L'evento era organizzato sotto l'egida del gruppo FB Effetti.va.mente nel quale si discute appunto di effetti (o pedali) per chitarra (e basso).
Ero incerto se parteciparvi perché in contemporanea, in un paese vicino, c'era un corso per imparare a riconoscere i funghi: il Maestro però, alla scorsa lezione, mi aveva adescato suggerendomi che ci sarebbe stato un rinfresco con pasticcini e questo alla fine è stato decisivo per la mia scelta...
Ovviamente sono arrivato con largo anticipo, pioveva, mi sono perso e ho telefonato per invocare aiuto: ma so che questo non interessa ai miei lettori e quindi passo subito a descrivere la serata...
Ad accogliermi sulle scale c'era il Tecnico: un signore molto amichevole e alla mano che, sbagliandomi per un giovane (era molto buio...), mi ha mostrato con dovizia di dettagli il luogo dell'evento: si trattava di un centro per giovani gestito dal comune. Molto carino: se fossi giovane (o almeno avessi vent'anni meno!) ci andrei anch'io...
La dimostrazione doveva iniziare alle 21:00 ma, a parte me, gli altri iscritti all'evento sono arrivati con molta calma. Eravamo circa una dozzina di persone, vediamo se mi ricordo chi c'era: su un divano molto comodo (l'avevo provato durante la mia “ispezione” dell'ambiente!) c'erano seduti tre ragazzi piuttosto giovani, ormai non sono più bravo a leggere l'età delle persone ma credo che fossero intorno ai 18 anni; sulla sedia alla mia sinistra c'era un ragazzo con la fidanzata: il mio istinto mi dice che era un ingegnere (sono curioso di chiederne conferma al Maestro) ma non ci ho parlato quindi potrei sbagliarmi; alla mia destra c'era un signore sulla trentina molto preparato, credo che abbia addirittura scritto una tesi sugli effetti della distorsione!; davanti a me, a destra, c'era il Tecnico, alle prese con un computerino, collegato a un proiettore, su cui girava una specie di oscilloscopio con il quale ci mostrava le caratteristiche fisiche dei suoni emessi dalla chitarra del Maestro; davanti a sinistra c'era un signore sui 35-40 anni che ho memorizzato come “colui che alza il volume usando un compressore” (*2); al suo fianco un ragazzo alto, di poco più di vent'anni, dall'aspetto estremamente curato ma che dava l'idea di essere molto maturo; all'estrema sinistra un bassista sulla cinquantina che non ha mancato di ripetere più volte che ai “buoni vecchi tempi” non c'era né questo né quello mentre quell'altro, che c'era, costava però uno sproposito! Ah, ovviamente di fronte a noi c'era il Maestro con la sua chitarra e pedaliera circondato dai vari effetti: suoi e del Tecnico (più, lo riporto per dovere di cronaca, un pedale del ragazzo alto).
Non so, probabilmente c'erano un altro paio di persone, magari alle mie spalle, a cui non ho fatto caso (non sono stato attento e quindi ricordo solamente chi ha fatto qualche commento...)
Ecco, mi sovviene adesso che c'era anche l'amico batterista del Maestro: però, per sottolineare la sua "diversità" dai chitarristi, se ne stava nascosto in disparte, negli anfratti più bui, come un vampiro. Ho il forte sospetto che, come me, fosse stato attirato a questa dimostrazione allettato dal rinfresco: ora che ci penso io e lui siamo quelli che poi hanno mangiato maggiormente... anzi ci siamo anche litigati le patatine... uhm...
Di sicuro comunque, in questo consesso così variegato, l'unico a non capirci niente di effetti, e che infatti era venuto essenzialmente per i dolci, era il sottoscritto...
Inizialmente c'è stata un'introduzione teorica che, sfortunatamente, per me era già un po' troppo avanzata: soprattutto si davano per scontate delle nozioni che per me non lo erano ma, lo ripeto, io ero lì per mangiare...
