- Fare partire il primo brano della scena
- Regolare il volume della musica non troppo alto: si deve sentire chiaramente ma non deve distrarre
- Per calarsi nella giusta atmosfera cercare di battere il ritmo della musica con la mano
- Non prestare attenzione alle parole della musica o alle immagini del video: in genere il testo della canzone non avrà nessuna attinenza con la scena e potrebbe quindi distrarre e confondere il lettore. Abbandonarsi semplicemente all'atmosfera!
- Aspettare il tempo indicato prima di iniziare a leggere il testo della tragedia vero e proprio. E non sbirciare!
- Leggere con attenzione cercando di seguire la punteggiatura e “interpretando” i vari personaggi
- Finita la lettura aspettate che il brano musicale termini prima di avviare il successivo o passare alla scena seguente
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[Salone del banchetto nuziale; Andros è di fronte al tavolo del re e della regina]
Andros – [rivolto a Euginea] Ebbene ti vedo severa e sempre bellissima, degna figlia prediletta della Dea che ama e fa amare. Nel guardati rimembro la ridente e soave fanciulla il cui ricordo sempre splende e splenderà nei miei sogni. E adesso, se possibile, ancora più soave di quanto eri sei divenuta: i tuoi occhi mi trafiggono, le tue labbra mi attirano, sul tuo volto misuro le dimensioni della bellezza...
Bella più del mondo, intelligente e riflessiva, non volubile né capricciosa, fiduciosa mi osservi: lo sguardo fiero mi accusa e ti difende, eppure il tuo amichevole sorriso è un invito all'affettuosa conciliazione.
Davanti a me, impavida, ti ergi come un bianco, solenne scoglio: su di te, impotenti, i flutti delle avversità si infrangono senza scalfirti e, sconfitti, si volgono in fuga.
Rosa sublime, sulle altre donne, ti stagli come su timidi fiori di campo.
È così! Rosa sei, spinosa e indomabile, ferisci chi senza delicatezza tenta di ghermirti: savia giardiniera di te stessa hai scelto la spalliera alla quale, sì ti appoggi, ma anche, con i tuoi pruni, fai da usbergo.
Scevra da difetti, rechi una vasta dote di virtù: doni preziosi, doni ricchi e numerosi. Impareggiabile fra le mortali non sei inferiore a nessuna dea. È vero: ti ho sempre segretamente amata e tale amore, benché non corrisposto, ha esaurito la capacità del mio cuore: tutto ha dato e niente è rimasto. Eppure... le parole mi vengono meno...
Euginea – [sorridendo triste] Riconosci quindi che sono sempre la medesima e che ho solo ubbidito all'ordine dell'amore?
Andros – Lo riconosco. Non hai colpa. Eppure...
Ombra-Ippandro – Non aggiungere altro. Lei ha capito. Non badare ai mormorii e agli occhi che ti guardano stupiti: fai il giusto e accettane le conseguenze.
Euginea – Farai dunque del male a me o ai miei cari?
Andros – [abbassa la lama e china il capo tristemente] No. Non lo voglio... eppure... non riesco a condividere la tua felicità: congedami con la tua benedizione e me ne andrò lontano. Affronterò la punizione degli dèi sospirando il tuo nome, Euginea, che nel mio cuore splende gioia, richiama bellezza e suona amore. Sii prudente! Sii felice! E non scordarmi... [si volta e si allontana rapidamente]
Euginea – [dopo una breve esitazione, con sollecitudine richiama Andros ormai quasi fuori dal salone] Aspetta Andros! Felice sarei se tu rimanessi ancora un po', ma così tanto hai dato che di più non oso chiedere. Però, se addio deve essere, non si dica che la regina Euginea congedi un vecchio e leale amico senza condividere con lui il migliore vino del banchetto nuziale.
Andros – [ritornando mestamente sui propri passi] Al volere della sposa mi piego...
Euginea – Porgimi dunque la tua preziosa coppa e vi mescerò il vino rimescolato dagli sposi e consacrato a Era col nostro amore.
