Un amico mi ha contattato qualche giorno fa chiedendomi il parere sul protagonista di questa intervista, Byung Chul Han, un filosofo coreano che insegna (e vive dal 1980) in Germania: Byung Chul Han: se sei felice sei un illuso.
Anzi, per la precisione mi ha chiesto: «Che giudizio ti suggerisce la lettura di questa sua intervista?»
Una domanda in effetti formulata in maniera piuttosto insolita che sembra sottintendere a un sottile distinguo che però mi sfugge... ma io l'ho grossolanamente tradotta con “Che ne pensi dell'intervista?”...
Non ho voglia di riassumere l'intervista quindi dovrete leggerla per poter comprendere il seguito di questo pezzo...
Tutto sommato questa lettura mi ha dato degli spunti interessanti e quindi ripropongo qui di seguito la risposta all'amico che aveva chiesto il mio parere.
Copio e incollo la mia epistola limitandomi a correggere eventuali errori e frasi che tornano poco: quando scrivo informalmente sono molto spreciso e poco attento, spesso neppure rileggo quanto ho scritto! E poi uso anglicismi, faccine e abuso di inutili ripetizioni di vocaboli...
«Ola S.,
Ho letto l'intervista a Byung!
Commento:
- è un filosofo con sfumature di poeta: questo lo rende particolarmente fumoso ma anche affascinante...
- sono d'accordo con lui sulla sua visione del mondo moderno: ma la realtà è ancora più profonda! KGB spiega che la realtà è nascosta all'uomo comune da miriadi di protomiti, che nella società sono sempre esistiti i parapoteri e che questi hanno SEMPRE il controllo, in particolare nella democrazia in cui l'idea del "potere del popolo" è solo un'illusione. Byung ha riconosciuto una particolare istanza del rapporto dei parapoteri con la popolazione comune attraverso i protomiti collegati al mondo digitale: ma come ti ho detto quello è solo un dettaglio di uno schema più vasto...
- sulla felicità. il discorso sarebbe ampio, difficilmente sintetizzabile in poche parole. Chiaramente Byung dice il vero quando afferma che i protomiti di questa epoca (vedi il consumismo o il neoliberismo) nascondono ancor di più la felicità proponendo alle persone dei falsi (e vani) obiettivi. Personalmente credo che la felicità sia all'interno di noi stessi e non la si può trovare all'esterno (là dove invece ci spinge, ad esempio, il consumismo): test medici sembrano darmi ragione. Ogni persona ha un certo livello di serotonina e gli eventi che gli capitano la possono modificare solo per un breve periodo di tempo, passato il quale, tende a tornare al suo usuale livello. La persona felice tenderà a tornare tale anche dopo un evento sfortunato, la persona infelice, tornerà tale anche dopo aver raggiunto lo scopo della propria vita o aver vinto 1 milione di € al gratta e vinci... Interessante la ragione biologica dell'infelicità: è uno sprone costante a darsi da fare; mentre la persona felice tende a una maggiore inerzia (ma anche meno rischi, vita più lunga, etc...)...
- Un esempio: la "coazione ossessiva" di cui parla Byung che cos'è? semplicemente un insieme di protomiti ([E] 2) che indirizzano il pensiero (e quindi l'azione) dell'uomo che crede in essi in una certa direzione. Complessivamente costituiscono ciò che io chiamo il paradosso dell'epoca ([E] 6): una trappola psicologica che chiude il pensiero umano negli usuali percorsi consueti e gli impedisce di vedere alternative migliori. Quello che a Byung sfugge è la dinamica di questi protomiti moderni: in ([E] 2) spiego che alcuni protomiti, in particolare le distorsioni, hanno un'origine "dal basso" e servono per guidare, in buona fede (cioè senza scopi fuorvianti) la società in una certa direzione: la novità di questo secolo è che la tecnologia ha dato ai parapoteri la possibilità di diffondere le proprie distorsioni (ad esempio attraverso i messaggi ripetuti ossessivamente dalle tivvù) e quindi queste, non provenendo più esclusivamente "dal basso", possono essere usate per guidare la popolazione in specifiche direzioni. A questo va aggiunta la novità più recente della globalizzazione che ha portato alla nascita di parapoteri economici di una forza mai vista prima e il cui unico cinico e miope obiettivo è il profitto. Per questi motivi l'epoca che stiamo vivendo è potenzialmente molto più pericolosa per la libertà del genere umano di qualsiasi altra della storia. Il controllo a cui i parapoteri aspirano, e la tecnologia gli dà i mezzi per ottenerlo, è tale che difficilmente sarà possibile spezzare tali catene. Ah, e a tutto questo non dimentichiamo di sommare la senescenza della democrazia ([E] 8) che si presta particolarmente a essere influenzata e controllata dai parapoteri...
- Non ho poi compreso pienamente la sua riflessione sulla scienza: la mia sensazione epidermica è che confonda la scienza con lo scienziato. In passato si poteva legare i progressi scientifici a un particolare scienziato ed era quindi possibile attribuire "un'anima" a un'idea; adesso è l'anonimo team di ricerca, magari di una grande multinazionale, che scopre nuove innovazioni, ma mancando (essendo cioè nascosta al pubblico) la figura dell'uomo anche l'idea, l'invenzione, viene deumanizzata e convertita in qualcosa di asettico, in un prodotto commerciale atto solo a guadagnare denaro. Ma non sono sicuro che sia questo ciò che intende...
Un po' peso perché troppo vago: ma del resto non potrebbe essere diversamente. Byung è abbastanza lucido da riconoscere i sintomi del malessere della società e da intuirne anche alcune cause: gli sfugge però tutto lo sviluppo della patologia che c'è dietro questa malattia, le relazioni con altre malattie sia contemporanee di altre società che del passato... Ovviamente dovrebbe leggere la mia epitome per aprire completamente gli occhi... ;-)
Sal.
KGB»
Conclusione: per la serie che “non mi piace buttare via niente”!
alla prima stazione
1 ora fa
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