Premessa triste.
Domenica è ricominciata la caccia: io ne sono ben consapevole perché, anche se non sono un cacciatore, vivo in un bosco, in una “zona di ripopolamento e cattura” confinante con territorio di caccia. Negli ultimi dieci-venti anni il numero di cacciatori si è fortemente ridotto ma il primo giorno di caccia c'è sempre un po' più di animazione del solito: diciamo che il primo giorno ero abituato a sentire una ventina di spari (compresi quelli “lontani”), una decina il giorno dopo e poi, nei mesi successivi, da zero a tre nei giorni in cui la caccia è consentita.
Invece questa domenica mattina ho sentito il primo sparo alle 8:00 (un'ora tarda per i cacciatori) ma da quel momento in poi è stato un continuo. Addirittura nel giro di un'ora ho sentito piovere i pallini per 3/4 volte quando in genere succede, in tutta la stagione di caccia, una volta ogni 2 o 3 anni!
Ora la mia casa ha i muri particolarmente spessi e io sento solo i suoni che vengono dalla direzione in cui si affaccia la mia finestra così, solo quando sono uscito per andare in città, poco prima delle 10:00 mi sono accorto che sparavano tutt'intorno alla casa: però ero in partenza e, stupidamente, non ci ho fatto molto caso.
Arrivato in fondo al mio vialetto ho trovato parcheggiate due macchine, evidentemente dei cacciatori, mai viste prima. Di solito prendo i numeri di targa ma per l'appunto ero di corsa e non avevo per scrivere a portata di mano.
Quando la sera sono tornato a casa mi hanno detto che avevano continuato a sparare di continuo per tutto il giorno. Ieri quindi (lunedì) ho iniziato a fare due più due e ho capito che molto probabilmente si era trattato di bracconieri (ad esempio il fatto che avessero iniziato a sparare alle 8:00 indicava che venivano da lontano, forse anche da fuori regione): dopo pranzo decido quindi di fare un giro del bosco per vedere se c'era qualcosa di insolito.
Si usa spesso l'ossimoro “silenzio assordante” che, in pratica, ha acquistato il significato di grande silenzio: ma in realtà il silenzio assordante, l'ho capito ieri, ha un senso più profondo.
Vivendo ai margini del bosco sono abituato al cinguettio continuo degli uccellini e ormai non ci faccio più caso come, chi vive in città, è assuefatto al rumore del traffico: invece ieri mi sono accorto che non c'erano suoni. Il “silenzio assordante” è in realtà un silenzio angosciante, l'urlo muto della natura per la violenza subita. È impressionante: è un silenzio che non si percepisce con le orecchie ma che risuona nell'anima.
Ma come fanno certe persone a guardarsi allo specchio la mattina? Cosa hanno al posto del cuore?
Comunque, rientrando a casa, sono passato dal frutteto e ho visto qualcosa muoversi: era un grosso rapace, evidentemente, non in grado di volare che mi guardava attento. Mi sono avvicinato e questo ha cercato di scappare via saltellando, andando a sbattere contro la rete del giardino.
Allora sono andato a prendere la macchina fotografica e gli ho fatto alcune foto:
Come si intuisce dalla prospettiva gli sono girato intorno a circa 5 metri di distanza per non impaurirlo...
Poi sono tornato in casa e ho telefonato alla LIPU: la mia speranza era che mi mandassero qualcuno a recuperare l'animale ferito ma, come temevo, mi hanno detto (dopo aver visto le foto che gli avevo inviato per posta): “Benissimo, è un falco pellegrino adulto e probabilmente ferito, adesso lei lo può prendere, lo mette in una scatola e intanto noi contattiamo un volontario al quale potrà consegnarlo e che lo porterà a un nostro centro di assistenza...”
