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sabato 9 settembre 2023

Il punto settembrino sulla guerra in Ucraina

È da parecchio tempo che non scrivo della guerra in Ucraina: il motivo è che non ci sono grandi novità tangibili sul campo. Intendiamoci, sto ancora seguendo attentamente la situazione e magari vedrò di illustrare i commenti più interessanti…

L’unica “novità”, se così vogliamo chiamarla, è la conferma che la grande offensiva ucraina con i “moderni” mezzi occidentali non ha ottenuto praticamente niente. Ricordo che a fine primavera i media occidentali ci spiegavano che i primi 4-5 giorni sarebbero stati decisivi per capirne l’andamento. Per una volta hanno detto il vero: i primi 4-5 giorni sono stati fallimentari e da allora non vi sono stati progressi.

Precedentemente avevo accennato a una possibile offensiva russa nel nord del Donbass, poco a sud del confine fra Russia e Ucraina. In realtà erano stati anche fonti occidentali a ipotizzarla parlando di grandi concentrazioni di uomini e mezzi nella zona. Io, che ormai ho imparato a essere cauto nelle previsioni militari, ero stato più prudente e avevo supposto che si trattasse di “pressione” russa: ovvero non un attacco ma guadagno di terreno fino a quando la difesa ucraina non fosse divenuta abbastanza forte. È così, più o meno è stata, la Russia ha guadagnato qualche chilometro ma niente più: non c’è stato nessun attacco massiccio.

La mancanza di successo dell’offensiva ucraina è un punto perso per la propaganda occidentale e a favore delle fonti alternative che seguo io. A differenza della pandemia alcune vicende militari non si possono trasformare da bianco in nero e viceversa. Alcuni fatti non si possono falsificare.

Sul fronte diplomatico invece sembra muoversi qualcosa.
Intendiamoci: apertamente si smentisce qualsiasi trattativa e la parola d’ordine dei politici occidentali è sempre “sosterremo l’Ucraina fino a quando servirà”. Ammesso che tale volontà sia sincera, e non lo è, comunque essa deve venire a patti con la realtà dei fatti: l’occidente ha esaurito mezzi e munizioni da inviare a Kiev. L’aumento della produzione, per motivi economici, non è così immediata e richiederà anni che, suppongo, non ci siano.
L’occidente, e qui intendo gli USA perché l’Europa si è dimostrata completamente asservita e disposta ad andare contro perfino ai propri più ovvi interessi economici (*1), deve quindi venire a patti con la realtà.
Capitan Babbeo, o meglio la sua squadra di governo visti i suoi gravi problemi psichici, ha due strade: trovare una via d’uscita diplomatica dalla guerra o, al contrario, puntare a un’intensificazione del conflitto portandolo a un nuovo livello. Questo perché le elezioni presidenziali non sono troppo lontane e gli “stupidi”, come al solito nel senso di Bonhoeffer/Cipolla, sono imprevedibili e possono essere disposti ad agire in maniera illogica. Insomma, benché nessuno ne parli, la guerra nucleare e la conseguente distruzione dell’Europa se va bene, del mondo se va male, è una possibilità sempre più concreta.

Sul fronte diplomatico qualcosa si muove. Intanto i media, alcuni almeno, in base alla fonte a cui obbediscono (tanto da contraddirsi fra di loro) iniziano ad ammettere che la controffensiva ucraina non sta avendo il successo sperato: questo è il primo passo per preparare l’opinione pubblica occidentale alla sconfitta. Ovviamente la “colpa” è degli ucraini, “troppo avversi alle perdite umane” (detto da politico e/o generale statunitense), che non hanno seguito le direttiva USA disperdendo le proprie forze su tutto il fronte invece di concentrarle nella zona di Rabotino (*2).
Una fonte che seguo, Alexander Mercouris, ha sottolineato la stranezza della visita di due giorni di Blinken a Kiev per annunciare semplicemente il solito pacchetto di “aiuti”: secondo Mercouris questo comportamento gli ha ricordato il modus operandi degli USA nel Vietnam dove, per far digerire meglio il calo del sostegno, la notizia veniva portata di persona dall’alto diplomatico di turno insieme a tante assicurazioni “che non sarebbe cambiato niente”.
E poi tante altre voci che parlano di diplomazia: passando dal salotto ho sentito citato da SkyPD24 il Papa oppure, pochi giorni fa, il ministro degli esteri Lavrov ha detto qualcosa del tipo “diplomazia sì ma solo se seria” e cose di questo genere.

