Premessa: avevo iniziato a scrivere questo pezzo sabato poi, causa ponte, non l'ho terminato subito e le notizie hanno incominciato ad accavallarsi. Probabilmente ci tornerò sopra nei prossimi giorni...
Da qualche settimana non vado su FB (v. Evaso da FB) ma un'amica mi ha comunque voluto informare su una polemica che vi aveva trovato ampia diffusione, almeno fra gli attivisti del movimento ed ex tali.
Si trattava di una lettera, firmata da numerosi (ben 75) attivisti e consiglieri dell'area bolognese, secondo la quale, per la formazione della lista per le comunali non erano stati rispettati gli articoli 4 e 7 del “Non Statuto”. In particolare si accusava di non aver coinvolto nella scelta gli attivisti dell'area e che, anzi, le notizie sulla lista erano arrivate a cosa fatta direttamente dai giornali e non tramite gli usuali canali del movimento (“Blog di Grillo” o “Meetup bolognese”). Addirittura, sempre secondo i firmatari, non c'era traccia di OdG relativo, né di verbali né di streaming...
Nel documento allegato c'era qualche informazione in più: gli attivisti firmatari non erano solo bolognesi perché i candidati dovrebbero provenire dall'intera “ex provincia” e, inoltre, il sindaco sarà presidente dell'intera area metropolitana (*1); diversamente dalle elezioni del 2009 e 2011, si denunciava anche la totale mancanza di trasparenza sui candidati, criteri di selezione e sui loro curricola. Il documento elencava successivamente una serie di numerose, evidenti e ben circostanziate contraddizioni con gli stessi principi del movimento nella modalità di formazione della lista bolognese.
Ammetto che inizialmente tale documento mi aveva lasciato piuttosto freddo: la colpa era principalmente dell'appello iniziale scritto in caratteri maiuscoli, "MASSIMA ATTENZIONE CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE E CONFRONTO", che di solito associo all'equivalente delle catene di sant'Antonio su FB...
Le risposi infatti un po' sbrigativamente:
«Diffido da tutti i post che iniziano con "MASSIMA DIFFUSIONE..."
Sarebbe interessante sapere chi rappresentano questi tizi e che rilevanza hanno nel gruppo di attivisti bolognese. Puzza un po' di lotta interna anche se l'interferenza dei vertici, che probabilmente temono un altro Pizzarotti, è molto credibile.»
La denuncia nel suo complesso, e in particolare l'interferenza dei “vertici” (*2) con il colpo di mano per imporre un candidato a loro gradito, la ritenevo credibilissima (*3) però, non conoscendo la versione dell'altra parte, ero piuttosto cauto. I firmatari mi erano ignoti e, dal mio sospettoso punto di vista, poteva trattarsi anche di nomi tutti inventati; oppure poteva trattarsi di un gruppetto di scontenti che inevitabilmente si hanno quando molte persone cooperano o hanno cooperato insieme. O magari poteva trattarsi semplicemente di persone numericamente non rappresentative degli attivisti bolognesi: una sorta di élite illuminata ma ristretta e poco significativa in quanto fortemente minoritaria...
Comunque la solita amica mi riscrisse fornendomi ulteriori notizie: prima di tutto conosceva personalmente una dei firmatari, ritenuta estremamente seria e attendibile, e questo escludeva la possibilità che si trattasse solo di un'enorme bufala; inoltre mi fece notare che l'attuale candidato sindaco, tale Bugani, è ritenuto molto vicino ai “vertici” del movimento ed è uno dei più fieri oppositori di Pizzarotti.
Per un paio di giorni non ne seppi più niente poi scoprii che la vicenda aveva raggiunto gli onori della cronaca nazionale e che sul FattoQuotidiano.it c'era un video (Di Maio: niente primarie a Bologna, qui usato metodo differente) dove Di Maio difendeva le scelte fatte. Ovviamente, molto curioso di conoscere l'altra versione dei fatti, ho seguito attentamente tale video.
Di Maio conferma tutte le accuse ma le giustifica spiegando che, in ogni città, si usano metodi diversi in base al gruppo locale. In particolare il metodo usato a Bologna era stato più volte annunciato: se altre liste si fossero presentate si sarebbe votato quale scegliere, altrimenti no.
Di Maio però non mi ha convinto e, anzi, le sue argomentazioni mi sono parse speciose: apparentemente fondate e ragionevoli ma, dopo una breve riflessione, deboli e non convincenti.
