Come altre volte in passato mi sono creato una lista di spunti di cui, magari momentaneamente, ho avuto la tentazione di scrivere: la novità è che l’ho creata come “bozza” su Gmail: il vantaggio è che la dovrei ritrovare facilmente…
In cima alla lista ho “Radio Sportiva commenti”… sì, giusto, lo scrissi domenica scorsa, quando andai a trovare mio padre…
Durante il viaggio ascolto sempre “Radio Sportiva” (oltretutto la domenica mattina, dalle 10:30 alle 11:00, c’è sempre ospite Stefano Cecchi che mi piace molto) che spesso dà “la parola” agli ascoltatori che possono intervenire in radio ponendo delle domande.
Periodicamente qualcuno si lamenta spiegando che lo spazio maggiore è dedicato alle “grandi squadre” e troppo poco alle “piccole” oppure che, ad esempio, questa estate hanno parlato troppo della “questione Icardi”.
Il conduttore di turno si giustifica spiegando che le domande sono libere e se la maggior parte dei tifosi sono per le grandi squadre è inevitabile che anche le loro domande siano la maggioranza. In pratica cercano di spiegare intuitivamente cosa sia un campione statistico dell’intera popolazione dei tifosi! Ma non è questo il punto…
I conduttori danno per scontato che, comunque, il loro metodo, proprio perché premia le domande statisticamente più richieste, sia il migliore e che chi si lamenta sia una piccola minoranza trascurabile: in realtà non è proprio così o, almeno, non è certo che sia così.
L’interesse di questa situazione della radio è che si tratta di un ottimo esempio: di cosa? Lo vedremo poi…
Siamo abituati a pensare al voto elettorale in maniera piuttosto univoca: l’elettore va in cabina, sceglie il partito che preferisce sulla scheda, la chiude e la inserisce nello scatolone…
L’elettore, così come l’ascoltatore della radio, sceglie il partito (o la domanda) che preferisce.
Questo sistema ha però un limite: non prende in considerazione l’eventuale partito che NON piaccia all’elettore. Eppure l’elettore stesso, proprio per questo motivo, a volte non vota il partito che vorrebbe ma bensì un altro per non far vincere una terza forza che invece disprezza.
Per questo sono stati proposti molti sistemi alternativi di voto. Così a memoria ne ricordo uno in cui le varie opzioni proposte devono essere ordinate da quella più preferita alla meno oppure, più semplicemente, mi pare ne esista un altro dove si esprimono due voti: uno pro e uno contro un’opzione.
Da un punto di vista politico non saprei dire quanto l’idea possa essere valida, specialmente in Italia: a occhio penalizzerebbe gli estremismi che si voterebbero contro a vicenda e favorirebbe i centristi che voterebbero contro gli estremisti. Ma a volte gli estremismi sono necessari! La propensione dell’uomo a non cambiare niente è già molte forte di natura: l’idea di favorirla ulteriormente non mi convince.
Però forse varrebbe la pena di tentare questo metodo alla radio: chi telefona viene già pre intervistato e poi richiamato per porre la domanda vera e propria. Si potrebbe quindi chiedere a chi telefona due cose: 1. Se la sua domanda è relativa a una particolare squadra (potrebbe anche essere generale); 2. Di quale squadra NON vorrebbe ascoltare domande (chiedere quale domanda non interessi sarebbe troppo complesso!); se la risposta alla prima domanda è stata “generale” allora questa seconda non andrebbe posta: va infatti mantenuto l’equilibrio fra le domande relative a una specifica squadre e i voti contrari a specifiche squadre (la loro differenza dovrebbe essere zero).
3. Dopo un certo periodo di tempo (tipo due settimane o un mese) i voti “scadrebbero” in maniera che il voto di ha telefonato una volta sola NON continui a incidere per sempre sul sistema.
Dovrebbero poi essere richiamati gli ascoltatori la cui domanda è per una squadra per la quale i voti negativi sono minori del numero di domande relative a essa. Insomma: il sistema dovrebbe essere un po’ più complesso ma le sottigliezze che ho in mente diventano rapidamente troppo complicate da spiegare per lo scopo di questo articolo...
L’ho spiegato da cani: magari dopo provo a rileggere e/o a fare un esempio…
Inizialmente immagino che la Juventus verrebbe super penalizzata, poco dopo però (nel giro di una settimana o due), l’esplosione di domande su Milan e Inter, porterebbe molti a votare anche contro di queste. Col tempo si dovrebbe raggiungere un equilibrio incerto che dovrebbe essere più soddisfacente dell’attuale.
L’idea di questo sistema applicato alla radio mi intriga e mi pare valido: in politica no. Perché?
Perché questo sistema, per trovare un buon equilibrio, avrebbe bisogno di varie iterazioni di adattamento: ad esempio qui tutti inizialmente voterebbero contro la Juventus per poi però rendersi conto che altre squadre avrebbero poi troppo spazio.
Ecco, in realtà penso che questo sistema non raggiungerebbe mai un equilibrio stabile e che ci sarebbero costanti e significative fluttuazioni, adattamenti e correzioni. Per questo applicarlo alla politica, magari ogni cinque anni, sarebbe estremamente controproducente e non soddisfacente per la maggioranza degli elettori.
No, probabilmente in politica il sistema dei due voti (uno contro e uno a favore) non potrebbe proprio funzionare: sarebbe il trionfo dei partitini che otterrebbero sì pochi voti a favore ma ancora meno contrari a essi…
In politica FORSE potrebbe invece avere senso il sistema di ordinare ogni partito in base alle proprie preferenze: dovrei ragionarci e magari fare qualche esperimento… anche se, a naso, di nuovo, premierebbe in maniera eccessiva i partiti centristi...
Conclusione: forse proverò a fare una simulazione sia per la politica che per la radio!
alla prima stazione
1 ora fa
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