Siccome sono pigro oggi pubblico questa mia risposta a un commento di UUiC al pezzo Povero Joe. Sintetizzando al massimo cerco di rispondere alla domanda "Cosa è la sinistra oggi?"...
Beh, c’è il comunismo ideale di Marx e ci sono i regimi comunisti che di questo hanno preso il nome ma col quale hanno poco a che vedere.
“Le rivoluzione tradita” di Trotsky spiega proprio questo fenomeno in riferimento all’URSS, Hobsbawm qua e là accenna ai vari regimi comunisti sparsi per il mondo riportandone le peculiarità (spesso in contrasto col comunismo inteso da Marx).
In pratica non credo che siano mai esistiti regimi comunisti così come li intendeva Marx: egli si immaginava che il comunismo si sarebbe sviluppato negli stati più ricchi, pieni di fabbriche e quindi operai. Invece la Russia era un paese povero e contadino così come Cina, etc.
È possibile che il comunismo ideale sia un’utopia irraggiungibile: personalmente vi vedo degli errori di fondo che mi sembrano insuperabili (vedi [E] Appendice D “Limiti del marxismo”).
Da questo punto di vista lei ha quindi perfettamente ragione…
Ma con sinistra non si intende solo il comunismo!
Genericamente io intendo una politica che cerchi di proteggere e tutelare gli interessi dei più poveri e deboli in contrasto alla forza dei più ricchi. Nelle democrazie degenerate di oggi anche queste forze politiche non esistono più e, di nuovo, avrebbe quindi totalmente ragione nelle sue obiezioni.
Io però avevo in mente le socialdemocrazie europee del secondo dopoguerra dove, un po’ in tutta l’Europa occidentale, si ebbero politiche di sostegno ai più deboli (pensioni, sistema sanitario e assistenziale, tutela dei lavoratori). Queste politiche, al di là di altre contingenze storiche, garantirono un vero e significativo benessere per tutta la popolazione (Italia compresa).
Negli anni ‘70, con le crisi petrolifere, il sistema iniziò ad andare in crisi e, sfortunatamente, la soluzione intrapresa negli anni ‘80 e intensificatasi dagli anni 90’ in poi, fu puntare tutto su un liberismo esasperato che comportava la distruzione di ogni forma di presenza dello Stato nella società oltre il minimo essenziale (difesa, giustizia e poco più).
Le conseguenze di questa tendenza le subiamo oggi (anche qui hanno ovviamente contribuito altri fattori esterni): la popolazione è sempre più povera, la classe media è quasi estinta, ma i ricchissimi sono sempre più ricchi. Non accontentandosi di possedere gran parte delle ricchezze adesso si sta fortemente minando anche diritti e libertà della gente comune.
Intendiamoci, niente di nuovo, per esempio Aristotele scriveva: «La seconda specie di oligarchia si ha quando diminuisce il numero dei ricchi e aumentano le loro ricchezze, sicché essi, essendo più forti, pretendono maggiori vantaggi: perciò scelgono essi stessi tra gli altri quelli che devono entrare a fare parte del governo e, poiché non sono ancora così forti da poter governare senza leggi, stabiliscono delle leggi che sanzionino appunto questo diritto.» (Aristotele – “Politica e costituzione di Atene”, (E.) UTET, 2015, a cura di Carlo Augusto Viano e Marcello Zanatta, pag.198)
Con “sinistra” intendo quindi una generica politica che cerchi di contrastare le tendenze attuali che hanno portato a un impoverimento generalizzato della popolazione e all’aumento senza precedenti della forbice fra poveri e ricchi.
Chiaramente, per le ragioni spiegate, non mi riferisco alla “sinistra” che abbiamo oggi (tipo il PD) ma neppure a un generico populismo (che, se in buona fede, ha buone intenzioni ma non sa come risolvere i problemi essendo privo di un’ideologia articolata).
Non mi riferisco quindi a una forza politica esistente ma a una politica ideale che voglia cercare di diminuire le sperequazioni economiche e le altre ingiustizie che essa si tira dietro.
Se poi lei guarda [E] 18, “Una nuova società”, vedrà che l’evoluzione democratica che propongo non è né di sinistra né di destra, almeno non nel senso tradizionale. Anzi prendo idee da entrambe le ideologie, se così le possiamo chiamare,
il mio obiettivo non è una costruzione ideale, che funzioni solo nel mondo delle idee, ma ho invece un approccio pratico basato considerando l’uomo con i suoi limiti e non la creatura perfetta (o quasi) che non è. Propongo delle linee guida per gli obiettivi da raggiungere (alla luce della mia teoria) ma soprattutto un meccanismo istituzionale “democratico” che garantisca una maggiore efficienza e minor corruttibilità.
PS: sicuramente guarderò il video che mi ha indicato in questi giorni...
alla prima stazione
1 ora fa
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