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lunedì 7 novembre 2011

Piccolo grande orgoglio

Sto accumulando post ammezzati: ieri ne ho iniziato uno ma non ho avuto voglia di terminarlo, poi ne ho uno di storia da tempo immemore, poi ho quello sul Corano (per adesso ho appunti per tre post lunghi e devo decidere cosa tagliare...) senza infine considerare le “serie” aperte (come le “Parole Santissime” e Democrazia 3/3 che non mi decido mai a concludere...).

Oggi forse poteva essere la giornata ideale per concludere qualcosa ma, parlando con mio padre, mi è venuta voglia di scrivere un post di ricordi.
Mio padre mi ha citato un mio vecchio aneddoto delle elementari (quello del flauto... vedi KGB le Origini: prudente, forzuto...) e, come suo solito, lo ricordava male... Per associazione di idee mi ha però fatto pensare a un altro episodio delle elementari: forse una delle più grandi soddisfazioni che abbia mai avuto.

Non ricordo se facevo la prima (più probabile) o la seconda elementare ma, sicuramente, non ero ancora in terza: ero quindi in quel periodo in cui andavo malino ed ero sul filo della bocciatura (vedi KGB le Origini: Me.Rit.Ano): forse nelle materie scientifiche già iniziavo a cavarmela ma in italiano ero un disastro completo.
All'epoca frequentavo una piccola scuola privata gestita dalle suore e con un'anziana direttrice laica. Della direttrice conoscevamo l'ufficio ma l'avevamo sempre e solo vista di sfuggita. Un giorno però decise di verificare la preparazione della mia classe e chiese alla nostra maestra di mandare gruppetti di 5-6 bambini nel suo ufficio.
Via via che i primi alunni tornavano in classe mogi mogi (scoprii infatti che la direttrice era molto severa) la tensione aumentava: io fui spedito con l'ultimo gruppo e con poche speranze di ben figurare. La direttrice era una signora anziana, piccola ed esile però piuttosto dura e scorbutica (relativamente!) con noi bambini: non lesinava i commenti negativi sulla nostra preparazione. Non lo ricordo ma non escluderei che qualche bimbo più sensibile sia tornato in lacrime o comunque molto turbato...
Una volta nel suo ufficio scoprii quale fosse la prova: era terribile! Si trattava di leggere un brano ad alta voce e in tale esercizio ero piuttosto scarso, sicuramente sotto la media della classe (ero molto lento e stentato)...
All'epoca ero già bravo a “nascondermi” e così riuscii a fare la prova come ultimo del mio gruppetto: ma nell'attesa non stetti inoperoso. Stavo attentissimo alle critiche che la direttrice faceva agli altri bambini (in particolare si lamentava del fatto che si ignorava la punteggiatura come i punti esclamativi e interrogativi...) e contemporaneamente memorizzai, senza nemmeno volerlo, il brano da leggere.
Così, quando fu il mio turno, stimolato anche dall'asprezza della direttrice lessi così bene come mai avevo fatto prima d'allora: lessi di un fiato tutte le parole, invece che sillaba per sillaba, perché mi ricordavo quali erano e, soprattutto, stetti attento a scorgere in anticipo i punti esclamativi e interrogativi per poter intonare la lettura...
Fu un successone! La direttrice mi riempì di elogi! Non ricordo esattamente ma mi disse qualcosa del tipo: “Ecco, finalmente qualcuno che sa leggere! Bravo! Hai saputo rendere benissimo le espressioni del dialogo, bravissimo!”.
Ciliegina sulla torta fu un piccolo cartoncino grigio con sopra prestampato “Lode” oltre a qualche altra parola (che non ricordo perché NON sapevo leggere molto bene!).
Ricordo che tornai in classe correndo per i corridoi (benché non si potesse) ed entrai in aula trionfante, con un sorriso a 64 denti, mostrando alla classe e alla maestra la lode che avevo ricevuto. Tutti mi guardarono stupiti sia gli altri bambini che, soprattutto, la maestra. Solo io infatti, fra tutti i miei compagni (circa una trentina!), avevo inaspettatamente ricevuto l'agognato pezzetto di carta!
Anche a casa ricevetti molti elogi e la mia “lode” finì esposta in una intercapedine della radio Brionvega rossa (esattamente fra le due metà di questo famoso modello).
Qualche anno dopo il babbo ebbe la scarsa sensibilità di protestare per il fatto che non avevo ricevuto nessun altra lode ma in realtà, dopo quel piccolo esame, la direttrice andò in pensione e non fu più sostituita.
Io fui l'unico della mia classe, nell'intero quinquennio, ad aver mai ricevuto una lode!

È buffo pensare come una piccolezza del genere ancora mi riempia di orgoglio: fui bravissimo a mantenere il sangue freddo e a dare il 120% delle mie capacità...
Probabilmente se la possedessi ancora l'incornicerei volentieri! E non è che poi non abbia più avuto attestati di merito (il mio QI certificato del Mensa, un paio di insoliti concorsi vinti e altre piccolezze) ma in confronto a quel primo cartoncino non sono niente!
Forse perché quel modesto attestato fu totalmente inaspettato mentre in seguito, invece, iniziai a dare per scontato di arrivare fra i primi quando partecipavo a una competizione dove partivamo tutti alla pari...

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