- Fare partire il primo brano della scena
- Regolare il volume della musica non troppo alto: si deve sentire chiaramente ma non deve distrarre
- Per calarsi nella giusta atmosfera cercare di battere il ritmo della musica con la mano
- Non prestare attenzione alle parole della musica o alle immagini del video: in genere il testo della canzone non avrà nessuna attinenza con la scena e potrebbe quindi distrarre e confondere il lettore. Abbandonarsi semplicemente all'atmosfera!
- Aspettare il tempo indicato prima di iniziare a leggere il testo della tragedia vero e proprio. E non sbirciare!
- Leggere con attenzione cercando di seguire la punteggiatura e “interpretando” i vari personaggi
- Finita la lettura aspettate che il brano musicale termini prima di avviare il successivo o passare alla scena seguente
Aspetta 1m 30s
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[Andros, in una caverna debolmente illuminata, giace ancora disteso ma non più bendato]
Andros – [agita debolmente la testa poi spalanca gli occhi] Dove sono? Non riconosco questo vasto antro debolmente illuminato. Il fuligginoso moccolo di sego brilla allegro: ma là, dove la flebile luce della tremula fiammella non arriva, le scabre pareti di ruvida pietra svaniscono inghiottite dall'oscurità. Eppure l'ambiente è asciutto, pesanti pellicce mi tengono ben caldo e questo giaciglio di paglia emana un amabile profumo di salubri erbe!
Andros – [rivolgendosi alla propria ombra] Ombra perché non mi parli? Ti scorgo al mio fianco, sebbene debole e soffusa: dov'è finita la voce grave con cui mi rimbrottavi?
Andros - ...
Andros – niente... non parli... Son sicuro che in passato tu mi abbia risposto; sono quasi certo che alle mie parole tu replicassi, sebbene nella maniera oscura conforme alla tua essenza; credevo d'aver udito la tua voce profonda rinfrancarmi; mi illudevo forse, poiché le ombre parlano solo nell'immaginazione dei folli; sognai allora: frammenti di conforto in un vortice di incubi...
Andros – Ma perché ancora giaccio? Alziamoci ed esploriamo questo luogo sconosciuto...
Andros – [geme dolorosamente ma solo la testa si solleva un poco per poi ricadere all'indietro] È inutile... per quanto mi sforzi non riesco ad alzarmi e, anzi, appena appena muovo la testa: le membra ribelli non mi obbediscono, il corpo traditore è sordo ai miei ordini e mi rende prigioniero di me stesso! E se i barbari dovessero trovarmi?! ...Quali barbari? Perché temo i barbari? Tale pensiero mi turba e un nodo mi stringe la gola: devo pensare ad altro per non soffocare...
Dov'è il mio gregge? Mi sembra di averlo visto disperdersi impaurito quando... un terrore senza nome mi impedisce di concentrarmi...
Alla casa di Omotimo là, fra i miei familiari, troverò protezione: no! Paura, rabbia e odore di viscido e sibilante tradimento si insinuano strisciando nel mio cuore: non riesco a ricordare né lo voglio!
Sciocco Andros! Perché non ci hai pensato prima? Mi resta sempre l'immagine beneamata che sempre mi conforta: il volto sorridente della leggiadra Euginea dalla stella, eppure... una sensazione di un orrore indicibile mi travolge, il timore di una tragedia incombente mi fa palpitare e tremare!
Basta! Non devo cercare di ricordare! Mi limiterò a guardare la luce che guizza fra le rocce animandole di strane e vaghe forme ammiccanti.
Andros - …
Andros – Ora va meglio: sogni e allegri ricordi infantili si inseguono fra loro rincorrendosi sulla parete e nascondendosi nella mia mente... eppure... quanto a lungo potrò starmene distratto e oblioso? La lingua batte dove il dente duole e il pensiero è ancor più pertinace... Le mie stesse fantasmagorie non potranno distrarmi a lungo...
Aspetta 20s
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[Un rumore indistinto cattura l'attenzione di Andros]
Andros – Odo qualcosa... Il suono, sebbene distante, diventa sempre più chiaro: zoccoli! Un cavaliere barbaro sta arrivando e io sono costretto ad attenderlo indifeso!
[Il rumore cessa e una figura si ferma appena al di là del campo visivo di Andros]
Andros – Ebbene cavaliere, ombra nera che esita guardinga, giaccio vulnerabile ma non privo d'orgoglio: vieni avanti e uccidimi se devi, ma mostrati al mio sguardo. Quanto a lungo hai intenzione di giocare con me?
