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lunedì 10 giugno 2024

Votare o votare bene?

È più importante votare o votare bene?

Per capirci:
1. consigliereste di votare a una persona che vi ha detto che voterà usando un dado dentro la cabina elettorale per decidere quale partito votare?
2. consigliereste di votare a una persona che vi ha detto che voterà il partito “opposto” (come ideologia) al vostro?

In realtà i casi 1 e 2 sono diversi. Chi crede nel meccanismo democratico dovrebbe consigliare anche alla persona che voterà in maniera opposta a come farebbe lui di andare a votare. Qui ha (dovrebbe avere) infatti la priorità il rispetto per il prossimo e per le sue capacità decisionali.
Nel primo caso invece si prende in giro il principio democratico e chi crede nella democrazia dovrebbe cercare in tutti i modi di dissuadere il tizio dal votare a caso ma pregarlo di sforzarsi usare un qualunque criterio razionale di scelta.

E qui nascono le complicazioni: c’è tanta differenza fra usare un criterio stupido e votare a caso?
E come si giudica la bontà di un criterio altrui? Cioè dove finisce il nostro “rispetto per le capacità decisionali” dell’altra persona?

Perché in teoria ogni persona dovrebbe votare per la forza politica che faccia massimamente i suoi interessi: le varie forze dovrebbero accordarsi poi fra loro e arrivare a stabilire leggi e regole comuni che mediano fra le diverse esigenze di tutte le parti. Nessuno ottiene tutto quello che avrebbe voluto ma tutti ottengono qualcosa. In più l’elettore dovrebbe punire o premiare i politici che hanno fatto male e quelli che hanno fatto bene. Vabbè, in teoria...

Ma ovviamente, come sappiamo, la democrazia non funziona così.
I politici si accapigliano per spartirsi i voti degli elettori ma poi gli interessi che andranno a servire saranno sempre quelli dei potenti: il voto è un teatrino a beneficio del popolo per illuderlo di contare qualcosa quando in verità non conta niente.

Forse per questo la pubblicità “progresso” che invita a votare non si preoccupa di menzionare la qualità del voto. Alla fine il voto di chi si è studiato tutti i programmi politici e ha seguito alla televisione tutti i dibattiti conta esattamente quanto quello del tizio che vota usando un dado: niente.

Però più gente partecipa alla farsa e più la farsa diventa credibile: quando il potere deciderà qualcosa di assurdo, che va in maniera palmare contro gli interessi della popolazione per favorire quelli di pochissimi (come una guerra), alla popolazione che mugugna/protesta gli si potrà dire “ma questa è la democrazia! Dovevate votare altre forze, ricordatevene la prossima volta…”.
Ovviamente qualsiasi forza venga votata il risultato sostanzialmente non cambia: sì, vabbè, qualche piccolo contentino che serve più che altro a mantenere l’illusione di perseguire un proprio programma vi potrà anche essere ma, sulle questioni importanti, votare Tizio o votare Caio non fa differenza.

Vabbè, avevo iniziato a scrivere questo pezzo ieri.
Come stabilito in UE 2024 ero partito dalla città per andare a votare nel mio collegio elettorale. Dovete sapere che qualche mese fa hanno distrutto la scuola materna in fondo alla strada dove ho sempre votato e così, tempo fa, avevo ricevuto dal comune una lettera con all’interno quella che pensavo essere una scheda elettorale sostitutiva dato che indicava la nuova sede di voto…
In teoria pensavo di essermela portata dietro in maniera poi da poter passare subito a votare e poi andare a casa, invece l’avevo dimenticata a casa. Così la prendo prima di ripartire e vado alla ricerca della nuova sede, ora decisamente lontana, a occhio sui 7Km, forse più.
Arrivato alla sezione scopro che la lettera che mi ero portato dietro non era una nuova tessera elettorale ma un adesivo da appiccicare alla vecchia tessera!
In realtà il vostro intelligentissimo KGB, che non aveva letto una singola parola di quanto scritto nella lettera, si era accorto che sembrava trattarsi di un documento adesivo ma non aveva fatto due più due.
A questo punto dovevo decidere se farmi un 15Km extra (fra andata e ritorno) per andare a prendere la vecchia tessera a casa o tornarmene in città: voglio fare tutto il possibile per evitare una guerra nucleare al costo di 15Km di strada?
Ovviamente no! Non avendo figli di cui preoccuparmi una guerra nucleare e la distruzione del genere umano mi interessa il giusto… vorrà dire che mi sentirò un pochino in colpa!

