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sabato 28 ottobre 2023

Due librucci

Solo un piccolo aggiornamento sui libri che sto leggendo, quelli leggeri intendo…

Il peggiore libro di fantascienza che abbia mai provato a leggere ha avuto uno spasmo di significato: poi magari non si risolverà in niente però c’è una vaga speranza di interesse.
Qualche giorno fa ho scoperto che l’autrice ha basato il suo romanzo su un proprio racconto breve che aveva vinto il premio Hugo o Nebula (!). Ora ho la sensazione che queste 150 pagine totalmente inutili e noiosissime fossero un’aggiunta per preparare lo sfondo dell’idea veramente interessante che, ipotizzo, fosse alla base del racconto vincente.
In un racconto breve l’inconsistenza dell’ambientazione l’avrei tollerata: avrei dato per scontato che vi fossero delle giustificazioni, a cui non ero in grado di pensare, per spiegare il tutto. Il problema è quando scrivi 150 pagina per spiegare l’ambientazione e, invece di renderla verosimile, ne dimostri la totale implausibilità!
A questo aggiungiamo che non c’erano elementi che rendessero interessante questa lunga introduzione…

Intendiamoci: le pagine promettenti che ho letto saranno le ultime cinque! Però, essendo piuttosto fantasioso, ho delle ragionevoli idee sulle loro potenzialità: poi magari semplicemente questa autrice non fa per me e il romanzo proseguirà in una direzione priva di interesse…

L’altro libro che sto leggendo è “Memories of ice”, il terzo libro della serie sull’impero Malaziano di Erikson.
In passato avevo scritto un pezzo sul primo volume, I giardini della luna, trovandovi molti difetti di fondo e qualche pregio: un libro che mi aveva lasciato un retrogusto cattivo in bocca ma che tutto sommato, sul momento, avevo letto volentieri. Alla fine su Goodreads.com gli ho dato 3 stelline su 5 (avendo in mente un 6 su 10).

Il secondo libro ha gli stessi difetti di fondo del primo, qualche piccolo miglioramento, ma la storia di per sé è poco interessante.
Uno dei difetti del primo libro erano, a mio avviso, i troppi personaggi: nel secondo ne segue solo metà… solo che sono quelli meno interessanti. Ovviamente ne inserisce anche molti nuovi ma nessuno particolarmente valido o unico. La trama è poi noiosa e, come al solito, poco credibile.

Il terzo libro ha il pregio di seguire le avventure dell’altra metà di personaggi e, questa volta, sono i migliori e già questo è un grosso vantaggio. Come al solito aggiunge anche nuovi personaggi ma stavolta sono validi. La trama continua ad avere poco senso ma avendo investito emotivamente nei personaggi si è automaticamente interessati al loro destino.
Nel complesso questo volume sembrava il migliore di quelli letti ma, dalla seconda metà, la trama raggiunge un livello di irrazionalità che non ha senso: questo autore non può essere un INTJ!

Provo a spiegare il problema: abbiamo l’alleanza dei buoni che deve distruggere l’esercito cattivo arroccato in una città lontana.
L’alleanza dei buoni è costituita da varie forze ma principalmente ci sono due schieramenti che nel primo libro si combattevano fra loro prima di allearsi per sconfiggere il nemico comune (*1). Una schiera è quella dell’impero Malaziano, organizzata come una legione romana ma senza personaggi super potenti; l’altro schieramento ha invece almeno due personaggi che in pratica sono delle semidivinità, 2 o 3 draghi, una schiera di pseudo elfi immortali, una fortezza volante grande come una montagna etc. Come nel primo libro queste forze fossero in equilibrio è un altro mistero (*1)!
Comunque per procedere verso la città obiettivo finale decidono di procedere per strade separate (*1). Senza alcun motivo l’autore inizia a scrivere che i due schieramenti non si fidano più fra loro, vabbè…
L'attacco finale alla città nemica prende poi la seguente forma: senza motivo i due schieramenti procedano a tappe forzate verso Coral (la città famigerata) creando però sfiducia fra di loro (*1). La fortezza volante e la semidivinità che la comanda sparisce (*1): nemmeno la sua schiera ne conosce il motivo e dove sia, neppure il suo braccio destro (*1).
La schiera dell’impero malaziano si divide in due: una prima parte attaccherà a sorpresa Coral con la speranza che la seconda arrivi in tempo (*1). La seconda metà procede a marce forzate ma ha bisogno che l’altra schiera arrivi a sua volta in tempo altrimenti tutto sarà comunque perduto (*1).
Inutile dire che i buoni arrivano alla spicciolata e si ha un massacro di personaggi che si battano con grande coraggio ma in situazione di grande inferiorità.
Ah! la fortezza volante si era nascosta nell’acqua e ne esce fuori all’ultimo momento per speronare la fortezza nemica: peccato che essendosi immersa nel mare anche la fortezza volante è condannata. C’era motivo per farlo e soprattutto non dire niente neanche agli alleati più fidati? Assolutamente no!

