Mi sono reso conto che il pezzo che volevo scrivere oggi riprende degli spunti che avevo già pubblicato nella premessa di Arresto di sistema e in Gruppo di fantascienza: insomma, ripeterò almeno parzialmente dei concetti già espressi...
Ormai sono sicuro: i miei gusti per la fantascienza ricalcano l'andamento di quelli musicali. Preferisco cioè i romanzi scritti negli ultimi 10 anni rispetto a quanto scritto dal 1950 in poi: come per la musica, l'eccezione è il decennio degli anni '80, quando durante l'adolescenza scoprii la fantascienza.
Il parallelismo mi è evidente: Isaac Asimov è l'Elvis Presley della fantascienza. Indubbiamente tutti gli autori successivi devono molto a lui e, anzi, senza Asimov la fantascienza sarebbe stata qualcosa di completamente diverso. Eppure, così come riesco ad ascoltare appena i capolavori di Elvis, anche i romanzi di Asimov non mi entusiasmano.
In generale, a parte poche eccezioni, non mi piace la musica degli anni '50, '60 e '70: lo stile, l'atmosfera, i temi... Esattamente lo stesso vale per la fantascienza di quel periodo.
Da questo punto di vista confermo al 100% la sensazione che mi dette a caldo il gruppo di fantascienza su FB al quale mi iscrissi qualche mese fa (v. Gruppo di fantascienza).
Oltre 4.000 iscritti ma credo che gli utenti che scrivono attivamente siano, al massimo, circa un centinaio.
Il gruppo mi pare estremamente polarizzato: da una parte ci si lamenta di quanto la fantascienza in Italia sia di nicchia ma dall'altra si esaltano e si considerano ancora attualissimi tutti i romanzi degli anni '50 e '60 (e magari anche '70, non so...).
Il messaggio tipico è qualcosa: “Guardate cosa ho trovato a una bancarella per 2€: l'edizione italiana (ormai introvabile) degli anni '70 di XXX!!” accompagnato dalla foto della copertina.
A questo seguono commenti del tipo: “Bravo Mario!” (molti di quelli che scrivono si conoscono fra loro), “Letto: un capolavoro!” (figuriamoci se faceva schifo...), “Beato te: a me di ZZZ manca solo YYY mentre XXX l'ho letto in inglese...” (vuol far capire che ne capisce molto di più), etc...
Inizialmente anch'io avevo provato a partecipare con dei miei commenti senza, ovviamente, piegarmi alla logica della ricerca del consenso. Un giorno a un messaggio su Ursula Le Guin avevo osato chiedere se qualcuno pensava che i suoi romanzi fossero sì bellissimi (cercavo di essere diplomatico) ma, proprio quando la trama raggiungeva il climax, improvvisamente terminavano (la mia maniera diplomatica per dire che erano incompleti e tronchi). Non solo non mi rispose nessuno ma il mio commento venne addirittura cancellato!
Cioè “ufficialmente” mi sono detto che mi sembrava di averlo pubblicato ma, probabilmente, non l'avevo fatto: però non lo penso veramente. Da allora comunque non ho più perso tempo a scrivere la mia opinione.
La dinamica di tale gruppo mi è infatti ormai chiara: la maggior parte dei membri si considerano dei grandi esperti e, come ho già scritto, tendono a sopravvalutare la vecchia fantascienza. Se qualcuno scrive bene di un vecchio libro/autore riceve subito decine di apprezzamenti e conferme: questo porta alla polarizzazione del gruppo dove solo una certa maniera di vedere la realtà è ritenuta accettabile mentre, chi la pensa diversamente, è automaticamente un cretino al quale nemmeno vale la pena di rispondere...
Insomma c'è una forte tendenza a cantarsela e suonarsela piuttosto che a un aperto confronto di idee.
Perché allora non mi sono ancora cancellato? Perché, come spiegato, ci scrivono anche delle persone estremamente preparate (Pergamo su tutti) che è sempre piacevole leggere...
Conclusione: mi chiedo se questa tipologia di gruppo sia la norma su FB: magari è una tendenza inevitabile... uhm... sarebbe da investigare...
alla prima stazione
1 ora fa
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