): Mi è arrivato il seguente messaggio dalla LIPU:
"...
Come Centro di Recupero ci teniamo ad informarla che il giovane falco pellegrino da lei consegnatoci sta bene.
Al momento della consegna presentava una frattura del radio destro, causa ferita da arma da fuoco. L'animale è pertanto stato medicato, fasciato e sottoposto a terapia antibiotica.
Finché non sarà completamente guarito sarà tenuto sotto osservazione, dopodiché verrà trasferito in voliera con altri pellegrini per terminare la riabilitazione e attendere il momento più giusto per la liberazione.
..."
Conclusione: che imbecille sono stato a non capire subito domenica mattina che la situazione era anomala. Ma, come spiegato, dalla mia camera sentivo solo una frazione degli spari e, quando sono uscito per partire e ho udito la cacofonia di scoppi provenire da tutte le parti, ho pensato che fosse solo la coincidenza di un momento...
Per darvi l'idea ieri (lunedì), in tutta la giornata, ho sentito solo uno sparo lontano: insomma domenica avrei dovuto capire che qualcosa non andava. Probabilmente se fossi rimasto a casa, conoscendomi verso le 12:00, avrei potuto fare qualcosa...
Domenica è ricominciata la caccia: io ne sono ben consapevole perché, anche se non sono un cacciatore, vivo in un bosco, in una “zona di ripopolamento e cattura” confinante con territorio di caccia. Negli ultimi dieci-venti anni il numero di cacciatori si è fortemente ridotto ma il primo giorno di caccia c'è sempre un po' più di animazione del solito: diciamo che il primo giorno ero abituato a sentire una ventina di spari (compresi quelli “lontani”), una decina il giorno dopo e poi, nei mesi successivi, da zero a tre nei giorni in cui la caccia è consentita.
Invece questa domenica mattina ho sentito il primo sparo alle 8:00 (un'ora tarda per i cacciatori) ma da quel momento in poi è stato un continuo. Addirittura nel giro di un'ora ho sentito piovere i pallini per 3/4 volte quando in genere succede, in tutta la stagione di caccia, una volta ogni 2 o 3 anni!
Ora la mia casa ha i muri particolarmente spessi e io sento solo i suoni che vengono dalla direzione in cui si affaccia la mia finestra così, solo quando sono uscito per andare in città, poco prima delle 10:00 mi sono accorto che sparavano tutt'intorno alla casa: però ero in partenza e, stupidamente, non ci ho fatto molto caso.
Arrivato in fondo al mio vialetto ho trovato parcheggiate due macchine, evidentemente dei cacciatori, mai viste prima. Di solito prendo i numeri di targa ma per l'appunto ero di corsa e non avevo per scrivere a portata di mano.
Quando la sera sono tornato a casa mi hanno detto che avevano continuato a sparare di continuo per tutto il giorno. Ieri quindi (lunedì) ho iniziato a fare due più due e ho capito che molto probabilmente si era trattato di bracconieri (ad esempio il fatto che avessero iniziato a sparare alle 8:00 indicava che venivano da lontano, forse anche da fuori regione): dopo pranzo decido quindi di fare un giro del bosco per vedere se c'era qualcosa di insolito.
Si usa spesso l'ossimoro “silenzio assordante” che, in pratica, ha acquistato il significato di grande silenzio: ma in realtà il silenzio assordante, l'ho capito ieri, ha un senso più profondo.
Vivendo ai margini del bosco sono abituato al cinguettio continuo degli uccellini e ormai non ci faccio più caso come, chi vive in città, è assuefatto al rumore del traffico: invece ieri mi sono accorto che non c'erano suoni. Il “silenzio assordante” è in realtà un silenzio angosciante, l'urlo muto della natura per la violenza subita. È impressionante: è un silenzio che non si percepisce con le orecchie ma che risuona nell'anima.
Ma come fanno certe persone a guardarsi allo specchio la mattina? Cosa hanno al posto del cuore?
Comunque, rientrando a casa, sono passato dal frutteto e ho visto qualcosa muoversi: era un grosso rapace, evidentemente, non in grado di volare che mi guardava attento. Mi sono avvicinato e questo ha cercato di scappare via saltellando, andando a sbattere contro la rete del giardino.
Allora sono andato a prendere la macchina fotografica e gli ho fatto alcune foto:
Come si intuisce dalla prospettiva gli sono girato intorno a circa 5 metri di distanza per non impaurirlo...
Poi sono tornato in casa e ho telefonato alla LIPU: la mia speranza era che mi mandassero qualcuno a recuperare l'animale ferito ma, come temevo, mi hanno detto (dopo aver visto le foto che gli avevo inviato per posta): “Benissimo, è un falco pellegrino adulto e probabilmente ferito, adesso lei lo può prendere, lo mette in una scatola e intanto noi contattiamo un volontario al quale potrà consegnarlo e che lo porterà a un nostro centro di assistenza...”
Il problema, dal mio punto di vista, è che l'uccello era parecchio vivace e, come si intuisce dalle foto, munito di un becco e di artigli di tutto rispetto: io poi non ho alcuna dimestichezza con questi animali e non mi fiderei a toccare, non dico un pappagallo, ma neppure un canarino! Non è che sono fifone ma sono MOLTO prudente e non mi fido minimamente di tutto ciò che non conosco...
Per farmi coraggio ho deciso di documentarmi in rete: sul sito della LIPU c'è una pagina su come recuperare gli uccelli feriti ma si tratta di rondini, piccioni o pulcini caduti dal nido...
Nel frattempo (li tempestavo di epistole con i miei dubbi e mi era stato detto di usare una coperta per catturarlo perché una volta ricoperto da essa si sarebbe tranquillizzato) ho cercato anche su Youtube ma non ho trovato niente che mi spiegasse come fare...
Alla fine mi sono fatto coraggio, mi sono messo una giacca invernale e i guanti da giardinaggio, poi ho preso una grossa coperta invernale e lo scatolone enorme della mia stampante: essendo da solo avevo infatti pensato che sarebbe stato più facile infilarci l'animale se questo si fosse agitato...
Comunque, potendo, mi sarei bardato con l'armatura imbottita che usano gli addestratori di cani alla difesa!
Poi sono tornato nel frutteto. Devo dire che appena sono entrato in azione mi è anche passato il timore: mi sono infatti reso conto che il falco aveva molta più paura di me!
Allora ho iniziato a parlargli per tranquillizzarlo come se fosse Bisba (“piccolino non aver paura! Topino non scappare!”) mentre l'inseguivo fra i rovi con la mia copertona (che ovviamente si impigliava).
