Quando a fine 2020 uscirono i primi farmaci sperimentali per immunizzare dal covid-19 vi fu subito una polemica se chiamarli “vaccini” o no. Altre polemiche sul fatto che alcuni vocabolari si erano affrettati a cambiare la loro definizione di “vaccino” per farvi rientrare anche questi nuovi farmaci.
La questione mi lasciò piuttosto freddo e indifferente: mi sembrava ovvio che i nuovi farmaci avessero un meccanismo di funzionamento diverso (non viene introdotto un antigene inerte ma viene fatto produrre alle cellule del corpo tramite l'mRNA) da quello dei vaccini tradizionali ma che lo scopo fosse il medesimo. Non erano quindi vaccini nel mezzo (il funzionamento) ma nell'obiettivo (immunizzare).
Da allora, per semplicità, ho continuato a chiamarli vaccini tranne quando volevo evidenziarne la novità del meccanismo di funzionamento.
Nei primi anni ho comunque sempre continuato a considerare con indifferenza la questione terminologica. Le cose sono cambiate a marzo 2023 quando sono venuto a conoscenza del rapporto commissionato dalla stessa Pfizer per il parlamento australiano (v. Cattiva fede) e solo allora desecretato (seppur con molte preoccupanti censure: che cosa c’era da nascondere?).
Qui ho scoperto che la questione se chiamare o no questi nuovi farmaci vaccini non era indifferente: i vaccini tradizionali infatti avevano una formulazione simile fra loro e per sperimentarne di nuovi erano legalmente richieste meno prove: per esempio non c’era da verificare il metabolismo farmacologico della sostanza adiuvante perché già testata precedentemente.
Io avrei dato per scontato, essendo evidente la novità del loro funzionamento, che si facessero su questi nuovi prodotti tutte le verifiche che normalmente si fanno su un nuovo farmaco ma, invece, si è speculato sul fatto di chiamarli “vaccini” per semplificare l’intero processo. Completamente folle…
Bo... - 14/9/2023
Non so più perché ho scritto la precedente lunga premessa: volevo solo presentare questo video sul codice dei medici di Norimberga del 1947 The Code dal canale del Dr. Campbell.
Bo… chissà perché inconsciamente ho fatto questo collegamento… che c’entra la sperimentazione di questi nuovi farmaci col codice di Norimberga? Bo...
Brava gatta! - 19/9/2023
Bisba, paragonata al mio precedente gatto (Eolo), non mi è mai parsa particolarmente intelligente: di suo Eolo (preso già quasi adulto e un po’ selvatico) capiva molte cose, Bisba (presa abbastanza piccolina) no.
Però con Bisba ho vissuto a stretto contatto e quotidianamente l’ho sempre stimolata relazionandomi con lei. Da questo punto di vista lei è abbastanza a “canino” e le piace starmi appiccicata tranne quando è a caccia.
Molte cose le ha imparate più o meno rapidamente: non salire sul tavolo, non rubare, non miagolare alla mia porta e altre. In questi casi è stato facile: la brontolavo quando saliva sul tavolo o rubava e, semplicemente, la ignoro se miagola alla mia porta.
Un problema era invece il vomitare che, sfortunatamente, è sempre stata proclive fin da piccina: come fare a fargli capire che non deve farlo? Del resto non è che lei decide di vomitare…
Comunque quando la sentivo iniziare a fare i rumori che precedono il vomito, quando vi riuscivo, la prendevo in collo e la mettevo in terra lontano dai tappeti. Qui la carezzavo, riuscendo spesso a evitare che vomitasse, e chiaramente non la brontolavo.
Ebbene pochi giorni fa Bisba ha capito il problema ed è schizzata giù dal mio letto per andare a vomitare sulle scale. E sono sicuro che lo ha fatto volontariamente!
Problemi elettrici - 19/9/2023
Da venerdì ho problemi elettrici: sabato e domenica sembravano leggermente diminuiti ma lunedì (ieri) sera sono aumentati in maniera drammatica.
In pratica ho dei grossi cali di potenza con conseguente attenuazione delle luci, malfunzionamento o spegnimento degli elettrodomestici e, soprattutto accensione intermittente dell’unità UPS del mio calcolatore.
Stamani mi sono quindi deciso ad attivarmi cercando di contattare l’ENEL. Ho così fatto conoscenza della stupidità artificiale che gestisce le segnalazione di guasti.
1° telefonata:
- Mi chiede «I tuoi vicini hanno problemi? Rispondi “sì” o “no”» e io «Non lo so»
- «Che problema hai in poche parole?» e io «L’energia va e viene quando blablabla»
- Controllo automatico in remoto del mio contatore → «l’energia arriva: ciao! ciao!»
