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mercoledì 13 settembre 2023

Diritto sfrangimento burocratico

È buffo come degli spunti interessanti a volte nascano dal nulla…
Come mi pare di aver già scritto sono in contatto con una grafica del Bangladesh per la creazione di una copertina per la mia Epitome: il primo tentativo è andato completamente fuoristrada, sembrava per un libro di fantascienza o di automiglioramento personale, roba un po’ mistica e/o spirituale.
Comunque, dopo averle spiegato meglio la situazione, mi ha preparato una nuova copertina completamente diversa che mi è piaciuta abbastanza (diciamo la prima 4/10 e l’ultima 7+/10).

Così ho fatto vedere l’anteprima (ancora non l’ho accettata) a un mio amico che però, oltre a considerarla appena sufficiente (6-/10 ?), ha sollevato dubbi su possibili problemi di diritti di riproduzione: la copertina infatti contiene il dettaglio della “Creazione d’Adamo” in cui la mano di Dio va a sfiorare quella di Adamo. A mio parere un’immagine un po’ troppo sfruttata ma che, suppongo, alla grafica del Bangladesh deve essere sembrata abbastanza esotica…

Comunque io ho risposto all’amico qualcosa del tipo: “Vabbè, avrà usato un’immagine di pubblico dominio!” del resto, pensavo, creare copertine è il suo lavoro quindi saprà che non deve usare immagini sotto licenza…

Ma l’amico si aspettava la mia replica e quindi mi ha risposto che le cose, tanto per cambiare, non sono più così semplici: “Non importa se l’immagine usata dalla grafica è di pubblico dominio: devi comunque chiedere il permesso a Papa Francesco per usarla!” (*1).
E, a sostegno di questa affermazione apparentemente bislacca, mi ha fornito il collegamento a questo articolo che decodifica per i profani una legge, questa sì secondo me bislacca, del 2004: Si può usare la foto di un quadro o di una scultura? da LaLeggePerTutti.it
E, in effetti, secondo questa legge (gli artt. 107 e 108 d.lgs. 42/2004) anche per usare a scopo di lucro una foto di un quadro o di una scultura, anche se nel pubblico dominio, si deve chiedere l’autorizzazione dell’ente, per esempio il museo, che la custodisce.
In realtà questi articoli non mi riguardano perché l’Epitome non è un’opera a scopo di lucro: è gratuitamente scaricabile e in licenza Creative Commons 3.

Comunque il mio commento spontaneo è stato “pura follia!”.
A me pare infatti che questa legge introduca solo un carico di burocrazia addizionale sia per gli enti pubblici che per chi volesse usare le immagini (di pubblico dominio) di opere d’arte conservate in Italia.
Burocrazia per il museo e burocrazia per chi, per esempio un grafico autore specializzato in copertine per libri, volesse avvalersene.
Se il museo volesse venderne il permesso d’uso o comunque ne negasse l’uso al grafico questo potrebbe prendere l’immagine dal pubblico dominio, rielaborarla un poco e, a quel punto, CREDO (*2) che nessuno potrebbe dirgli niente; oppure, per fare prima, manda tutti a quel paese e usa altro...
Queste sono riflessioni che non ho espresso ma che erano alla base del mio commento.

Sfortunatamente questo mio amico è un –TJ e, come tale, ama i regolamenti, cioè l’ordine e la disciplina che rappresentano, di per sé: così, invece di ignorare il mio commento o ancora meglio (!) darmi ragione, ha replicato cercando di spiegarmi i pregi di questa legge.

Non avendogli chiesto l’autorizzazione a pubblicare parte della sua epistola (sapete, problemi di diritto d’autore!) mi limiterò a riassumerne i punti salienti: se poi mi dà il via libera riporterò anche i paragrafi originali rilevanti.
1- Questa legge vuole tutelare le opere di ingegno.
2- Per esempio evitando che la “creazione d’Adamo” finisca in un film pornografico.
Poi fa anche molte altre precisazioni che però riguardano una casistica più ampia che va oltre il mio caso specifico di foto (*3) di pubblico dominio di opere d’arte.

1. Allora secondo me la protezione dei diritti d’autore è sacrosanta (*4) ma questa scade N anni dopo la morte dell’artista. La cappella Sistina dovrebbe essere del XVI secolo quindi i diritti d’autore dovrebbero essere scaduti da un 400 anni. Ora l’opera appartiene all’intera umanità (persino a una grafica del Bangladesh): è giusto ed è bello che sia così.
2. Proprio perché l’opera ora appartiene a tutti nessuno, specialmente una figura arbitraria come il burocrate di un museo, dovrebbe poter decidere cosa sia lecito fare di una foto (con licenza di pubblico dominio) che la riproduce. A me un porno con lo sfondo una foto della cappella Sistina non darebbe fastidio (anzi! (*5)): a chi non sta bene guardi un altro porno: ce ne sono tanti e, di solito, lo scenografia non è così importante: puntano di più sulla trama!