In realtà l'azione non è stata molto spettacolare: in breve tempo ho capito che lo dovevo fare prima uscire dal rovo e appena mi è riuscito farlo, al secondo o terzo tentativo, sono riuscito a coprirlo con la coperta. Con estrema prudenza l'ho preso delicatamente con le mani (attraverso la coperta) e l'ho infilato nello scatolone.
Poi ho caricato il tutto in macchina e l'ho portato al luogo dell'appuntamento con il volontario della LIPU. Il viaggio è andato bene: appena partiti, senza pensarci, avevo acceso come al solito la radio per ascoltare un mio CD di power metal, ma il falco stranamente non gradiva e iniziava ad agitarsi: l'ho sentito grattare la scatola. Allora ho spento tutto e ho cercato di viaggiare facendo attenzione a curve e frenate: dopo pochi minuti si è calmato ed è rimasto buono per il resto del viaggio.
La volontaria della LIPU mi ha detto che mi faranno avere notizie dell'uccello: spero proprio che si rimetta poverino...
Modificato (21/9/2018): Mi è arrivato il seguente messaggio dalla LIPU:
"...
Come Centro di Recupero ci teniamo ad informarla che il giovane falco pellegrino da lei consegnatoci sta bene.
Al momento della consegna presentava una frattura del radio destro, causa ferita da arma da fuoco. L'animale è pertanto stato medicato, fasciato e sottoposto a terapia antibiotica.
Finché non sarà completamente guarito sarà tenuto sotto osservazione, dopodiché verrà trasferito in voliera con altri pellegrini per terminare la riabilitazione e attendere il momento più giusto per la liberazione.
..."
Conclusione: che imbecille sono stato a non capire subito domenica mattina che la situazione era anomala. Ma, come spiegato, dalla mia camera sentivo solo una frazione degli spari e, quando sono uscito per partire e ho udito la cacofonia di scoppi provenire da tutte le parti, ho pensato che fosse solo la coincidenza di un momento...
Per darvi l'idea ieri (lunedì), in tutta la giornata, ho sentito solo uno sparo lontano: insomma domenica avrei dovuto capire che qualcosa non andava. Probabilmente se fossi rimasto a casa, conoscendomi verso le 12:00, avrei potuto fare qualcosa...
lunedì 17 settembre 2018
Giornali in crisi
Recentemente mi sono imbattuto in due articoli simili che parlano di due giornali di opposte aree politiche.
1) Stato di agitazione e cinque giorni di sciopero a la Repubblica: "Pesanti interventi sul costo del lavoro dei giornalisti". Il comunicato della redazione da HuffingtonPost.it
2) “Silvio, salvaci tu”: l’appello dei cronisti contro i tagli di Gianni Barbacetto da IlFattoQuotidiano.it (l'articolo completo è riservato agli abbonati)
Il succo degli articoli è che entrambi i giornali, a causa del calo delle vendite, hanno deciso di tagliare il costo del lavoro, ovvero di risparmiare sui giornalisti.
Mi hanno colpito i rispettivi comunicati stampa: quelli di Repubblica parlano del «...ruolo di Repubblica come garante del tessuto democratico del Paese...» mentre quelli del Giornale «...abbiamo fatto per anni un giornale che è servito a sostenere la tua [di Silvio Berlusconi] politica...»
Sarò prevenuto ma trovo i due concetti molto vicini: più esplicito quello de Il Giornale, più sfumato quello di La Repubblica: in entrambi i casi i giornalisti ammettono di essere stati i fedeli propalatori di specifiche visioni del mondo, ruolo che non ha niente a che vedere con l'ideale del giornalista che racconta i fatti nella maniera più imparziale possibile.
Conclusione: e questo spiega, almeno parzialmente, la loro crisi.
Sulla 1.1.0 - 21/9/2018
Da qualche giorno mi sto riconcentrando sull'Epitome: per questo mi aspetto (poi, come sempre, sono abbastanza imprevedibile) di scrivere un po' meno su questo ghiribizzo.
Detto così, per non far preoccupare i miei lettori...
Più nel dettaglio sono partito con le modifiche più facili e brevi ma come al solito, scrivendo e modificando, sto annotandomi sempre più cose da cambiare. Indicativamente l'Epitome è cresciuta di appena due paginette ma, probabilmente, arriverò a una dozzina con un paio di nuovi sottocapitoli. Vedremo però perché al momento l'evoluzione di questa nuova versione è ancora molto fluida.
Sul pellegrino - 23/9/2018
Due giorni fa mi è arrivato l'aggiornamento della LIPU (che ho aggiunto al relativo pezzo Buona azione 2011-2021) e oggi ho trovato il seguente articolo rilanciato da amici animalisti su FB (che, ovviamente, non sono a conoscenza del mio coinvolgimento diretto): Falco pellegrino ritrovato ferito a Reggello: ora in cura al Centro recupero rapaci della Lipu di Vicchio di Mugello di Glenda Venturini dal ValdarnoPost.it
Un'unica precisazione: non sono del tutto sicuro che i cacciatori che hanno ferito il falco fossero bracconieri; secondo un mio vicino esperto di caccia è possibile che fossero cacciatori che “tirassero ai colombacci” e che poi, trascinati dalla foga, abbiano sparato anche ad altri uccelli nonostante che il falco sia facilmente riconoscibile come tale. Beh, in effetti il confine fra cacciatore e bracconiere è molto labile.
Stiamo lavorando per voi - 27/9/2018
Volevo rassicurare i miei lettori che sto bene e che sto andando avanti con la versione 1.1.0 dell'Epitome (per quel che vale siamo a +6 pagine): oggi ho aggiunto un sottocapitolo completamente nuovo che mi intimoriva un po' ma alla fine mi pare di aver fatto un buon lavoro...
Ah! mi sono anche divertito a mettere nero su bianco alcuni degli spunti per le mie “favole di Esopo”, nel senso che ho materialmente scritto ben cinque favole: il problema è che le idee mi vengono più alla svelta di quanto mi riesca scriverle! Anche in questo caso mi sembra di aver fatto un buon lavoro...
Conclusione: in effetti ho l'ottima caratteristica di saper apprezzare i miei sforzi!
Sulla crisi del PD - 27/9/2018
Qualche giorno fa ho trovato questo interessante articolo sui motivi della crisi del PD: La (vera) ragione storica per cui il PD crolla e la Lega va sempre più su di Antonio Socci da www.AntonioSocci.com
Non ho voglia di commentare ma sostanzialmente sono d'accordo su tutto e in particolare sulla mancanza di autocritica: lo scaricabarile non è autocritica!