Comunque, anche non volendo, qualcosa ho imparato:
- La chitarra emette un suono dalla forma sinusoidale e povero di armoniche
- La forma del suono deve diventare più squadrata per avere più armoniche e, conseguentemente, un timbro più ricco
- L'overdrive aumenta di poco (tutto è legato al “gain”) le armoniche e rende l'onda sonora leggermente più squadrata
- L'overdrive fa una distorsione “morbida” e in pratica amplifica il segnale: dipende poi dall'amplificatore (al quale arriva un segnale più alto del previsto) completare l'effetto di distorsione
- Il distorsore invece, tramite dei diodi, amplifica il segnale solo a partire da una certa soglia: infatti, se il volume della chitarra è basso il distorsore non ha quasi nessun effetto...
- Overdrive+distorsore → Ok; Overdrive+overdrive → Ok; Distorsore+distorsore → no!
- Il “true-by” è un interruttore
- Questa tipologia di effetti sono ancora analogici
Mentre il Maestro ci esponeva la teoria il Tecnico mostrava a video gli schemi elettrici di vari tipi di distorsori/overdrive. A sentire lui tutto era semplice e chiaro: anche il chiodo sulla parete dove venivano proiettate le immagini acquistava una sua ragione d'essere nello schema elettrico...
Già allora il Tecnico mi ha dato l'impressione di essere molto preparato anche se, lo ammetto, non capendoci nulla era facile impressionarmi: la conferma della sua abilità l'ho avuta indirettamente verso la fine della serata quando ha accennato al fatto che un cliente gli aveva spedito un pedale da modificare da Genova. Ora se tu abiti a Genova perché non ti rivolgi a qualcuno di Genova invece che a qualcuno che abita dall'altra parte della Toscana? Evidentemente il Tecnico deve avere una buona fama nell'ambiente (*3)...
Siccome era tardi, e non si voleva disturbare i vicini della palazzina accanto, tutte le prove sono state effettuate a “basso” volume: nonostante questo ogni volta che il maestro provava un accordo sobbalzavo sulla sedia! Perché solo a me danno noia i rumori forti e improvvisi? Possibile che i chitarristi siano sordi?
Comunque, a parte i miei continui sobbalzi, le prove sono state interessanti e mi hanno permesso di apprezzare le differenze fra i vari modelli di distorsore. L'unica difficoltà era che il maestro passava da un pedale all'altro molto velocemente e non sempre era chiaro quale effetto stesse venendo applicato: il dubbio non l'avevo solo io e la domanda più comune era “ma ora cosa stai suonando?”. Anzi il Maestro cambiava così velocemente e così spesso che, anche lui, a volte non sapeva più quale pedale stesse usando!
Queste prove sono andate avanti per un bel po', via via che il pubblico faceva nuove richieste chiedendo di cambiare ogni tipo di parametro. Dei dettagli di queste prove ci ho capito il giusto sia perché non conoscevo la terminologia sia perché, a differenza degli altri, non avevo idea di cosa aspettarmi. Cose del tipo: “Abbassa il master ma metti il level al massimo, poi porta il tono del distorsore al minimo, e cambia il non-so-che dell'ampli a 0,5W...” e tutti parevano sapere cosa sarebbe dovuto succedere...
Poi qualcuno è andato via quatto quatto, anche la fidanzata del presunto ingegnere si è scocciata e lui, gioco forza, ha dovuto seguirla poco dopo...
A quel punto, forse allarmati dalle defezioni, è venuto il mio momento ed è stato dichiarato aperto il rinfresco: siccome era già tardi ho voluto tenermi leggero e ho preso solo due paste molto grosse...ah, e due bicchieri di Coca-cola... ah, e un piatto di patatine...
L'idea era quella di dare la possibilità ai partecipanti all'evento di conoscersi e presentarsi fra loro ma io ho preferito sfruttare questo intervallo per mangiare in pace. Anzi passavo da una stanza all'altra, portandomi dietro il cibo, proprio per evitare spiacevoli presentazioni (*4), Lo so: il mio non è un comportamento molto sociale ma dopotutto non ho mai detto di essere socievole... anzi se fossi estroverso sarei... sarei... bo... probabilmente una carriola...
