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sabato 1 aprile 2023

Dementat prius

Stanotte (ho dormito male…) ho letto un detto latino, su “Noli me tangere” di José Rizal, che mi ha colpito profondamente: in realtà infatti avrei un altro pezzo già pronto ma darò la precedenza a questo…

La frase è: «Quos vult perdere Jupiter dementat prius» che significa «Giove prima fa impazzire coloro che vuole distruggere».

Volevo investigare aiutandomi con chatGPT ma ho scoperto che da stamani è stato censurato in Italia: per adesso ci ho scritto il corto MenteGPTcatti ma sicuramente ci tornerò sopra nei prossimi giorni…

Non so quindi se la frase era intesa riferirsi solo a singole persone ma io, comunque, vi leggo anche governi e quindi intere società da questi guidati.

Mi immagino gli antichi romani osservare con divertito stupore le follie dei regoli dei regni clienti che facilmente finivano per essere assorbiti nell’impero.
C’è in effetti una sensazione di intervento divino nell’osservare come il potente di turno distrugga se stesso e la propria potenza con le sue stesse decisioni errate. O il ricco che sperpera la propria ricchezza in investimenti sconsiderati.
Questo perché, come spiego nell’Epitome, la tendenza naturale, cioè senza interventi esterni, è che i parapoteri divengano sempre più forti: se ciò non accade i vertici del parapotere devono averci messo del loro... e parecchio.

Io, ovviamente, non vi vedo nessun intervento divino ma la realizzazione della condizione di incapacità della decadenza, ovvero ([E] 15.1): «Il meccanismo che determina i vertici del parapotere politico dominante si è, per qualunque motivo, inceppato cosicché a gestire effettivamente il potere arrivano delle persone che non hanno le necessarie capacità.»
Quando l’incapacità è massima essa si confonde facilmente con la follia.

E per concludere questo pezzo come non ricordare il fenomeno americano dove il detto latino sembra aver preso una consistenza letterale? Là infatti abbiamo il massimo vertice apicale del potere letteralmente vittima di demenza, circondato da una squadra assolutamente non all’altezza e devota non ai cittadini americani ma alle lobbi. In questi anni fondamentali sarebbe servito non uno ma un’intera serie di presidenti dalle grandi capacità per gestire una crisi profondissima e altrettanto grave. Invece è stato eletto (forse, perché poi i brogli…) il peggior presidente della storia (almeno dal dopoguerra o oggi, non so prima) americana che sta affossando (o ha affossato ormai) tutte le possibilità degli USA di far fronte alle difficoltà del futuro. Come se non bastasse, con mio sommo disgusto, si è pure trascinato dietro l’Europa dei politici inetti e traditori, perfino peggiori del demente che seguono…

E che dire poi della “cultura” woke (ancora devo pensare a un traducente adeguato) che si riduce a un’isterica difesa di pseudo diritti di alcune minoranze e furbescamente sorvola sulle grandi ingiustizie, sulle grandi diseguaglianze economiche, del nostro tempo dalle quali seguono a cascata diseguaglianze di salute, di cultura e di felicità.
Ci si concentra sui presunti diritti di migliaia di persone e ci si dimentica dei diritti reali di centinaia di milioni di persone (negli USA). Anche questa è follia: non voluta da Giove ma conseguenza della decadenza e corrispondente alla condizione di impotenza ([E] 15.1).

Conclusione: epigrafe per la mia epitome. E sempre ieri ne ho trovata un’altra in “Collasso”!

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