1) Stato di agitazione e cinque giorni di sciopero a la Repubblica: "Pesanti interventi sul costo del lavoro dei giornalisti". Il comunicato della redazione da HuffingtonPost.it
2) “Silvio, salvaci tu”: l’appello dei cronisti contro i tagli di Gianni Barbacetto da IlFattoQuotidiano.it (l'articolo completo è riservato agli abbonati)
Il succo degli articoli è che entrambi i giornali, a causa del calo delle vendite, hanno deciso di tagliare il costo del lavoro, ovvero di risparmiare sui giornalisti.
Mi hanno colpito i rispettivi comunicati stampa: quelli di Repubblica parlano del «...ruolo di Repubblica come garante del tessuto democratico del Paese...» mentre quelli del Giornale «...abbiamo fatto per anni un giornale che è servito a sostenere la tua [di Silvio Berlusconi] politica...»
Sarò prevenuto ma trovo i due concetti molto vicini: più esplicito quello de Il Giornale, più sfumato quello di La Repubblica: in entrambi i casi i giornalisti ammettono di essere stati i fedeli propalatori di specifiche visioni del mondo, ruolo che non ha niente a che vedere con l'ideale del giornalista che racconta i fatti nella maniera più imparziale possibile.
Conclusione: e questo spiega, almeno parzialmente, la loro crisi.
Sulla 1.1.0 - 21/9/2018
Da qualche giorno mi sto riconcentrando sull'Epitome: per questo mi aspetto (poi, come sempre, sono abbastanza imprevedibile) di scrivere un po' meno su questo ghiribizzo.
Detto così, per non far preoccupare i miei lettori...
Più nel dettaglio sono partito con le modifiche più facili e brevi ma come al solito, scrivendo e modificando, sto annotandomi sempre più cose da cambiare. Indicativamente l'Epitome è cresciuta di appena due paginette ma, probabilmente, arriverò a una dozzina con un paio di nuovi sottocapitoli. Vedremo però perché al momento l'evoluzione di questa nuova versione è ancora molto fluida.
Sul pellegrino - 23/9/2018
Due giorni fa mi è arrivato l'aggiornamento della LIPU (che ho aggiunto al relativo pezzo Buona azione 2011-2021) e oggi ho trovato il seguente articolo rilanciato da amici animalisti su FB (che, ovviamente, non sono a conoscenza del mio coinvolgimento diretto): Falco pellegrino ritrovato ferito a Reggello: ora in cura al Centro recupero rapaci della Lipu di Vicchio di Mugello di Glenda Venturini dal ValdarnoPost.it
Un'unica precisazione: non sono del tutto sicuro che i cacciatori che hanno ferito il falco fossero bracconieri; secondo un mio vicino esperto di caccia è possibile che fossero cacciatori che “tirassero ai colombacci” e che poi, trascinati dalla foga, abbiano sparato anche ad altri uccelli nonostante che il falco sia facilmente riconoscibile come tale. Beh, in effetti il confine fra cacciatore e bracconiere è molto labile.
Stiamo lavorando per voi - 27/9/2018
Volevo rassicurare i miei lettori che sto bene e che sto andando avanti con la versione 1.1.0 dell'Epitome (per quel che vale siamo a +6 pagine): oggi ho aggiunto un sottocapitolo completamente nuovo che mi intimoriva un po' ma alla fine mi pare di aver fatto un buon lavoro...
Ah! mi sono anche divertito a mettere nero su bianco alcuni degli spunti per le mie “favole di Esopo”, nel senso che ho materialmente scritto ben cinque favole: il problema è che le idee mi vengono più alla svelta di quanto mi riesca scriverle! Anche in questo caso mi sembra di aver fatto un buon lavoro...
Conclusione: in effetti ho l'ottima caratteristica di saper apprezzare i miei sforzi!
Sulla crisi del PD - 27/9/2018
Qualche giorno fa ho trovato questo interessante articolo sui motivi della crisi del PD: La (vera) ragione storica per cui il PD crolla e la Lega va sempre più su di Antonio Socci da www.AntonioSocci.com
Non ho voglia di commentare ma sostanzialmente sono d'accordo su tutto e in particolare sulla mancanza di autocritica: lo scaricabarile non è autocritica!
venerdì 14 settembre 2018
Approfondendo Harari si arriva alla EU
Più penso alla definizione di fascismo di Harari (v. Harari e il fascismo) e più la trovo convincente.
Per Harari la caratteristica che contraddistingue il fascismo è quella di anteporre fanaticamente la propria nazione a tutto il resto (definizione totalmente compatibile con quella di fascismo=religione=nazione che si deriva dal libro di Guerri: v. Fascismo (5/5)): alle proprie amicizie, alla propria famiglia e persino alla propria vita.
Da questa sua essenza derivano poi come conseguenze logiche, sebbene di una premessa errata, tutte le altre familiari caratteristiche del fascismo.
A questa definizione, su cui non avevo niente da eccepire, Harari aggiungeva un altro tassello: il fascismo, in base all'epoca, tende ad accentrare il controllo della terra (mondo antico), dell'industria (nei secoli scorsi) e, attualmente, dell'informazione. In altre parole un fascismo oggi tenderebbe a controllare tutta l'informazione: ovviamente in senso estremamente lato comprendendo le informazioni personali dei singoli individui così come la distribuzione e l'interpretazione delle notizie.
Questa ulteriore definizione aggiunta da Harari mi aveva lasciato perplesso: mi sembrava troppo specifica, troppo facile stabilire a posteriori, di volta in volta, quale debba essere questo ulteriore aspetto del fascismo. Perché, ad esempio, prima di tutto un fascismo dovrebbe accentrare qualcosa e secondo perché, attualmente, accentrerebbe l'informazione e non il denaro, l'energia o le armi?
Io sono per i grandi principi generali e mi sfuggiva la legge, cioè la logica, con cui Harari era arrivato alle proprie conclusioni.
Però, come sempre mi accade, questi dubbi mi rimangano a fermentare nel cervello e anche senza pensarci, piano piano, tendo ad approfondirne la comprensione e, talvolta, a dirimerli.
In questo caso mi sono infatti accorto che la definizione di Harari è totalmente compatibile con la teoria che enuncio nella mia Epitome. Anzi basta semplicemente applicarla e si arriva alle stesse conclusioni di Harari! Vediamo come...
