Stanotte ho dormito bene: lo scrivo perché in genere tendo a dare grande risalto alle mie insonnie col risultato (immagino) di dare l'impressione di non dormire mai...
Ho anche fatto molti sogni che però ricordo in maniera troppo parziale per provare a esporli qui: eppure c'è un frammento che è interessante.
Prima di descriverlo devo però raccontare un sogno di un paio di notti fa: volevo scriverci un corto ma poi ho desistito però il sogno di oggi fa un preciso riferimento a esso e quindi...
Il primo sogno, di due notti fa, è il seguente:
«Ero in un bordello che però non aveva niente a che fare con lo stereotipo che siamo abituati a vedere nelle vecchie pellicole: non era un ambiente raccolto e decadente ma era invece ampio e sobrio.
Ricordava delle terme romane (o almeno come io mi immagino che fossero!) con delle stanze spoglie ricoperte di mattonelle bianche e azzurre che disegnavano sul pavimento e le pareti delle semplici figure geometriche. Particolare di questo bordello era un corso d'acqua che praticamente attraversava ogni sala e corridoio. Si trattava in realtà di un canale artificiale ricavato in una depressione del pavimento: largo circa un metro era profondo appena pochi centimetri. Nei punti di maggior transito spariva nel pavimento per riapparire poco dopo: sul pavimento che faceva da ponte c'erano delle mattonelle che raffiguravano le classiche linee blu ondulate che rappresentano le onde. Era perciò sempre ben evidente a tutti che sotto i propri piedi scorreva l'acqua.
E questo fatto era della massima importanza perché c'erano avvisi da tutte le parti che ripetevano “Una volta oltrepassato non è possibile tornare indietro!”.
Già nel sogno mi chiedevo del significato di questa formula: infatti, interpretandola riferita al canale, mi chiedevo “Sì, ma se io devo andare in bagno come faccio?”. Sempre nel sogno avevo infatti la sensazione che il bordello funzionasse con una sorta di abbonamento a punti e che, ogni volta che si attraversava il canale, se ne perdesse uno...»
Un dettaglio interessante è che nel bordello si prostituivano almeno tre mie vecchie conoscenze: due compagne di classe del liceo e la “solita” Barbara di cui ho parlato nel pezzo Come rimbalzo bene!
Ciò che continua a stupirmi è infatti come Barbara sia incuneata nel mio inconscio: cioè, una volta scritto il pezzo summenzionato, non avevo praticamente più pensato a lei. Voglio dire che non è che sia una mia ossessione e che ogni giorno riguardi vecchie foto o che controlli la sua pagina FB (*1) alla ricerca di novità: non è insomma né in fondo né, tanto meno, in cima ai miei pensieri quotidiani ma al contrario è semplicemente fuori da essi!
Eppure, quando il mio subconscio ha avuto bisogno di “scritturare” una comparsa che io trovassi discretamente carina per il ruolo osé, è andato a cercare proprio lei...
Comunque, una volta sveglio, mi sono chiesto se la frase “Una volta oltrepassato non è possibile tornare indietro!” potesse avere altri significati, magari riferendosi a un qualcosa con cui ho a che fare nel mondo reale. Nonostante l'impegno non mi è venuto in mente niente che mi convincesse completamente e vi risparmio le mie ipotesi per passare subito al frammento di sogno.
«Non ricordo il perché ma mi trovavo semi sdraiato su un terrazzo, forse anche leggermente inclinato, che si affacciava su una valle dove le case apparivano piccolissime. Non so, direi che dal terrazzo alla valle sottostante ci fosse uno strapiombo di un 300 metri. Avevo una vaga sensazione di vertigine anche perché la ringhiera del terrazzo era bassa, fragile e addirittura in alcuni punti mancava del tutto!
È stato allora che mi è tornata a mente la frase “Una volta oltrepassato non è possibile tornare indietro!”: in quel momento ho pensato che il riferimento fosse alla soglia fra la vita e la morte. Spaventato mi son detto “Non ci penso nemmeno a buttarmi da quassù!” e mi sono allontanato in tutta fretta...»
Sicuramente un'interpretazione più suggestiva quella del frammento di sogno!
Nota (*1): mentre raccontavo il sogno mi sono venuti in mente altri dettagli da aggiungere su Barbara ma li metto qui in nota perché non voglio divagare dall'argomento del pezzo!
Nel pezzo Come rimbalzo bene concludevo dicendo che avrei provato a contattarla su FB: per qualche tempo ho realmente pensato di farlo però rimandavo perché avevo altre scadenze e non volevo altri “pensieri” per la testa così, alla fine, me ne sono dimenticato.
Comunque è già notevole che considerassi lo scrivere e l'attendere l'eventuale risposta come un “pensiero”, qualcosa cioè di vagamente stressante. Evidentemente la sua risposta mi sta molto più a cuore di quanto io stesso ami ammettere. Anzi, per la precisione, quello che non vorrei, quello che temo, è un altro rifiuto: mi deprimerebbe veramente. E questo però vale solo nei suoi confronti: non avrei problemi a contattare, ad esempio, le altre due ragazze del sogno...
Mi chiedo cosa mi consiglierebbe di fare in questo caso uno psicologo: far finta di niente o rischiare un altro trauma affettivo mandandole un messaggio su FB?
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