Ombra – Dolente gioco mi fu l'osservarti: tu che inerme giaci, sei armato di lingua tagliente. Mi chiedevo se fossi già sveglio...
Andros – Ora riconosco la tua voce! Non la mia ombra, ma tu mi parlavi! Per favore cavaliere fatti avanti e lasciati mirare.
Ombra – Uomini: incapaci di ragionare, deducono erroneamente... se senti degli zoccoli aspettati un ircocervo!
Andros – Che vuoi dire? Tale bestia fantastica vive solo nell'immaginazione degli uomini...
Ombra – Quello che ho detto: fai ciò e non sarai mai sorpreso.
[L'ombra scura si fa avanti e appare alla vista di Andros]
Andros – Dèi potenti: un centauro! Il figlio di una stirpe belluina, libidinosa e senza morale, amante dei vini inebrianti e dedita a rapine e violenze!
Centauro – [in tono allegro, quasi canzonatorio] Potente è l'uomo che può permettersi di offendere il cuoco che gli preparerà il cibo, o il cavadenti prima che gli estragga il dente cariato, oppure la sua guida quando è perso in una selva fitta e feroce. Invece il naufrago nel mare in tempesta, per niente infastidito dall'aspetto malridotto, non disdegna il relitto che lo tiene a galla. E tu, sei un potente o un naufrago? Ho speso bene il mio tempo vegliandoti e prendendomi cura delle tue ferite?
Andros – Tu mi hai curato? Perdonami, se puoi, nobile centauro: non avrei dovuto giudicarti per vecchie storie sentite da bambino...
Centauro – [tranquillo, poi accalorandosi] Stupido è il dottore che si offende dei vaneggiamenti del malato e io, Ippandro, sono stato chiamato in molti modi ma mai stupido. Ricordati però che, solo nei racconti dei vincitori, gli sconfitti sono tutti perfidi e immorali: è il premio della vittoria imporre la propria verità. E chi si ricorderà di un popolo, sì fiero e orgoglioso, ma che amava eziandio suonare la citara, leggere le stelle, studiare le erbe benigne e galoppare spensierato rincorrendo il vento? Ma fertili erano le loro terre nella lontana Tessaglia e l'astuto re Piritoo se ne impadronì: le tue storie parlano del vino oppiato e dei miei amici, molti di essi saggi e buoni, massacrati nel sonno? Io so perché già ero: ben ricordo l'infausta festa nuziale del re dei crudeli lapiti!
Andros – Perdonami Ippandro: ben diversa fu la storia del matrimonio fra Ippodamia e Piritoo insegnatami da fanciullo...
Ippandro – [di nuovo sereno] Bene! Il naufrago sta imparando ad apprezzare il suo relitto. Tu però mi sei adesso debitore del mio nome: qual è il tuo?
Andros – Io sono Andros, figlio di Omotimo, e mio fratello maggiore Tichaos... il mio alto e terribile fratello... una violenta e improvvisa nausea mi assale! [chiude gli occhi per qualche secondo respirando profondamente] Temo di essere davvero un povero naufrago che, forse, avresti fatto bene a lasciare annegare: non solo la mia mente, un attimo fa apparentemente lucida ora è confusa, ma anche il mio corpo è spezzato e di esso non riesco a muovere un singolo dito...
Ippandro – Figlio di Omotimo non lasciarti abbattere dallo sconforto e abbi piena fiducia nella mia medicina paziente. Il tuo corpo era dilacerato e alla morte più prossimo che alla vita: potenti pozioni hanno allontanato da te la sofferenza delle ossa rotte e della carne martoriata. Ma anche la tua mente non era meno ferita: continui vaneggiamenti e furiosi deliri, durante i brevi periodi di semi coscienza in cui ti nutrivo, ti agitavano: così ti ho somministrato un infuso, un segreto nepente che ha la magica proprietà di celare le memorie più dolorose. Adesso è tempo di andare oltre: continuerai ad avere la pozione che lenisce lo spirito ma non quella per il corpo. Fra qualche ora potrai sentire di nuovo la vita scorrere nelle tue membra e, con essa, il dolore: molto dolore, perché mortali furono le tue ferite e solo la mia arte poté salvarti...
Andros – Quindi è da molti giorni che giaccio qui?
Ippandro – [ridendo] Da oltre tre mesi Andros è da me quotidianamente vegliato!
Elenco dei brani in ordine di apparizione:
1. Glass Castles di Invader
2. Harbinger of Fate di Iced Earth
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