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martedì 20 settembre 2011

Champions in Europe

Tanto per cambiare una teoria calcistica...
Cosa ne pensate di come è attualmente organizzata la Champions League e, in particolare, la fase finale di qualificazione ai gironi?
Non sono sicuro di aver usato la terminologia corretta quindi specifico: mi riferisco al sistema usato per selezionare le squadre che non si sono qualificate direttamente per la fase finale. In pratica queste vengono divise in due gruppi composti dalle squadre deboli (provenienti da campionati minori) e dalle squadri più forti (provenienti dai campionati più importanti) e, all'interno di essi, le squadre si affrontano fra loro in uno scontro a eliminazione diretta.
Questo comporta che inevitabilmente delle squadre deboli accedano alla fase finale e che delle squadre forti vengano eliminate e relegate quindi all'Europa League.

Per lo spettatore quali sono i vantaggi di questa Champions League?
A mio avviso nessuno: i gironi di solito sono molto sbilanciati e la maggior parte delle partite hanno esito scontato. Al massimo durante la fase a gironi c'è una partita per turno interessante quando le prime 2 squadre (o la seconda e la terza) si affrontano fra loro (senza contare che spesso, per non compromettere la qualificazione, tendono a giocare per il pareggio...). Poca roba in genere però.

Quest'anno si è verificata l'eccezione del girone del Napoli che è molto interessante in quanto tutte e quattro le squadre sono forti. Però si è trattato di un evento fortuito dettato dalla casualità.
In pratica adesso la Champions inizia a febbraio con gli scontri a eliminazione diretta degli ottavi...

Possibile quindi che il francese Tiglì, ex numero 10 della Juventus e ora al vertice della UEFA, non se ne renda conto?

Secondo me no. Tiglì è ben consapevole di aver reso la fase iniziale della Champions molto meno interessante e perciò credo che il suo obiettivo sia un altro: cercare di rendere più appassionante (e quindi indirettamente più ricca) l'Europa League iniettando in essa, fin dalla fase iniziale, delle squadre molto forti e quindi capaci di attirare l'attenzione dei media e dei tifosi.

A mio avviso questa è l'unica spiegazione possibile per aver reso la fase a gironi della Champions l'attuale schifezza. Sfortunatamente, se rendere più attraente l'Europa League era lo scopo, mi pare che si sia ancora molto lontani dal raggiungerlo.
È chiaro infatti che se il ritorno economico è così marginale (almeno per i bilanci delle grandi squadre) i club più importanti si limiteranno a schierare in essa le seconde linee per concentrarsi sui rispettivi campionati. Esemplificativo è il caso dello scorso anno quando sono arrivate alle semifinali ben tre squadre su quattro del Portogallo. Dove erano le squadre inglesi, spagnole, tedesche e italiane? Semplicemente si sforzavano di qualificarsi nelle rispettive “zone Champions”...

2 commenti:

  1. Tante parole per undici uomini che tirano dei calci a una palla che - peraltro - non ha fatto male a nessuno?

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  2. Hai ragione Brigitte, ormai di calcio si parla veramente troppo... (anche se io era tanto che non ne scrivevo!)

    Volendo però fare filosofia spiccia bisogna ricordarsi che anche la Terra in fondo in fondo è una palla presa metaforicamente a pedate dagli uomini...
    Il calcio è quindi anche un microcosmo che riproduce in piccolo tanti aspetti della vita moderna e questo può spiegare perché se ne parli così tanto...

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