La proposta diplomatica che eventualmente verrà fuori sarà decisiva per capire come le parti in gioco (USA e Russia) vedono veramente la situazione sul campo: ovvero chi pensano che stia vincendo.
La proposta USA più gettonata infatti sarebbe un congelamento della situazione sul campo, una tregua insomma che darebbe modo all’occidente di rifornire l’Ucraina di armi e alle grandi multinazionali che si sono comprate terreni e beni ucraini di lucrarci sopra. Per la Russia però non avrebbe senso accettare una situazione di questo genere che la costringerebbe a ricominciare dopo qualche anno la guerra da capo, magari subendo ancora più perdite: di conseguenze accetterebbe una proposta di questo tipo solo se già adesso la situazione fosse difficilmente sostenibile. Io non lo credo ma magari mi sbaglio e ha invece ragione la squadra del Babbeo…
Al contrario, se la Russia cioè non accettasse la proposta di un semplice congelamento temporaneo del conflitto, significherebbe che gli USA non hanno il polso della situazione. Com’è possibile direte, che gli USA con tutti i satelliti e gli strumenti a disposizione di CIA & C. non sappiano esattamente cosa succede in Ucraina?
In realtà è possibilissimo: vari ex membri dei servizi segreti intervistati dal giudice Napolitano spiegano che gli agenti sul campo procurano informazioni grezze affidabili ma, via via che l’informazione passa ai livelli più alti, viene progressivamente alterata per andare incontro ai desideri dei politici a cui è destinata: è così che in CIA e simili si fa carriera, ovvero portando notizie gradite ai politici che poi ti promuoveranno. Questo meccanismo per me ha perfettamente senso soprattutto in una situazione in cui il comandante in capo, Capitan Babbeo, non si rende conto di dove si trova: figuriamoci se riesce a distinguere fra rapporti falsati e veritieri…

Ci sarà l’offensiva russa che da tempo auspico (per chiarire la situazione militare)?
Difficile dirlo: secondo me i fattori principali in gioco sono due.
Il primo è che Putin vuole minimizzare le perdite russe e, andare all’attacco è molto più dispendioso che difendersi. Da questo punto di vista la questione diviene quindi: le perdite russe sarebbero minori con un attacco decisivo o proseguendo la guerra di logoramento in cui, almeno al momento, è l’Ucraina che subisce le perdite maggiori attaccando?
Anche questo aspetto non è di facile valutazione: dipende da quanto possono aumentare gli aiuti occidentali e dal fattore intensificazione, per esempio, con la fornitura di nuove armi sempre più pericolose a Kiev (missili a lungo raggio, F16 etc.).
Il secondo fattore è la volontà di Putin di fare il possibile per evitare il rischio di una guerra nucleare: e questo passa dal tentativo di evitare ogni forma di intensificazione del conflitto. Un’offensiva che minacci di porre bruscamente fine alla guerra potrebbe far paura al presidente che ha le elezioni nel 2024 e potrebbe spingerlo a prendere decisioni “stupide”.
Forse Putin potrebbe voler aspettare proprio le elezioni americane del 2024 sperando in un cambio della guardia a Washington, in un presidente che non sia cioè al totale servizio delle lobbi economiche e di interessi di parte. D’altra parte la situazione democratica dell’occidente è talmente degenerata che c’è il rischio concreto che il maggior avversario esterno di Biden, Trump cioè, venga arrestato e che quello interno, Kennedy Jr., sia costretto a candidarsi come indipendente. Insomma non è detto che le elezioni USA del 2024 portino l’auspicato cambiamento di politica in cui Putin potrebbe sperare…
Poi ci sono i fattori interni russi, per non parlare della salute del “non morente” ma comunque anziano Putin. Sono fattori di cui non so niente (di affidabile) ma che potrebbero comunque divenire anche molto importanti e forse decisivi.

Dovendo scommettere, visto che fino ad adesso Putin è stato forse fin troppo prudente (rendendo così pensabili le progressive provocazioni statunitensi), punterei su una Russia in attesa a meno che la situazione militare ucraina non degeneri a tal punto che diventi praticabile un’offensiva che trovi scarsa resistenza...

Conclusione: lo so… un pezzo interlocutorio: ma questa è la situazione e i dati a mia disposizione...


Aggiunto 9/9/2023: Solita coincidenza: il seguente video, dove è intervistato un professore di relazioni internazionali specializzato sulla Russia racconta le stesse cose che raccontano le "mie" fonti alternative. In particolare è dato per assodato, anzoi per scontato, che la guerra è stata provocata dagli USA per volere inserire l'Ucraina nella NATO. Il video è questo: An Endgame for the Ukrainian War w/ John Mearsheimer, Alexander Mercouris and Glenn Diesen.

Nota (*1): probabilmente pesa la debolezza dell’amebico Portinaio tedesco che credo sia riuscito a vincere, con grande margine, la palma di peggior cancelliere dal secondo dopoguerra in poi.
Nota (*2): non so quale sia la traslitterazione dal russo dal nome del paesino fulcro dell’offensiva ucraina ma sicuramente è qualcosa di complicatissimo: siccome tanto qui siamo quattro gatti permettetemi questa semplificazione…

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