Ombra-Ippandro – No! Andros, non usare Wacamonge! Quel boccale è maledetto!
Euginea – Non esitare Andros, il mio affetto è sincero...
Ombra-Ippandro – No! Getta la coppa e bevi da un'altra! Non avvicinare alle labbra il vino ormai avvelenato! L'amore per Euginea ti ha fatto rinsavire una volta: non lo farà una seconda!
Andros – [mormorando] Buona Ombra, gli occhi di Euginea mi guardano speranzosi: non posso deluderla. Niente accadrà oppure accadrà ciò che è destino che accada.
Ombra-Ippandro – Non inghiottire! Sputa ora il vino che come fuoco liquido già ti ustiona la lingua!
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Andros – [barcolla indietro mentre gli astanti si lasciano sfuggire prima esclamazioni di stupore, poi grida di paura] Quanta ragione e quanto torto avevi Ombra! Come oro fuso questo tristo liquore mi colma le interiora bruciandole! Ma non mi fa impazzire, come temevi, bensì rinsavire! Wacamonge svela la verità: ora vedo le estreme conseguenze del loro amore... da loro, nobile lignaggio verrà... fra generazioni, perdute nel nebuloso futuro, si parlerà ancora del grande re Totraz e della sua magnifica regina... stirpe di re saggi e potenti... e, ancora più lontano, grandi città con torri alte come montagne... ricchezza e prosperità per tutti...
Euginea – Che succede! Andros stai bene?!
Andros – [piegato su se stesso] …un futuro radioso, sebbene remoto, per tutti gli uomini del mondo conosciuto e perfino per gli sconosciuti perieci... ogni giorno il nome di Totraz e di Euginea sarà benedetto... ma, di Andros, nessuno si ricorderà!
Di Andros, che vagò abbandonato e morì solo... di Andros, crudelmente punito dagli dèi per non aver mantenuto il proprio giuramento, nessuno saprà... l'oblio cancellerà il suo sacrificio... è giustizia questa!?
[Andros vomita il vino e si raddrizza] Ombra rispondimi! Mi fischiano le orecchie, non odo nulla, e un velo scarlatto mi è calato sulla vista. I convitati si agitano, provano ad alzarsi ma ricadono sulle panche, inchiodati a esse dal proprio destino. Vedo Euginea che mi guarda preoccupata e muove le belle labbra soffici: dovrei cercare di ascoltarla?
Ombra-Ippandro – Rattieni l'ira! Deponi la spada! Nessuna consolazione ti verrà dall'effimera vendetta!
Andros – Sì, forse dovrei ascoltarti... Ma ecco che Totraz le pone un braccio sulle spalle ed ella, lieve, senza riflettere, pone le proprie dita lisce e affusolate sulla mano di lui.
Maledetta soave pura diabolica dolce intimità umiliante dell'affettuoso gesto atroce! Maturi la mia gelosia in odio: profondo, enfiato e incandescente... Oltre non reggo e cedo: Fonias! Scatena la tua potenza! [Andros solleva la spada contro gli sposi: lesto, re Totraz estrae un pugnale mentre la regina Euginea tenta di far scudo col proprio corpo al figlioletto. Un fulmine verde, scaturito dalla punta di Fonias, li colpisce con un boato assordante. Si alza una nube di fumo]
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Andros – [ridendo] niente è rimasto dello sciocco re, della regina meretrice e del loro piccolo frutto marcio! Solo pochi brandelli puzzolenti di carne bruciata, bocconi indigesti per cani randagi, si scorgono qua e là nel cratere fumante: ma questa è solo l'alba della mia collera, dovrà giungere il suo mezzodì prima che essa inizi a scemare... ben pochi sciti vedranno la luce del domani...
[urlando a squarciagola] Distruzione! Morte! Sangue! A me! A me!
Elenco dei brani in ordine di apparizione:
1. Christina Death di The 69 Eyes
2. Punishment di Ashes of Ares
3. Ghost Division di Sabaton
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