Un governo fascista è un potere politico, ovvero un parapotere ([E] 4.1): come tale segue le leggi del potere ([E] 5) e in particolare la legge della crescita ([E] 5.2) e della conservazione ([E] 5.1).
Queste leggi stabiliscono che il primo obiettivo di un potere è mantenere la propria forza e, in subordine, aumentarla.
Nell'Epitome spiego che nel mondo moderno la forza di un parapotere, in genere, si misura col denaro. Ad esempio le grandi multinazionali, anch'esse dei parapoteri, hanno infatti il costante obiettivo di aumentare i propri profitti perché così facendo aumentano la propria forza.
Ma in effetti un parapotere politico mantiene la propria forza o l'aumenta non arricchendosi (sebbene indirettamente questo possa aiutare) ma guadagnando più voti rispetto agli altri partiti. Per ottenere più voti attualmente è molto più utile avere il controllo dell'informazione grazie alla quale si può dare una visione distorta della realtà e verificare (grazie ad esempio alle reti sociali) praticamente in tempo reale le reazioni dell'elettorato a specifiche azioni politiche (*1).
Ecco quindi che la definizione di Harari assume un valore più generale: il fascismo, come qualsiasi parapotere, vuole aumentare la propria forza e, per farlo, lo strumento più opportuna varia nel tempo e con la specifica complessione ([E] 3.3) della società. Ciò che quindi distingue il fascismo da altri parapoteri politici è il fanatismo con cui persegue questo obiettivo (*2) calpestando ogni altro principio.
Già ieri ne avevo accennato (v. il corto E Orban?) ma “curiosamente” la definizione di fascismo di Harari sembra ogni giorno di più calzare alla EU.
La recente approvazione della direttiva sul diritto d'autore è solo l'ennesimo passo nel tentativo di controllare l'informazione censurando o mettendo sempre più paletti e vincoli alle fonti alternative che non si conformano alla narrazione degli epomiti ([E] 6.2) dominanti. Come spiegato nella mia Epitome ([E] 9.5) il maggior pericolo dell'epoca moderna è proprio la tendenza a cercare di imbavagliare la comunicazione D→D ([E] 9.3) continuando a sfruttare e abusare di quella D→P .
L'eliminare e imbavagliare l'informazione non controllabile equivale senza dubbio a un accentramento dell'informazione che, come detto, secondo Harari è una delle caratteristiche del fascismo.
L'altra faccia del fascismo è poi l'esaltazione fanatica della nazione: e chi grida, ripetendolo come un mantra, “Europa! Europa! Europa!” anteponendola a tutto e tutti? Chi, ripetendo “Ce lo chiede l'Europa”, giustifica la richiesta di ogni sorta di sacrificio alle popolazioni? Chi è che ha elevato l'Europa, al di sopra di tutto e tutti, quale fosse una nuova religione a cui non si può disubbidire?
Proprio i parapoteri politici attualmente maggioritari in Europa e i media tradizionali controllati dai parapoteri economici (sulla “corrispondenza di amorosi sensi” fra parapoteri politici ed economici rimando a [E] 11.2) hanno trasformato l'Europa in una specie di religione: è questo è l'altro elemento che, secondo Harari, definisce un fascismo.
Diciamo quindi che è forse eccessivo dire che la EU è un fascismo, perché l'idea di Europa (nella sua definizione di EU) non è ancora una religione e il controllo dell'informazione non è totale, ma certo la direzione a cui sembra tendere è proprio quella: Europa (non i cittadini europei!) prima di tutto e tutti e controllo capillare dell'informazione.
Conclusione: ci sarebbe poi da affrontare la questione se in Italia la Lega, o qualche altro partito politico, sia veramente un fascismo, magari in erba, come molti la definiscono. Può darsi che prima o poi ne scriverò ma in realtà la questione non mi attrae troppo: mi sembra abbastanza ovvio che non sia così (alla luce delle “nostre”, cioè di Harari e Guerri, definizioni di fascismo(*3)), l'unico aspetto interessante su cui si potrebbe discutere è se il sovranismo equivalga a un'esaltazione della nazione. Vedremo...
Nota (*1): in realtà ero già arrivato a questo esatto risultato! Nella nota 305 dell'Epitome scrivo infatti:
«Forza [di un parapotere] che nel mondo attuale in genere coincide col denaro ma che per altri parapoteri, come quelli politici, potrebbe tradursi in conoscenza: il sapere in tempo reale gli umori della democratastenia (elettori) potrebbe, ad esempio, essere usato per optare per una decisione politica piuttosto che per un'altra ma sempre nell'ottica di massimizzare il proprio vantaggio grazie a un aumento di popolarità o di voti.»
Nota (*2): questo è in realtà un raffinamento del pensiero di Harari...
Nota (*3): ne approfitto per farmi i complimenti: questa essenza atomica di fascismo, ovvero l'equivalenza nazione=religione=fascismo è proprio quel quid che, pur all'epoca non essendo in grado di identificarlo, avevo previsto che esistesse in L'origine della dittatura!
Per Harari la caratteristica che contraddistingue il fascismo è quella di anteporre fanaticamente la propria nazione a tutto il resto (definizione totalmente compatibile con quella di fascismo=religione=nazione che si deriva dal libro di Guerri: v. Fascismo (5/5)): alle proprie amicizie, alla propria famiglia e persino alla propria vita.
Da questa sua essenza derivano poi come conseguenze logiche, sebbene di una premessa errata, tutte le altre familiari caratteristiche del fascismo.
A questa definizione, su cui non avevo niente da eccepire, Harari aggiungeva un altro tassello: il fascismo, in base all'epoca, tende ad accentrare il controllo della terra (mondo antico), dell'industria (nei secoli scorsi) e, attualmente, dell'informazione. In altre parole un fascismo oggi tenderebbe a controllare tutta l'informazione: ovviamente in senso estremamente lato comprendendo le informazioni personali dei singoli individui così come la distribuzione e l'interpretazione delle notizie.
Questa ulteriore definizione aggiunta da Harari mi aveva lasciato perplesso: mi sembrava troppo specifica, troppo facile stabilire a posteriori, di volta in volta, quale debba essere questo ulteriore aspetto del fascismo. Perché, ad esempio, prima di tutto un fascismo dovrebbe accentrare qualcosa e secondo perché, attualmente, accentrerebbe l'informazione e non il denaro, l'energia o le armi?
Io sono per i grandi principi generali e mi sfuggiva la legge, cioè la logica, con cui Harari era arrivato alle proprie conclusioni.
