Ieri sera, verso le 23:00, ero stanco e assonnato. Durante un attacco di gola (come test di verifica) ho deciso di riprendere mezzo cucchiaino della pseudo-citrosodina che sospettavo di non farmi dormire.
Come scrissi in Crisi di sonno e di peso avevo deciso, per prova, di smettere di assumere tale sostanza: la qualità del sonno era immediatamente migliorata (pur rimanendo sotto il mio già scadente standard) mentre il peso non aveva subito miracolosi miglioramenti.
Comunque stanotte ho dormito malissimo. Alle 5:00AM ero così vispo che mi sono alzato per fare colazione con i miei cereali purganti (vedi Consigli al 27%). Mentre gustavo l'insipido cartoncino di crusca ho guardato la prima puntata (della prima stagione!) di “Casa Keaton”: un serial degli anni '80 che mi piaceva tantissimo.
Ricordo che era uno dei pochi programmi televisivi che seguivo sempre, compresa un'edizione in lingua originale sottotitolata.
Eppure, da quando recentemente mi è capitato di rivederne alcune puntate, non ho ancora trovato una puntata che mi abbia realmente divertito: le battute argutissime che ricordavo, specialmente quelle del personaggio interpretato da Michael J. Fox (il mio preferito), mi sembrano ora assolutamente banali; la trama è di un leggero difficilmente definibile, qualcosa al livello di un palloncino d'elio (*1).
Allora ho ripensato agli altri serial che mi piacevano e ce ne erano molti...
Fra questi però spiccava la “Famiglia Bradford” (*2) un serial basato sulle avventure di una famiglia composta da ben 8 figli.
E poi c'era un film (di cui forse avevano fatto il seguito) in cui una coppia con una decina di figli a testa si sposa e vanno a vivere tutti insieme in una grande casa. Quanto mi piaceva! All'epoca non c'erano i videoregistratori e quando mi capitava di vederlo lo seguivo ipnotizzato.
Molto più recentemente mi è capitato pure di seguire il serial “Settimo cielo”: altra famiglia molto numerosa con le sue vicissitudini. Ma in questo caso devo ammettere che ero anche intrigato dalle capacità interpretative del di dietro di Jessica Biel che già allora si iniziavano a intravedere...
In prima (o forse seconda?) elementare incominciai a balbettare. La mamma allarmatissima mi portò immediatamente a far visitare da un esperto (non ricordo il nome, un logopedista immagino) che, invece di visitarmi, ci propose l'acquisto di alcune audio cassette che avrei dovuto ascoltare mentre giocavo o comunque quando ne avevo voglia.
La mamma era perplessa (e le cassette probabilmente piuttosto care...) però per il suo bimbo, visto anche che non c'erano controindicazioni, non ebbe esitazioni e le comprò.
Mi sembra che in tutto le cassette fossero tre o quattro e io ero preoccupato perché temevo fossero noiose... Invece mi piacquero moltissimo da subito!
Il dottore, scandendo molto lentamente le parole, descriveva situazioni di vita famigliare, cose del tipo: “Laa miiaa mammmma miii vuuooleee taaantooo beeneeeee” o “Iiooo e i mieeiii fraateeellliii giioochiiiaamooo seeempreee insiiieeemeee”. Insomma venivano descritti dei rassicuranti quadretti di vita famigliare senza nemmeno una vera trama. Eppure io li ascoltavo sempre e, in brevissimo tempo, smisi completamente di balbettare. Nel corso delle elementari mi capitò spesso di riascoltarli fino a quando non furono “prestati” (e mai restituiti) al figlio di un'amica di mia madre.
Cosa c'entrano i sopra ricordati serial con queste audiocassette? Hanno un elemento comune: la famiglia numerosa. Io ero affascinato e attratto da queste grandi famiglie, anzi probabilmente ancora lo sono visto che riuscivo a guardare il noiosissimo “Settimo cielo” (non me ne voglia la bella Jessica Biel!)...
Eppure, come spiegato nei vari “KGB le Origini” (vedi ad esempio L'asociale) sono tendenzialmente molto solitario. Fin da piccolo rimanevo solo in casa e mi trovavo molto bene. Ancora adesso se vedo degli amici una o due volte la settimana non ho problemi ma, se li incontro più spesso, inizio a stressarmi: ho la netta sensazione di avere la necessità fisica di passare del tempo solo con me stesso per ricaricare le batterie.
Ed è questa la contraddizione: come è possibile che una personalità chiusa come la mia anelasse così fortemente di vivere in una famiglia numerosissima?
Nota (*1): Sì, lo so che un palloncino d'idrogeno sarebbe stato ancora più leggero! Il fatto è che se buchiamo un palloncino di idrogeno con un fiammifero acceso probabilmente esso si trasformerà in una palla di fuoco; al contrario se facciamo altrettanto con un palloncino d'elio questo si limiterà a sgonfiarsi come una loffa inodore... Nella mia analogia, una trama che potenzialmente possa esplodere in una palla di fuoco, sarebbe una trama con del buon potenziale inespresso mentre invece una trama che si sgonfiasse silenziosamente è veramente senza speranza...
Nota (*2): Che fatica ricordare il nome della serie! Continuava a venirmi in mente “I Jefferson” (serie che pure mi piaceva ma che non c'entra niente), poi avevo iniziato a spulciare una lista in inglese lunghissima di sitcom filtrandola con “family” e “197” ma senza trovare niente. Infine, improvvisamente mi è venuto a mente i “Bradford”! Sulla lista erano introvabili perché il titolo inglese era “Eight is enough”...
giovedì 22 settembre 2011
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