So bene che i lettori assettati di saggezza si dissetano, con fiducia e senza esitazioni, con la verità che sgorga abbandonate dalla inesauribile scaturigine di questo ghiribizzo...
Eppure ieri un mio amico e scrupoloso lettore mi ha segnalato un grave errore in quanto qui riportato! Si tratta del corto Il pusher bisognoso che essendo propriamente corto riporto integralmente qui di seguito:
«Il “pusher” bisognoso - 30/8/2018
Notizia: Il pusher rimesso in libertà: "Si mantiene con lo spaccio" di Paola Fucilieri da IlGiornale.it
Quindi adesso delinquere per necessità è permesso, solo chi lo fa per passione verrà punito...»
In realtà detto articolo è una bufala o, meglio, il suo titolo è altamente fuorviante. In pratica le due proposizioni, “Il pusher rimesso in libertà” e “Si mantiene con lo spaccio”, sono entrambe vere ma la prima non è conseguenza della seconda come si potrebbe essere erroneamente portati a ritenere.
L'amico mi brontola poi bonariamente di non aver verificato su Google l'autenticità della notizia e mi fornisce tre collegamenti a siti che “smontano” la bufala in questione:
https://www.bufale.net/home/disinformazione-spaccia-droga-per-necessita-pusher-rimesso-in-liberta-dai-giudici-bufale-net/
https://www.salentometropoli.it/2018/09/01/spacciatore-scarcerato-bufala/
https://www.butac.it/scarcerato-perche-spacciava-per-necessita/
Cosa posso quindi dire ai miei lettori per giustificarmi per aver erroneamente propalato una bufala?
Beh, prima di tutto che sono ben conscio del problema, ovvero della tendenza a considerare vero ciò che conferma le nostre idee. Al riguardo scrissi un bel pezzo qualche anno fa: Come leggere i giornali.
Ovviamente consiglio di leggere integralmente tale articolo ma ne riporto comunque un paio di periodi significativi:
«La differenza sta nel fatto che quando leggiamo qualcosa che ricalca una nostra convinzione (non necessariamente politica) la nostra capacità di giudizio viene sospesa.
Siamo talmente soddisfatti di aver trovato una voce autorevole che la pensa come noi che non ci preoccupiamo minimamente di chiederci quanto questa fonte sia attendibile: conferma la nostra opinione e questo ci basta.»
e
«Tornando al titolo del post: come bisognerebbe leggere un articolo di un giornale?
Con estremo scetticismo. Si dovrebbe fare come quando leggiamo un articolo completamente contrario alla nostra opinione: con estrema critica chiederci quanto ci sia di vero e assodato in ogni parola, cosa sia solo un ipotesi, quali generalizzazioni siano accettabili e quali sintesi siano corrette.»
E quindi cosa fa KGB? Predica bene e razzola male?
Beh, direi nì...
Prima di tutto controllo la fonte e se mi sembra dubbia allora evito di perderci tempo. Nel caso in questione la fonte era IlGiornale.it e, per questo, l'avevo valutata credibile. In realtà il livello dei media italiani è omogeneamente basso ed è evidente che IlGiornale.it non è qualitativamente superiore a Repubblica.it o Corriere.it: la sua tendenza politica è semplicemente opposta a quella dei due più noti quotidiani ma la sua informazione non è migliore (*1).
In questo caso l'articolo confermava un mio pregiudizio sulla giustizia italiana ovvero che una minoranza di giudici/magistrati lavora in maniera imprevedibile e contraddittoria arrivando a risultati, ovvero sentenze, paradossali: in altre parole il titolo dell'articolo confermava una mia convinzione. Proprio per questo motivo (e per quanto io stesso, già nel 2010, consigliavo agli altri di fare!) avrei dovuto essere particolarmente prudente. Perché quindi non lo sono stato?
Semplicemente perché avevo considerato tale notizia di cronaca sostanzialmente insignificante (frutto di un giudice isolato, probabilmente con problemi psichici) e non indicativa di una tendenza generale: per questo motivo non avevo neppure perso tempo a leggere il contenuto dell'articolo (*2). Riportavo tale articolo solo per poter pubblicare un commento che giudicavo divertente, ovvero: «Quindi adesso delinquere per necessità è permesso, solo chi lo fa per passione verrà punito...». Ricordo anche che, proprio per questo, avevo anche preso in considerazione l'uso del marcatore “Pillola” ma poi avevo desistito credendo che il fatto di cronaca fosse comunque vero...
Insomma: è vero che ho riportato una bufala credendo fosse una notizia corretta ma a mia difesa posso dire che non la ritenevo degna di approfondimento perché irrilevante e utile solo a dar senso al mio commento paradossale.
Conclusione: ricapiterà? Bo, forse... di sicuro sarò molto più sospettoso con gli articoli de IlGiornale.it...
Ah! dimenticavo: in buona sostanza sono stato “bufalato” perché ho creduto a una bufala ma non “imbufalito” perché, ritenendola irrilevante, non mi sono neppure arrabbiato per essermi ingannato.
Nota (*1): Apro una corposa parentesi. Dei siti suggeriti dal mio amico ho dato un'occhiata più approfondita a Bufale.net: come ho più volte scritto sono molto scettico sulle misure antibufale più volte ventilate sia in Italia che nella EU. Il mio timore è che, essendo il confine fra bufala e opinione (magari stravagante) piuttosto labile, alla fine questi meccanismi possano divenire delle vere e proprie forme di censura. Per questo ero curioso di vedere come lavorava questo Bufale.net
La struttura del sito è semplice: gli articoli sono divisi in cinque categorie “Bufale”, “Disinformazione”, “Facebook”, “Notizie vere” e “Truffe”.
Già concettualmente sono però contrario alla sezione “Disinformazione”. Se un articolo disinforma o no è infatti molto arbitrario. Personalmente, ad esempio, ritengo che il 90% degli articoli di un paio delle più importanti testate nazionali (e le altre, come dimostrato oggi, sono più o meno allo stesso livello) siano pura disinformazione!
Insomma se un articolo sia disinformazione o no dipende fondamentalmente dall'opinione di chi lo legge ed è quindi sbagliato che degli illustri sconosciuti decidano se un articolo è accurato o fuorviante.
Così ho dato un'occhiata proprio agli articoli considerati “Disinformazione” per farmi un'idea dei criteri usati da Bufale.net
Ora non voglio dilungarmi troppo ma i miei sospetti sono stati confermati. La diffidenza dei gestori del sito verso le tesi del sovranismo (e di conseguenza a favore del mainstream) è evidente in alcune argomentazioni e questo ovviamente colora i loro giudizi. Ho letto 5 articoli di questa sezione e due (quello del pusher di cui ho scritto oggi e un altro, ben più grave, con foto dubbie sui campi libici) li avrei considerati bufale, un'altra (sulla Boldrini) mi è sembrata artificiosamente considerata disinformazione mentre invece era una sintesi accettabile di quello che è evidentemente il pensiero dell'ex presidente della Camera, un'altra considerata giustamente disinformazione (molto vicina a essere bufala) e un'ultima considerata disinformazione in mancanza di una piccola precisazione (che io, ad esempio, consideravo ovvia). Nota: non ho perso tempo a leggere l'opinione di Bufale.net sull'elefante che faceva il bagno!
Vabbè, magari tornerò sull'argomento...
Nota (*2): Che non pensavo potesse aggiungere niente di interessante, a parte i dettagli del caso, a quanto già espresso nel titolo.
lunedì 3 settembre 2018
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