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venerdì 15 gennaio 2016

Anni belli, brutti e peggio

Ieri sera ho dato una lettura all'autobiografia di mio padre dove gli ultimi capitoli che sta scrivendo sono paralleli ai miei primi ricordi. Paradossalmente, nonostante il suo stile vivace e scherzoso, sono stato vittima del mio umore umbratile.

Con animo melanconico e con vecchi ricordi dimenticati che si agitavano nel mio subconscio sono scivolato sotto le coperte nel tentativo di afferrare lo sfuggente sonno. Ovviamente non avevo speranza e, benché stanco, mi sentivo sempre più sveglio.
Allora per risollevarmi dalla cupezza nella quale ero sprofondato ho provato a individuare il mio anno più felice.

Probabilmente in assoluto fu l'anno della quarta elementare: ricordo che fu l'unico periodo della mia giovinezza in cui ebbi un accenno di pancia. Significa che mangiavo leggermente più del solito, indice di un'insolita serenità famigliare. A scuola andavo bene e non avevo tensioni di sorta.
Però, in verità, l'anno che per primo mi è venuto in mente è stato il primo dell'università: come ho già scritto altrove andai a studiare a Pisa ospitato durante la settimana dai miei zii che là abitavano.
Come detto non fu forse il mio anno più felice in assoluto ma sicuramente spicca per il contrasto con i precedenti: il liceo non era stato una difficoltà ma la vita in famiglia era priva di ogni serenità con liti continue fra i miei genitori.
Invece dagli zii regnava un'armonia che non avevo mai vissuto, sperimentai la gioia di tornare a casa e trovare facce sorridenti, risate e battute: non che tutto fosse incentrato su me, anzi! Gli zii avevano i loro amici che spesso passavano a trovarli per cene tutti insieme o partite di bridge. Era la tranquillità nel suo complesso che mi mancava e che, in realtà, mi stupiva perché non avendola mai sperimentata credevo esistesse solo nei film americani.
Fu in quell'anno che da magro come uno stecco iniziai a mettere su una discreta pancetta grazie anche alla zia che era un'abile cuoca.

L'anno peggiore è stato invece senza dubbio il 2006, quando morì mia madre. A posteriori credo che lo stress di quei mesi mi lasciò per un paio di anni in uno stato di mezza depressione. Difficile accorgersene perché, stranamente, di carattere sono fondamentalmente allegro e sorridente: anche se di cattivo umore continuo a vedere il lato comico delle cose... magari con un umorismo più cupo...

Poi sono tornato al presente e mi sono chiesto come sarà questo 2016...
Ci avevo già pensato qualche tempo fa ma stanotte ho avuto di nuovo fortissima la sensazione che sarà un anno terribile: tranquilli però, non mi riferisco a livello nazionale o mondiale ma solo personale...
Qualcosa che fiuto nell'aria, timori e sensazioni completamente extrarazionali di cui quindi non ha senso parlare visto che non c'è niente da aggiungere.

E questi ultimi anni come li ho vissuti? Credo che una discreta approssimazione la si possa ottenere semplicemente contando il numero di pezzi marcati “Facezia”. Voglio provare a fare questo esperimento...
Ecco i risultati:
2015 → 5
2014 → 5
2013 → 12
2012 → 16
2011 → 18
2010 → 21

Proviamo anche a normalizzare questi valori in base al numero di pezzi scritti ogni anno:
2015 → 5.48
2014 → 5.27
2013 → 11.57
2012 → 14.32
2011 → 16.48
2010 → 23.41

Per quanto la stima sia grezza mi pare che l'andamento al ribasso, specialmente negli ultimi due anni, sia significativo.

Conclusione: speriamo che il 2016 mi sorprenda positivamente...

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