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martedì 17 ottobre 2023

Nausea di censura

Da diversi giorni mi capita di ripensare al commento di un lettore al pezzo A caldo su Gaza. Dopo considerazioni piuttosto articolate arriva la frase finale “Vado a vomitare.”
A mia volta rispondo con le mie chiacchiere e concludo con “Comunque condivido il suo senso di nausea…”

Ma in realtà ero stato un po’ bugiardo: più corretto sarebbe stato scrivere semplicemente che “capivo il suo senso di nausea” perché in quel momento/contesto in realtà non lo provavo. Contemporaneamente però ci sono degli argomenti che, quando ne scrivo, mi arrabbio e mi faccio cattivo sangue.

Mi sono reso conto che, proprio per questo, tendo a scriverne meno di quanto sarebbe giusto e utile.

Probabilmente l’argomento su cui sono più sensibile è la progressiva diminuzione delle libertà che caratterizza l’UE.
Da anni lanciavo l’allarme: non era accaduto niente di immediatamente grave ma piuttosto erano stati attraversati, seppure per pochi passi, dei confini che avrebbero dovuto essere inviolabili. Erano stati ignorati dei principi che non avrebbero dovuto neppure essere sfiorati.
Il problema è che quando si viola un confine/principio non è importante se quella specifica volta lo si fa “appena appena” e con giustificazioni accettate praticamente all’unanimità: il problema è che la volta successiva, dato che il principio non è più assoluto, lo si violerà maggiormente e magari con giustificazioni approvate solo da una minoranza più o meno larga. Ma avete capito l’andazzo: adesso il principio non è più un principio e in breve lo si violerà sempre più spesso e ogni volta che fa comodo al potere.
Per questo i principi, se realmente tali, dovrebbero essere assoluti e inviolabili.

Se cercate i marcatori “libertà”, “censura” e magari “web” troverete i pezzi di vari anni fa in cui gridavo alla dittatura per riduzioni della libertà che, in confronto di quelle attuate negli ultimi anni, sono minuscole. Però corrispondevano ai momenti in cui venivano violati per la prima volta dei principi: erano dei segnali di allarme che, secondo me, avrebbero dovuto far insorgere l’opinione pubblica. Ero ingenuo: all’epoca non avevo ancora pienamente compreso la fogna a cielo aperto in cui si era trasformata la nostra democrazia e il tradimento totale dei media.

Vabbè, mi fa fatica ma fatemi cercare almeno un collegamento… Bo, per esempio questo del 2013: Cattiva, buona, incredibile, peccato...
La notizia “buona” e “incredibile” si rivelarono poi delle vere e proprie bufale dato che, contemporaneamente, il M5S si rivelò essere un populismo apparente ([E] 13.4, “Classificazione dei populismi”).

Ad aumentare il mio senso di nausea vi può poi essere è l’ipocrisia che, come sapete, è ciò che mi irrita di più. E l’ipocrisia vi è praticamente sempre perché le giustificazioni, quando vengono date, sono totalmente speciose.

Detto questo passiamo all’attualità, a quella del tipo che mi dà la nausea: le iniziative “libertarie” e “democratiche” della UE.
L’UE ci vuole proteggere dalle bufale e, quindi, minaccia di multare pesantemente Twitter (*1) se non obbedisce all’autorità europea e non censura vari canali.
A minaccia analoga Musk tempo fa rispose: “Quali sono di preciso questi canali che diffondono disinformazione?”

Il suo punto è sottile. La verità è che i canali di “disinformazione” semplicemente esprimono opinioni diverse dal “semolino” rassicurante e facilmente digeribile che corrisponde alla narrativa dominante: “va tutto bene, siamo i migliori, siamo i buoni: quindi state zitti e buoni!”.
Ah, perché oltretutto una tizia europea, si lamentava che questi canali di “disinformazione” crescono di più di quelli della propaganda ufficiale: chissà perché…
A un livello superficiale vi è la battuta di Musk: pubblicate la lista così darete a tali canali ulteriore visibilità.
Ma la difficoltà è in verità più profonda e nascosta.
Per fornire una lista qualcuno la deve scrivere usando un qualche criterio.
E quale organo europeo, ovviamente democraticamente eletto e totalmente trasparente, controlla le informazioni stabilendo cosa sia la verità e cosa la disinformazione?
Ebbene il problema è che tale organo non esiste: le richieste di censura verrebbero da Washington o dalle autorità dei singoli paesi in maniera del tutto opaca. Non si vogliono rendere noti i criteri perché altrimenti ancora più persone si renderebbe conto della loro arbitrarietà e irragionevolezza.
Sarebbe un autogol, controproducente…

Notate poi che si vogliono chiudere interi canali, non singoli articoli: il singolo articolo sarà al massimo il pretesto ma la volontà è quella di censurare tutto il pensiero espresso da un canale che, ovviamente, sarà legittimo (anche secondo le regole arbitrarie e autoritarie della UE) ma sgradito al potere. Soprattutto lo si vuole fare di nascosto: senza neppure dire perché si chiude un canale, dare spiegazioni precise e puntuali infatti stabilirebbe dei precedenti.
Se, per esempio, una notizia data da un canale non allineato si rivela inesatta e porta poi alla sua totale censura lo stesso dovrebbe poi avvenire per i media ufficiali che diffondono bugie ufficiali. Se ci fossero regole uguali per tutti in un mese anche ogni media ufficiale dovrebbe essere censurato.
Ma come spiegato ennemila volta quello che si vuole censurare non è la notizia falsa ma quella sgradita.