Insomma una volta che un’opera, come un quadro o una statua ha perso il diritto d’autore, allora con una foto nel pubblico dominio di questa deve essere lecito farci tutto. Non è giusto permettere a un qualsiasi ente speculare o comunque disporre di qualcosa che non gli appartiene.

In una epistola precedente, che per motivi di climax non avevo anticipato, avevo riportato all’amico una fiaba delle Mille e una Notte che mi sembrava attinente a questa situazione. Vediamo se chatGPT la sa riassumere meglio di come avevo fatto io…
«La fiaba che hai descritto è nota come "Il Giudice degli Scimmioni" ed è una delle storie delle Mille e una Notte. In questa storia, un povero uomo di Bagdad usa il fumo del forno di un mercante per "arrostire" una fetta di pane, ma il mercante vuole farsi pagare per l'uso del fumo. Il caso viene portato davanti a un giudice saggio, che decide che il povero uomo deve rovesciare le monete richieste sul pavimento e quindi riprendersele. Il giudice fa ciò per far capire al mercante che deve essere soddisfatto del suono delle monete, proprio come il povero era stato soddisfatto dal fumo. In questo modo, il giudice dimostra saggezza e equità nel risolvere la disputa.» (*6)

Io vi vedo un’analogia: il mercante corrisponderebbe al gestore del museo: è giusto che si faccia pagare per la carne arrosto/visitare il museo ma non che pretenda di possedere il fumo della carne/gestire la foto (di pubblico dominio) di un’opera di cui gli è affidata la custodia ma che non è sua bensì appartiene a tutti.

Valuti il lettore se la mia metafora sia sufficientemente valida…

Conclusione: come evolverà la discussione con l’amico? Ma… sfortunatamente mi sono reso conto, nel corso degli anni, che la mia capacità di persuasione è poco sopra lo zero assoluto! Non so bene perché visto che a me pare di essere logico e consequenziale… ma questo semmai sarà argomento di un altro pezzo!

Nota (*1): No, vabbè: mi aveva scritto che dovevo avere l’autorizzazione del Vaticano… ma l’idea che Bergoglio segua queste pratiche mi divertiva!
Nota (*2): La questione non è così banale: le modifiche dovrebbero essere significative, magari non basterebbe semplicemente invertire a specchio la foto. Ma dagli esempi che ho visto io (per la legge sulla protezione dei diritti americana però) basta molto poco…
Nota (*3): che poi, leggendo l’articolo del collegamento sullodato, vi è anche una distinzione fra foto artistiche (non importa la loro qualità) e non: solo le prime sono tutelate dal diritto d’autore. Non è chiaro dall’articolo come questo si vada a sovrapporre (o no!) alla questione di foto di opere d’arte…
Nota (*4): non riesco a ritrovare dove lo scrissi: credo in riferimento alla “tassa” europea sui supporti di memorizzazione elettronica che “prevedono” una lesione del diritto d’autore e quindi vanno a “compensare” i presunti (e molto ipotetici) mancati introiti. Qui dovrei aver commentato con qualcosa del tipo: “giusto proteggere il diritto d’autore ma punendo chi l’infrange e non tutti coloro che comprano un disco rigido o un CD scrivibile!”
Nota (*5): come mi piacerebbe vedere un porno/storico con KGB nella parte di Michelangelo (vabbè, un attore che gli assomigli intendo! Pazienza se meno muscoloso e dotato...) e con Evelyn (v. Evelyn & Claire) in quella della suora innocente!
Nota (*6): per la cronaca questo è quello che ricordavo io e avevo scritto all’amico:
«Lo sai cosa mi ricorda questa legge?
Una fiaba delle Mille e una notte che lessi tempo fa.
Un poveraccio a Bagdad che non aveva soldi per comprarsi la carne arrosto salì sul tetto del negozio ed espose la fetta di pane al fumo della cappa che arrostiva la carne. Quando il mercante se ne accorse voleva farsi pagare un tot monete di rame per il fumo. Il giudice dispose che il povero rovesciasse sul pavimento le monete richieste e poi se le riprendesse: il mercante avrebbe dovuto accontentarsi del loro suono come lui si era accontentato del fumo.
Raccontata malissimo ma più o meno la storia era questa!»

3 commenti:

  1. In flickr è possibile trovare un'ampia raccolta di immagini in licenza Creative Commons utilizzabili (come sempre previa citazione dell'autore/trice). Il sito ha un discreto motore di ricerca.
    Buondì

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    1. Buongiorno UUiC, la ringrazio per l’informazione!
      Comunque, tanto per mettere i puntini sulle “i”, il problema è che, grazie alla burocrazia italiana, non basta più che un’immagine sia di pubblico dominio per poterla usare come ci pare e piace: se riproduce un’opera d’arte (non importa quando è stata fatta) per usare la foto si deve ottenere l’autorizzazione dell’ente che custodisce l’opera originale. Questo se vogliamo usarla a scopo di lucro, altrimenti il problema non si pone...

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    2. Ecco, assumevo che voi con la vostra epitome in licenza CC non aveste/abbiate scopo di lucro.

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