Sto rimanendo indietro sui pezzi che DOVREI scrivere: ovvero che scrivo, soprattutto per me stesso, che mi aiutano a memorizzare quanto leggo. In particolare avrei Huxley e Hobsbawm…
Invece voglio cambiare un po’ e scrivere del mio libro su Gandhi: Il mio credo, il mio pensiero di Gandhi, (E.) Newton, 1992, trad. Lucio Angelini.
Come ho già spiegato ne sono abbastanza deluso: si tratta di una vasta collezione di dichiarazioni di Gandhi, in genere lunghe al massimo mezza pagina, su vari argomenti che, evidentemente, gli stavano a cuore: la non violenza, la fede, la verità, l’India e simili.
Tempo fa sono arrivato alla conclusione che Gandhi fosse un mistico e che, se fosse nato in un’altra epoca, avrebbe potuto essere il fondatore di una religione.
A questa riflessione ne è seguita un’altra: i mistici hanno poi bisogno di un organizzatore razionale che metta coerenza e giustifichi le inevitabili incoerenze multiple disseminate dal primo (*1)!
Altrimenti il mistico rischia di sembrare superficiale e ingenuo.
Comunque questa è la mia sensazione: evidentemente Gandhi è una figura ammirevole che impressiona per i suoi principi e forza di carattere. Contemporaneamente trovo però le sue idee superficiali, talvolta banali. Sì, lo so: probabilmente al lettore occasionale sembrerò presuntuoso…
In parecchie situazioni Gandhi non riesce a spiegare le sue motivazioni ma si limita a un “sentire”: percepisce che Dio è verità, che è bontà e simili; oppure che alcune verità sono inintelligibili e fuori dalla portata umana. Insomma spesso rimango insoddisfatto da quanto leggo (*2).
Comunque ieri sera ho trovato una serie di pensieri che mi sono piaciuti.
Gandhi cerca di spiegare come mai dio, che come accennato corrisponde a bontà, permetta il male nel mondo. Ovviamente Gandhi, non analizza il problema come sarebbe piaciuto a me e, come al solito, si ritira in un’affermazione del tipo che non ha la presunzione di capire quale sia la volontà di Dio. Ma fortunatamente aggiunge anche una precisazione importante e utile: «Dire che Dio permette il male in questo mondo può non essere piacevole per l’orecchio. Ma se Lo si ritiene responsabile del bene, ne segue che dev’essere responsabile anche del male. […] Forse, la causa profonda della perplessità sorge da una mancanza di reale comprensione di ciò che Dio è. Dio non è una persona. Egli trascende ogni definizione. È il Legislatore, la Legge e l’Esecutore.» (*3)
Ecco, credo che la tendenza di pensare a Dio non solo in forma antropomorfica ma anche di attribuirgli pensieri e razionalità umana sia molto primitiva. Da altri pensieri mi è parso di capire che Gandhi veda Dio non come un’entità ma come un’essenza assoluta. Una forza che obbedisce alle proprie leggi non ossessionata dall’Uomo, nel senso che non l'ha posto al centro di niente.
Tutto qui…
Tanto per dare un po’ più di spessore a questo pezzo aggiungo qualche considerazione sulla visione di Gandhi delle altre religioni, principalmente cristiana e musulmana.
Beh, Gandhi pur essendo convinto fedele induista si dichiara molto tollerante verso le altre religioni.
Io credo dipenda in parte al suo carattere liberale e in parte alla tolleranza tipica dei politeismi: alla fine ho la sensazione che Gandhi consideri il Dio cristiano e musulmano come particolari rappresentazioni dell’unica essenza divina, forse di Atman o di Brahman: come se, per esempio, la Trinità cristiana fosse un’altra maniera di considerare la Trimurti (Brahma (*4), Vishnu e Shiva).
Curiosamente non accenna al sikhismo…
Ricordo che un mio amico sikh non aveva una buona opinione di Gandhi: però non indagai… Mi sembra che accennò a un cattivo trattamento verso i sikh. Ipotizzo che i sikh fossero più vicini agli inglesi e, quindi, in opposizione all’idea di indipendenza indiana pensata da Gandhi.
Fatemi indagare…
Uhm… parecchie cause, principalmente politiche e religiose… ah! e, diversamente da quanto avevo sospettato, ci fu un massacro inglese dove perirono molti sikh che Gandhi non condannò “abbastanza”…
La mia sensazione è che Gandhi antepose gli interessi politici dell’India a quelli della comunità dei sikh.
Conclusione: ho sempre la speranza che il libro divenga più interessante quando/se verranno affrontati dei temi più concreti/politici e meno filosofici/religiosi.
Nota (*1): Tipo San Paolo per Gesù…
Nota (*2): Su cento pagine che ho letto ho trovato solo una potenziale epigrafe! Beh, anche perché, come detto, tratta argomenti filosofici/religiosi che poco hanno a che fare con la mie Epitome…
Nota (*3): Tratto da Il mio credo, il mio pensiero di Gandhi, (E.) Newton, 1992, trad. Lucio Angelini, pag. 100.
Nota (*4): Attenzione! Brahman e Brahma sono due concetti diversi dove il secondo è parte del primo che, a sua volta, si sovrappone all’anima universale Atman.
alla prima stazione
1 ora fa
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