Però, come sempre mi accade, questi dubbi mi rimangano a fermentare nel cervello e anche senza pensarci, piano piano, tendo ad approfondirne la comprensione e, talvolta, a dirimerli.
In questo caso mi sono infatti accorto che la definizione di Harari è totalmente compatibile con la teoria che enuncio nella mia Epitome. Anzi basta semplicemente applicarla e si arriva alle stesse conclusioni di Harari! Vediamo come...
Un governo fascista è un potere politico, ovvero un parapotere ([E] 4.1): come tale segue le leggi del potere ([E] 5) e in particolare la legge della crescita ([E] 5.2) e della conservazione ([E] 5.1).
Queste leggi stabiliscono che il primo obiettivo di un potere è mantenere la propria forza e, in subordine, aumentarla.
Nell'Epitome spiego che nel mondo moderno la forza di un parapotere, in genere, si misura col denaro. Ad esempio le grandi multinazionali, anch'esse dei parapoteri, hanno infatti il costante obiettivo di aumentare i propri profitti perché così facendo aumentano la propria forza.
Ma in effetti un parapotere politico mantiene la propria forza o l'aumenta non arricchendosi (sebbene indirettamente questo possa aiutare) ma guadagnando più voti rispetto agli altri partiti. Per ottenere più voti attualmente è molto più utile avere il controllo dell'informazione grazie alla quale si può dare una visione distorta della realtà e verificare (grazie ad esempio alle reti sociali) praticamente in tempo reale le reazioni dell'elettorato a specifiche azioni politiche (*1).
Ecco quindi che la definizione di Harari assume un valore più generale: il fascismo, come qualsiasi parapotere, vuole aumentare la propria forza e, per farlo, lo strumento più opportuna varia nel tempo e con la specifica complessione ([E] 3.3) della società. Ciò che quindi distingue il fascismo da altri parapoteri politici è il fanatismo con cui persegue questo obiettivo (*2) calpestando ogni altro principio.
Già ieri ne avevo accennato (v. il corto E Orban?) ma “curiosamente” la definizione di fascismo di Harari sembra ogni giorno di più calzare alla EU.
La recente approvazione della direttiva sul diritto d'autore è solo l'ennesimo passo nel tentativo di controllare l'informazione censurando o mettendo sempre più paletti e vincoli alle fonti alternative che non si conformano alla narrazione degli epomiti ([E] 6.2) dominanti. Come spiegato nella mia Epitome ([E] 9.5) il maggior pericolo dell'epoca moderna è proprio la tendenza a cercare di imbavagliare la comunicazione D→D ([E] 9.3) continuando a sfruttare e abusare di quella D→P .
L'eliminare e imbavagliare l'informazione non controllabile equivale senza dubbio a un accentramento dell'informazione che, come detto, secondo Harari è una delle caratteristiche del fascismo.
L'altra faccia del fascismo è poi l'esaltazione fanatica della nazione: e chi grida, ripetendolo come un mantra, “Europa! Europa! Europa!” anteponendola a tutto e tutti? Chi, ripetendo “Ce lo chiede l'Europa”, giustifica la richiesta di ogni sorta di sacrificio alle popolazioni? Chi è che ha elevato l'Europa, al di sopra di tutto e tutti, quale fosse una nuova religione a cui non si può disubbidire?
Proprio i parapoteri politici attualmente maggioritari in Europa e i media tradizionali controllati dai parapoteri economici (sulla “corrispondenza di amorosi sensi” fra parapoteri politici ed economici rimando a [E] 11.2) hanno trasformato l'Europa in una specie di religione: è questo è l'altro elemento che, secondo Harari, definisce un fascismo.
Diciamo quindi che è forse eccessivo dire che la EU è un fascismo, perché l'idea di Europa (nella sua definizione di EU) non è ancora una religione e il controllo dell'informazione non è totale, ma certo la direzione a cui sembra tendere è proprio quella: Europa (non i cittadini europei!) prima di tutto e tutti e controllo capillare dell'informazione.
Conclusione: ci sarebbe poi da affrontare la questione se in Italia la Lega, o qualche altro partito politico, sia veramente un fascismo, magari in erba, come molti la definiscono. Può darsi che prima o poi ne scriverò ma in realtà la questione non mi attrae troppo: mi sembra abbastanza ovvio che non sia così (alla luce delle “nostre”, cioè di Harari e Guerri, definizioni di fascismo(*3)), l'unico aspetto interessante su cui si potrebbe discutere è se il sovranismo equivalga a un'esaltazione della nazione. Vedremo...
Nota (*1): in realtà ero già arrivato a questo esatto risultato! Nella nota 305 dell'Epitome scrivo infatti:
«Forza [di un parapotere] che nel mondo attuale in genere coincide col denaro ma che per altri parapoteri, come quelli politici, potrebbe tradursi in conoscenza: il sapere in tempo reale gli umori della democratastenia (elettori) potrebbe, ad esempio, essere usato per optare per una decisione politica piuttosto che per un'altra ma sempre nell'ottica di massimizzare il proprio vantaggio grazie a un aumento di popolarità o di voti.»
Nota (*2): questo è in realtà un raffinamento del pensiero di Harari...
Nota (*3): ne approfitto per farmi i complimenti: questa essenza atomica di fascismo, ovvero l'equivalenza nazione=religione=fascismo è proprio quel quid che, pur all'epoca non essendo in grado di identificarlo, avevo previsto che esistesse in L'origine della dittatura!
giovedì 13 settembre 2018
Conti e umorismo
Questo pezzo è nato un po' per caso e non ha niente a che fare con Giuseppe.
Su Twitter ho trovato un profilo umoristico molto divertente: Le frasi di Oshø
Mi sono divertito anche a vedere se e quanto sia schierato politicamente basandomi sul campione degli ultimi 20 cinguettii:
Maggioranza → 9
Altro → 7
Opposizione → 4
Direi quindi che presta molta attenzione alla politica ma non è palesemente schierato: come ho scritto altrove è normale, e forse anche benefico, che la maggioranza sia più presa di mira dalla satira; un rapporto di circa 2:1 mi sembra sano e fisiologico.
Oltretutto anche le battute che ho classificato come “Opposizione” erano ben bilanciate: 1 per il PD, 1 per Forza Italia e 2 per il Mattarella...
Voglio fare lo stesso col Lercio.it per curiosità!
Allora la pagina su Twitter (Lercio-notizie) è sbilanciata: negli ultimi 20 cinguettii non ce n'è nessuno sull'opposizione!
