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mercoledì 10 settembre 2014

I 16 pregi degli scacchi

Era da tantissimo tempo che avevo pensato di scrivere questo pezzo senza mai trovare la voglia per farlo. Quello che mi tratteneva era la consapevolezza che avrei dovuto ragionarci un bel po' per radunare insieme le varie idee in maniera coerente. Ieri sera l'ho fatto e mi ci è voluto anche pochissimo tempo!

L'idea è quella di descrivere quali siano i pregi educativi degli scacchi per i bambini e non. Ovviamente mi baso solo sulla mia esperienza personale e, per questo, inevitabilmente metterò l'accento su ciò che mi ha più colpito.

Regole: il gioco degli scacchi ha regole matematicamente precise e relativamente complesse. Il bambino per giocare deve accettare la disciplina che queste regole impongono. Io non ne avevo bisogno ma penso che certe personalità potrebbero beneficiarne.

Pazienza: per giocare bene bisogna avere pazienza: c'è un momento per attaccare e un momento per difendersi. Non bisogna avere fretta altrimenti si rischia di vanificare tutto il lavoro fatto. L'impulsività raramente viene premiata.

Autocontrollo: strettamente collegata alla pazienza ma non è la stessa cosa. La mia esperienza personale è estremamente esemplificativa: una regola del gioco dice che se si tocca un pezzo allora bisogna muoverlo. I primi tempi, per evitare di commettere questo errore, giocavo sedendo con le mani sotto le cosce in maniera da non poter afferrare un pezzo senza averci pensato a sufficienza...

Oggettività: negli scacchi non bisogna essere né ottimisti né pessimisti. Se si è troppo ottimisti si rischia di sopravvalutare le proprie possibilità finendo per perdere. Ma anche l'essere troppo pessimisti non aiuta: in questo secondo caso si rischia di lasciarsi sfuggire una vittoria accontentandosi di una patta.

Valutazione: dipende strettamente dall'oggettività: è impossibile valutare bene i pro e i contro di una posizione se non si è oggettivi. Negli scacchi, come nella vita, non basta valutare un singolo elemento ma bisogna considerare contemporaneamente moltissimi fattori.

Pianificazione: gli scacchisti la chiamano strategia: una volta valutata la situazione bisogna stabilire quali siano i passi necessari a migliorarla senza entrare nei dettagli. In genere le possibilità aumentano in base alle possibili repliche dell'avversario.

Modificato (19/4/2015):
Flessibilità: raramente si riuscirà a prevedere tutte le mosse dell'avversario. Anzi, spesso ci troveremo ad affrontare situazioni impreviste: in questi casi dovremo riverificare l'intera situazione alla luce della nuova posizione e, quindi, adattare il nostro piano originario oppure, quando non possibile, avere l'elasticità mentale per cambiarlo del tutto.

Logica: il piano deve essere logico per funzionare: senza la logica non è possibile costruire alcuna strategia.

Priorità: saper riconoscere e stabilire quali debbano essere le proprie priorità è un'abilità che sta a metà strada fra la logica e la pianificazione. Tutte e tre sono capacità strettamente collegate fra loro. È chiaro, ad esempio, che un buon piano, anche privo di errori, che però fa raggiungere un obiettivo secondario è inutile quando non dannoso.

Memoria: la memoria, soprattutto visiva, è fondamentale sia per ricordare posizioni già incontrate, sia per le aperture che per i finali e anche per calcolare accuratamente le sequenza di mosse.

Calcolare: l'abilità di calcolo, chiamata tattica dagli scacchisti, serve a trovare nel dettaglio tutte le singole mosse, considerando anche quelle dell'avversario, che insieme formano un passo della propria strategia. Per calcolare bene occorre memoria, concentrazione e precisione.

Precisione: la precisione è fondamentale: un singolo dettaglio non considerato può capovolgere la valutazione di una posizione. Un singolo pedone che in una casa permette di vincere la partita, in quella accanto può farla perdere...

Concentrazione: anche questa capacità è fondamentale ed è sempre stata una delle mie debolezze. Chi si distrae, anche solo per una mossa, rischia di vanificare gli sforzi di molte ore. Innumerevoli le partite che ho buttato via rilassandomi troppo presto. Inutile dire poi che maggiore è la concentrazione e più preciso è il calcolo delle mosse.

Creatività: come per tutte le arti (anche gli scacchi hanno la loro musa chiamata Caissa) anche in questo gioco è fondamentale la creatività e la fantasia. Il proprio stile di gioco diviene una maniera per esprimere se stessi. La capacità di sorprendere il proprio avversario, di trovare delle idee che questi non ha visto, è utilissima.

Responsabilità: l'esito della partita dipende solo dalle proprie mosse. Non c'è fortuna in questo gioco. Lo scacchista che dopo una partita si azzarda a dire ai colleghi che ha perso per “un colpo di sfortuna” sarebbe considerato uno stupido. Ogni mossa poi è importante e il giocatore è consapevole che il risultato finale dipende dalle proprie decisioni.

Autocritica: a fine partita, con l'aiuto dell'avversario oppure con tranquillità a casa grazie al calcolatore, è molto importante cercare di capire sia cosa ha funzionato ma, soprattutto, quali sono stati i nostri errori. Negli scacchi, come nella vita, si impara dagli errori: e soprattutto dai propri!

Rispetto per avversario: il rispetto per il proprio avversario prende due forme. Nella prima bisogna sempre calcolare che l'avversario faccia la mossa migliorare: mai giocare una “trappola” nella speranza che l'avversario ci cada se poi, evitandola, potesse metterci nei guai! La seconda forma di rispetto consiste nel valutare con estrema attenzione una sua mossa inattesa. Molto spesso ho liquidato con superficialità una mossa che non avevo previsto come un banale errore senza sforzarmi, come avrei dovuto, di capire se mi fosse sfuggito qualcosa. Quando l'avversario fa una mossa “strana” bisognerebbe far finta che sia scattato un allarme e mettersi particolarmente all'erta.

Queste sono tutte le qualità necessarie per giocare a scacchi e che il gioco aiuta a rafforzare e mantenere. Un bravo maestro dovrebbe essere in grado di aiutare i bambini a capire anche quelle qualità più implicite e nascoste che però sono necessarie sia nel gioco che nella vita.

Conclusione: gli scacchi sono una ricchissima palestra per esercitare e mantenere attiva la mente. Le capacità che richiedono sono molteplici e utilissime. Insomma mi sembrerebbe criminale non insegnare a un bambino questo splendido gioco. Ovviamente ci sono anche delle controindicazioni ma di queste parlerò in un altro pezzo...

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