2° telefonata:
- «Che problema hai in poche parole?» e io «Calo di potenza»
- «Ora facciamo la prova in remoto»; io apro il rubinetto, l’autoclave entra in funzione, e le luci iniziano ad affievolirsi. Solo che l’energia si abbassa troppo e il router si resetta facendo cadere la telefonata!
3° telefonata:
- «Per sapere lo stato della richiesta premere 1; premere 2 per sapere la programmazione dei lavori». Io premo 1.
- «Inserisci il codice che hai ricevuto all’apertura della chiamata»
Suppongo quindi che la richiesta di intervento sia partita ma voglio provare a premere 2 per vedere se mi dà qualche informazione pur senza il codice.
4° telefonata:
- «Che problema hai in poche parole?» e io «Calo di potenza»
- «Facciamo la prova: il controllo richiederà fino a tre minuti.» Io sto in attesa senza aprire il rubinetto.
- Dopo tre minuti la musichetta d’attesa si interrompe: aspetto altri due minuti di silenzio e poi riattacco.
Vado a un punto ENEL ma fanno solo servizio commerciale e non mi sanno dire niente di utile…
Tornato a casa sono molto nervoso ma mentre mangio un gelato sento bussare alla porta: scendo e c’è un tecnico venuto a controllare la situazione. Io inizio a sommergerlo di dati ma lui non mi dà soddisfazione: verifica la presenza del problema e mi avverte che non sarà una cosa “rapidissima”. Gli chiedo “come faccio a sapere l’andamento dei lavori” e lui “capirai che abbiamo finito quando la luce torna normale”. Io ridacchio (ho trovato la risposta divertente) e il tizio scappa via…
Speriamo bene!
Bravi! - 19/9/2023
Nonostante le mie paure sono invece stati bravi!
Verso le 17:30 sono arrivati due tecnici con due automezzi e hanno risolto il problema: hanno sostituito una “fase”: non so bene cosa intendessero…
Comunque: “ottimisticamente” si erano portati dietro un gruppo elettrogeno in caso non fossero riusciti a risolvere il problema!
alla prima stazione
1 ora fa
Il nazionalsocialismo aveva interesse nei confronti del proprio popolo e questo divenne un gioco a somma zero con gli interessi di altre potenze.
RispondiEliminaGli interessi delle case farmaceutiche sono più di nicchia ma pur sempre di un gruppo, per quanto limitato e vanno in conflitto cogli interessi collettivi nella forma di danni fisici e mentali (talebanismo vaccinistico, una delle forme di tecnoteismo) causati da certi prodotti.
Norimberga è la ipocrita assunzione di essere moralmente superiori agli sconfitti (il piano Morgenthau lo dimostrò chiaramente).
Peraltro nella evidente, grossolana negazione del fondamento nazistico della virtù e superiorità marziale realizzata colla vittoria marziale, bellica.
Mi ricorda molto il sinistrismo radical chic dell'accoglienza senza sexe senza ma (nei vostvi pulciosi quavtievi banlieu, sui vostvi autobus cavvetta, nelle vostve code delle calende gveche per accedeve ai sevizi sanitavi). Ipocrisia che, con i fatti, negano ciò che viene blaterato.
Buongiorno UUiC,
EliminaLa ringrazio per il suo commento articolato!
Mi sembra che il filo conduttore sia l’ipocrisia in molteplici forme. L’ipocrisia è una brutta bestia e, personalmente, è ciò che più mi irrita negli altri e, soprattutto, nelle istituzioni. Le persone alla fine sono come sono: l’ipocrita in parte nasce così e questa è una bella attenuante di colpa. L’istituzione dovrebbe invece essere basato sulla verità: se viene avvelenata dall’ipocrisia finirà per fare il contrario del proprio dovere e questo non è accettabile in una istituzione che dovrebbe servire tutti.
Riguardo il processo di Norimberga (comunque distinto dal codice dei medici di Norimberga) mi viene in mente il detto “La giustizia abbandona il campo dei vincitori” e Aristotele, secondo cui “è più difficile gestire la pace che vincere la guerra”. Tutto sommato mi pare che il piano Marshall fu un buon compromesso che contribuì significativamente al benessere occidentale dei primi decenni successivi alla seconda guerra mondiale.
In quanto alla ipocrisia delle lezioni morali (peraltro grossolanamente contraddittorie) imposte dai vincitori ai vinti, rimando al nitore (anche morale) del pensiero di Tucidide nella sua lettera agli sconfitti Meli.
Eliminahttps://unuomoincammino.blogspot.com/2013/06/usa-stato-canaglia-7.html
Curiosamente circa un mese prima del suo articolo scrissi questo pezzo: Tucidide... :-)
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