[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.2.1). In particolare i capitoli: 9 e 11.
Negli articoli con accenni di politica italiana su Goofynomics più volte il suo autore, il professor Bagnai, ha accennato giudizi positivi sulla Lega Nord di Salvini. Il motivo, l'ho scoperto in un articolo recente (v. Aspettando godo (2)), è che Salvini ha compreso i motivi economici per cui l'euro è nocivo all'economia italiana e, infatti, il professore ha scritto l'introduzione del suo libro sull'argomento “Basta euro!”.
Il professore è conscio che Salvini affianca alla lotta all'euro (che spesso si sovrappone a quella all'attuale EU) anche tematiche e toni che si appellano più alla pancia che all'intelligenza degli elettori però, dal suo punto di vista da economista, l'aspetto economico giganteggia su tutti gli altri.
Il professore si dichiara “di sinistra” ma la sua è una sinistra che non esiste: una sinistra fatta da uomini (e donne) con le idee chiare, ovvero con un'ottima preparazione, e soprattutto col coraggio di portarle avanti; politici che si preoccupino più di operare per il bene di coloro che dovrebbero rappresentare piuttosto che dell'apparenza e di raccattare qualche voto in più.
Non ho idea se una sinistra di questo genere sia mai esistita (secondo me no) ma questa è quella che il professore sogna: sono poi molto divertenti le descrizioni dei suoi incontri a convegni e dibattiti a cui partecipa e si trova a confrontarsi con politici che rappresentano la sinistra "reale". In questi incontri il professor Bagnai finisce per apparire come un ufo che parla in una lingua incomprensibile agli altri solo perché cerca di portare il dibattito su temi reali piuttosto che su questioni marginali.
Tutto questo per dire che il partito ideale del Bagnai non esiste e che quindi, anche se non (mi pare) l'abbia mai detto esplicitamente, attualmente il partito a lui più vicino è proprio la Lega.
Data la mia ammirazione per il professor Bagnai ho deciso di provare a rivalutare Salvini. Chiaramente sarà un percorso che non si concluderà col pezzo di oggi ma mi occorrerà fare qualche ricerca, leggere del materiale etc...
Oggi mi limiterò a riassumere la mia opinione corrente su di lui che, lo ammetto, è piuttosto superficiale in quanto mi è sempre sembrato inutile approfondire maggiormente il personaggio.
Ieri ho provato a sondare il parere di un paio di amici sull'argomento e, sostanzialmente, tutto si riduce a quanto sia considerato politicamente credibile Salvini.
Voce 1. La Lega Nord è come tutti gli altri partiti tradizionali e la sua opposizione è solo virtuale.
Voce 2. Stando all'opposizione può far poco, dovrebbe essere al governo per poterlo valutare sui fatti. (*1)
Voce 3. Non mi piace: ciò che disse a Napoli (“a me tirate sassi ma alla camorra no”) me lo ha reso antipatico.
Nel nuovo sottocapitolo 11.4 della mia epitome mi sono divertito a creare un'interessante classificazione delle forze “populiste” (*2). Tale classificazione che, come vedremo, è piuttosto banale ha comunque il grande pregio di aiutare ad analizzare ponendosi le domande corrette una forza politica come la Lega.
La Lega è infatti a QUASI (*3) tutti gli effetti una forza populista (*2) e ha quindi senso cercare di classificarla secondo le mie definizioni ([E] 11.4).
La prima classificazione è sulla natura profonda della forza populista: essa può infatti essere “reale” o “apparente”.
Un populismo è reale se cerca sinceramente di cambiare in meglio la situazione dei propri elettori; è invece apparente se cerca solo di carpirne il voto limitandosi così a incanalare in ambito democratico il malcontento popolare.
È ovvio che per giudicare correttamente se una forza populista sia reale o apparente andrebbe vista al governo dove, al posto delle chiacchiere, sarebbe giudicabile sui fatti.
Eppure credo che, anche osservandone il comportamento all'opposizione, sia possibile trarre indicazioni molto significative. Questo lavoro richiede però una certa attenzione e, ad esempio, io l'ho compiuto per il M5S (innumerevoli sono i miei pezzi dove mi lamento della sua opposizione virtuale) ma non per la Lega.
La mia sensazione epidermica è che concretamente la Lega abbia fatto più un'opposizione mirata a ottenere visibilità piuttosto che sostanziale. Però ammetto che non sarebbe comunque facile esserne sicuro: il M5S, con il suo 30% di elettorato, avrebbe potuto facilmente organizzare delle manifestazioni di massa contro il governo; la Lega invece non credo che, anche volendo, ne avrebbe avuto la forza.