La mia prima critica è che le regole debbono essere uguali per tutti: non si può decidere caso per caso facendo come meglio pare. Chi infatti, e con quale autorità, decide cosa sia meglio? E comunque, procedendo in questa maniera, prima o poi si commetteranno delle ingiustizie.
Sfortunatamente questo modo di comportarsi autoritario dei “vertici”, sebbene in contraddizione con praticamente tutti i principi (democrazia, uguaglianza, trasparenza, rispetto delle regole) del movimento non è nuovo. Sembra che i vertici rispettino le regole solo quando gli faccia comodo: altrimenti le interpretano o le piegano come meglio gli aggrada...
Non ho poi trovato sul “Blog di Grillo” nessun riferimento a queste regole “speciali” per Bologna: ma magari sono stato io poco abile nella ricerca. Se qualcuno ne scopre traccia mi faccia sapere: sono curioso di leggerle e, in particolare, di conoscere quali scadenze erano state poste per la presentazione delle liste. Infatti Di Maio nell'intervista afferma che, se ci sono altre liste interessate a concorrere, che si certificano (quindi i termini di presentazione delle liste non sono scaduti?) mentre Bugani è più sbrigativo e conferma di essere lui il solo e unico candidato sindaco del M5S.
E questo ci porta direttamente alla seconda critica: democrazia non significa solo libertà di scegliere il candidato preferito ma anche di porli tutti nelle stesse condizioni iniziali, senza avvantaggiarne uno a scapito degli altri. In questo caso si avrebbe il paradosso di una lista di cui è noto solo il candidato sindaco mentre quelle concorrenti, non godendo della corsia privilegiata che evidentemente Bugani ha con lo “Staff”, dovrebbero invece essere già complete.
Questa è una palese ingiustizia e, sebbene si cerchi di nascondere tutte le anomalie di questa vicenda dietro un generico quanto vago “per il bene dei bolognesi”, è evidente che Bugani è considerato un candidato speciale.
Non conoscendolo non ho ancora opinioni definitive su Bugani: però le mie sensazioni sono negative. Il fatto che critichi ferocemente il lavoro di Pizzarotti, che invece io stimo e ammiro, è estremamente significativo: Pizzarotti è per adesso l'unico pentastellato che stia veramente dimostrando come un cittadino prestato alla politica possa governare una grande realtà meglio di politici di professione. Sminuire invece che esaltare il lavoro di Pizzarotti equivale a minare la (poca) credibilità dell'intero movimento: chi non lo capisce o è uno stupido o è in malafede. Dai pochi secondi di video che ho visto, Bugani mi è sembrato furbo ma non stupido...
Il fatto poi che Bugani abbia accettato questo trattamento speciale non depone in suo favore: probabilmente con l'appoggio dei “vertici” del movimento avrebbe comunque vinto lui ma l'aver acconsentito ad approfittare di questa “scorciatoia” mette seri dubbi su quanto effettivamente creda nei principi del M5S. O magari si temeva un candidato forte che avrebbe potuto metterlo seriamente in difficoltà? Magari la mia sensazione iniziale che i “vertici” temessero un altro Pizzarotti era vera? Magari il M5S vuole essere sicuro di non vincere a Bologna oppure vuole solo premiare un suo fedelissimo garantendogli un posto in comune da consigliere?
Sfortunatamente non ho abbastanza informazioni per poter rispondere a queste domande che, al momento, restano delle semplici illazioni...
Conclusione: sicuramente una brutta vicenda che mette un'altra volta in risalto le gravissime contraddizioni del M5S. Nei prossimi giorni cercherò di scoprirne di più provando a contattare, tramite l'amica comune, l'attivista firmataria del documento da cui è nata la vicenda...
Nota (*1): incostituzionale ma è così...
Nota (*2): le virgolette a vertici (v. anche I problemi del M5S) rimandano a una mia vecchia polemica: nel movimento dove “uno vale uno” non dovrebbero esistere persone, per giunta non elette né votate, che decidono per tutti ma invece...
Nota (*3): sebbene casi toscani analoghi non mi vengano in mente, un'ingerenza simile si è avuta anche da noi lo scorso anno: l'annullamento di tutte le decisioni prese dal Meetup regionale che riguardavano la modalità di selezione dei candidati per la regione (i candidati sarebbero stati selezionati dagli attivisti toscani e, solo successivamente, la rete avrebbe votato scegliendo fra questi: non avremmo così avuto candidature di furbetti e impreparati ma invece candidati seri e affidabili...) imponendo invece dall'alto le solite autocandidature. I risultati si sono visti...
alla prima stazione
1 ora fa
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