Maggioranza → 8
Altro → 12 (in questa categoria ho inserito anche battute sui vaccini che avrebbero forse potuti essere assegnati alla “Maggioranza”)
Opposizione → 0
Ma mi sono anche accorto che non sono in ordine cronologico (ce ne erano anche di vecchi). Da una parte ciò è comunque significativo perché la scelta di cosa pubblicare indica anche una precisa volontà ma dall'altra il confronto non sarebbe omogeneo con Oshø.
Rifaccio quindi il medesimo esperimento sul sito vero e proprio (Lercio.it) in maniera da poter valutare esattamente le ultime 20 battute.
Ah! Buffo!
Non ho trovato una pagina con tutte le battute in ordine cronologico ma nella sezione “Ultim'ora” è possibile visualizzare tutte quelle basate su una semplice immagine con titolo. Il risultato è stato:
Maggioranza → 8
Altro → 12
Opposizione → 0
Direi quindi che si tratta di un sito complessivamente meno attento alla politica ma, almeno apparentemente (troppo piccolo il campione osservato) schierato contro il governo. "Apparentemente" perché ricordo bene che “ai tempi del PD” non mancavano le battute che ironizzavano su di esso...
Vediamo dopo quante battute trovo la prima sul PD o sull'opposizione in genere:
Dopo altre diciannove, ovvero è la 40° in ordine cronologico: è sulle previsioni di Fassino, abbastanza modesta.
Conclusione: beh, niente di che... mi sono divertito a contare un po' di battute ma la mia analisi resta non significativa. E anche se lo fosse, ovvero se il Lercio.it fosse leggermente schierato a favore delle opposizioni (o, meglio, contro l'attuale maggioranza), sarebbe comunque una scelta legittima (*1) e io continuerò ugualmente a divertirmi leggendolo!
Nota (*1): Io trovo fondamentalmente sbagliato accanirsi sull'opposizione e non sulla maggioranza (cosa, in parte, fisiologica).
Su Twitter ho trovato un profilo umoristico molto divertente: Le frasi di Oshø
Mi sono divertito anche a vedere se e quanto sia schierato politicamente basandomi sul campione degli ultimi 20 cinguettii:
Maggioranza → 9
Altro → 7
Opposizione → 4
Direi quindi che presta molta attenzione alla politica ma non è palesemente schierato: come ho scritto altrove è normale, e forse anche benefico, che la maggioranza sia più presa di mira dalla satira; un rapporto di circa 2:1 mi sembra sano e fisiologico.
Oltretutto anche le battute che ho classificato come “Opposizione” erano ben bilanciate: 1 per il PD, 1 per Forza Italia e 2 per il Mattarella...
Voglio fare lo stesso col Lercio.it per curiosità!
Allora la pagina su Twitter (Lercio-notizie) è sbilanciata: negli ultimi 20 cinguettii non ce n'è nessuno sull'opposizione!
Maggioranza → 8
Altro → 12 (in questa categoria ho inserito anche battute sui vaccini che avrebbero forse potuti essere assegnati alla “Maggioranza”)
Opposizione → 0
Ma mi sono anche accorto che non sono in ordine cronologico (ce ne erano anche di vecchi). Da una parte ciò è comunque significativo perché la scelta di cosa pubblicare indica anche una precisa volontà ma dall'altra il confronto non sarebbe omogeneo con Oshø.
Rifaccio quindi il medesimo esperimento sul sito vero e proprio (Lercio.it) in maniera da poter valutare esattamente le ultime 20 battute.
Ah! Buffo!
Non ho trovato una pagina con tutte le battute in ordine cronologico ma nella sezione “Ultim'ora” è possibile visualizzare tutte quelle basate su una semplice immagine con titolo. Il risultato è stato:
Maggioranza → 8
Altro → 12
Opposizione → 0
Direi quindi che si tratta di un sito complessivamente meno attento alla politica ma, almeno apparentemente (troppo piccolo il campione osservato) schierato contro il governo. "Apparentemente" perché ricordo bene che “ai tempi del PD” non mancavano le battute che ironizzavano su di esso...
Vediamo dopo quante battute trovo la prima sul PD o sull'opposizione in genere:
Dopo altre diciannove, ovvero è la 40° in ordine cronologico: è sulle previsioni di Fassino, abbastanza modesta.
Conclusione: beh, niente di che... mi sono divertito a contare un po' di battute ma la mia analisi resta non significativa. E anche se lo fosse, ovvero se il Lercio.it fosse leggermente schierato a favore delle opposizioni (o, meglio, contro l'attuale maggioranza), sarebbe comunque una scelta legittima (*1) e io continuerò ugualmente a divertirmi leggendolo!
Nota (*1): Io trovo fondamentalmente sbagliato accanirsi sull'opposizione e non sulla maggioranza (cosa, in parte, fisiologica).
martedì 11 settembre 2018
Censura a breve?
Notizia: Copyright, l’Ue ha tre opzioni di voto e zero possibilità di approvare una riforma sensata di Guido Scorza da IlFattoQuotidiano.it
Dopo il mio Censura europea: il ritorno sempre per cercare di mantenere viva, nel mio piccolo, l'attenzione sulla fondamentale votazione al parlamento europeo, rilancio questo articolo lucido ed equilibrato del “solito” (*1) Guido Scorza.
Concordo su molte delle sue affermazioni con la differenza che io, essendo molto pessimista, sono convinto che le lobbi abbiano fatto il loro lavoro e che quindi ci sia il rischio concreto che passi il testo appena ritoccato rispetto a qualche mese fa.
Colpisce poi la quasi totale mancanza di informazione su questa fondamentale problematica perché i media sono parte in causa ed, evidentemente, ritengono più utile non parlare dell'argomento visto che qualsiasi dibattito libero e oggettivo porterebbe a rigettare la censura implicita nella direttiva proposta.
Nota (*1): “Solito” perché ho scritto altri pezzi basati sui suoi articoli ed è una delle poche firme che riconosco...
Lobbi hanno lobbato - 12/9/2018
E, come avevo previsto e temuto, alla fine le lobbi hanno raggiunto il loro scopo: è stata approvata la direttiva europea sul diritto d'autore con minime modifiche agli articoli incriminati (ma restano i meccanismi di censura automatica: allucinante!)
Ecco la notizia: Copyright, parlamento UE approva la proposta di riforma. Niente “tassa sui link” per chi li usa a fini non commerciali da IlFattoQuotidiano.it
Per adesso non ho voglia di commentare...