La seconda classificazione è sull'attività di una forza populista: questa può essere “efficace” o “ininfluente”.
La classificazione ha senso solo se tale forza populista è reale e non apparente perché un populismo apparente sarà sempre inefficace. Anche in questo caso la forza populista andrebbe valutata al governo visto che all'opposizione difficilmente riuscirà a ottenere qualcosa.
Se però consideriamo il passato della Lega Nord non mi pare che abbia ottenuto risultati esaltanti: lo pseudo federalismo, senza vera autonomia, mi sembra più il contentino da mostrare ai propri elettori piuttosto che un successo concreto.
Si dovrebbe stabilire quanto la Lega Nord di Bossi sia diversa da quella di Salvini.
Di nuovo non ho elementi sufficienti (per mia disinformazione) per giudicare: la mia sensazione è però di nuovo negativa: è cambiato il gestore ma il ristorante è sempre lo stesso. Per Salvini vale un po' quello che scrissi per Renzi: non mi convince chi si unisce a un partito marcio con l'idea di cambiarlo dall'interno: ho la sensazione che voglia solo riscuotere l'approvazione (e i voti) di chi ancora sinceramente crede agli “ideali” di tale partito. Poi certo conta l'età e la storia personale, ma il mio scetticismo rimane.
Infine la terza classificazione cerca di valutare l'obiettivo di una forza populista: questo può essere “ambizioso” o “rinunciatario”. Al contrario del caso precedente questa classificazione ha senso solo nel caso che il populismo sia “apparente” perché quello “reale” sarà sempre ambizioso.
Il populismo ambizioso mira a vincere le elezioni per poter governare e mettere in atto le proprie idee; quello rinunciatario (sempre apparente) non vuole essere messo alla prova perché il governare renderebbe palese che il suo obiettivo non è cambiare lo stato delle cose ma semplicemente intercettare il malcontento e tenere stabile la società tramite il mito democratico ([E] 9).
Da questo punto di vista cosa vuol fare la Lega?
Anche in questo caso non ho abbastanza informazioni però il fatto che il nome completo della Lega sia ancora quello di “Lega Nord per l'indipendenza della Padania” mi fa pensare a una forza politica che ambisca solo a rimanere minoritaria nel paese: magari con lo scopo limitato di andare sì al governo ma come “socio” di minoranza, in maniera da trarne un profitto di potere e visibilità ma con molte scuse (compromessi politici con gli alleati di governo) per non portare a casa risultati concreti...
In altre parole la Lega mi pare, secondo la mia classificazione, un partito populista apparente, inefficace e rinunciatario.
In altre parole temo che la Lega abbia solo una funzione simile a quella del M5S con la differenza che pesca il proprio consenso da un'altra fascia di elettorato scontento.
E l'attenzione di Salvini al tema dell'euro? Solo un dettaglio reale per dare più credibilità alla sua finzione...
In altre parole se, per assurdo, la Lega stravincesse le prossime elezioni e si ritrovasse al governo con una maggioranza schiacciante nelle due camere, anche allora l'Italia non uscirebbe dall'euro né cambierebbe niente di sostanziale limitandosi a dare qualche contentino ai suoi elettori...
Conclusione: come detto la mia opinione si basa solo su sensazioni superficiali. Nelle prossime settimane vedrò di seguire Salvini con più attenzione e, magari, riuscirò a farmi un parere fondato su basi più concrete.
Nota (*1): Voce 2 ha poi aggiunto che, per essere politicamente rilevante nel panorama politico nazionale, dovrebbe allearsi con la Meloni che lo renderebbe così credibile/votabile anche al sud.
Nota (*2): Il termine “populismo” nella mia definizione ([E] 11.3) non ha una connotazione negativa ma indica semplicemente una forza politica caratterizzata dall'essere nata in opposizione ai partiti tradizionali per coprire l'esigenza sentita da sempre più elettori/cittadini di contrastare le attuali tendenze globali che li privano di ricchezza e libertà.
Nota (*3): la Lega non è infatti nata adesso ma ha ormai una pluriennale storia politica che l'ha anche vista al governo. Era la lega di Bossi e, per consuetudine col potere, alla fine si era, dal mio punto di vista, trasformata come un qualsiasi partito tradizionale. La Lega di Salvini può essere considerata diversa?
martedì 25 aprile 2017
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