A parte gli scherzi qui emerge qualcosa della mia eredità INFP (che sospetto fossi da bambino fino a 5-6 anni). Ero consapevole che la mia scelta di lasciar perdere il voto per evitare 15Km dopo averne fatti una cinquantina non era logica. Ma ho interpretato il tutto come un segno: se la vecchia scuola materna non fosse stata distrutta avrei votato, se avessi letto per bene la lettera avrei votato, se mi fossi ricordata di portarmela dietro avrei votato… Sembrano tutti segnali che mi sconsigliavano di votare. Perché? L’unica “logica” è che la Lega mi avrebbe tradito votando per la guerra o non opponendosi a essa: in questa maniera non ho corresponsabilità.

Invece, per farmi rabbia (!), mio padre che non esce praticamente più di casa dai tempi del covid-19 è andato a votare: sono venuto a prenderlo i servizi sociali e lo hanno poi riportato a casa!
In realtà lui è andato essenzialmente per le elezioni comunali. Per le europee è come se fosse andato a votare col dado…

Ieri sera il solito Christoforou ha parlato delle elezioni europee. Secondo lui votare serve a poco: secondo la costituzione i compiti del parlamento europeo sono molto limitati. Tutto il potere sta nella commissione e nel consiglio.
Il vero scopo del parlamento europeo è quindi solo quello di dare alla popolazione l’illusione di democrazia ma, in realtà, di democratico la UE ha molto poco.
Come al solito mi trovo molto d’accordo con Christoforou e per comprendere la situazione mi è stato utilissimo leggere “The framers’ coup” dove si capisce quali siano i problemi di una costituzione che deve mettere insieme stati diversi con esigenze diverse: per contrasto si capisce cosa non è stato fatto in Europa e perché le istituzioni UE sono uno scatolone privo di valori democratici.

Conclusione: niente ho un po’ divagato ma, mi pare, ho dato qualche spunto di riflessione interessante.

2 commenti:

  1. Il sistema attuale di gestione del potere ha limiti evidenti.
    Finché non si riesce a produrne uno migliore (critica facile, arte difficile) ce lo teniamo così.
    Astensione è come il digiuno, non si può protrarre a lungo pena la morte (politica).
    In fin dei conti è una di quelle forme che in PNL prende il nome di metastategia "via da", una delle migliori e più efficaci scelte per problemi, fallimenti, disastri.
    In questa gara al peggio compete con l'antagonismo i vari anti che, fondamentalmente sono anti loro stessi.
    C'è, ancora una volta, il problema di scala: l'unica democrazia possibile è quella su territori limitati, circoscritti nella quale le proprie scelte abbiano effetti (positivi o negativi) su coloro che le hanno compiute.
    Infine, tutte le nazioni nelle quali meticciamento e islamizzazionw sono più avanti nel compimento progettato e imposto hanno dato un segno di contrarietà.
    Non è affatto un caso che Bardella venga da una banlieue, ovvero da una delle distopie, degli incubi quotidiani che il multiculturalismo ha martellato, incistato a forza in Europa. Che è uno dei sogni dei vari antifa al caviale, gli antagonisti per eccellenza (v. casi Salis, Rackete, Padoa-Schioppa e mariantoniette del genere).
    Se li conosci poi fai di tutto per evitarli. Alcune persone non si sono dimenticate di Atocha, Bataclan, Kabobo , machete sui treni Van Gogh, Molenbeek etc. .
    Altri sì. Un po' come alcuni colleghi e conoscenti progressisti che cianciano di questo progresso al peggio e non prenderebbero il 20, la linea verde la sera o il regionale a Brignole neppure sotto tortura.
    UUiC

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    1. Sì, è vero: sono piuttosto d'accordo con quello che dice (in particolare che la democrazia pensata così com'è funzionerebbe solo in comunità relativamente piccole).

      Ma, ci tengo a sottolineare, che la mia NON è una strategia politica ma una strategia morale.
      Con l'astenzione il livello politico/democratico non migliora: non è che i politici pensano "accidenti, hanno votato in pochi, allora lavorerò meglio e sarò più onesto". Di questo ne sono consapevole.

      Ma per me il punto diviene essere complice o no. Io non voglio essere complice e non voglio legittimare col mio voto un sistema che, temo, sarebbe completamente da riprogettare.

      In questa maniera non eviterò che il governo prenda cattive scelte ma di tali scelte non sarò responsabile neppure indirettamente.

      Nella situazione attuale, col pericolo reale e concreto di guerra nucleare, avrei fatto un'eccezione ai miei principi votando per il partito che, nel suo piccolo e nel piccolo che è geopoliticamente l'Italia, mi sembrava potesse contribuire, sebbene super limitatamente, alla pace. Poi ho fatto casino con la tessera elettorale e allora, dato che non ho discendenti di cui preoccuparmi, ho lasciato perdere...

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