Questo è un pezzo che avrei dovuto scrivere una decina di giorni fa quando i ricordi erano più freschi: poi iniziai a lavorare all'epitome e mi passò di mente...
La storia è questa: fra le varie opzioni che Blogspot fornisce c'è quella di inserire la pubblicità nel proprio viario. Io non mi ero mai interessato a questa possibilità per due ragioni: 1. davo per scontato di non avere abbastanza lettori; 2. ero interessato a comunicare le mie idee e mi pareva brutto infestare le pagine con della pubblicità.
Alla fine però ha prevalso la curiosità e, dopo aver visto le istruzioni di Blogspot (dove tutto appare semplice e banale), mi sono chiesto: “Sì, facile: ma di quanti soldi stiamo parlando?”. Così ho cercato su Google.
Alla fine mi sono imbattuto nel sito di un italiano (che ovviamente adesso non ritrovo più (*1)) che ne sapeva poco più di me ma che nel tempo aveva accumulato una caterva di commenti alcuni dei quali molto interessanti.
Non ricordo i particolari (*1) ma alla fine risultava che, per ogni 1000 visite, si poteva ricevere 1€. In realtà, da quello che ho capito, tale valore è solo una media e ci sono moltissime variabili. Il numero di pubblicità, la loro visibilità, il loro argomento e, soprattutto, quante volte vengono cliccate. Non basta quindi mettere una pubblicità ma bisogna ben stare attenti a come posizionarla e a stabilirne il tipo: inutile avere su un sito di informatica la pubblicità di traghetti per la Sardegna perché pochissimi ne saranno incuriositi e andranno a leggerla.
In pratica la cifra pagata da Google (perché la pubblicità è fatta e pagata da loro) passare da 1 5 per mille visite a un euro ogni 5000 visite!
Ho fatto quindi una grossolana stima dei possibili ricavi del mio viario partendo dal presupposto (errato) che le visite giornaliere che ricevo siano reali (*2).
Diciamo 250 visite al giorno fanno 91250 visite l'anno: considerando però che questo viario è di argomento generico e che non è quindi facile trovare pubblicità adatte credo che difficilmente, anche con il miglior posizionamento possibile, potrei ottenere più di 1€ ogni 2000 visite.
In pratica 45€ l'anno e, visto che Google fa pagamenti minimi di 100€, riceverei un assegno da 100€ ogni due anni.
Certo non sarebbe molto e, personalmente, per tale cifra mi seccherebbe molto riempire il mio viario di pubblicità ma ci sono parecchie persone a cui tale possibilità non farebbe schifo e/o che magari raggiungono un numero molto maggiore di visite e che potrebbero ottenere quindi cifre più importanti.
Ma, ammesso che si voglia essere in regola, come funziona con le tasse?
Ed è qui che inizia la parte “divertente” con tutti i vari commenti dell'articolo che dicono tutto e il contrario di tutto!
La prima questione è se occorra o meno la partita IVA. Una scuola di pensiero dice di no: se i pagamenti sono occasionali e per un importo totale minore di 3000€ l'anno allora non c'è bisogno di partita IVA ma basta una semplice ricevuta.
Altra scuola di pensiero dice però che, anche se l'importo è variabile e lo si riceve con cadenza non periodica, siccome la causale è sempre la stessa e il “cliente” pure, allora non si può parlare di guadagno occasionale.
Gli ottimisti commentavano che bisogna informarsi da un commercialista. Un altro diceva che chiedendo a tre commercialisti diversi si ottenevano solo tre diverse risposte. Allora ecco il "furbo" che diceva che lui andava a chiedere direttamente all'Agenzia delle Entrate dove gli spiegavano tutto per bene. E un altro gli risponde “Bravo furbo: ti suggeriscono sempre l'opzione per te meno conveniente!”.
Ovvio però che per piccole cifre dover pagare un commercialista diventa non conveniente...
E poi c'era uno con una domanda “filosofica”: il tetto del guadagno occasionale, che io ho indicato come 3000€ ma altri commenti davano fra i 2000 e i 3500, è al netto della ritenuta INPS o no? Nemmeno all'Agenzia delle Entrate gliel'avevano saputo dire...
E un saggio “sì, perché in questo caso entra in gioco anche l'INPS che ha le proprie teorie non sempre in linea con quelle dell'Agenzia delle Entrate”. Perfetto.
Poi l'ingenuo: “io sono un insegnante delle medie e credo che col mio blog potrei fare 50€ al mese: come devo fare?”. La risposta: “Lei è un dipendente pubblico! Non può avere altri lavori: se la beccano viene multato di 50 volte, poi fustigato in pubblico e infine fucilato...”
Poi l'ottimista: il suo sito riceveva migliaia di visite da tutto il mondo e Google lo pagava dagli USA: avrebbe dovuto pagare le tasse in Italia? In questo caso almeno c'è un punto fermo: le tasse si pagano nella nazione di residenza (*3). Anche se, pure in questo caso, c'erano delle complicazioni...
Insomma se si ha un sito sul quale si voglia mettere la pubblicità bisogna o avere già la partita IVA o avere ricavi abbastanza alti da pagarci almeno le spese fisse (che ci sono indipendentemente da quanto si guadagna) e magari metterci anche l'onorario di un commercialista che conosca, incrociando le dita, la materia.
E chi non ha la partita IVA ma potrebbe comunque guadagnare, diciamo, da 50 a 1000€ l'anno?
Se vuole essere in regola gli conviene non farne di niente: altrimenti rischia di entrare in un casino di leggi dal quale è difficile uscire.
Ma vi rendete conto dell'assurdità?
In questa maniera lo Stato invoglia all'evasione oppure costringe decine (o centinaia?) di migliaia di persone a rinunciare a un piccolo reddito extra (oltretutto denaro che arriva dall'estero e che quindi, nel suo piccolo, farebbe anche particolarmente bene all'economia). Possibile che non esistano procedure semplificate per queste piccole cifre? Assolutamente no: me lo ha confermato un commercialista: a me pare pura follia.
Fortunatamente nel mio caso, dato che i miei lettori reali sono circa 25 giornalieri, avrei appena 9125 visite reali ogni anno: ovvero, supponendo 1€ ogni 2000 visite, avrei 4,50€ all'anno: ovvero riceverei 100€ da Google ogni 22 anni!
Conclusione: voglio provare a informarmi di quale sia la situazione negli altri paesi europei...
Nota (*1): ecco una ragione perché avrei dovuto scrivere questo pezzo diversi giorni fa.
Nota (*2): come spiegato in Il mistero delle visualizzazioni solo una frazione di esse è reale.
Nota (*3): vedi FIAT che ha pensato bene di andare a pagarle all'estero, in Olanda mi pare. Tanto per ribadire che ai forti sono permesse soluzioni che i deboli non hanno.
sabato 22 aprile 2017
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