Un giorno disse di voler prendere un gatto nero e io, tramite un amico, glielo procurai: oramai, avendo sui sei mesi, era piuttosto grandicello ed era anche un po' selvatico non essendo abituato a vivere in casa. Non ne sono sicuro ma credo che orbitasse intorno a delle case di paese dove trovava da mangiare.
Era un maschio, di taglia piccola, tutto nero, con gli occhi gialli e caratterizzato da un pelo molto lungo e morbidissimo: considerando anche il muso un po' schiacciato magari aveva qualche antenato persiano...
Appena lo vide la mamma se ne innamorò e lo chiamò Eolo.
Probabilmente a causa della sua origine non completamente domestica era molto serio e disciplinato: ho sempre avuto la netta sensazione che ci fosse consapevolmente grato per averlo adottato. Non giocava, non graffiava, non rubava (vero Bisba?!), non saltava sul tavolo ma soprattutto, non si fidava degli uomini. Quando veniva un ospite a trovarci si nascondeva nel bosco e si rifaceva vivo solo cinque minuti dopo che il visitatore se ne era andato. Sempre e con tutti: inclusi parenti e amici che per anni erano venuti a trovarci ogni settimana!
Però di me e della mamma si fidava completamente e si faceva fare di tutto: soprattutto la mamma si divertiva a coccolarlo in maniere che altri gatti non avrebbero assolutamente tollerato; Eolo invece si limitava a fare le fusa...
Ecco con lui, a differenza che con i cani, si vedeva che gli voleva proprio bene: la mamma chiamava Eolo il suo “bambino buono” mentre io ero quello “cattivo” (*1)!
Forse, ancor più di noi, Eolo si fidava di Gaia: una barboncina estremamente traumatizzata avendo passato molti mesi esposta in una vetrina (*2). Quando Eolo arrivò a casa Gaia era già con noi da un paio di anni: per tre giorni feci socializzare insieme gli animali stemperando l'irruenza della canina e rassicurando il gattino. In breve divennero inseparabili (per quanto Gaia fosse sempre un po' gelosa di lui).
Era buffissimo quando le portava un topolino: glielo lasciava vicino, allontanandosi poi di qualche metro guardando altrove. La canina abbaiava al topino, poi lo perdeva di vista e questo provava a scappare via ma allora interveniva Eolo che lo riacchiappava e subito lo riportava alla canina... Probabilmente Eolo considerava Gaia una specie di cucciolona non troppo sveglia!
Ci sarebbero tantissimi aneddoti da raccontare ma mi voglio limitare a quello che mi è più caro.
La mamma era morta durante la notte e ora, nel primo pomeriggio, riposava nella bara sistemata in salotto. Ovviamente c'era un via vai di parenti incluse un paio di zie un po' isteriche e rumorose.
Beh, nonostante il gran numero di persone, improvvisamente si presentò anche Eolo che, con dignità felina, attraversò la stanza davanti a tutti i presenti e arrivò fino alla bara. Non ho idea di cosa avesse capito: magari sentiva solo l'odore della mamma, non so...
Vero è che mai e poi mai lui si lasciava vedere da sconosciuti: figuriamoci entrare in una stanza piena di persone che non conosceva con, oltretutto, alcune delle quali piuttosto agitate.
A me piace pensare che fosse venuto per salutarla: lo so è sciocco, ma non ho ipotesi migliori per spiegare il suo comportamento (*3). Poverino: anche lui doveva essere confuso: oltretutto pochi giorni prima era morta anche Gaia alla quale, come ho scritto, era molto legato...
Per concludere un brevissimo video che, grazie all'impagabile aiuto del mio amico Yarin Voodoo (caporedattore di www.videomakers.net), è stato recuperato da una cassetta 8mm e rimontato per l'occasione. Spiegazioni a seguire...
La mamma aveva preso in braccio Eolo (che da lei si faceva fare di tutto) per farlo vedere a un'anziana parente che veniva da mesi a trovarci ogni fine settimana.
La signora, che ho preferito tagliare dal video, era seduta a due-tre metri di distanza e non era assolutamente minacciosa eppure potete vedere come Eolo si fosse divincolato fino a scappare via. Ovviamente non aveva graffiato la mamma: lei si guarda la mano ma non si era fatta niente perché, nonostante la paura, Eolo non le avrebbe mai fatto male.
L'atteggiamento un po' altezzoso, quasi sprezzante, della mamma è dovuto alla presenza della telecamera: la sua voce ma anche il suo modo di muoversi sono artefatti. Lei non voleva mai essere ripresa (queste immagini sono per questo una rarità!) e quando questo avveniva si irrigidiva.
Gaia, come al solito un po' invidiosa per le attenzioni ricevute da Eolo, è invece normale! Come scritto era stata super traumatizzata da cucciola (non da noi!) e la sua reazione istintiva quando stava per venir presa in braccio era quella di accucciarsi intimorita come nel video...
Nota (*1): scherzava!
Nota (*2): quando la prendemmo non sapeva né correre né salire o scendere un gradino...
Nota (*3): no: non stava cercando di raggiungere la sua ciotola con le crocchette: avrebbe dovuto fare un altro percorso. Da lì, anzi, non poteva arrivarci...
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