Finita la ricreazione il Maestro ha fatto provare la sua preziosa strumentazione a chiunque ne avesse il coraggio. I tre baldi giovani ci hanno fatto ascoltare i loro pezzi forti avendo la premura di mostrarsi capaci di suonare con noncuranza senza bisogno di guardare la chitarra (*5). Nel frattempo il Maestro accucciato a terra sulla pedaliera, secondo una logica tutta sua, pigiava i pulsanti colorati degli effetti come una scimmietta impazzita: beh, non esageriamo, diciamo che cambiava qualcosa ogni 2-3 secondi...
Questa parte della dimostrazione non mi è stata molto utile: ho solo verificato che io suono peggio di tutti gli altri ma questo già l'avevo intuito. In un eccesso di esibizionismo ero stato tentato di andare a esibirmi suonando il mio “inno alla gioia”, così tanto per palesare la mia incapacità ma poi, dopo una breve riflessione, il buon senso mi ha detto che non aveva senso mostrare la mia inettitudine perché tanto era già evidente e mi circondava come un'aura puzzolente.
La serata sembrava avviarsi al termine quando qualcuno ha notato uno strano pedale lasciato in disparte: si trattava di una creazione del Tecnico. Se ho ben capito, aveva preso un pedalino overdrive da poco e ci aveva attaccato una valvola; poi l'overdrive poteva anche essere escluso ma era utile per “rafforzare” il suono: infatti l'alimentazione a 9V era un po' insufficiente per la valvola che a volte faceva fatica.
A questo punto un paio di ospiti sono “impazziti” e hanno iniziato a tempestare il Tecnico di domande per fare prove di tutti i tipi. Addirittura hanno voluto cambiare la cassa perché quella del Maestro era troppo buona. Si era ormai oltre la mezzanotte ma il pubblico aveva un rinnovato entusiasmo e le prove a tutto volume (contenti i vicini!) si susseguivano.
Alla fine in soldoni il responso è stato che per 50€ l'avrebbero comprato ma per 100€ no...
Osservando l'entusiasmo dei veri musicisti per il “colore” che questa valvola dava al suono della chitarra, mi sono immediatamente reso conto che per me questa era un'importante lezione da capire: solo che stavo ancora digerendo il rinfresco e così non l'ho capita...
Verso le 00:30 si è deciso che si era fatto un po' tardi e ce ne siamo tornati tutti a casa. La maggior parte di noi, grazie alle prove della serata, aveva nuovi spunti di riflessioni; io invece riflettevo sullo spuntino chiedendomi se avrei dormito bene o no...
Nota (*0): eccezionalmente con la M maiuscola perché userò tale termine come fosse un nome proprio (non quindi per eccessivo rispetto!)
Nota (*1): per chi non lo sapesse alle chitarre elettriche è possibile collegare dei “pedali”: i pedali sono delle scatoline colorate, con lucine e manopole accattivanti, che permettono di modificare il suono prodotto dalla chitarra. Di pedali ne esistono migliaia ma, chiaramente, si possono raggruppare in tante famiglie. Due di queste famiglie sono appunto gli overdrive e i distorsori.
Nota (*2): Non so come né perché ma il signore in questione ha raccontato che collegava un compressore (un altro tipo di effetto) al suo impianto per alzare il volume del suono in maniera che a me, in attesa del rinfresco, era parsa molto astuta ma che però ha fatto inorridire la maggior parte dei chitarristi presenti. Se ho ben capito, ma non credo, l'uso del compressore per alzare il volume è improprio e porta a un forte aumento del rumore...
Nota (*3): nell'ambiente di chi, armato di cacciavite, modifica i pedali...
Nota (*4): tipo - “Ciao, mi chiamo KGB, ho vent'anni più di te ma con la chitarra faccio cagare...” - magari aggiungendo ironicamente - “...ovviamente la colpa non è mia ma del Maestro!”
Nota (*5): è una cosa da chitarristi (anch'io ne sono vittima): per mostrare che si sa suonare veramente bene un pezzo lo si esegue volgendo lo sguardo al nostro interlocutore. Però, almeno nei principianti, resta una certa rigidezza nell'espressione che tradisce lo sforzo mentale che si cerca di dissimulare...
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