La premessa riassunta in un'epistola spedita ieri, sull'onda dell'entusiasmo, a un amico:
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Questa te la voglio raccontare perché è bellina.
Devi sapere che da diverse settimane mi è venuta una gran voglia di (ri)vedere Gli Spietati di Clint Eastwood. Un film degli anni '90 che vinse 4 oscar.
Andai a Mediaworld ma mi dissero che il DVD non si trova più. Su Youtube c'è solo qualche spezzone. Amazon la boicotto. su torrent non lo voglio prendere perché è illegale: cioè lo posso prendere in considerazione per qualcosa che non conosco e non so se vale la pena comprare ma in questo caso il film lo conoscevo e non mi pareva giusto guardarlo a scrocco...
Ad A avevo detto di stare attento se lo davano su RAI Movie e simili...
Oggi sono stato in centro e, sulla via del ritorno, sono passato da un mercatino: ma così, senza niente in mente, solo per vedere cosa avevano.
Con la coda dell'occhio vedo un banchino che vende anche DVD usati, così vado a vedere e, IL PRIMO della pila è proprio Gli Spietati. Facendo finta di niente (temevo che altrimenti me lo facesse pagare caro) ho chiesto quanto veniva...
Risultato: me lo sono preso per 4€!
Il babbo gufo mi ha detto "speriamo funzioni!" e invece funziona benissimo!! :-P
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E così mi sono già rivisto per due volte l'intera pellicola...
Attenzione! Da qui in poi potrebbero esserci degli sciupatrama quindi se qualcuno non avesse ancora visto tale film e volesse gustarselo pienamente è bene che smetta subito di leggere questo pezzo...
In nottata ho riflettuto su quale fosse il messaggio della pellicola. Ovviamente non c'è una risposta assoluta e definitiva. Un film è come un lungo discorso: i messaggi possono essere molteplici, alcuni più espliciti, altri impliciti e alcuni solo accennati.
Partiamo dal protagonista: Clint Eastwood interpreta un ex fuorilegge, William Munny, un assassino violento e spietato che aveva ucciso a sangue freddo centinaia di persone comprese donne e bambini. Sono passati però undici anni dalla sua ultima impresa violenta e adesso fa, con scarso successo, l'allevatore contadino in una piccola fattoria sperduta nel nulla. È stata la moglie Claudia, morta di vaiolo da pochi anni, a cambiarlo: l'ha convinto a smettere di bere e lo ha trasformato in una persona diversa, che non bestemmia, mansueta, un buon padre di famiglia. O almeno così il protagonista ripete continuamente a se stesso e agli altri, quasi a volersene convincere, per i primi due terzi del film. L'ex fuorilegge viene contattato dal giovane e inesperto Schofield Kid, nipote di un suo ex complice, per una missione piuttosto “facile”: uccidere due cowboys che hanno sfregiato una prostituta. Le sue amiche infatti vogliono vendicarla e hanno messo una taglia di 1000$ sui due giovani mandriani. Munny/Eastwood contatta il suo unico amico, un altro ex criminale che come lui si è messo a fare il contadino: Ned Logan interpretato da Morgan Freeman.
I tre formano una strana banda: il giovane inesperto in realtà non ha mai ucciso nessuno e, anzi, ha anche grossi problemi di vista mentre i due ex fuorilegge sembrano decisamente arrugginiti.
Il primo mandriano viene ucciso in un agguato con i tre protagonisti appostati sulla sommità di una profonda gola dalla quale possono sparare con facilità e sicurezza alla vittima.
Il ragazzo che vede male a distanza non partecipa direttamente all'azione ed è Ned/Freeman a sparare il primo colpo che uccide il cavallo del mandriano che, a sua volta, si rompe una gamba. Ed è in questa sequenza che si trova il primo messaggio: Ned/Freeman non se la sente di sparare ancora alla vittima e anzi deve dare il proprio fucile a Munny/Eastwood affinché gli dia il colpo di grazia.
Dopo questa prima uccisione Ned/Freeman non se la sente di uccidere ancora e abbandona il gruppo. Così Munny/Eastwood e il giovane Kid vanno da soli ad appostarsi nei pressi della fattoria dove si nasconde il secondo mandriano. Questa volta è il giovane Kid che spara a pochi metri di distanza al mandriano. I due fuggono poi insieme e si ritirano in un posto sicuro ad aspettare il pagamento della taglia. Il giovane è però sconvolto dal senso di colpa mentre Munny/Eastwood appare sostanzialmente indifferente.
Il messaggio mi sembra abbastanza chiaro: Munny/Eastwood non è realmente cambiato ed è l'unico, al contrario di Ned e Kid, che non sembra provare alcun rimorso per le due uccisioni.
La prostituta che gli porta il denaro gli dice anche che nel frattempo Ned/Freeman è stato catturato, torturato e ucciso dallo sceriffo.
Munny/Eastwood riprende a bere (cosa che aveva fino ad allora accuratamente evitato di fare nonostante le molteplici occasioni) e decide di vendicare l'amico. Arrivato in paese uccide da solo, senza alcuna esitazione, lo sceriffo e tutti i suoi aiutanti tranne uno (vedi poi).
Io credo che, diversamente da quanto si potrebbe superficialmente pensare, in questo caso non sia il whisky a ritrasformare nel vecchio assassino Munny/Eastwood, che dopotutto ne beve solo pochi bicchieri, ma che in verità fosse lui a non essere mai veramente cambiato: certo per dieci anni si era controllato ma la sua vera natura era rimasta invariata. Credo piuttosto che il whisky fosse la scusa che Munny/Eastwood usava per giustificare il proprio passato: non era lui che uccideva ma l'alcool dentro di sé. È vero: Munny/Eastwood beve prima di affrontare lo sceriffo ma in realtà non ne avrebbe bisogno: e infatti i due cowboys li ha uccisi senza battere ciglio.
Il messaggio è quindi che non si può cambiare la propria natura ma che, al massimo, la si può tenere sotto controllo.
C'è poi un secondo messaggio che ci viene dato dal personaggio dello sceriffo, Gene Hackman. Anche lo sceriffo è un uomo spietato e senza cuore: solo le circostanze della vita lo hanno portato a rappresentare la legge in una remota cittadina. Ma in realtà la sua natura è uguale a quella di Munny/Eastwood: ogni volta che gli è possibile lo sceriffo dà sfogo alla sua sete di violenza ma anche lui, proprio come Munny ha imparato a controllarsi. Nella scena finale, quando Munny gli spara in faccia prendendo lentamente la mira, lo sceriffo non ha paura e anzi dà “appuntamento all'inferno” al suo avversario.
Il messaggio è che sono le circostanze della vita che ci fanno apparire, come uomini buoni o malvagi, a seconda di come ci portino a esprimere la nostra natura. Questo messaggio è ribadito anche dal finale in cui è difficile stabilire se Munny/Eastwood sia un eroe buono o cattivo: dopotutto uccide varie persone di cui molte non avevano alcuna colpa.
Ci sarebbero poi anche altri messaggi secondari: ad esempio l'unico vice sceriffo che sopravvive alla vendetta di Munny/Eastwood è quello vigliacco che, appena incomincia la sparatoria, se ne fugge via abbandonando i propri compagni e che poi non ha il coraggio di sparare al protagonista quando avrebbe la possibilità di colpirlo facilmente. In altre parole la vita non premia il coraggio o chi fa il proprio dovere ma, anzi, sembra fare il contrario proteggendo i vigliacchi.
Ho notato poi altri messaggi più o meno accennati simili a questo ma è inutile addentrarsi in queste sottigliezze. Molto bravi tutti gli attori a saper esprimere con uno sguardo e con poche battute la loro personalità: ad esempio è possibile farsi un'idea del carattere di tutti i vice sceriffo nonostante abbiano un ruolo marginale.
Nel complesso un film meraviglioso. Eppure ci sono anche due aspetti che non mi hanno convinto.
Il primo è il personaggio di Ned/Freeman, ovviamente di colore, ma che nel selvaggio west degli USA nel 1880, non viene chiamato neppure una volta “negro”. Mi è sembrato poco credibile.
Il secondo dettaglio è più tecnico e riguarda la scena finale della sparatoria. A mio avviso il montaggio di Eastwood in questo caso ha fatto cilecca!
Una scena che si dovrebbe svolgere in pochi istanti viene dilatata nel tempo durando, bo, forse 10 o più secondi. Prima si vede Munny/Eastwood che tenta di sparare allo sceriffo ma il suo fucile si inceppa, poi c'è un'inquadratura alla faccia di Munny con una smorfia di sorpresa, poi viene inquadrato lo sceriffo che urla ai suoi uomini di sparare, poi l'inquadratura ritorna su Munny che lancia il fucile, ormai inutile, contro lo sceriffo, poi si vedono i vice sceriffi che estraggono le pistole e, infine, Munny che spara e uccide uno alla volta i suoi avversari.
Questa è una tecnica cinematografica da anni '80 e precedenti! E nel complesso l'azione appare troppo didascalica, quasi ridicola, volendo illustare dettagliatamente il comportamento di ogni singolo personaggio.
Io non sono un esperto di cinema ma questi dettagli tendo a notarli: già in Point Break (v. Dark steel break), uno dei miei film preferiti, il montaggio è più rapido, e l'azione si svolge in tempo reale: non vengono mostrate tutte le azioni compiute dai vari personaggi in sequenza (dilatando quindi il tempo) ma si vede tutto in tempo reale. Il risultato è decisamente più emozionante. E Point break è del 1991, quindi doveva essere noto a un regista come Eastwood...
Per la cronaca ho poi notato una successiva evoluzione nel montaggio: in The Bourne identity, del 2002, il montaggio è ancora più serrato: non si mostrano più tutte le scene di un combattimento ma solo pochi fotogrammi (vedi la scena dove Bourne disarma nel parco i due poliziotti svizzeri). È la mente dello spettatore che ricostruisce poi l'intera sequenza immaginando le parti mancanti. Il risultato è un ritmo mozzafiato.
Se Eastwood fosse riuscito a immaginarsi un montaggio di questo tipo il risultato sarebbe stato epico!!
Ovviamente questa è solo la mia opinione: uno dei quattro premi Oscar vinti da “Gli spietati” era proprio per il montaggio!
Conclusione: un film da vedere. E io ho comprato il DVD per 4€... eh! eh!
alla prima stazione
1 ora fa
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