E Orban? - 12/9/2018
L'altro fatto del giorno è l'approvazione da parte del PE delle sanzioni contro l'Ungheria Orban.
Di questo argomento non parlo perché non so niente: comunque di questo parlamento europeo fascista (per definizione di Harari: accentramento e controllo dell'informazione) non mi fido assolutamente. Proprio per questo, non sapendo niente di Orban, scommetterei sulla sua “innocenza”...
Schifo europeo - 13/9/2018
E ora gli editori, che prima della votazione avevano mantenuto un prudente, pavido e ipocrita silenzio, adesso sghignazzano fra sé e ribaltano la realtà. Un esempio: La voglia di fermare i giornali di Alberto Mingardi da LaStampa.it (l'articolo completo è riservato agli utenti a pagamento ma basta il titolo...)
Non conosco le argomentazioni dell'autore ma prendendo per buono il titolo sembrerebbe che la legge per imbavagliare e censurare la rete sia stata fatta per mantenere “liberi” i media tradizionali. Sembrerebbe una barzelletta (*1) o una favola di Esopo (le sto leggendo adesso) ma è quello che scrivono i giornali “seri”.
Vabbè, non ho voglia di farmi cattivo sangue e mi limito quindi a consigliare la lettura di questo articolo: Copyright UE, Becchi: “Legge anti-populisti prima delle Europee. Anche Dagospia a rischio” di Americo Mascarucci da www.LoSpecialeGiornale.it
Un intervista al solito Becchi che sembra basata su quanto scrivo (e prevedo) nella mia Epitome: manca solo, ovviamente, la distinzione (*2) fra populismo reale e apparente...
Nota (*1): I media tradizionali non sono (mai stati) assolutamente liberi ma sono al servizio dei grandi poteri economici spesso associati a doppio filo col tradizionale potere politico di Bruxelles.
Nota (*2): Questa distinzione del resto non interessa ai partiti tradizionali che si oppongono a tutti i populismi con la distinzione di guardare con invidia verso quelli apparenti (sono uguali a loro ma hanno successo) e con terrore (che diviene facilmente odio) verso quelli reali.
Su vaccini e populismi - 15/9/2018
Non so se ne ho già scritto ma mi pare di no. Come sapete il mio dubbio su questo governo è se sia un populismo reale o apparente (*1): tutti gli indizi indicano un populismo apparente e solo con la forza dell'ottimismo mi aggrappo alla speranza che sia reale.
La gestione dell'obbligo dei vaccini è uno di questi indizi.
Un populismo reale avrebbe tolto l'obbligo e avviato controlli massicci sulle dosi per verificare o smentire la presenza di eventuali sostanze inquinanti e pericolose agendo poi di conseguenza.
Al contrario, dopo un ridicolo balletto di tira e molla, tutto è rimasto sostanzialmente come prima e agli elettori non è stata neppure data una spiegazione di questo cambio di rotta a 180° rispetto a quanto affermato prima delle elezioni.
È inevitabile pensare che le lobbi farmaceutiche siano molto ricche e influenti: ma piegarsi alle lobbi è sintomatico di un populismo apparente che non fa cioè gli interessi della popolazione.
Nota (*1): vabbè: non sto a ripetere la solita distinzione fra M5S e Lega. I complicati rapporti interni di questa coalizione rendono difficile individuare le diverse responsabilità e quindi chi è cosa.
Dopo il mio Censura europea: il ritorno sempre per cercare di mantenere viva, nel mio piccolo, l'attenzione sulla fondamentale votazione al parlamento europeo, rilancio questo articolo lucido ed equilibrato del “solito” (*1) Guido Scorza.
Concordo su molte delle sue affermazioni con la differenza che io, essendo molto pessimista, sono convinto che le lobbi abbiano fatto il loro lavoro e che quindi ci sia il rischio concreto che passi il testo appena ritoccato rispetto a qualche mese fa.
Colpisce poi la quasi totale mancanza di informazione su questa fondamentale problematica perché i media sono parte in causa ed, evidentemente, ritengono più utile non parlare dell'argomento visto che qualsiasi dibattito libero e oggettivo porterebbe a rigettare la censura implicita nella direttiva proposta.
Nota (*1): “Solito” perché ho scritto altri pezzi basati sui suoi articoli ed è una delle poche firme che riconosco...
Lobbi hanno lobbato - 12/9/2018
E, come avevo previsto e temuto, alla fine le lobbi hanno raggiunto il loro scopo: è stata approvata la direttiva europea sul diritto d'autore con minime modifiche agli articoli incriminati (ma restano i meccanismi di censura automatica: allucinante!)
Ecco la notizia: Copyright, parlamento UE approva la proposta di riforma. Niente “tassa sui link” per chi li usa a fini non commerciali da IlFattoQuotidiano.it
Per adesso non ho voglia di commentare...
E Orban? - 12/9/2018
L'altro fatto del giorno è l'approvazione da parte del PE delle sanzioni contro l'Ungheria Orban.
Di questo argomento non parlo perché non so niente: comunque di questo parlamento europeo fascista (per definizione di Harari: accentramento e controllo dell'informazione) non mi fido assolutamente. Proprio per questo, non sapendo niente di Orban, scommetterei sulla sua “innocenza”...
Schifo europeo - 13/9/2018
E ora gli editori, che prima della votazione avevano mantenuto un prudente, pavido e ipocrita silenzio, adesso sghignazzano fra sé e ribaltano la realtà. Un esempio: La voglia di fermare i giornali di Alberto Mingardi da LaStampa.it (l'articolo completo è riservato agli utenti a pagamento ma basta il titolo...)
Non conosco le argomentazioni dell'autore ma prendendo per buono il titolo sembrerebbe che la legge per imbavagliare e censurare la rete sia stata fatta per mantenere “liberi” i media tradizionali. Sembrerebbe una barzelletta (*1) o una favola di Esopo (le sto leggendo adesso) ma è quello che scrivono i giornali “seri”.
Vabbè, non ho voglia di farmi cattivo sangue e mi limito quindi a consigliare la lettura di questo articolo: Copyright UE, Becchi: “Legge anti-populisti prima delle Europee. Anche Dagospia a rischio” di Americo Mascarucci da www.LoSpecialeGiornale.it
Un intervista al solito Becchi che sembra basata su quanto scrivo (e prevedo) nella mia Epitome: manca solo, ovviamente, la distinzione (*2) fra populismo reale e apparente...
Nota (*1): I media tradizionali non sono (mai stati) assolutamente liberi ma sono al servizio dei grandi poteri economici spesso associati a doppio filo col tradizionale potere politico di Bruxelles.
