Sorrido. Mi chiedo se i miei lettori si chiedono come ho fatto, nel tritatutto del mio cervello, a metterli insieme. Probabilmente no. In effetti altre volte ho accostato nomi diversi senza poi collegarli insieme ma soltanto parlandone sequenzialmente.
Invece in questo pezzo vi è un preciso collegamento fra i due.
Gandhi continua a non piacermi: è un mistico e pensa e scrive da mistico. Ha i suoi punti fermi e a questi costantemente ritorna: la verità, la non violenza, Dio, la preghiera…
In particolare sto leggendo una sezione sulla preghiera che Gandhi ritiene fondamentale: una sorta di stampella mentale alla quale, una volta abituati, non si riesce più a farne a meno. Pregare, pregare e trovare Dio.
Di Huxley invece sono ai capitoli finali del saggio “Ritorno al mondo nuovo”. Uno degli ultimi che ho letto è sulle tecniche di lavaggio del cervello.
Curiosamente il punto di partenza sono gli esperimenti su cani di Pavlov ma il succo è che in particolari condizioni il cervello umano è particolarmente vulnerabili a essere condizionato permanentemente.
Si tratta di situazioni prolungate di stanchezza, mancanza di sonno o di cibo, continua tensione fisica e psicologica, sensazione di dolore (Huxley suggerisce infatti che gli ospedali potrebbero essere ottimi luoghi di condizionamento).
Poi non tutti siamo ugualmente suggestionabili: secondo una ricerca citata da Huxley circa un quinto della popolazione (senza particolari distinzioni fra uomini e donne) è facilmente suggestionabile; un altro quinto è estremamente resistente mentre i restanti 3/5 sono ugualmente suggestionabili ma necessitano di maggiore tempo.
Ecco, mi chiedevo se le reiterate preghiere di Gandhi, accompagnate dal digiuno e di una personalità adatta lo portassero in una condizione di auto suggestionabilità in cui si convinceva di percepire la presenza di Dio tutto intorno a sé.
Sì, lo so, la mia ipotesi non è decisamente molto spirituale ma ho la fortissima sensazione di aver intuito un meccanismo psicologico con cui spiegare mistici e santi. Pensiamo per esempio agli anacoreti che non solo pregavano ininterrottamente per lunghi periodi ma che mortificavano il loro corpo e il loro spirito con digiuni e con il cilicio. Ed ecco che, dopo un periodo adeguato, si sentivano in contatto con Dio, certi della sua esistenza e della sua presenza intorno a loro.
Insomma la mia teoria è che prolungati periodi di preghiera, mancanza di sonno, digiuno, mortificazioni del corpo, predisposizione alla suggestionabilità portino i mistici in uno stato in cui riescono a procurarsi una sorta di autolavaggio del cervello convincendosi della sostanziale e assoluta verità dei principi religiosi in cui vogliono credere.
Conclusione: che ne pensate? A me pare straordinariamente plausibile.
Il figlio della Concetta
7 ore fa
Metafisica, messer Vapore Sodo.
RispondiEliminaCi sono, fortunatamente, molteplici cose che sfuggono il piano razionale, oggettivo.
Passando dal piano spirituale a quello erotico-relazionale, penso all'innamoramento. O certe esperienze artistiche. Per dirla alla Maslow, certe esperienze di vetta.
Razionalmente non sono spiegabili se non in parte.
Eppure esistono.
UUiC
Per la cronaca Blogger, nonostante mi mostrasse questo commento fra i pubblicati, lo considerava spam ed effettivamente lo nascondeva!
EliminaSì è vero. La mia è solo un'ipotesi scaturita mettendo insieme due letture diverse. In questo caso preghiera e suggestionabilità.
Poi esistono tanti altri fenomeni che la ragione non può comprendere.
Bella al riguardo un aforisma di Pascal: "Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce"