Oggi voglio scrivere un pezzo leggero... cioè lo volevo scrivere ieri, per il mio compleanno, ma prima non ero a casa e quando sono tornato mi sono messo a ringraziare per gli auguri ricevuti su FB e non ho avuto più tempo/voglia di scrivere altro...
L'idea è di parlare, anzi scrivere, un po' a vanvera (più del solito cioè) e quel che viene viene.
Stranamente infatti ieri ero di buon umore quando invece per il mio compleanno mi rammoscio tutto: e la colpa è di mio padre!
Da piccolo attendevo con gioia il mio compleanno per i regali ma al mio decimo compleanno il babbo mi fece notare, scherzando, che da quell'anno in poi avrei avuto un'età a due cifre per i successivi 90 anni. La cosa mi deprimette alquanto e da allora ho sempre vissuto il mio compleanno più con rassegnazione che con gioia...
Mi pare che per quel decimo compleanno mi fu regalato il gioco tratto dal Superflash di Mike Bongiorno. All'epoca mi piacevano i giochi a premi: ricordo che qualche anno dopo, ero ormai al liceo, incrociai per strada e riconobbi (a meno che non avessi preso un abbaglio, comunque possibile!) il dottor Taddei: un fisico di Firenze che aveva partecipato a Flash (mi pare si chiamasse così la trasmissione sulla RAI mentre quando Mike sbarcò a Mediaset (che forse all'epoca si chiamava semplicemente Fininvest? Bo, non ricordo...) il suo nuovo quiz televisivo fu battezzato Superflash) ed era stato campione per qualche settimana. Il Taddei era il tipico scienziato con la testa un po' fra le nuvole e Mike lo prendeva bonariamente in giro: ricordo che quando lo presentò la prima volta scherzò sul fatto che aveva discusso a lungo con i tecnici per capire come funzionavano i campanelli per prenotarsi alla risposta. A me era simpatico...
Ora invece questi giochi a premi in tivvù non li guardo più: probabilmente invelenito dall'età non riesco a togliermi di dosso il sospetto che queste trasmissioni siano tutte truccate per far vincere il concorrente raccomandato oppure, semplicemente, quello più buffo/simpatico/fotogenico che si pensi porti più ascolto. E questo ovviamente mi toglie gran parte dell'interesse e del divertimento.
Qualche anno dopo iniziai a seguire anche i programmi di Marco Columbro: in particolare ricordo il “gioco delle coppie” (non sono sicuro che il nome fosse proprio quello). Ricordo anche qualche concorrente...
C'era anche una coppia multietnica (all'epoca rarissime!) con lei italiana e lui somalo (o comunque del Corno d'Africa) ricordo un aneddoto che raccontò lui e che io trovai molto istruttivo. L'aneddoto (alcuni dettagli secondari saranno probabilmente errati) era il seguente: il ragazzo somalo all'epoca frequentava l'università in Italia ma era più un tipo studioso piuttosto che uno sportivo. Per qualche motivo, forse per far colpo su quella che sarebbe poi divenuta sua moglie, accettò l'invito dei suoi amici a partecipare a una gara di corsa di fondo. Il giorno della gara si rese conto che molti altri concorrenti lo additavano mormorando: in breve capì che tutti pensavano che egli, per il semplice fatto di essere somalo, fosse una specie di campione del fondo. La cosa divertente è che anche lui se ne convinse: così partì velocissimo ma dopo pochi giri di pista era già scoppiato e dovette ritirarsi...
Mi sembrò una dinamica psicologica molto interessante oltre che divertente!
Alla fine della puntata, la coppia vincente doveva scegliere a caso fra tre scatole il proprio premio: ovviamente solo in una di esse c'era un bel premio mentre nelle altre solo qualcosa di minore.
La cosa interessante, in realtà straordinaria e incredibile, è che io indovinavo sempre (dicendolo chiaramente ad alta voce) quale fosse il pacco vincente: socchiudevo gli occhi, o sfocavo la vista, e un pacco emergeva più distinto degli altri... Indovinavo il 90-95% delle volte: statisticamente una frequenza inspiegabile...
E per i compleanni cosa facevo? Fosse dipeso da me non avrei fatto niente e me ne sarei stato volentieri da solo, preferibilmente con la compagnia di qualche gioco nuovo.
Del compleanno dei mie 5 anni e delle sue conseguenze sulla mia personalità ho già scritto in KGB le Origini: l'anticonformista; per il sesto compleanno, il primo delle elementari, molte mamme avevano organizzato delle feste con tutti i bambini e anche la mia non volle essere da meno. Ricordo che la mamma alla fine della festa (in un ristorante) ebbe l'idea di distribuire un piccolo cotillon a tutti i bambini: ce ne erano di due tipi, un scatolina piccina piccina di matite Giotto e un altro più brutto che nessuno voleva... Però fu una bella idea...
Negli anni successivi ci fu un braccio di ferro fra me e la mamma: con io che volevo sempre meno persone e lei di più. Comunque il numero di invitati si ridusse di anno in anno e il compleanno di quarto lo festeggiai con L. (il chitarrista), M. (l'avvocato), C. (che adesso lavora in banca) e S. (agente di commercio): ricordo ancora che si andò in una pizzeria (al Ponte del Pino) dove non avevano la Coca Cola ma solo la Pepsi. Quando il cameriere ce la portò L. la rimandò indietro e prese altro (una Fanta?)... io ne fui molto impressionato: mi piacque questa presa di posizione per principio e da allora anch'io ho sempre evitato la Pepsi...
In quinta poi rimasero solo L. e M. ma di questo sono meno sicuro: non me ne ricordo e forse il compleanno di quinta fu in verità quello che ho appena “spacciato” come compleanno di quarta!
Vabbè, mi pare di aver scritto un numero dignitoso, e probabilmente noioso, di parole e quindi chiudo qui il pezzo...
Conclusione: dalle medie in poi non ho più festeggiato con gli amici il mio compleanno... bo, forse sarà capitata una cena/pizza ma più per coincidenza che per volontà di festeggiarmi...
Adesso, pietosamente, me ne dimenticherei anche facilmente se non fosse per FB e per coloro che mi fanno gli auguri: pazienza...
alla prima stazione
1 ora fa
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