Io spero che Musk non ceda o che, nel peggiore dei casi, chiuda Twitter per l’UE: almeno questo renderebbe palese lo stato di censura in cui viviamo e che si cerca di trasformare in normalità.
Ovviamente senza il coraggio di chiamare la censura autoritaria per quello che è ma avendo la faccia tosta di dire che è per la nostra, della popolazione europea cioè, “sicurezza”.

Conclusione: ed ecco che anch’io mi sono irritato facendomi cattivo sangue. Perché, leggete Mill, la libertà d’espressione è premessa di ogni altra libertà. Capite che senza libertà d’espressione non potremmo neppure protestare quando altre libertà verranno violate?

PS: qualche fonte: EU warns X. Finland pipeline sabotage. Budanov, UKR attacked ZNPP. Russia sends US weapons. U/1 dal canale Alex Christoforou. Non mi riesce trovare il video dove la politica/burocrate UE si lamenta della disinformazione di Twitter: era di qualche giorno fa ma non ricordo dove l’ho visto…
I canali che seguivo, sebbene sporadicamente, su Youtube stanno venendo censurati uno a uno: per esempio “iEarlGrey” e “The dive” (che mi fece scoprire Berletic). “History legends” ha appena preso uno “strike” (come pure “John Campbell”) e, praticamente tutti, sono stati demonetizzati. Ma, tranquilli, è per la nostra sicurezza!

Nota (*1): il nome X veramente non mi piace e quindi continuerò a chiamare tale piattaforma sociale Twitter fino a quando non mi sentirò un cretino al farlo!

5 commenti:

  1. La censura avanza ovunque.
    Le comode credenze con le quali si baloccano molte persone, le ideologie protettive, rassicuranti, defaticanti (tolgono l'impegno del dubbio, la fatica di osservare, di pensare) devono essere difese "senza se e senza ma".
    Uno ascolta un'espressione così, in moda tra arcobalenghi e sinistranti e inizia a pensare :- ecco la sepoltura del pensiero critico. I fasci, più schietti, col loro "credere, obbedire combattere" erano sullo stesso piano.
    Più i semicolti sono semi e più la scure dei loro tagli è lucida.
    Come sempre, a sinistra, c'è l'arzigogolatura, l'adulterazione dei valori, della morale superiore e altre cazzate del genere.
    Francamente preferisco che sulla scatola di cacca ci sia scritto "Cacca", non mi metto neppure a considerarla, men che meno a pensare di assaggiarla o a portarla in dono, molto meglio delle scatole, coi fiocchi, la confezione multicolori, la scritta in caratteri d'oro "Diversamente cioccolato finissimo inclusivo di pregiate sostanze organiche ingredienti, provenienti da canali di kontaminazioni e scambi kulturali".
    Ah, la censura, fantastica protezione per gli ipocriti eccellenti.

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    1. Avevo iniziato a risponderle metodicamente poi, evidentemente mi sentivo “poetico”, e ho così scritto la seguente per evidenziare l’ipocrisia del mondo in cui viviamo. Ci pensiamo liberi ma ormai non lo siamo più: eppure ancora 20 anni fa, probabilmente meno, nessuno dei distici seguenti sarebbe stato vero. Eppure nessuno dice niente: tutto sembra normale perché la televisione e le autorità dicono che tutto è normale e che tutto va bene...

      Le libertà nella UE
      ==============
      Sei libero di credere quello che vuoi…
      se te ne stai zitto...
      Sei pure libero di esprimere ogni tua idea…
      se è affine alla narrativa dominante...
      Comunque sei libero di dire quello che vuoi…
      se nessuno ti ascolta…
      Sei libero di dissentire…
      fino a quando dici sempre sì…
      Sei libero di fare quello che vuoi…
      fino a quando obbedisci…
      Sei libero di curarti come vuoi…
      se però prendi il farmaco che dicono “loro”...
      Sei anche libero di votare chi vuoi…
      tanto chi scegli non fa differenza...
      Sei perfino libero di disinformare…
      se ripeti le bugie del potere…

      e fra un po’, col denaro virtuale, potrò aggiungere una nuova coppia di versi:
      Sarai libero di comprare quello che vuoi… che stia bene al potere…

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  2. Non che la mia valutazione valga gran che, ma penso di potermela cavare con una sola parola: bravo.

    P.S. A UUIC, invece, mi permetto di consigliare il motto (altamente sovversivo, lo so) "NON credere, NON obbedire, NON combattere". Chissà che ne direbbe il Gandhi di turno (sempre che il personaggio reale corrisponda alla leggenda diffusa per via "storica").

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