Ieri non riuscivo a dormire e, stufo di vedere video di scacchi, mi sono rimesso a leggere i miei libri.
In particolare ho finito di leggere il capitolo sull’Europa di “Le 10 mappe che spiegano il mondo” di Tim Marshall.
La sensazione che avevo anticipato ieri è stata confermata. L’autore ha una preparazione a macchia di leopardo con scarse basi storiche (almeno così mi pare) e, ho la sensazione, che le fonti su cui colma le sue lacune siano Wikipedia e i documenti di teoria geopolitica dei think tank statunitensi. La geografia è usata in maniera discontinua, talvolta contraddittoria, per spiegare la situazione del momento dimenticando magari la storia di duecento anni fa e oltre (*1).
Bisogna quindi essere bravi e avere una buona intuizione per capire quali siano le affermazioni corrette e quelle più “dubbie”. Soprattutto quando le sue fonti possono essere fatte risalire, magari indirettamente, ai think tank non si ha una visione oggettiva della situazione ma una politicizzata e orientata nella prospettiva di Washington. Non è mai la CIA che causa instabilità in una regione ma “fiumi e catene montuose” l’avevano resa inevitabile.
Per esempio nella bibliografia, per documentarsi sulla Russia, si è basato anche su un “NATO Fact Sheet” del 12 aprile 2014 che sapete da dove proviene?
Indovinato: dal sito NATO.int
Con quello che sappiamo oggi sicuramente si tratta di una fonte super oggettiva e non di parte.
Curiosamente l’autore non si è neppure curato troppo di eliminare le possibili contraddizioni derivate dall’aver raccolto il materiale da fonti non proprio attendibili.
Questo emerge nel capitolo sull’Europa quando parla della Germania e dei suoi rapporti con la Russia.
In particolare evidenzia chiaramente il timore degli USA che la Germania, e con lei quindi l’UE, spostasse il suo baricentro verso Mosca piuttosto che Washington.
Come scrissi nel mio pezzo Altra lettura della crisi Russia-Ucraina (NATO) del 24 febbraio 2022 (quindi scritto MOLTO a caldo e basato sui dati che avevo raccolto seguendo la vicenda da un mesetto circa) elencando i motivi per cui gli USA volevano la guerra c’era:
«3- evitare che la Russia acquisti influenza sull’Europa (ormai colonia americana) che potrebbe ridurre quella di Washington: la guerra in Ucraina ha infatti già scavato un profondo solco economico e politico.»
E che ribadisco nella mia Epitome in 16.8, “Guerra fra Ucraina e Russia”:
«Obiettivi USA:
- Se la Russia non avesse reagito portare l’Ucraina nella NATO; in caso contrario:
- Scavare un solco politico-economico fra Russia e UE anche a costo di impoverire l’UE.
- Giustificare l’aumento della spesa militare in funzione anti russa.
- Mantenere in Ucraina un fedele governo filo-occidentale.
- Una volta iniziata la guerra, prolungarla il più possibile in maniera da far pagare alla Russia il
prezzo massimo in termini sia economici che di vite umane per arrivare alla sostituzione di Putin
con un sostituto filo occidentale.»
Ma quali concetti esprime Marshall, evidentemente riprendendoli da qualche think tank?
Per spiegare che la Germania guarda a due sponde (est e ovest) l’autore scrive:
«I tedeschi erano coinvolti nelle macchinazioni che hanno portato al rovesciamento del presidente ucraino Janukovič nel 2014 e hanno criticato aspramente la successiva annessione della Crimea da parte della Russia. Ma pensando ai gasdotti, Berlino è stata molto più tiepida nelle critiche e nell’appoggio alle sanzioni rispetto, per esempio, al Regno Unito, che dipende molto meno dalle fonti energetiche russe. Anche se come stato membro dell’UE e della NATO la Germania è saldamente ancorata all’Europa occidentale, nella tempesta le ancore possono saltare, e Berlino è geograficamente in condizione di spostare l’attenzione a est, se necessario, e stringere legami molto più stretti con Mosca.» (*2) [Il neretto è mio]
E qualche pagina dopo: «Sia la Francia sia la Germania si stanno adoperando per tenere assieme l’Unione: si considerano reciprocamente partner naturali. Ma solo la Germania ha un piano B, che si chiama Russia.» (*3)
La prima citazione è particolarmente lunga perché, parlando dei gasdotti, mi pare chiarisca (senza considerare i video con le parole della Rice prima e di Biden poi) chi avesse interesse a distruggere tali infrastrutture. Insomma ho voluto prendere due piccioni con la proverbiale fava.
Inoltre, come spiegava precedentemente, Marshall conferma che dietro la caduta di Janukovič c’erano delle “macchinazioni” estere: attenzione però, non mene degli USA, che non vengono neppure citati, ma della Germania!
Evidentemente non si accorge neppure della contraddizione di affermare che la Germania voleva rimanere in buoni rapporti con la Russia ma si era adoperata per sostituire il presidente filo-russo con uno filo-occidentale…
Conclusione: il testo è sostanzialmente deludente ma, fortunatamente, riesco comunque a ricavarne delle informazioni utili. Beh, in questo caso delle conferme significative a quanto avevo già ipotizzato/intuito.
Nota (*1): un solo esempio tanto per far capire: riguardo l’Europa spiega che il clima migliore e il suolo più produttivo resero l’Europa del Nord più ricca di quella del sud. Chiaramente dimentica i circa duemila anni di storia dell’impero romano per non parlare dei secoli di splendore della Grecia. Inutile che riporti i suoi argomenti “geografici” che spiegano il successo del nord Europa perché è ovvio che sono in contrasto con quelli che portarono precedentemente al successo il sud.
Aggiungo che l’autore dà un gran peso al clima “buono”, i fiumi navigabili (ma resi tali dall’opera dell’uomo con canali per connetterli insieme etc.) e alla “grande pianura europea” ma dimentica invece totalmente l’importanza del Mar Mediterraneo… vabbè, l’esperto è lui...
Nota (*2): tratto da “Le 10 mappe che spiegano il mondo” di Tim Marshall, (E.) Garzanti, 2017, trad. Roberto Merlini, pag. 125.
Nota (*3): ibidem, pag. 130.
Il figlio della Concetta
7 ore fa
La mia intuizione non sbaglia quasi mai anche se graniticamente razionale, tendo a sottovalutarla, sforzandomi di avete prove e cercare evidenze ccause-effetti.ovvi0 che ad un nessuno, un virgola zero, tale UUiC non abbia prove e accesso a ciò che succede nelle stanze dei bottoni a Washington, Pechino, Mosca, etc. .
RispondiEliminaGli SUA stato canaglia fecero, fanno e faranno i loro interessi in Europa anche se ciò è contrario agli interessi degli Europei.
Direi che è nell'ordine delle cose, tautologico, essenziale, per ogni impero.
In Europa le potenze talassiche (RU), poi anche aeree (SUA) sconfissero quelle telluriche (Francia napoleonica, poi Germania e Italia, nazista e fascista, ma non l'URSS ora Federazione Russa). Il conflitto tra impero SUA e quello russo continua. Ovviamente, per definizione, in provincia, il conflitto arriva in casa solo quando l'impero è prossimo al collasso.
UUiC
Sì, sono d'accordo ma con una precisazione: durante la guerra fredda l'Europa era ancora considerata un alleato e, quindi, trattata con più riguardo. Dopo la caduta dell'URSS siamo invece diventati dei semplici partner commerciali prima e, diciamo dal 2010 (dal "fuck Europe" della Nuland) una specie di colonia.
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