Qualche giorno fa, proprio prima dell’inizio della conferenza di “pace” in Svizzera, Putin ha fatto conoscere le condizioni della Russia per un immediato cessate il fuoco.
1. Rinuncia ufficiale da parte di Kyev di entrare nella NATO.
2. Ritiro delle truppe ucraine dai distretti contesi, alcuni dei quali solo parzialmente occupati dalle truppe russe.
Zelensky e la NATO hanno immediatamente respinto la proposta. Contemporaneamente anche in Russia l’offerta di Putin è stata considerata troppo generosa.
Bisogna infatti capire che in Russia, come negli USA, vi sono i “falchi” e che (il “folle”) Putin è invece un moderato.
Ma allora qual è il perché di questa proposta che non soddisfa nessuno?
Io credo, e sottolineo che si tratta di una mia personale ipotesi, che la proposta non fosse rivolta all’Occidente/Ucraina né per soddisfare l’opinione pubblica russa ma, invece, alla Cina, ai paesi BRICs e al resto del mondo.
La proposta era volutamente non accettabile dall’Occidente/Ucraina ma contemporaneamente sufficientemente morbida da essere considerata ragionevole da chi cercasse la pace.
In questa maniera la Russia ha dimostrato al resto del mondo di aver offerto una pace accettabile, considerata la situazione militare dell’Ucraina, ma che l’Occidente l’ha rispedita al mittente: ovvero l’Occidente non vuole la pace ma la guerra a oltranza senza preoccuparsi per le vittime ucraine (né, ovviamente, per le russe).
Io credo che questa sia la chiave di lettura della proposta di Putin. Inutile quindi chiedersi perché, per esempio, non ha chiesto anche Odessa: semplicemente voleva che l’offerta sembrasse accettabile al resto del mondo. Allo stesso tempo ha fatto in modo che non ci fossero rischi che venisse accettata da Zelensky: l’investimento in vite umane di Mosca è stato significativo e, probabilmente, anche Putin non può permettersi una pace “monca”.
Riguardo la tempistica sicuramente uno dei suoi scopi era destabilizzare la conferenza di pace in Svizzera: come a dire “la posizione russa è questa: se parlate di altro state solo perdendo tempo”.
Ma io credo vi sia anche qualcosa di più che non mi pare sia stato sufficientemente sottolineato dagli analisti.
Putin ha anche detto che se questa offerta veniva rifiutata la successiva non sarebbe stata altrettanto favorevole per l’Ucraina. Già in passato (mi pare nel 2022 ma potrei sbagliarmi) aveva detto qualcosa di analogo e pochi giorni fa ha mantenuto la parola con un’offerta più esosa rispetto alla precedente.
Io credo quindi che questa sua affermazione serva a giustificare, di nuovo non all’Occidente/Ucraina ma al resto del mondo, che se ci saranno eventuali nuove conquiste, e io penso alla zona di Odessa per congiungersi territorialmente con la Transnistria, la prossima offerta di pace russa ne pretenderà il riconoscimento.
Onestamente la tempistica della proposta ha tolto all’Occidente spazio di manovra dato che se l’avesse presa in considerazione avrebbe automaticamente delegittimato la conferenza di “pace”. Certo che dei politici con un po’ di cervello avrebbero potuto gestire meglio la situazione prendendo tempo invece di rifiutarla senza se e senza ma, che era proprio ciò che voleva Putin per dimostrare al resto del mondo l’intransigenza dell’Occidente.
Conclusione: niente, solo una mia ipotesi difficilmente verificabile se non in un futuro lontano quando, forse, saranno resi noti i retroscena politici delle parti in causa.
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