Il problema, dal mio punto di vista, è che l'uccello era parecchio vivace e, come si intuisce dalle foto, munito di un becco e di artigli di tutto rispetto: io poi non ho alcuna dimestichezza con questi animali e non mi fiderei a toccare, non dico un pappagallo, ma neppure un canarino! Non è che sono fifone ma sono MOLTO prudente e non mi fido minimamente di tutto ciò che non conosco...
Per farmi coraggio ho deciso di documentarmi in rete: sul sito della LIPU c'è una pagina su come recuperare gli uccelli feriti ma si tratta di rondini, piccioni o pulcini caduti dal nido...
Nel frattempo (li tempestavo di epistole con i miei dubbi e mi era stato detto di usare una coperta per catturarlo perché una volta ricoperto da essa si sarebbe tranquillizzato) ho cercato anche su Youtube ma non ho trovato niente che mi spiegasse come fare...
Alla fine mi sono fatto coraggio, mi sono messo una giacca invernale e i guanti da giardinaggio, poi ho preso una grossa coperta invernale e lo scatolone enorme della mia stampante: essendo da solo avevo infatti pensato che sarebbe stato più facile infilarci l'animale se questo si fosse agitato...
Comunque, potendo, mi sarei bardato con l'armatura imbottita che usano gli addestratori di cani alla difesa!
Poi sono tornato nel frutteto. Devo dire che appena sono entrato in azione mi è anche passato il timore: mi sono infatti reso conto che il falco aveva molta più paura di me!
Allora ho iniziato a parlargli per tranquillizzarlo come se fosse Bisba (“piccolino non aver paura! Topino non scappare!”) mentre l'inseguivo fra i rovi con la mia copertona (che ovviamente si impigliava).
In realtà l'azione non è stata molto spettacolare: in breve tempo ho capito che lo dovevo fare prima uscire dal rovo e appena mi è riuscito farlo, al secondo o terzo tentativo, sono riuscito a coprirlo con la coperta. Con estrema prudenza l'ho preso delicatamente con le mani (attraverso la coperta) e l'ho infilato nello scatolone.
Poi ho caricato il tutto in macchina e l'ho portato al luogo dell'appuntamento con il volontario della LIPU. Il viaggio è andato bene: appena partiti, senza pensarci, avevo acceso come al solito la radio per ascoltare un mio CD di power metal, ma il falco stranamente non gradiva e iniziava ad agitarsi: l'ho sentito grattare la scatola. Allora ho spento tutto e ho cercato di viaggiare facendo attenzione a curve e frenate: dopo pochi minuti si è calmato ed è rimasto buono per il resto del viaggio.
La volontaria della LIPU mi ha detto che mi faranno avere notizie dell'uccello: spero proprio che si rimetta poverino...
Modificato (21/9/2018): Mi è arrivato il seguente messaggio dalla LIPU:
"...
Come Centro di Recupero ci teniamo ad informarla che il giovane falco pellegrino da lei consegnatoci sta bene.
Al momento della consegna presentava una frattura del radio destro, causa ferita da arma da fuoco. L'animale è pertanto stato medicato, fasciato e sottoposto a terapia antibiotica.
Finché non sarà completamente guarito sarà tenuto sotto osservazione, dopodiché verrà trasferito in voliera con altri pellegrini per terminare la riabilitazione e attendere il momento più giusto per la liberazione.
..."
Conclusione: che imbecille sono stato a non capire subito domenica mattina che la situazione era anomala. Ma, come spiegato, dalla mia camera sentivo solo una frazione degli spari e, quando sono uscito per partire e ho udito la cacofonia di scoppi provenire da tutte le parti, ho pensato che fosse solo la coincidenza di un momento...
Per darvi l'idea ieri (lunedì), in tutta la giornata, ho sentito solo uno sparo lontano: insomma domenica avrei dovuto capire che qualcosa non andava. Probabilmente se fossi rimasto a casa, conoscendomi verso le 12:00, avrei potuto fare qualcosa...
alla prima stazione
1 ora fa
Tanti auguri di pronta guarigione al falco! E grazie a te per il salvataggio.
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