Oltretutto il “piano” originario era quello sensato di far ricongiungere le due schiere e procedere così all’attacco della città con tutte le forze contemporaneamente: perché non è stato seguito?
Non c’è motivo: solo un vago accenno alla “sfiducia” reciproca fra le due schiere…

Che poi capisco che in questa maniera la battaglia finale è più drammatica ed emozionante ma allora trova un motivo concreto per non far arrivare le varie forze contemporaneamente: ci sarebbero state migliaia di possibilità! Un attacco a sorpresa del nemico, un tradimento, qualche imprevisto imprevedibile… invece no: senza motivo i grandi “strateghi” malaziani decidono di distruggere inutilmente il proprio esercito e di rischiare di perdere la guerra…

A questo punto prevedo di dare 2 stelline su 5 su GoodReads.com: non 1 perché comunque, almeno la prima parte, si legge bene. Poi l’autore ha anche una caterva di buone idee solo che, dal mio punto di vista, le spreca malamente con trame poco credibili.

A parte i soliti problemi di fondo ho iniziato a notare altre due problematiche stilistiche:
1. le aggiunte a posteriori che vanno a cambiare quanto accaduto nel primo libro: “sembrava XXX ma invece era YYY perché…”. Una variante del deus ex machina per far tornare la trama ma chiaramente lo trovo un trucco spiacevole soprattutto se, come in questo caso, è abusato.
È chiaro che Erikson non aveva le idee chiare sulla trama dei suoi libri fin dall’inizio e costantemente rimodella personaggi ed eventi passati per adattarli al bisogno del momento…
2. credo che per precisa scelta stilistica le caratteristiche somatiche dei diversi personaggi sono ignorate totalmente: non si sa l’aspetto preciso nemmeno dei protagonisti principali. Penserò male ma secondo me l’autore aveva già in mente di vendere i diritti della sua opera al cinema e voleva lasciare libertà di inserire qualsiasi attore in qualsiasi ruolo. Non vi vedo altro motivo.
Una conseguenza negativa di questa scelta è che i vari personaggi secondari non si distinguono fra loro: sono tutti troppo simili, hanno solo il nome che li contraddistingue. Nella battaglia finale ne muoiono tanti ma in realtà non si sa bene chi siano!

Conclusione: mentre scrivevo questo pezzo ascoltavo Asmongold. Ha detto una frase molto saggia: “Non si può far cambiare idea a una persona con la logica se questa ha raggiunto la sua posizione attuale senza usare la logica”. Io tempo fa, nel pezzo Persuasione 2, scrissi qualcosa di simile: la persuasione con la logica è usabile solo con persone logiche e non su quelle emotive. Scrissi: «La maggior parte delle persone poi sono comunque scarsamente logiche: con difficoltà capiscono numeri e ragionamenti che non siano sequenziali, spesso non sono neppure in grado di seguire una catena di ragionamenti, dimenticano le ipotesi iniziali e che erano d’accordo a ogni singolo passaggio e, alla fine, sospettano di essere stati raggirati da un qualche paralogismo.»
Ovviamente il mio pezzo è molto articolato (per esempio parlo di “passione” piuttosto che di logica: anche la persona logica su alcune questioni può essere passionale) ma la frase di Asmongold mi piace perché è molto semplice e diretta.

Nota (*1): già questa idea è una forzatura della trama ma ci passo sopra...

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