Oggi ho avuto una discussione (non nel senso di lite ma di dialogo appassionato) con mio padre che sarebbe una buona base di partenza per un post.
Sono però titubante a rendere partecipi i miei lettori di quello che penso perché credo che la mia opinione potrebbe essere facilmente fraintesa. A detta di mio padre “...tutte le persone intelligenti che sentissero quello che dici penserebbero che tu sia stupido...”.
Sorvolo sulla contraddizione delle persone “intelligenti” che basano il loro giudizio su una terza persona basandosi su una sua singola opinione: al massimo delle persone “intelligenti” potrebbero giudicare questa mia particolare opinione sbagliata e, se ne avessero voglia e tempo, potrebbero evidenziarmi gli aspetti a loro avviso errati della mia teoria...
Eppure mio padre il dubbio di non venir capito (o completamente frainteso!) un po' è riuscito a instillarmelo.
Cioè sono sicuro che i miei lettori sono tutti intelligentissimi (altrimenti perché leggerebbero il mio blog!) ma magari non tutti hanno la pazienza di andare oltre la prima impressione, la voglia di alzare la testa e guardare più lontano o semplicemente il coraggio di considerare un'idea che si discosta dal comune sentire.
A questo riguardo prego i miei lettori di riflettere sulla massima sufi: “Quando senti il suono di zoccoli pensa alla zebra”.
Non si tratta di una banalità. Quando si ode il suono di zoccoli la prima cosa che ci viene in mente è un cavallo. E magari il 99% delle volte si tratta effettivamente di un cavallo eppure, più raramente, potrebbe trattarsi di altri animali come, ad esempio, la zebra.
Questa massima vuole insegnare che bisogna porsi di fronte a un problema con mentalità aperta a ogni possibile soluzione senza cadere nell'errore di fermarsi all'ipotesi più probabile.
Attenzione! Non si tratta di una contraddizione: la massima non significa che quando si ode il rumore di zoccoli c'è sempre e solo una zebra in avvicinamento invece che un cavallo. No! E non dice nemmeno che è più probabile che si tratti di una zebra invece che un cavallo. Dice solamente di essere pronti a cogliere l'eccezione, la diversità, il particolare che cambia il significato di una circostanza. Se manteniamo la mente vigile e attenta a ogni possibilità, quando udiamo il suono degli zoccoli e poi vediamo un quadrupede a strisce bianche e nere, non penseremo “Che strano cavallo!” ma immediatamente “Toh, una zebra!”.
Ecco in questo senso non so come giudicare i miei lettori. Saranno pronti a considerare obiettivamente un'ipotesi diversa dal comune oppure la reputeranno ridicola e insostenibile a priori?
Questo è il mio dubbio: per me andare contro l'opinione della maggioranza è la norma (vedi KGB le Origini: l'anticonformista) ma temo, anzi so, che normalmente non è così per le altre persone. Paradossalmente quando scopro di avere la stessa opinione della maggioranza inizio a temere di essere in errore! In genere invece la convinzione delle persone in una certa idea è rafforzata dal solo numero dei suoi sostenitori indipendentemente dei dati a suo supporto...
Infine nei miei post non cerco di convincere gli altri delle mie idee: non cerco cioè di esporle in maniera tale da nascondere i loro punti deboli ed esaltarne i punti di forza. O almeno non lo faccio coscientemente. Sono dell'opinione che la forza delle mie idee stia nella loro sostanza e non nella loro apparenza. Per quanto possibile mi limito a cercare di esporle in maniera chiara: se poi un lettore non è d'accordo sono ben felice di spiegarmi meglio ed, eventualmente, correggermi.
Però, proprio poiché non voglio convincere gli altri delle mie idee ma solo presentarle in maniera chiara, esse sono più vulnerabili e hanno un aspetto meno solido di altre idee magari esposte faziosamente per trarre volutamente in inganno.
E se poi la mia riflessione porta a una conclusione che non piace mentre l'idea vigente dà una certa soddisfazione/rassicurazione? Che probabilità ha la mia teoria di essere accolta o almeno giudicata obiettivamente? Non molte temo, ma chissà...
Quindi, considerati tutti questi elementi, ho deciso di autocensurarmi?
In realtà no. Come scrissi nel mio primo post (vedi Inizio) non scrivo per diffondere le mie idee ma per me stesso.
Se a qualcuno non piace ciò che scrivo pazienza: nel caso peggiore smetterà di seguire il mio blog.
Ma perché dovrei farmi condizionare dal timore di non essere compreso visto che non mi interessa particolarmente aumentare il numero dei miei lettori?
Sarebbe una contraddizione e quindi non lo farò...
Per motivi di spazio però scriverò di questa mia famigerata teoria/idea in un prossimo post!
lunedì 19 settembre 2011
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