Nota (*2): Questa distinzione del resto non interessa ai partiti tradizionali che si oppongono a tutti i populismi con la distinzione di guardare con invidia verso quelli apparenti (sono uguali a loro ma hanno successo) e con terrore (che diviene facilmente odio) verso quelli reali.
Su vaccini e populismi - 15/9/2018
Non so se ne ho già scritto ma mi pare di no. Come sapete il mio dubbio su questo governo è se sia un populismo reale o apparente (*1): tutti gli indizi indicano un populismo apparente e solo con la forza dell'ottimismo mi aggrappo alla speranza che sia reale.
La gestione dell'obbligo dei vaccini è uno di questi indizi.
Un populismo reale avrebbe tolto l'obbligo e avviato controlli massicci sulle dosi per verificare o smentire la presenza di eventuali sostanze inquinanti e pericolose agendo poi di conseguenza.
Al contrario, dopo un ridicolo balletto di tira e molla, tutto è rimasto sostanzialmente come prima e agli elettori non è stata neppure data una spiegazione di questo cambio di rotta a 180° rispetto a quanto affermato prima delle elezioni.
È inevitabile pensare che le lobbi farmaceutiche siano molto ricche e influenti: ma piegarsi alle lobbi è sintomatico di un populismo apparente che non fa cioè gli interessi della popolazione.
Nota (*1): vabbè: non sto a ripetere la solita distinzione fra M5S e Lega. I complicati rapporti interni di questa coalizione rendono difficile individuare le diverse responsabilità e quindi chi è cosa.
lunedì 10 settembre 2018
Il caprifungofago
Di fronte all'ingresso di casa crescono numerosi dei grossi funghi: secondo un “esperto” sarebbero “ottimi”, secondo un altro solo la cappella è commestibile ma deve essere cotta. Io per sicurezza non li ho mai assaggiati.
Però mi diverto a osservarne la crescita perché divengono anche molto grandi: quelli che crescono all'interno del mio giardino raggiungono un diametro anche di 20-30cm, quelli fuori invece durano molto meno. Abbiamo provato a “proteggerli” con delle reti ma queste vengono semplicemente buttate giù.
Non sapevamo che animale potesse mangiarli ma si sospettava un cinghiale o un capriolo: col buio si possono infatti sentire rumori sospetti provenienti dalle vicinanze...
Comunque ieri sera verso le 20:30 (era già buio) rientro a casa: il cancello era stato lasciato aperto così parcheggio e, per evitare un grosso rospo, mi fermo in un punto diverso dal solito. Scendo di macchina e ne approfitto per rilassarmi (eufemismo) qualche secondo all'aperto: quasi subito sento una gran confusione di rami spezzati e così mi affretto a chiudere il cancello per non fare ENTRARE animali nel giardino. Mi accorgo però poi che il rumore non si allontana come mi immaginavo ma, anzi, si avvicina. Allora rientro in casa col dubbio di aver chiuso un animale dentro al giardino: dalla finestra sento poi chiaramente dei grugniti e quindi temo di aver “catturato” un cinghiale. Siccome è buio decido di non far niente e di aspettare il giorno dopo.
Stamani, verso le 7:30, dalla finestra della mia camera:
Tiro un sospiro di sollievo perché i caprioli sono dei fifoni innocui: mi ci sono già infilati in giardino un'altra volta e so come farli uscire senza troppi problemi. I caprioli scappano semplicemente in direzione opposta a quella della minaccia e in pratica, seguendoli a distanza, è facile fargli fare tutto il giro della rete fin quando non trovano il cancello aperto e possono così tornarsene nel bosco.
Questa volta mi sono ricordato di impostare bene la mia macchina fotografica con un tempo di scatto di 1/500° di secondo e così le foto non mi sono venute mosse.
Qui il capriolo si dirige verso un angolo della rete:
E poi, finalmente, vede il cancello aperto dalla parte opposta e mi corre davanti a tutta velocità!
Conclusione: secondo me per un po' di tempo non verrà più a mangiarmi i funghi davanti al cancello di casa!
Ah! e per coincidenza ieri mattina ho visto una volpe nel mio vialetto mentre a sera (a circa 2Km) un leprotto!
Però mi diverto a osservarne la crescita perché divengono anche molto grandi: quelli che crescono all'interno del mio giardino raggiungono un diametro anche di 20-30cm, quelli fuori invece durano molto meno. Abbiamo provato a “proteggerli” con delle reti ma queste vengono semplicemente buttate giù.
Non sapevamo che animale potesse mangiarli ma si sospettava un cinghiale o un capriolo: col buio si possono infatti sentire rumori sospetti provenienti dalle vicinanze...
Comunque ieri sera verso le 20:30 (era già buio) rientro a casa: il cancello era stato lasciato aperto così parcheggio e, per evitare un grosso rospo, mi fermo in un punto diverso dal solito. Scendo di macchina e ne approfitto per rilassarmi (eufemismo) qualche secondo all'aperto: quasi subito sento una gran confusione di rami spezzati e così mi affretto a chiudere il cancello per non fare ENTRARE animali nel giardino. Mi accorgo però poi che il rumore non si allontana come mi immaginavo ma, anzi, si avvicina. Allora rientro in casa col dubbio di aver chiuso un animale dentro al giardino: dalla finestra sento poi chiaramente dei grugniti e quindi temo di aver “catturato” un cinghiale. Siccome è buio decido di non far niente e di aspettare il giorno dopo.
Stamani, verso le 7:30, dalla finestra della mia camera:
Tiro un sospiro di sollievo perché i caprioli sono dei fifoni innocui: mi ci sono già infilati in giardino un'altra volta e so come farli uscire senza troppi problemi. I caprioli scappano semplicemente in direzione opposta a quella della minaccia e in pratica, seguendoli a distanza, è facile fargli fare tutto il giro della rete fin quando non trovano il cancello aperto e possono così tornarsene nel bosco.
Questa volta mi sono ricordato di impostare bene la mia macchina fotografica con un tempo di scatto di 1/500° di secondo e così le foto non mi sono venute mosse.
Qui il capriolo si dirige verso un angolo della rete:
E poi, finalmente, vede il cancello aperto dalla parte opposta e mi corre davanti a tutta velocità!
Conclusione: secondo me per un po' di tempo non verrà più a mangiarmi i funghi davanti al cancello di casa!
Ah! e per coincidenza ieri mattina ho visto una volpe nel mio vialetto mentre a sera (a circa 2Km) un leprotto!
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